00 27/10/2017 10:52
STRAKOSHA 6.5-Un solo intervento su Lulić e, fosse fuori o meno il pallone, si tratta di un gran riflesso. Di una sicurezza disarmante sul resto: e il fatto di non mostrare punti deboli inaridisce ulteriormente le offensive degli emiliani, che non sanno su cosa puntare per metterlo in difficoltà.

BASTOS 7.5-Un po’ timido nel finale per un’ammonizione che lo espone al rischio di una doccia anticipata su ogni intervento: ma anche al risparmio non concede nulla. Efficace e, nella prima ora, bello a vedersi.

DE VRIJ 6.5-Un onesto controllo della zona centrale. Non serviva altro.

RADU 6.5-Nel finale perde le coordinate per l’eccessivo arretramento della squadra, e commette qualche errore di posizione. Se la cava seguendo l’uomo di turno e facendo affidamento sul mestiere. Non la migliore prestazione dell’ultimo periodo, ma comunque positivo.

MARUŠIĆ 7-Ha la colpa di non dosare le energie e finisce con la spia della riserva incandescente, ma finché ne ha apre la difesa avversaria come pochi. Sempre meglio la concentrazione nella fase difensiva.

PAROLO 6.5-Quando ciabatta in maniera delittuosa quel pallone davanti a Mirante, la legge del calcio, il gol sbagliato gol subito e il 2-2 sembrano cosa fatta. Va bene a lui e alla Lazio, ma perde un mezzo punto per un errore inammissibile, anche in apnea. A ritmi diversi nel corso del match, sempre con intelligenza.

LUCAS LEIVA 6-Un altro che si gestisce in maniera migliorabile nel corso della gara. Se si pensava a un primo tempo a mille per poi tenere il risultato, era nella seconda parte che il suo contributo diventava indispensabile. Invece spara quasi tutte le cartucce nei primi quarantacinque minuti: e il suo calo, in quanto elemento imprescindibile in copertura, nel finale pesa.

MILINKOVIĆ-SAVIĆ 7-Verrebbe da prenderlo a pedate – metaforicamente, dato il fisico – per certi accenni di sufficienza e perché lascia sempre la sensazione che potrebbe fare ancora di più. Però fa davvero tantissimo, all’inizio per qualità e alla fine per abnegazione. Alla prima assenza si capirà quanto incide, soprattutto per fisicità, anche quando non si esprime al massimo.

LULIĆ 5.5-Una quasi doppietta nell’altra porta, con un altro cross vincente e un’intuizione da scugnizzo nell’anticipare Mirante con un colpo a sorpresa. Una quasi doppietta nella propria porta con due interventi difficilmente giustificabili. Poi il giallo della reazione al cambio: scelta discutibile di Inzaghi, che lo toglie in maniera quasi punitiva dopo un errore (tipo Eriksson con Salas a Vicenza)? O prontezza del tecnico, che ne coglie la trance agonistica ed evita subito il peggio? Comunque un comportamento inaccettabile, che crea altre tensioni da gestire, e davvero non se ne sentiva il bisogno.

LUIS ALBERTO 8-Si narra che, ai tempi della Sampdoria scudettata, chi tornava dallo stadio si sentiva rivolgere sempre la stessa domanda. Neppure sul risultato, ma semplicemente “cos’ha fatto oggi?”: con riferimento a Roberto Mancini e alle sue giocate. Verrebbe da chiederselo anche con riferimento allo spagnolo, che gioca una partita nella partita sul piano tecnico ed estetico ma senza perdere in concretezza. Apprezzabile anche la disponibilità nel raffreddare palloni più umili ma fondamentali.

IMMOBILE 5.5-Sfortuna ma anche errori, sia pure propiziati da una capacità di arrivare al tiro quasi sicuro persino migliore del solito. È umano, doveva succedere. Alla prossima.

LUKAKU 5-Assolutamente irrilevante, e per uno con le sue caratteristiche entrato in una squadra stanca è una notazione negativa. O forse se ne è affrettato il rientro, con la paura di una ricaduta che ne ha frenato l’esplosività senza la quale semplicemente non esiste.

PATRIC s.v.-Tappa una falla aperta in corsa senza farsi notare in un senso o nell’altro. Entrando a freddo, poteva non essere facile.

NANI 6-Tocca tanti palloni e si mette a disposizione della squadra. Altrettante ombre, però, a partire dalla condizione fisica e da gambe che non rispondono, un po’ come Enrico Chiesa dopo l’infortunio. Gli basterebbe girarsi per lasciare sul posto il non proprio agile Helander e guadagnare lo specchio della porta, ma cade malinconicamente su sé stesso. Rispetto a Luis Alberto gli manca una dote: il prendersi una frazione di secondo per ragionare. Avrebbe i piedi per far sparire il pallone, invece cerca iniziative da dribbling game che il suo fisico non è in grado di seguire, restituendo palloni preziosi. Sufficienza di incoraggiamento.


INZAGHI 10-Per chi propone un primo tempo del genere dopo giorni del genere, è il minimo.
Trasformando la metà delle occasioni create nel primo tempo si sarebbe evitato uno spreco di energie, ma lì può davvero poco.
Nella ripresa la sua Lazio sembra un po’ meno grande, subendo per stanchezza (comprensibile) e poca lucidità (meno veniale) il ritorno dei felsinei: ma, sia pure con piglio più da provinciale, rimane aggrappata col carattere a un risultato fondamentale.
La sua vera prestazione di giornata comincia con la gestione del caso Lulić: o, meglio, nel far sì che non diventi un caso.