Sono completamente d'accordo a metà con ML :)
Non condivido la preferenza accordata a Bielsa/Sampaoli, rispetto al cranio di Certaldo, per una considerazione basata sull'esperienza di garsià.
Il quale ha reso al meglio, tattica a parte, finché ha potuto imporre alla putrida realtà uno sguardo dall'esterno: quello che gli ha permesso di riesumare il miglior contropiede all'italiana, di cui i nostri tecnici si vergognano come di una nonna puttana o un nonno impiccato, e di vivere col necessario distacco le esasperate pressioni ambientali.
Nel momento in cui è diventato tifoso ed embedded, pare col decisivo contributo della strappona lucana, ha perso ogni lucidità: e di lui, perlomeno rispetto a un'alternativa più casereccia, è rimasta solo la maggiore fragilità nervosa.
Applichiamo questo schemino alle candidature di cui sopra.
Spalletti è uno parecchio "dentro" ma senza conoscere l'ambiente negli specifici sviluppi dopo il suo addio, quindi riunendo il peggio di un tecnico "interno" e quello di uno "esterno".
I due sudamericani potrebbero invece contare sul punto di vista del Garcia prima maniera.
Con una distinzione: Bielsa ha predicato un calcio sublime con l'Athletic Bilbao svaccando, però, totalmente nelle due finali sul piano dell'atteggiamento mentale. La classica parabola del perdente di successo.
Sampaoli col Cile, sia pure giocando in casa ma proprio in casa, è arrivato fino in fondo laddove tutti i suoi predecessori - compreso
El Loco - avevano fallito.
Dove concordo pienamente con Mark è nella scarsissima adattabilità della rosa ai
homportamenti del 4-2-3-1 di allora, imperniato su una dorsale Pizarro-Perrotta-sciocchino.
Tre elementi dalle caratteristiche tattiche peculiari, e delle quali non si trova neppure l'ombra nei possibili sostituti.
Pensare a Geco - ma anche al camelide Sadiq - per il fornitore di mobilità e atipicità come centravanti fa sorridere parecchio: noi, però.
L'Assassino - per venire alle proposte di Baruch - può rendersi pericoloso in avanti se parte dalla distanza e con adeguati spazi, ma difetta totalmente dell'intelligenza tattica che consentiva a Perrotta di galleggiare fra le linee.
Senza contare che lo spostamento dal cuore del gioco del suo confusionario
faso tuto mi toglierebbe al reparto quasi tutte le risorse di corsa e interdizione.
Quanto a pjanderculic, spostato troppo avanti o troppo indietro verrebbe limitato nel contributo al tiro.
Il ruolo di Pizarro, poi, prevedeva che il pallone passasse regolarmente fra i suoi piedi e più volte nella stessa azione, trattandosi di un giocatore non da due ma da tre fasi (un po' come il parmense Grün, e non ne ricordo moltissimi con questa caratteristica).
Laddove il bosniaco è giocatore da highlights, incisivo ma costituzionalmente intermittente.
In più c'è una considerazione che vale - Witsel compreso, secondo me - per il campionato russo: troppo ricco, troppo poco competitivo al suo interno, induce a un approccio da pensionati.
Una sorta di biglietto di sola andata, almeno per chi pensa di riabituarsi alle pressioni tipiche del calcio di alto livello (anche quando, come nel loro caso, di alto livello ci sono solo quelle).
E parliamo di uno che, persino sulle rive della Neva, riuscì a prodursi in scatti di nervi così sproporzionati da lasciare esterrefatti gli osservatori.
Uno al quale, per giunta, non verrebbe concessa la minima dote di pazienza - altro svantaggio rispetto all'opzione straniera - perché da parte di un personaggio già ambientato si aspettano qualcosa da subito.
Fare peggio della chiesa in mezzo alle chiappe, soprattutto nell'ultima versione, non sarà facile.
Ma non è escluso che un profilo del genere, calato in un manicomio del genere, possa riuscirci.
P.S. Brunogiordano, dici che Conte rinuncerebbe a battere il ferro finché è caldo nel Gotha europeo per andare a sputtanarsi in provincia? ;)
Uno scenario così delineato, sia pure come ipotesi, mi sembra proponibile solo nel loro mondo meraviglioso.
[Modificato da Er Matador 12/01/2016 21:38]