Nei duelli individuali il divario tecnico e fisico era così netto, abissale direi, che la manovra del Napoli si è sviluppata tra piedi che non vedevano l'ora di mollare la patata bollente al compagno. Ne è uscita fuori una prestazione né carne né pesce. S'intuivano i principi di gioco di Sarri, ma la soggezione in cui versavano gli interpreti faceva quasi tenerezza.
L'aspetto più evidente era la disabitudine a fronteggiare avversari di questo livello, come se improvvisamente dopo che hai fatto venti tuffi dal pattino ti portano sul cucuzzolo di Acapulco. Fare il giropalla contro i pur bravi Immobile, Icardi, Belotti, Muriel è un conto, ma quando ti arrivano addosso Ronaldo e Benzema è un altro paio di maniche, sono cazzi. D'altronde i giocatori del Real di partite calde ne giocano, tra Liga, coppe e nazionali, almeno quindici a stagione mentre i napoletani per addestrarsi devono aspettare le sfide contro la Juve o, appunto, andare a Londra, Madrid, Dortmund tre volte in cinque anni.
Contate che nel Napoli il più rappresentativo a livello internazionale è Mertens che non è nemmeno titolare nel Belgio. Hamsik gioca nella Slovacchia, Koulibaly nel Senegal, Callejon ha tre presenze con la Spagna, Insigne una decina con l'Italia, Allan in Brasile non sanno nemmeno chi sia. Detto questo, il migliore è stato Diawara.
Che cosa avrebbe fatto la Lazio? Come dici tu: due o tre gol, senza nemmeno un tiro in porta.