00 06/09/2014 12:40
Me la ricordo bene quella serata. Un'ansia che non mi faceva pensare ad altro. Mi misi su una sdraio in terrazza, la radiolina all'orecchio, il mio cane sdraiato accanto a me. Poi finalmente arrivò la Notizia: la Lazio era del signor Lotito.
Non sapevo chi fosse. Sapevo però che con le sue sole forze non avrebbe rinnovato i fasti cragnottiani neanche dopo 10 anni. Mi andava bene, non chiedevo sceicchi ma solo un uomo saggio, un imprenditore accorto che sfruttasse al meglio le risorse del bacino Lazio. E mi diedi 3-4 anni per giudicare. Oggi temo che Lotito sia la pietra tombale sulla speranza di una Lazio nuovamente degna del rango metropolitano. Una sporadica coppa nostrana cambia poco, non che sia da disprezzare. Ma una cosa è essere competitivi un anno dopo l'altro nel Tour de France, una cosa è vincere allo sprint, ogni morte di papa, una corsa in linea. Si guardi il casino odierno sull'invadenza di Lotito (quando si vince) nel team della Nazionale. Della saggezza da me sperata 10 anni fa in Lotito non c'è traccia.