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  14/03/2017 01:41 | |
STRAKOSHA 6-Decisamente incerta l’uscita sul gol, che avrebbe probabilmente creato qualche problema anche senza la deviazione di Maxi López. Sicuro nel pochissimo che deve sbrigare.
BASTA 7-Dunque egli vive... Seconda prestazione consecutiva sui suoi standard di un tempo, se possibile con maggiore presenza in avanti. Continuasse così, aggiungerebbe molto.
DE VRIJ 6.5-Partita tranquilla o partita che lui e i compagni riescono a rendere tranquilla? Per dirla col linguaggio della schedina: X2. La notizia di giornata, purtroppo, è però la sua uscita per infortunio.
HOEDT 7.5-Lo spauracchio Belotti va spesso a cercarlo, e mal gliene incoglie. Vero uomo in più per la fluidità della manovra, se tiene a questi livelli sarà dura toglierlo di squadra.
RADU 6.5-L’accelerazione che lo porta sul fondo stupirebbe da parte di un’ala, non solo di un terzino. Gara piena di buone premesse, stroncata da due delinquenti a piede libero.
PAROLO 7-Capisce la giornata non facile in fase di finalizzazione e concentra lì i propri sforzi. Un pizzico di imprecisione e di sfortuna gli tolgono glorie meritate.
BIGLIA 7-Mezzo voto in più per la tenacia con cui rimane in campo dopo un’entrata omicida. Gara senza particolari guizzi, ma sempre nel vivo del gioco.
MILINKOVIĆ-SAVIĆ 4.5-Perde Maxi López sul gol, e per uno della sua stazza non è una notazione banale. Nonostante un Immobile persino in calore nello scattare sul filo del fuorigioco, non contempla mai l’assist e cerca solo giocate di cui a volte non si capisce neppure l’obiettivo. Il passaggio a vuoto ci sta, quelle di cui sopra sono mancanze un po’ più gravi.
FELIPE ANDERSON 7-Sempre in bilico fra notevole quantità e scarsa concretezza. Fosse sempre motivato e nel vivo della manovra come oggi, altro che 50 milioni.
IMMOBILE 7-Non è colpa sua se a volte lo cercano come sponda o addirittura come regista offensivo, ruolo per il quale gli manca semplicemente tutto. Fa ampiamente quel che sa fare in novanta minuti di argento vivo addosso.
LULIĆ 6.5-Cresce insieme alle difficoltà della squadra, fino all’ennesimo assist. Prima viene messo un po’ ai margini dalla buona qualità delle trame di gioco.
LUKAKU 7.5-E va bene, dovrà imparare la fase difensiva. Però, vivaddio, con un mancino naturale a spingere si aprono letteralmente il cuore e il fronte offensivo. Nella Lazio post-derby di Coppa Italia può diventare importante.
WALLACE 6-Sull’uomo sembra fisicamente imbattibile, ma appena Belotti se lo porta un po’ fuori zona cade nella trappola lasciando voragini alle proprie spalle: e gli va bene che gli avversari non ne approfittino. In altri tempi un gran bel marcatore; oggi, sul piano tattico, un’ipotesi di giocatore.
KEITA 8-Impossibile dargli di meno per un gol del genere in quel momento, senza il quale i tre punti avrebbero fatto parte dell’avvenire dietro le spalle. Ad maiora.
INZAGHI 6.5-Ha un’enorme attenuante: un killer in prestito gli brucia dei cambi mentre l’altro killer assiste con fare complice, compromettendo la possibilità di gestire la gara e di far rifiatare i più stanchi.
Il resto scorre sui binari di una contraddizione.
Da una parte una squadra straripante sul piano della supremazia territoriale, col merito di tenere sul piano nervoso e caratteriale nonostante le provocazioni arbitrali a ciclo continuo e la mazzata del pari.
Dall’altra, quando si entra negli ultimi venti metri, un improvviso crollo di idee e organizzazione che trasforma il rapporto fra gioco e conclusioni in una specie di imbuto: ai granata basta fare densità e muro davanti a Hart per rendere irrimediabilmente spuntato qualsiasi tentativo.
Un appunto anche sull’atteggiamento, sia pure positivo sotto tanti aspetti: a tratti sembra di rivedere la Lazio pioliana contro l’Inter e l’infame Massa.
Vale a dire un gruppo che reagisce assai bene col gioco e col temperamento ad autentiche sevizie arbitrali, ma continua a giocare a calcio come se niente fosse.
In certe situazioni servirebbe un pizzico di mestiere, di piglio da “figli di”: ad esempio per evitare l’ignominia di un Iturbe che esce dal campo con le proprie gambe.
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