La stagione della roma 2015-2016

Juventus con due buchi tristemente evidenti.
Uno in attacco, con due nuovi acquisti che si ignorano fra di loro e di cui la squadra sembra ignorare in maniera metodica le caratteristiche.
L'altro a centrocampo, dove senza un Willian o un Gündoğan appare difficile rimettere insieme i cocci.
Come ottenerli, magari insieme a qualche altro tassello?
Sacrificando Pogba, il cui rendimento dipendeva a ogni evidenza dalla personalità di chi gli giocava vicino: potenziale fuoriclasse senza dubbio, quanto a disagio nei panni di leader.
In più, il suo momento attuale ricorda il limbo di chi ha vissuto una grande stagione in Italia e fatica a ritrovarsi - anche tatticamente - dopo la mancata promozione ai massimi livelli continentali: un po' la parabola (discendente) di Hamšík al Napoli Soccer.

Sugli inferiori concordo con Baruch nel trovare osservazioni soprattutto positive:

1) il risultato, che gonfierà le loro aspettative al di là della realtà tecnica

2) L'inconsistenza del loro forcing iniziale, che ha portato al solo palo di Pjanić e a un paio di situazioni pericolose nella loro area: se "dominano" così nelle occasioni quando esprimono il massimo dello sforzo, figuriamoci quando giocano male

3) La penetrabilità difensiva e la presenza obbligata di un De Rossi ormai incapace di intendere e di volere: due fattori collegati dato che Ostia sconsacrata, nel momento in cui smetterà di fare danni in difesa, ricomincerà a farli davanti ad essa

4) La gestione ridicola del vantaggio, con un 2-0 e un avversario in inferiorità numerica: solo la parata fantascientifica di Szczęsny ha tolto dalla porta un 2-2 ormai materializzatosi.
Come dire che cinque minuti di nervi di una Juventus ai minimi storici, perlomeno negli ultimi anni, avevano impattato quasi novanta minuti di una loro presunta grande prestazione.

Il ritratto che ne esce è molto più vicino a quello del Bari di Ventura o dell'Empoli che a quello di una formazione in grado di incidere ad alti livelli nel nostro calcio.