cuchillo76, 26/07/2017 18.56:
Scusate se apro anche uno spin-off che, ovviamente, non ci deve distrarre dai calcoli di Marco Ercole.
Ma vi dispiacerebbe se partisse Patric?
Lui ha fatto lo stronzetto (non si va a chiedere 1 milione dopo 10 partite ben giocate) ma può essere un giocatorino utilissimo, per esempio per giocare tutto il girone di EL.
Che ne dite?
Nel 3-5-2, un giocatore che può ricoprire i ruoli di centrale difensivo e di esterno su entrambe le fasce vale tanto oro quanto pesa.
Non mi soffermo più di tanto sulla richiesta in materia di ingaggio, un comportamento nella media degli standard odierni e che, nella fretta di monetizzare, dimostra una scarsa fiducia nelle proprie prospettive.
Quanto alla cessione, solo in caso di offerta irrinunciabile.
Perché credo che il suo valore possa crescere.
Perché la sua partenza, data la duttilità del suddetto, aprirebbe non una ma due-tre crepe in un organico già insufficiente.
ℬaruch, 26/07/2017 10.07:
pizzeman, 26/07/2017 09.27:
Anderson sarà la seconda punta titolare.
È il mio timore dell'estate, e in questo senso contribuisce anche l'acquisto di Marusic che "sposta all'insù" Anderson dalla fascia destra verso un ruolo da seconda punta o da secondo trequartista con Milinkovic, in stile derby, dietro Immobile unica punta. In pratica, come Candreva è stato sostituito "in casa" con Keita, così Keita verrebbe sostituito "in casa" ci Anderson, puntando contemporaneamente a una scommessa alla Luis Alberto. Ma così, al di là dei nodi tattici, la qualità media della rosa tenderà a prendere la via discendente, a meno che non azzecchi clamorosamente le scommesse, cosa che statisticamente non succede sempre, anzi
Virgole comprese.
Fra l'altro, si è capito sul campo che FA dimostra un'intelligenza tattica più che buona nel muoversi sulla verticale ma inesistente nel muoversi in orizzontale.
Nel ruolo ibrido di trequartista-seconda punta, che in teoria lo lascia libero di inventare, si ritrova di fatto come un treno fuori dal binario.
Un po' meglio nel 3-4-2-1, col quale recupera almeno in parte l'indispensabile riferimento della corsia esterna, ma non può essere lui a riempire stabilmente il buco in attacco.
Il discorso su Marušić in teoria non si porrebbe, poiché per una squadra di una qualche ambizione è normale affrontare problemi di abbondanza come la scelta fra il montenegrino e il brasiliano.
A maggior ragione in un ruolo non solo cruciale nel 3-5-2, come bene ricordava cuchillo, ma che più di tutti permette di ridefinire la "tonalità tattica" di quel modulo in base alle caratteristiche di chi lo occupa.
Non succederà, perché la Lazio che sta prendendo forma non può neppure considerare l'ipotesi di lasciare in panchina uno dei due, perlomeno se vuole arrivare a undici con giocatori veri - non Di Gennaro, quindi - e non solo in termini nominali.
Il che chiude tristemente il cerchio del tuo ragionamento.
Quanto al ritorno del brasiliano a certi livelli, mi auguro abbia ragione pizzeman: ma sono altrettanto convinto che quel FA riposi in pace accanto al primo Zárate.
Maxilotte, 26/07/2017 09.32:
Ove fossero rimasti i famosi tre, la Lazio avrebbe preso Marusic, il sostituto di DJ (forse) e di Gennaro per Cataldi. L'acquisto di Leiva, così come di una punta mediamente importante, è solo il risultato delle cessioni di Biglia e forse keita. A me sembra un mercato in linea con quello che definisco sciagurato del 2015. Credo che dobbiamo ormai capire che la Lazio non ha la forza economica per allestire una rosa all'altezza delle due competizioni. Dimentichiamo complotti e volontà autolesionistiche di Lotito. Per rinforzare la rosa dello scorso anno avrebbero dovuto aumentare il monte ingaggi di un po' e la Lazio questo non può permetterselo. Dobbiamo farcene una ragione e rassegnarci all'idea dell'alternanza tra anni buoni ed anni cattivi.
Per me la storia di questa stagione, già mezza buttata a luglio, è un po' diversa.
Innanzitutto, non credo che il monte ingaggi sia il problema principale: impedisce certamente di acquistare giocatori "fatti" che diano a priori qualche garanzia, ma l'obiettivo non era quello.
Qui si trattava di monetizzare i famosi tre e rimpolpare la rosa col maggior numero possibile di elementi da 5-7 milioni - il target ideale di Tare, fra l'altro - non ancora esplosi, quindi abbordabili sul piano degli emolumenti.
Cosa che avrebbe consentito alla Lazio di schierare undici effettivi-effettivi anche in caso di assenze eccellenti - e tanto bastava per coprire a livello di organico tre competizioni - costituendo nel contempo il capitale per future plusvalenze.
Concetto fondante per gli attuali criteri gestionali e che rende particolarmente scellerata l'immissione di trentenni con valore in uscita zero, a maggior ragione nel reparto anagraficamente più in difficoltà.
La cessione dei tre, precondizione per qualsiasi discorso, avrebbe aperto orizzonti da tempo sconosciuti quanto a liquidità disponibile, ma a due condizioni: vendere bene e vendere presto.
Per garantirsi un arco temporale più ampio nella campagna acquisti, e muoversi prima che tante possibili occasioni si fossero già accasate.
È andata in maniera troppo diversa, riportando il tesoretto per il mercato a dimensioni tristemente ordinarie, a causa di vari fattori:
1) IL CARTELLO: nulla mi toglie dalla testa che a decidere tempi e prezzi delle cessioni sia la collocazione predeterminata di un club nelle gerarchie mafio-calcistiche.
In fondo, il ricavato di plusvalenze e valorizzazioni è il residuo fattore di mobilità sociale in un calcio ormai pietrificato in caste, fornendo il flusso di cassa per innescare una spirale virtuosa o almeno per finanziare un più effimero momento di gloria.
Valutando un giocatore 20 o 60 milioni a seconda del club da cui proviene, si depotenzia la valenza economica - e di riflesso tecnica - della transazione: decidendo di fatto il rating della società cedente, e falsando a priori il verdetto del campo.
2) TARE: non per lanciare l'ennesima ordalia su un DS abile come pochi nel gestire la fascia di prezzo attorno ai 5-7 milioni, ma bisogna prendere atto della realtà: a livello di competenze, alcuni segmenti dell'organigramma operativo risultano totalmente scoperti.
Verso il basso la gestione del cosiddetto cestone, da cui dipendono il completamento e la competitività dell'organico, e dove l'albanese non ne azzecca una neanche per sbaglio.
Verso l'alto l'inserimento nei giri "giusti", che permettono di accedere al mercato estero in materia di cessioni anziché regalare giocatori agli usurai strisciati di casa nostra: problema emerso quest'anno come non mai.
Non si tratta di cacciare chicchessia, semplicemente di integrarne l'attività affiancandogli dei collaboratori - beninteso, con gerarchie definite - per gli incarichi nei quali si dimostra palesemente non all'altezza.
3) I LOTITEMPI: parto dalla lapidaria sintesi di est1900
est1900, 25/07/2017 13.46:
PS: mancano diciotto giorni alla supercoppa, quando pensano di dare i rinforzi adeguati all'allenatore?
Quello dei tempi è forse l'aspetto che più di tutti rivela il provincialismo e le reali intenzioni di Lotito.
Sì, perché la differenza fra un club minimamente ambizioso e uno definitivamente di fascia media è che il primo inizia la stagione ad agosto, e con obiettivi cruciali già in ballo.
Mentre il secondo può concedersi gli arrivi last minute e i conseguenti mesi di rodaggio: tanto, con le venti squadre e i cadaveri non rimossi a fondo classifica, in B non ci va lo stesso.
Ovvio che, con tre impegni e finali nei dintorni di Ferragosto, il mercato vada pianificato prima che inizi e completato il prima possibile, per dare il tempo a tecnico e giocatori di assemblare un gruppo già decorosamente pronto.
La colpa di una tempistica da Udinese non dipende dal solo Lotito, come spiegato al punto 1): ma dovrebbe scatenare nel tipo, se davvero ambisse a qualcosa, reazioni durissime.
Qui invece chi tace acconsente, e quando non tace si dichiara addirittura soddisfatto.
Eppure dovrebbe essergli chiaro, per il discorso di cui sopra, che i Lotitempi sono incompatibili in nuce col calendario e gli obiettivi di una stagione come quella che sta per cominciare.
Non lo capisce? Fa finta di non capirlo? O lo capisce fin troppo bene, ma nella direzione opposta a quella da noi sperata?
Per quanto mi riguarda, è da anni una domanda retorica.
[Modificato da Er Matador 27/07/2017 00:14]