Premessa: le condizioni di base per ripartire, persino alla grande, ci sarebbero tutte. “Ci sarebbero o ci sono?, potrebbe domandare qualcuno citando una famosa pellicola italiana di oltre 50 anni fa. La risposta a fine intervento.
Partiamo dagli elementi oggettivi: con ogni probabilità non disputeremo le coppe europee, nella prossima stagione sportiva. Un punto a nostro ‘favore’, paradossalmente: con una sola gara a settimana più quattro turni infrasettimanali e una rosa di 25 effettivi, ‘ragazzini’ e due portieri di riserva inclusi, potremmo - laddove in grado di costruire una rosa coerente e sostanzialmente integra - ottenere dei risultati sicuramente soddisfacenti.
Perché mi lancio in una simile previsione? Beh, perché pur non capendo davvero nulla di calcio ho maturato l’impressione che una massima Serie con 20 squadre sia garanzia certa di uno stabile scadimento della qualità media degli avversari (come rose e come individui) e dunque consenta anche a compagini semplicemente coerenti, ben allenate e messe in campo e dotate di tre/quattro ottimi giocatori (non servono campioni!) nei ruoli chiave, di attestarsi fra le prime cinque-sei posizioni.
Ecco dunque che una Lazio in grado di rinnovare se stessa (unica via almeno due cessioni di peso più altre operazioni in uscita. I nomi? Io suggerirei Candreva e Biglia, uno dei due portieri più Onazi per soprammercato, assieme alla naturale conclusione del rapporto con Klose, Mauri, Konko e Braafheid) potrebbe ripresentarsi ai nastri di partenza rafforzata nella spina dorsale (nuovo portiere-nuovo secondo centrale-nuovo centrocampista-nuovo attaccante) e al contempo completata dalla permanenza dei confermati De Vrij [se tornerà sano], Bisevac, Basta, Radu, Lulic, Parolo, SMS, Kishna, Keita e Felipe Anderson. A questi 14 titolarissimi si aggiungeranno gli altri della rosa di quest’anno (Hoedt, uno fra Mauricio e Gentiletti, Cataldi, Djordjevic) per complessivi 18 giocatori di movimento più che sufficienti per campionato e Coppa Italia.
Per arrivare ai 25 della lista Campionato servirebbero secondo e terzo portiere e altri cinque (giovani scommesse, ex primavera promossi e qualche esubero immancabile) a completare la lista da 25.
Riassumendo: due cessioni di peso (i calciatori che continuano ad aver mercato nonostante questa stagione) più altre cessioni per incrementare il tesoretto da destinare a quattro acquisti importanti per ricostruire la dorsale della squadra titolare.
Tale strategia di valorizzazione della rosa dovrebbe sposarsi con la sostituzione della guida tecnica, con l’obiettivo di affidare la squadra a un nome esperto di peso (sposo incondizionatamente, in tale ambito, l’opzione Sinisa avanzata da ML) oppure un emergente, sperando che non resti stritolato dall’ambiente romano.
In definitiva, se questa strategia ha un qualche senso, ci sono tutte le potenzialità per rilanciare il progetto tecnico.
Ci sarebbero, per meglio dire. Ci sarebbero per quattro motivi:
- la Dirigenza non crede nel valore del ruolo dell’allenatore e non investirà in tale ambito
- la Proprietà è poco propensa a valorizzare il patrimonio tecnico attraverso la compravendita dei calciatori, effetto di un deteriore attaccamento alla ‘roba’ che fa del nostro maggior azionista una contemporanea riedizione del Mastro Don Gesualdo verghiano
- la Società si relaziona con estrema difficoltà con gli altri Club, soprattutto nazionali. Accade così che certi giri - che consentono ad alcuni Club di scambiarsi vorticosamente calciatori con il metodo del prestito oneroso con diritto di riscatto - sono del tutto impermeabili per la Lazio
- il Direttore sportivo ha palesemente dimostrato, nell’ultimo calciomercato estivo, totale incapacità di analizzare le carenze della rosa e porvi rimedio
Ergo, ripartiremo su basi estemporanee e destrutturate. Magari il risultato sarà anche positivo. Ma unicamente per caso, per come la vedo io.
[Modificato da Sir Arthur Pusey-Hamilton 05/02/2016 16:28]