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Pagelle xxxx-Lazio 2-0

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2015 09:54
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08/11/2015 17:43
 
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MARCHETTI 3-Parare un rigore non è facile, ma diventa impossibile se ci si butta come un sacco con mezz'ora d'anticipo. Indecente la copertura sul primo palo, l'unico lasciato a Gervinho dal tentativo di recupero di Basta. Capire perché un non portiere giochi al posto del Berisha di EL, non per motivi tecnici quindi, spiegherebbe questa squadra più di mille analisi tattiche.
BASTA 5.5-Gioca per due o tre sia in orizzontale sia in verticale, ed è l'unico ancora impegnato in tentativi alla disperata quando gli altri sono già usciti dall'inquadratura. Difficile dargli la sufficienza, ma le attenuanti nel suo caso diventano chilometriche.
MAURICIO 5-Disordinata fisicità che vale qualcosa solo nelle mischie e nelle situazioni con un minimo di densità. Il fatto che ci sia di peggio non lo rende un elemento all'altezza, sia chiaro.
GENTILETTI 4-Ingenuo sul fallo che il killer di Terni trasforma in rigore, inconsistente in quasi tutto il resto. Difendere con uno così è come cacciare gli elefanti con una paletta per le mosche.
RADU 3-Bucato a ripetizione, come a ripetizione è la scoattata da derby: nella circostanza viene ammonito solo lui, ovviamente. Piccolo particolare: il suo omologo in materia è riuscito comunque a rendersi ridicolo, ma in tribuna.
BIGLIA 3-Inesistente nel decisivo filtro a protezione della difesa, nel temperamento, nel piglio da leader, nella costruzione del gioco. Mezzo giocatore, degno mezzo capitano di una mezza squadra.
PAROLO s.v.-Non era in condizione di giocare, e si sapeva. Non può essere responsabile del posto che occupa negli incubi e nelle ossessioni del suo allenatore.
LULIĆ 6-Vivo, non solo sul piano atletico. Arruffone e scarsamente concreto, ma se si liquida lui con un'insufficienza per gli altri occorrono i numeri negativi.
CANDREVA 4-Quantità poca e mal distribuita, qualità zero, la criminosa responsabilità di sequestrare una punizione dal limite che costituiva l'unica occasione o quasi per riaprire il match. Responsabilità, quest'ultima, da condividere con chi gli permette di trattare i calci piazzati come il gabinetto di casa.
ĐORĐEVIĆ 3-Sui due mezzi cross che arrivano in area è immancabilmente al posto sbagliato. Miracola Rüdiger come il Rosenborg aveva miracolato lui. Giocatore fra i più scarsi, deprimenti e inutili di cui si abbia memoria.
FELIPE ANDERSON 6-Suoi gli unici segni di vita in avanti, suo un discreto apporto in termini di quantità. A dispetto dei tanti errori, fra i meno peggio.
KLOSE 1-La palla buona gli arriva, la sbaglia a porta vuota. Ormai è un piccione che defeca sul proprio monumento: basta così, per rispetto a ciò che è stato.
KEITA 6-In una squadra normale apparirebbe forse un solista un po' troppo testardo. Qui è uno che perlomeno gioca, e trova il guizzo che con un centravanti in squadra riaprirebbe il match. Il suo da subentrante lo fa anche stavolta, insomma.
MATRI 5-Porta un minimo di vivacità: solo quella, causa evidenti limiti. Neanche il Carpi propone una batteria di prime punte così inadeguata.

PIOLI 1-Presenta una formazione inesistente sul piano tattico e caratteriale, che non segnerebbe neanche giocando una settimana.
Abbassa eccessivamente il tasso di qualità a metacampo, con ciò che ne deriva per passaggi sbagliati e palle perse, quando la migliore tenuta difensiva andava casomai delegata all'atteggiamento d'insieme.
Consente a Candreva di rapinare la squadra dell'unica opportunità da fermo: escluso che non si sia accorto della sua inettitudine in materia, rimane come spiegazione la pusillanimità di fronte ai celebri equilibri di spogliatoio.
Ormai la sua conduzione tecnica si riduce ai pallini di cui è prigioniero.
Per il resto è solo il patetico garante delle prepotenze di parte, un po' come il sindaco in una Giunta sciolta per mafia.
La stima per l'allenatore è evaporata alla prova dei fatti, quella per l'uomo ritroverebbe vigore nel gesto nobile – pardon, dovuto – delle dimissioni.
Non accadrà, come non si assisterà al suo esonero a meno di catastrofi in classifica.
Perché nei polmoni di chi decide, ed è questo il problema di fondo, tanta mediocrità desolante e patologica è ossigeno puro dopo lo spavento dell'anno scorso.

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