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Pagelle Udinese-Lazio 0-0

Ultimo Aggiornamento: 02/02/2016 11:33
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31/01/2016 17:44
 
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BERISHA 4-Qualsiasi cross in transito nei sedici metri diventa un pericolo mortale poiché l’uscita non rientra nella sua interpretazione del ruolo. Nel finale cincischia a lungo al limite dell’area e si inventa un assurdo campanile dal quale nasce una punizione contro, oro colato per una squadra in inferiorità numerica. Inserire al suo posto un giocatore di movimento, come nell’hockey su ghiaccio? Tanto si gioca comunque senza portiere.
BASTA 4.5-Insulso come un’acqua minerale sgasata, sotto tutti i profili. Appannato dalla sosta o in discesa non occasionale? Mica per altro, ma ci sono altri due anni di contratto.
BIŠEVAC s.v.-Subito fuori. Inspiegabile per un giocatore con la sua recente cartella clinica.
HOEDT 6.5-Passa dal paraocchi al grandangolo con buone letture e movimenti quasi sempre puntuali, pur dovendo giocare quasi sempre a campo aperto. Sta imparando?
KONKO 4-Un giocatore di serie A, anche se terzino, non può sbagliare sia di testa sia di piede da quella posizione. E notare che per il resto rientrerebbe di gran lunga fra i meno peggio. Con le occasioni di cui sopra diventa anche il più pericoloso al tiro, ma questo dipende da un limite patologico della “squadra”.
MILINKOVIĆ-SAVIĆ 4-Inammissibile la protesta nel finale, in direzione di un arbitro che ad ogni evidenza non aspettava altro. Ancora troppo solista per inserirsi in un centrocampo non del tutto anarchico.
CATALDI 7-Cuce il gioco, si muove su tutta la verticale, si prende qualche responsabilità al tiro: la differenza con Biglia risiede soprattutto nella minore fiducia con cui i compagni appoggiano su di lui. Senza colpe su un’ammonizione killer, che punta unicamente a farlo fuori contro una squadra di Palazzo e Palazzi. Forse la migliore prestazione nel ruolo.
PAROLO 7-Smette di giocare a nascondino e si propone spesso con buoni inserimenti nel deserto della fase conclusiva. La sua sostituzione va mostrata nelle scuole calcio per spiegare quando un allenatore deve cambiare mestiere.
CANDREVA 1-Novanta minuti di pura presa in giro, comprensiva del fatto che finisca la partita. Mercoledì la gara è persa causa assenze e altro, tanto varrebbe sbatterlo in tribuna per dare un segnale.
ĐORĐEVIĆ 3-Si è mai visto un centravanti che svirgola all’indietro a mezzo metro dalla porta sguarnita? Purtroppo sì. Per completare l’opera, si infortuna nuovamente. Unico contributo i due gialli a Danilo, non sfruttati dai compagni.
KEITA 2-La prima mezz’ora del suo secondo tempo sembra uno scherzo, il resto è una sequenza di primi dribbling dopo i quali si recupera da solo. Una caricatura di Ginola. Un giocatore inutile e inconcludente come se ne ricordano pochi.
MAURICIO 5-Al contrario di Hoedt, si perde in un mare troppo aperto per lui. Se galleggia alla deriva, anziché affondare, è anche per il poco lavoro da svolgere.
MATRI s.v.-Parte con un paio di giocate come playmaker offensivo, poi gli viene impedito di proseguire da un arbitro la cui levatura morale è la stessa di un maestro elementare che molesta gli allievi. Il rosso finale, ammesso che dipenda da colpe sue, è l’esito di un criminoso lavoro ai fianchi sul suo sistema nervoso.
KLOSE s.v.-La somma delle sue condizioni e della fisionomia di squadra, divelta dall’ultimo cambio, corrisponde a zero: tiri in porta e non solo.

PIOLI 1-Un’ora in superiorità numerica senza produrre un tiro nello specchio e senza la minima increspatura, tattica e caratteriale, rispetto al ruminare il solito compitino da scolaretti.
Nei cambi paga i due infortuni, ma il terzo supera ogni limite: via un centrocampista fra i migliori, via il centrocampo con l’ennesima accozzaglia di attaccanti a casaccio, quando il campo urlava il nome di Candreva come indiziato unico per la sostituzione.
Perdente nei cromosomi, uomo e allenatore senza dignità, anche nell’irreale imperturbabilità con cui commenta positivamente una prestazione da rogo del patentino: un Buster Keaton depresso, che fa ridere solo i romanisti.
Il vero problema è che la sua permanenza in panchina dipende proprio da questi limiti.

SOCIETÀ 0-Chiudere l’ennesima sessione di mercato senza intervenire in attacco, a queste condizioni, equivale a un illecito sportivo.
Invece di scioperi e contestazioni, servirebbe l’unico contributo sensato: la ricerca, nei limiti del possibile, di un’alternativa reale a un cadavere in putrefazione.

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