Mark Lenders (ML), 23/11/2014 09:22:
Forse volevi dire "tanto basta a farmi complessivamente sorridere quando penso che sulla nostra panchina c'è lui e non Reja"...
Io penso che molti altri allenatori avrebbero portato una ventata di novità dopo Reja. Pioli era solo una delle opzioni possibili, non credo la migliore.
Perfetta interpretazione.
Mark Lenders (ML), 23/11/2014 09:22:
Ma che davvero su Empoli ci stiamo attaccando a un colpo di testa sbagliato? Ci sono 90 minuti di superiorità complessiva di una neopromossa, analizziamo quelli. Utilizzando questo criterio ti potrei anche dire che se ieri fosse entrato il tiro a giro di Candreva sullo 0-0 avremmo visto un'altra partita. Probabile. Ma basta per chiudere gli occhi su tutto quello che è venuto dopo? E non sono d'accordo nemmeno su Verona, una partita che a suo modo mi era piaciuta perché a differenza di tante altre volte non avevamo concesso nulla. Stavamo giocando, una volta tanto, da grande squadra, finché quell'idiota di Cavanda ce l'ha impiccata.
Io rifiuto categoricamente l'alibi del problema mentale. Cioè: potrà pure essere una concausa, sicuramente anni di mediocrità hanno incrostato l'attitudine a vivacchiare nei gruppi di giocatori che via via si sono succeduti, ma non è una cosa che spazzi via con dei discorsi. Si tratta banalmente di alzare il livello tecnico della squadra, che metterà da parte la mentalità mediocre solo quando inizierà a sentirsi meno mediocre tecnicamente.
Non è questione di attaccarsi, semplicemente di considerare come giocano le grandi squadre: cercando di imporre il porprio gioco non appena possono, e come prima opzione; quando ciò non è possibile, e nel corso della stagione accade in maniera inevitabile, capitalizzando al massimo gli episodi favorevoli.
Da cui l'inevitabile deduzione: subire una formazione tosta e organizzatissima come quella toscana può capitare anche a uno squadrone.
A quest'ultimo non capitano due cose: fallire la prestazione al momento del salto di qualità; sprecare in quel modo, e in quel momento, l'occasione per indirizzare alla partita.
Questione di killer istinct: che a noi manca, certificando la nostra dimensione non ancora da grande squadra.
Questo non sminuisce il discorso sull'andamento della partita, e sugli errori che l'hanno determinato: si tratta di un diverso approccio analitico, che a mio avviso integra in maniera fondamentale quello relativo al gioco.
Puoi esprimere un calcio piacevole, ma se ti manca quella componente vai incontro a due conseguenze: perdere partite giocate male; vincerle ma con maggiore fatica e spreco di energie, che sulle 38 partite si fanno sentire.
La vedo diversamente da te su Verona, per un semplice dettaglio: una squadra che non concede nulla non concede neppure la possibilità del pareggio, perché a quel punto ha già segnato il secondo gol.
E soprattutto non considera il punticino come un buon risultato: non se l'avversario, sia pure in superiorità numerica, lascia spazio a ipotesi più favorevoli.
Per questo il riferimento alla testa non costituisce affatto un alibi, ma al contrario un atto d'accusa nei confronti di squadra e giocatori.
Su una cosa, forse, abbiamo idee radicalmente diverse: per me l'approccio mentale viene prima della componente tecnica e ne condiziona gli esiti; per te si parte dalla qualità, poi viene il resto.
Massimo rispetto per la tua opinione, ma ti sottopongo un esempio: perché giocatori dalle mostruose potenzialità, come CR7 e Ibra, non le esprimono a fondo - e quindi incidono assai meno di quanto potrebbero - in troppe partite da dentro o fuori?
Perché manca loro qualcosa a livello di personalità: nella testa, appunto.
Mark Lenders (ML), 23/11/2014 09:22:
Allora, che Keita stia involvendo è sotto gli occhi di tutti, non sarò certo io a negarlo. Che le sue esclusioni potrebbero essere dovute a uno scarso impegno in allenamento l'ho ipotizzato io stesso dicendo che se così fosse Pioli avrebbe tutte le ragioni del mondo. Ciò premesso, faccio una considerazione e una domanda.
Considerazione: bisogna vedere quali sono le alternative. Se ho Beppe Signori, il caro Keita può anche passare il resto della stagione a lucidargli gli scarpini. Ma se mi devo riattaccare per l'ennesima volta a Mauri, o se mi devo consegnare a quel mezzo giocatore di Felipe Anderson (a proposito di funambolismi...) io vado avanti con Keita, magari cercando di creargli un contesto tattico meno sfavorevole. Perché tatticamente ieri sera il ragazzo è stato mandato al massacro, e questo è molto grave. Se non è in grado di fare le due fasi si passi a un 4-4-2 in cui lui fa la seconda punta, Candreva e Lulic gli esterni di metà campo e magari finalmente aggiungiamo uno stracazzo di mediano accanto a quel povero cristo di Biglia, che dici?
Domanda: perché parlando della pessima prestazione di Basta dici che è "un esempio di come non si recupera un giocatore dopo un infortunio", mentre parlando della pessima prestazione di Keita dici che è "un miscuglio di presunzione, ruggine e svogliatezza"? Non venivano entrambi da un lungo infortunio? Che è, uno ha diritto all'alibi e l'altro no?
Sul 4-4-2 con Keita più vicino a Đorđević - o a sinistra con un'altra punta davanti, ma solo per finali di partita da assedio - sfondi una porta aperta, dato che avevo proposto qualcosa di simile e la trovo una quadratura del cerchio sotto molti aspetti: consistenza in fase di interdizione; riproduzione di un ambiente tattico simile a quello che ha prodotto il sontuoso Mondiale di Biglia; densità in sede di finalizzazione.
E, naturalmente, una collocazione più sensata per l'ispano-senegalese: in merito al quale - ma il discorso vale in parte anche per Candreva - il debutto a San Siro ha chiarito la totale idiosincrasia per il 4-3-3, dato che le mansioni degli esterni richiedono applicazione e intensità estranee alle loro caratteristiche.
Delle due l'una: o si continua con l'attuale modulo, cercando diversi equilibri a sinistra; o si punta forte sul ragazzo, modificando uno schieramento nel quale per lui non c'è posto.
Quanto alla domanda: in primo luogo, l'infortunio di Keita era, a differenza di quello del serbo, in gran parte diplomatico.
In secondo luogo, cambia l'atteggiamento: Basta ci ha provato, e proprio non ce la faceva; il bimbo è rientrato con l'aria di chi non ha imparato nulla dalle recenti traversie.
Posto che hanno giocato malissimo entrambi, le motivazioni della pessima prestazione sono troppo diverse.
Innanzitutto sul piano professionale.
[Modificato da Er Matador 23/11/2014 11:21]