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Pagelle Lazio-Fiorentina 1-0 (Coppa Italia)

Ultimo Aggiornamento: 27/12/2017 06:56
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27/12/2017 06:56
 
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STRAKOSHA 8-Un’ora e mezzo di inoperosa affidabilità nella quale si incunea una parata di notevole difficoltà, nonché decisiva per il risultato finale: sta diventando il suo standard, ed è lo standard di un portiere da punti. Mezzo voto in più perché mette la firma su una partita a eliminazione diretta.

BASTOS 6-Un solo brivido al 90’, con quel contrasto su Babacar al centro dell’area: si teme il rigore, per colpa dei precedenti arbitrali più che specificamente sua. Per il resto siamo alle solite: implacabile sull’uomo, approssimativo in tutto il resto. Nessuno pretende uno specialista universale, ma la sufficienza in tutte le materie sì. Altrimenti si viene rimandati a settembre ogni volta.

DE VRIJ 7-Punta tutto sul tenere la posizione: e contro un attacco così spuntato, incapace di sfondare una difesa schierata, è la scelta vincente. Bene contro avversari assai diversi per fisicità e profilo tecnico.

RADU 7.5-Sembra una Porsche a 130 all’ora: macina chilometri su chilometri, eppure ha l’aria di chi va pigramente a regime. Ottimo in tutte le fasi di gioco, di una sicurezza disarmante nel presidio della zona di competenza.

BASTA 6.5-A tratti manca l’irruenza del miglior Marušić, ma sostenere che lo faccia rimpiangere sarebbe da denuncia per calunnia e diffamazione aggravata. La disciplina tattica delle giornate felici e una gara che si concentra con buona efficacia sulla fase difensiva. Dover schierare di fatto una difesa a cinque non entusiasma, ma non dipende da lui.

PAROLO 5-Può un centrocampista prescindere completamente dalla tecnica nelle giocate? Secondo lui sì, ma si sbaglia. Non emerge neppure nel marasma del secondo tempo, dove ordine e qualità passano in secondo piano.

LUCAS LEIVA 7-Una giocata simbolo: la Lazio è momentaneamente in dieci per l’infortunio di Caicedo, e il pressing viola rischia di sorprenderla in una zona delicata del campo. Detto fatto, si lancia sul primo avversario nei dintorni e prende il fallo, disinnescando una situazione potenzialmente pericolosa: intelligenza calcistica allo stato puro, più un’assunzione di responsabilità da leader. Se avesse i novanta minuti sarebbe un mostro. Se avesse i novanta minuti sarebbe ancora al Liverpool.

MILINKOVIĆ-SAVIĆ 5.5-Decisamente al risparmio, annega alcuni buoni spunti in un mare di errori evitabili e di supponenza. Un passaggio a vuoto sul piano atletico è comprensibile, l’atteggiamento di cui sopra no.

LULIĆ 8.5-Un gol decisivo per un 1-0 in Coppa Italia, con tutto ciò che evoca, per giunta di pregevole fattura. Un controllo implacabile della fascia. Alcune giocate di buon livello tecnico. Nel finale ne ha ancora persino quanto a lucidità e senso della posizione, e solo in un paio di rinvii durante il recupero i piedi denotano una presenza di acido lattico. Mattatore assoluto, non solo per grinta e personalità.

FELIPE ANDERSON 5.5-Senza il riferimento rappresentato dalla fascia sembra un treno fuori dai binari, anche per tempismo nelle giocate. Involuto e poco lucido nell’andarsi a imbottigliare in situazioni e zone del campo senza sbocchi, per uscire dalle quali servirebbe uno spunto che non può avere nelle gambe. Parecchia ruggine.

CAICEDO 6.5-Faticatore non molto brillante, si rende comunque pericoloso con un bello spunto su un fronte che sembrava chiuso e offre alla squadra un lavoro oscuro quanto utile. Giocatore positivo, che probabilmente sarebbe venuto utile nella ripresa.

IMMOBILE 6-Sufficienza di stima e di solidarietà per un impegno imprevisto, che lo strappa a un meritato turno di riposo. Poco lucido e molto lontano dalla porta, non si è ancora svegliato dall’incubo di Italia-Svezia.

LUKAKU 5.5-Entra in una squadra in difficoltà, ma il suo spezzone non convince: sul piano tecnico per un paio di cross francamente perfettibili; sul piano tattico per i tanti metri persi su quella fascia dopo il suo ingresso. Poteva sfruttare meglio le percussioni palla al piede, per rompere il sia pur modesto forcing avversario e guadagnare qualche punizione.

LUIS ALBERTO s.v.-Pochi minuti nel finale.


INZAGHI 6.5-Molto bene l’approccio a una partita da dentro o fuori, la mossa Basta su una fascia a rischio – soprattutto dopo le recenti prestazioni di Marušić – e la supremazia espressa nel primo tempo.
Non mancano difetti riassumibili nella mancanza di killer istinct, dall’incapacità di chiudere il discorso nella prima frazione al modo in cui viene affrontata la seconda.
Sul primo punto, un organico senza alternative all’attuale Immobile gli offre serie giustificazioni; sul secondo il suo lavoro viene maggiormente chiamato in causa.
D’accordo che un calo atletico generalizzato, e quello di un uomo-squadra come Leiva, metterebbero in difficoltà chiunque.
Ma si può reagire lottando palla su palla, giocando semplice, prendendo falli, spezzando il forcing avversario: in una parola, usando la testa.
Quando non riesce più ad attuare il copione principale, invece, la squadra tende ad andare in barca anche mentalmente e a perdere raziocinio nelle giocate.
E su questo, anche fra ristrettezze di organico e di altra natura, ci sono importanti margini di miglioramento.

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