Mark Lenders (ML), 03/12/2016 12.36:
Ma quindi non ho capito, domani tu sul pareggio ci sputeresti o no?
Io (come tutti) c'ho una voglia incredibile di rivincere, di fargli male, ma non per questo mi faccio accecare.
Invece vedo e sento che la maggioranza dei laziali è molto euforica e questo mi preoccupa tantissimo...
PS: Nel derby di Yanga-Mbiwa il pareggio contava meno del solito anche per un altro motivo: la stagione era finita e loro erano ufficialmente fuori dai giochi per lo scudetto.
Invece purtroppo negli ultimi tre anni levargli due punti ha anche un valore che va molto oltre il sollievo di non aver perso...
Partiamo dall'avversario, che presenta un reparto arretrato da parte destra della classifica e - perlomeno in copertura - la peggiore coppia di terzini del torneo: anche se l'infortunio di Florenzi li costringerà a schierare sulle fasce almeno un difensore di ruolo.
A centrocampo la partenza di pjanderculic ha ridotto drasticamente la loro imprevedibilità, togliendo anche gran parte delle soluzioni da fermo; e il recupero di Strootman, peraltro retrocesso a mero interditore per sganciare in avanti l'assassino, non compensa fino in fondo.
Davanti Spalletti ha puntato tutto sul recupero di Geco: una scelta che gli è costata il preliminare, dove il bosniaco ha sbagliato due occasioni nelle quali bastava inciampare nel pallone, ottenendo assai maggiore successo nel prosieguo.
Il vero deficit rispetto all'anno scorso è la perdita di coralità: se prima ci si muoveva su sottilissimi equilibri tattici ruotanti attorno a Perotti, ora ci si basa per intero sullo stato di forma di due singoli.
Stato di forma peraltro non raggiungibile in tempi così rapidi con le normali metodologie di lavoro, e che prelude quindi a un botto (sottoforma di infortunio o peggio, sui controlli non mi faccio illusioni).
Per capirci: il problema della Juventus è un allenatore talmente incapace e cervellotico, quando si tratta di costruire un assetto in proprio, da schierare un panzone convalescente (Khedira), una statua (Hernanes) e un elemento impalpabile sul piano della quantità (Pjanić) contro un centrocampo fra i più dinamici della serie A.
Dopo qualche salutare scoppola, gli spiegheranno che deve limitarsi a gestire l'eredità Conte - cosa in cui si è dimostrato bravissimo - senza creare troppo in proprio; i rientri di Dybala & c. faranno il resto e tutto finirà coi soliti 30 punti di distacco.
È accaduto l'anno scorso partendo da metà classifica, figuriamoci quest'anno da primi e con ben poche prospettive - almeno a quanto si è capito sinora - di fare strada in CL: e questo a prescindere dal risultato di stasera.
L'allarme scudetto, per quanto mi riguarda, non è quindi d'attualità: anzi, se il Napoli Soccer avesse un centravanti di scorta e l'Inter una dirigenza sana di mente, le merde sarebbero già con entrambi i piedi fuori dal podio.
In EL, dove si concentrano i tuoi timori, bastano arbitraggi nella norma per escluderli da qualsiasi velleità.
In Coppa Italia, c'è il rischio che trovino semifinaliste poco interessate al trofeo e quindi disposte a fare da sfondo per la passerella d'addio del cretino: in caso contrario, vale a dire se si gioca a calcio, mare calmo o poco mosso anche su questo fronte.
E la Lazio? Sarà il trauma dell'anno scorso e della vicenda Bielsa - soprattutto per come è stata gestita - ma proprio non riesco ad appassionarmi a questa stagione.
In fase difensiva riusciamo a rimanere una squadra anche con la contemporanea assenza di de Vrij e Biglia, il che lascia intendere un lavoro di altissimo livello.
Stiamo lanciando giovani in serie, per quanto mi riguarda la nota positiva e coinvolgente in senso assoluto, più ancora di un piazzamento in classifica.
Da metacampo in su, invece, l'organizzazione è la peggiore del campionato.
Col Palermo abbiamo sprecato contropiede sanguinosi perché ciascuno si muoveva per contro proprio, non avendo indicazioni in merito.
Con l'uscita di un singolo giocatore, Felipe Anderson, abbiamo smesso anche di provarci.
Le occasioni con la loro difesa non mancheranno, ma che un undici in queste condizioni sia in grado di sfruttarle è un altro discorso.
E non ho citato le questioni relative a personalità, ambizioni, salti di qualità e via discorrendo: in merito alle quali lascio al tempo e al nipotino di Reja, ma con poche aspettative.
In definitiva, e per arrivare alla tua domanda, come valutare il pari?
Col senno di poi potrebbe rivelarsi un buon risultato, e capisco le motivazioni tecniche che ispirano analoga valutazione anche alla vigilia.
Rimane un punto di vista puramente soggettivo: no, non il sentirsi favoriti o esaltati, la voglia di vincere o che altro.
Semplicemente una considerazione: stiamo vivendo un'annata comunque positiva e affrontiamo un avversario pieno di punti deboli.
Che per giunta, con la ventilata assenza dell'egiziano, perderebbe il 50% secco - ma in questo momento anche di più - del proprio potenziale offensivo.
Se non pensiamo alla vittoria come obiettivo inderogabile - almeno nelle premesse - neppure in un contesto del genere, a che scopo di iscriviamo al campionato?
Solo per una mera continuità aziendale, di cui a questo punto comincia a sfuggirmi il senso?