Strakosha 4: Emblema della sciagura del Covid, che ha trasformato i cigni in Freaks, da portiere decisivo in positivo a portiere fatalmente decisivo in negativo. Regala subito una palla gol colossale agli avversari, anche se in fuorigioco, si riscatta nei 90' con una parata e mezza, ma sui primi due gol poteva fare meglio e sul terzo Dio solo sa cosa gli sia passato per la testa
Patric 6: Gioca sempre su Strakosha, e fa parte della strategia tattica. Dal suo lato tiene, e anzi nella ripresa fa un'ottima imbucata per Lazzari. Perdonato il fallo da arancione nel finale, è alla sua prima sconfitta stagionale
Acerbi 6: Qualche patema iniziale con Zapata poi gli prende le misure, lasciandogli solo giocate spalle alla porta che purtroppo si rivelano decisive. Poco lucido negli attacchi finali
Radu 6: Resta a galla con qualche fallo di troppo, mette una pezza importante su una palla sanguinosa persa da Milinkovic al limite dell'area
Lazzari 5: Corre ma al dunque sbaglia, e di palloni importanti ne ha avuti almeno 3, compreso quello dello 0-1 che è un autogol arrivato su un suo cross impreciso. Sull'1-2 di Gosens non prova neanche a infastidire l'avversario che stacca
Milinkovic-Savic 6: Gran primo tempo, con super gol e giocate utili e di classe. Nella ripresa sbaglia qualsiasi cosa
Cataldi 6: Non fa cose eclatanti ma finché sta in campo abbiamo una vaga idea di cosa fare col pallone, e concede solo un tiro dal limite agli avversari. Entra anche nell'avvio dell'azione del raddoppio
Luis Alberto 5.5: Fuori condizione, anche perché si sfianca generosamente su Hateboer. La giocata più importante è la palla rubata a Toloi che porta allo 0-2 di Milinkovic, poi è un calvario
Jony 4.5: Davanti non fa nulla, dietro tiene per poco: lascia Hateboer crossare per l'1-2 e soprattutto lascia Malinovskyi tirare per il 2-2
Correa 5.5: La palla per Lazzari per lo 0-1, entra anche nell'azione del raddoppio, ma poi cala e spreca le palle che gli capitano cercando soluzioni personali con tiri blandi
Immobile 4: Parte subito sbagliando uno stop a seguire, poi conferma di non esserci sbagliando per due volte lo 0-3 con palle che prima del Covid avrebbe scaraventato comodamente in rete
Caicedo 4.5: Non riesce a tenere su la squadra, non scatta mai, e poi perde completamente Palomino sul corner del 3-2
Parolo 5.5: Niente, anche giocando mezz'ora non si fa sentire, anzi
Bastos 6: Colpe non ne ha, prova a dare una mano in avanti nel finale ma senza fortuna
Lukaku 5.5: Non sembra ancora presentabile, nel finale ci aggrappiamo a lui ma produce solo un destro dal limite molto triste
A. Anderson 4.5: Speri che il Destino prenda le sue fattezze, quando entra, ed era così ma si trattava del destino dell'Atalanta: inadeguato in ogni giocata, regala letteralmente il possesso da cui origina il corner del 3-2
Inzaghi 6: Prova a spaventare l'Atalanta puntando tutto sul fieno in cascina a inizio gara, giocato compatti dietro e con ripartenze micidiali. Ma la squdra gli dura mezz'ora e quello che raccoglie è troppo poco per l'ora successiva, ma degli errori sotto porta, dei tanti controlli sbagliati, delle lingue di fuori, lui ha poca colpa
Coronavirus 0: Che la magia pre-Covid fosse svanita si era sub-odorato alla vigilia con un numero di infortuni mai patito quest'anno, e si è percepito nei primi minuti con Immobile lanciato che stoppa a seguire a lato, Correa all'indietro, Jony troppo in avanti. Però la fortuna sembrava ancora assisterci: Zapata che - in fuorigioco - sbaglia sull'errore di Strakosha, De Roon che se la butta in porta su cross sbagliato. Poi però il simbolo, il leader, sbaglia due volte lo 0-3, e il gol dell'1-2 arriva troppo presto. Il portiere continua a sbagliare e i giocatori continuano a farsi male, e in campo ci aggrappiamo a giocatori morti (Lukaku, lo stesso Parolo) o mai nati (Anderson). Ed è così che - nella maniera più simbolica - il Sogno si chiude con una rimonta subita dall'Atalanta, laddove era cominciato proprio con una rimonta ai danni dei bergamaschi. Bisogna solo accettarlo, e pensare che il Destino abbia in programma qualcosa di diverso, che questo possa essere un 1973 o un 1999 e non solo l'anno in cui stavamo giocandoci lo Scudetto con una squadra bella e impossibile approfittando di un mezzo vuoto di potere, ma poi è arrivato un virus dai banchi del mercato di Wuhan a riscrivere la Storia