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Pagelle Lazio-Verona 2-0

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2015 12:21
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23/03/2015 02:49
 
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MARCHETTI 6.5-Pasticcia sul suo palo un pallone di Moras rischiando il disastro; inchioda a terra un cross insidiosissimo da sinistra, quando si era ancora sull’1-0 e con due veronesi sul trespolo: intervento determinante; meglio del solito, anche se non impegnatissimo, nelle uscite. Prestazione positiva, a parte il corner regalato goffamente nel finale.
BASTA 8.5-Implacabile sulla fascia, con all’attivo il cross per il vantaggio, crea superiorità numerica anche in mezzo con alcune diagonali di pregio. Non fosse per la zazzera bionda che lo rende così vistoso, verrebbe da chiedersi se sia uno solo. Sontuoso.
DE VRIJ 8.5-Smonta subito un Toni volitivo e frizzante con una chiusura imperiosa, poi quasi lo scherza con una dimostrazione di classe, naturalezza e semplicità che solo i grandi sanno esprimere. Demoralizzante per gli avversari.
MAURICIO 7-A volte tocca agli altri chiudere anche su qualche sua amnesia. Oggi si comporta come un arbitro di valore: si nota poco perché non sbaglia praticamente nulla. Da verificare, naturalmente, in una partita giocata a due porte.
RADU 6-Su Christodoulopoulos non è rigore, ma rischia decisamente troppo. Approssimativo in diversi interventi, quando entra nella manovra offensiva la qualità ne risente subito. Unico merito, l’aver piazzato una prestazione opaca nella giornata in cui poteva risultare innocua.
BIGLIA 8.5-Blaugrana anche nel piacersi un po’ troppo in qualche tocco, ma sarebbe come lamentarsi del tovagliolo piegato male dopo aver pasteggiato a ostriche e champagne per un intero pomeriggio. Più che un giocatore, una filosofia di gioco.
PAROLO 8.5-Ovunque nel pressare e recuperare palloni, in assenza di Cataldi lo sostituisce con grande intelligenza proponendosi più spesso come aiuto-regista: nel finale recupera la posizione nel centrocampo a tre, trovando giocate interessanti anche nella trequarti veronese. Impressionante per sostanza e continuità.
CANDREVA 7.5-Quantità e applicazione, limitate da qualche scelta troppo solista. Chirurgico nella collocazione cronologica del raddoppio, che chiude la partita innanzitutto mentalmente: si spera che il gol sulla solita punizione dritto per dritto non lo autorizzi a tirare le prossime mille.
MAURI 7-Un solo spunto al tiro, ma una ventosa nell’attirare gli avversari fuori posizione: gli spazi che si aprono al centro dipendono molto dal suo lavoro di “falso dieci”. Esce dopo aver dato tutto.
FELIPE ANDERSON 9.5-Appena il tempo di annotare un paio di leziosità di tacco e inverte di forza la valutazione sbloccando la partita, con una prodezza che aggiunge al suo già vasto repertorio anche il colpo di testa. Di una generosità inesauribile in ripiegamento; nel secondo tempo sale in cattedra, e solo il duo formato da Benussi e dalla traversa gli nega un gol da esporre al British Museum. Qualche errore di misura nel passaggio, soprattutto l’ultimo, gli nega una valutazione ancor più stratosferica. Saeta morena.
KLOSE 6-L’incessante tourbillon offensivo perderebbe in efficacia senza i suoi movimenti, d’accordo. Però ciabatta fra le braccia di Benussi un’azione commemorativa del Brasile del ‘70; toglie dal piede di Candreva una palla-gol con una “spizzata” di testa senza senso; si inventa una girata da applausi su una palla vagante, ma sbagliando grossolanamente la mira. Per un gioco del genere, un terminale così approssimativo è un problema.
LULIĆ s.v.-Bentornato. Verrà utile in gare diverse da questa, dove la qualità non è tutto.
KEITA s.v.-Parte in fuorigioco per colpe proprie, sparando sul portiere; tira addosso all’infortunato Benussi da posizione defilata, più adatta al cross; sbaglia un uno-due cercando un tocco lezioso quando ne serviva uno più banale ma preciso. Scoppierà anche di voglia, avrà il problema del gol che lo blocca, ma la sensazione è che stia imponendo alla squadra un suo percorso puramente personale. In questo non ci siamo proprio.
PEREA s.v.-Complementare a Keita per qualità e difetti: entra subito e generosamente in partita, sfiora il gol di piede e di testa, si muove come un dannato ma dimostrando deficit qualitativi a tratti imbarazzanti. Quale dei due diventerà prima un elemento utile alla causa?

PIOLI 9.5-Qualche leziosità a tratti e un bilancio nelle segnature che non riflette l’enormità del gioco prodotto.
Per il resto non sembra una gara del sempre equilibrato e incerto campionato italiano: sembra un Barcellona-Levante dei tempi di Guardiola, e non perché l’avversario si riveli impresentabile o rassegnato.
Dalle nostre parti, e non si parla solo di Formello, non si vedeva nulla di simile da decenni.
Ora la sfida consiste nel gestire una sosta che, per come arriva in un simile momento di forma, sembra decisa da Malagò in collaborazione con Palazzi.

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