00 15/03/2016 13:00
Apro questo topic per farvi una domanda, o meglio per farla a quelli di voi che sono in contatto con ragazzi tifosi di calcio - non necessariamente della Lazio - nella fascia tra i 15 e i 25 anni. Stavo riflettendo sul fatto che io ormai non ne conosco più nessuno, ahimè. E quindi ho su di loro un'opinione, o sarebbe meglio dire un'impressione, troppo da esterno.
Del calo di presenze allo stadio si parla spesso, e quasi sempre si incolpano le tv e il loro spezzatino, il prezzo dei biglietti in un'epoca di crisi economica, la fatiscenza dei nostri stadi e il peggioramento tecnico della Serie A negli ultimi 10 anni. Tutte cose verissime, tutte cose che fanno parte della nostra esperienza più recente, ma noi ormai siamo diventati la generazione di mezzo. Se hai, come molti di noi, più o meno vent'anni di stadio sulle spalle ci sta che ti fai tentare dal divano o che metti via quel po' di soldi per cose che nel frattempo sono diventate più importanti. Ci sta che hai meno tempo e meno libertà, perché nel frattempo siamo cresciuti e le nostre vite sono cambiate. Quello che voglio dire è che io dai 15 ai 25 anni ho respirato, mangiato, bevuto, cacato e sognato calcio, e da esterno non mi pare che sia ancora così per i 15-25enni di oggi. Graziarcazzo, mi si dirà: te sei cresciuto con Cragnotti, questi poveracci con Lotito. Ma è un'obiezione che coglie nel segno solo in parte, perché la mia impressione va oltre la Lazio. Restando a Roma, che ovviamente è il posto che conosco meglio, direi che in proporzione, viste le ambizioni delle rispettive squadre, è persino più allarmante la disaffezione romanista. Insomma, mi pare che manchi un ricambio generazionale sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo: che io quarantenne laziale sia stanco e disilluso da Lotito è perfettamente normale, ma se fossi un ventenne romanista, e dunque 1) non avessi mai vinto un cazzo in vita mia e 2) avessi la squadra per farlo, la mia febbre sarebbe a 90° (cit.)! Non mi perderei dietro alla diserzione anti-prefetto e al disprezzo per i secondi posti o il "calcio moderno", per il semplice fatto che la mia anagrafe non mi permetterebbe di rimpiangere una beata fava.
La tesi, quindi, è che i 15-25enni di oggi siano complessivamente meno interessati al calcio e comunque in maniera meno intensa di come lo eravamo noi. Probabilmente sono più informati perché subiscono un bombardamento h24 da parte dei mass media, hanno una cultura calcistica globale che noi alla loro età non avevamo, ma allo stesso tempo sono più disincantati. Se così fosse, ci sarebbe da chiedersi: è un bene, significa che sono più adulti e capaci di dare la giusta importanza al tifo nelle loro vite, oppure sono meno capaci di sognare e di provare emozioni, figli di un'epoca che è molto meno spensierata della nostra?