Lazio Few

I giocatori del cuore

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    Mark Lenders (ML)
    Post: 2.725
    00 12/01/2016 11:08
    Re:
    cuchillo76, 12/01/2016 10:11:

    Hernanes, l'ho dimenticato per "colpa" vostra. Per me rimane un grande amore ma il vostro astio scatenatosi dopo l'esultanza di Lazio-Inter mi ha ingiustamente contagiato. Per me non ha fatto nulla di male, esultando. Io voglio sempre giocatori che esultino. Mi è indigesta la non-esultanza.



    C'è gol e gol, e quindi di conseguenza c'è esultanza ed esultanza.
    Quel Lazio-Inter per noi era fondamentale, per loro quasi inutile. Io non sono arrabbiato con Hernanes per la doppietta ma per quell'esultanza che continuo a ritenere sproporzionata.
    E poi la toppa peggio del buco "ce l'avevo con Lotito"... Quando a Lotito (che cedendolo ha fatto la cosa giusta anche per la Lazio) dovrebbe solo dire grazie perché lo ha reso un uomo ricco: andandolo a prendere in Brasile non più giovanissimo, a rischio di non entrare mai nel grande giro europeo, e poi permettendogli di andare a raddoppiare lo stipendio all'Inter.
    Da lì in poi non gliene ho più fatta passare una. Quando è arrivato a Milano disse che era fiero di indossare la maglia di una squadra che ha sempre vinto in modo pulito. Un anno dopo ha detto che era fiero di indossare quella della Juve. Quando era da noi si era fissato per voler giocare davanti alla difesa perché così aveva più chances di fare il titolare ai mondiali. Quando Mancini lo ha rimesso dietro alle punte ha detto che sì, quello era il ruolo migliore per lui nel calcio italiano. Sto aspettando la sua prossima dichiarazione dopo la buona partita da vice Marchisio a Genova... (anche se, nota tattica: Hernanes in Italia è andato sempre male da playmaker perché quando ha giocato davanti alla difesa non lo aveva mai fatto in un centrocampo a cinque, che in Brasile era il suo habitat naturale).
    Insomma, ho scoperto un uomo con mille facce dopo essermi illuso che ne avesse una sola. Un mio amico interista recentemente mi ha detto: "Brasiliano e cattolico, che ti volevi aspettare? Il trionfo dell'ipocrisia". Ecco, io temo che ci sia qualcosa della delusione Hernanes nella scintilla che non scocca con Felipe Anderson.
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    ReflexBlue74
    Post: 1.588
    00 12/01/2016 11:19
    cuchillo76, 12/01/2016 10:28:

    Su Gascoigne la penso come ReflexBlue. Tra l'altro, il "m'ha rotto un po' il cazzo" non credo si riferisse a lui che, ovviamente, non ha "colpe" per l'essere tre volte al mese negli articoletti de "Lalaziosiamonoi", per intenderci... Credo si volesse riferire - ma poi lo spiegherà lui - (anche) a tutta la compassione pelosa che c'è intorno a lui e a una letteratura che ancora resiste fuori tempo massimo. De Angelis che nel 2016 chiede ancora a Manzini di raccontargli lo scherzo della macchina infilata non si sa come nel minuscolo box di Tor di Quinto è ancora più patetico dei racconti del '74. A me tifosi di 24 anni che fingono di esaltarsi per Gascoigne e lo acclamano sotto la curva fa abbastanza malinconia. Ovviamente, grande rispetto per chi, come dice ML, non riesce a vivere però, senza ipocrisia, ogni volta che ci sono gli articoli sullo stato di salute di Gascoigne, la mia reazione naturale è "oddio, che palle..." Ma non "che palle" perché lui ci ricasca ogni volta, ma "che palle" il fatto che ancora se ne parli e se ne scriva.



    Perfetto, non avrei potuto scrivere meglio.
    Ma voglio aggiungere, per amor di verità e non sottrarmi dalla responsabilità di quello che ho accennato in precedenza, che ce l'ho pure un po' con lui.
    Di occasioni ne avute tante, il mondo del calcio non si è tirato indietro e non l'ha dimenticato. Ovvio, qualcuno ci sguazza pure, ma una mano tesa pronta a raccoglierlo l'ha sempre trovata.
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    alenboksic71
    Post: 321
    00 12/01/2016 12:46
    Re:
    est1900, 12/01/2016 10:21:

    Marchegiani. Gran pippa, uno scudetto sulla coscienza, un grande onore nel poter vestire la maglia della roma, una grande capacità di leccare culi a Trigoria per la presenza del figlio (pippa anch'egli).




    No Est! Lo puoi odiare, ed è legittimo per chiunque.
    Una pippa no, assolutamente no, ti prego di riguardare nella tua memoria se non proprio nei filmati.
    Un liscio a centrocampo a Torino col boemo e un errore all'Olimpico sulla punizione. E basta.
    E sta storia dello scudetto sulla coscienza non si può sentire, con tutta sincerità e rispetto per la tua opinione. Quello fu un episodio: e sicuramente meno decisivo di due gravi infortuni, Firenze, il biscotto di Perugia e Empoli.
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    Mark Lenders (ML)
    Post: 2.725
    00 12/01/2016 12:47
    Re:
    ReflexBlue74, 12/01/2016 11:19:

    voglio aggiungere, per amor di verità e non sottrarmi dalla responsabilità di quello che ho accennato in precedenza, che ce l'ho pure un po' con lui.
    Di occasioni ne avute tante, il mondo del calcio non si è tirato indietro e non l'ha dimenticato. Ovvio, qualcuno ci sguazza pure, ma una mano tesa pronta a raccoglierlo l'ha sempre trovata.



    Mi sto infilando in un discorso pericoloso, perché il rischio di sconfinare nell'autobiografico è altissimo. Però in queste situazioni il problema non sta solo nel ricevere aiuto. Certo, è sempre meglio trovare gente disposta ad aiutarti piuttosto che il contrario, ma per me il nodo della questione sta da altre due parti. E' sentirsi utili che risolve il problema, laddove sentirsi assistiti può addirittura peggiorarlo. Evidentemente Gazza da un certo punto in poi non è più riuscito a sentirsi utile, a dare qualcosa agli altri. O almeno a dargli quello che lui vorrebbe, quello che lui intimamente ricollega in modo diretto alla propria identità. E' solo quando senti che stai riuscendo a trasmettere la parte migliore di te (e quindi quando sale la tua autostima) che ami davvero la vita. Altrimenti la vivi solo per fare un favore agli altri, non ti butti da un ponte solo per non dare un dolore a chi ti ama, ma in compenso trovi altri mille modi per autodistruggerti giorno per giorno. Ridurre la faccenda a "ti pagano la disintossicazione, ci sono tante persone che ti vogliono bene e ti offrono pure una qualche specie di occupazione, quindi che altro diavolo vuoi?" secondo me equivale a non coglierne l'essenza. Anzi, un discorso del genere ha anche un qualcosa di vagamente ricattatorio, dal mio punto di vista. Come se tutti avessimo bisogno delle stesse cose, come se tutti avessimo fatto le stesse esperienze. Non capisco perché dire "non mi piacciono le carote o non mi piace Wim Wenders" è socialmente accettabile, mentre dire "non mi piace quello che la vita potrebbe offrire a uno come me" non lo è. E qui parliamo di uno che ha vissuto al massimo, che per un certo periodo ha straguadagnato e stravissuto. E' per questo che io sono fissato col fatto che prenderei sempre gente in ascesa, piuttosto che grandi nomi in discesa. Perché è tutto relativo. Quando hai poco la motivazione e l'entusiasmo per andarti a conquistare tutto quel che ti manca sono fortissimi, quando hai avuto tutto nulla ti sembra più all'altezza. La nuova versione di te stesso non ti sembra più all'altezza della precedente. E se la gente continua ad amarti e a proteggerti a te rode anche un po' il culo, al limite, perché di quell'amore e di quella protezione non ti senti neanche più degno. Inizi a odiare te stesso, e poi nei modi più diversi, visibili o invisibili, inizi ad autodistruggerti.
    [Modificato da Mark Lenders (ML) 12/01/2016 12:51]
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    Brunogiordano
    Post: 141
    00 12/01/2016 13:58
    BRUNO GIORDANO: sono nato nel 1974. Quindi troppo piccolo nel momento migliore di Giordano alla Lazio, quello pre-squalifica. Anzi io ho cominciato ad essere Laziale consapevole dal 1980. Il mio idolo era uno squalificato. Uno che dovevo aspettare perché nel frattempo ci aveva mandato in serie B, truccando le partite. Ciò nonostante, per me, ragazzino dai 6 anni (quelli dell’attesa del ritorno) ai 10 (ultimo anno di Giordano con noi) l’idolo, il simulacro da opporre agli amichetti dall’altra parte poteva essere solo lui. Lui quando è tornato ci ha riportato in serie A. Laudrup e Manfredonia non potevano essere la stessa cosa, per motivi diversi. Quando per la prima volta ho riconosciuto la sua voce per radio, dopo tanto che non lo sentivo (che prima non mi sembra sia stato così frequente tra gli opinionisti delle radio tifose), era una no-stop di 24 ore nel periodo dell’aumento di capitale 2004, prima dell’acquisto di Lotito. Ho avuto un sussulto nel riconoscerne la voce. Giordano è uno dei pochi che mi da la sensazione, quando parla, di essere profondamente, veracemente Laziale. È ruspante nell’accento, goffo nel parlare e sembra gli tremi la voce quando parla della Lazio. Quel tremolio mi viene da ricondurlo alla sua genuina passione. Allo stadio, quando ha fatto il giro di campo pre partita insieme ai compagni, nella serata “di padre in figlio”, mi sono avvicinato alla vetrata della Tevere per applaudirlo da vicino e tanti hanno fatto come me. Ha ricambiato l’applauso, ma poi si è messo le mani sul volto incredulo, come a dire che non era possibile che la gente continuasse a volergli così bene, dopotutto…Eppure io a Bruno Giordano, e solo a lui, ho perdonato tutto.
    VINCENZO D’AMICO: l’ultimo baluardo di una Lazio disastrata. L’unico dei tre “cantanti” che non ci ha abbandonato (perché a Giordano e Manfredonia io, a 10 anni, non potevo perdonare neanche il passaggio a Napoli e Juve). Il derby del 2-2, quando Giordano era infortunato. Nel 1985-86 alla Lazio c’era il deserto e c’era lui. E ci ha salvati. Paradossalmente nel sentirlo alla radio non mi ha mai dato la sensazione di grande attaccamento, a dispetto delle tante volte che l’ho visto dall’altra parte del vetro che separa i Distinti Ovest dalla Monte Mario, anche se ormai è tanto che non si vede più allo stadio.
    GIULIANO FIORINI: piangevo con le mani tra i capelli in tribuna Tevere prima dell’82esimo minuto, ho pianto appena ha segnato quel gol, piangevo tornato a casa nel vedere le immagini del video di Plastino, piango ogni volta che rivedo quei video su you tube. Grazie Giuliano!
    ANTONIO ELIA ACERBIS.
    MIMMO CASO e GABRIELE PIN: insieme. Come un passaggio di testimone. Per me sono stati i capitani della rinascita. Ho tirato un sospiro di sollievo quando Prandelli ha lasciato le merde, perché non volevo vedere Pin su quella panchina.
    ANGELO ADAMO GREGUCCI: oggi come ieri, continua a dimostrarsi un grande Laziale.
    È curioso come, pur essendo eternamente grato a lui, non rientri tra i miei giocatori del cuore, ma una menzione speciale la voglio mettere: FABIO POLI.
    GIUSEPPE SIGNORI: mentre tutti aspettavano Gazza e piangevano Ruben Sosa, chissà perché, forse volevo fare l’intenditore a tutti i costi, forse volevo fare l’alternativo, ma ho voluto adottare da subito lui. Anzi ne auspicavo l’acquisto dopo averlo visto segnare su rovesciata con il Foggia, accartocciandosi. Volevo un gol su rovesciata e nel mio immaginario l’ultimo era stato Garlini. Poi in realtà non ha mai seganto su rovesciata con noi. Signori è stato il mio idolo indiscusso degli anni 90, quelli dell’adolescenza/gioventù. Il giorno della tentata cessione al Parma ero in lutto. Il mio rammarico è che non abbia vinto niente con noi. Lo amavo così tanto che non sono riuscito ad apprezzare appieno Mancini, che secondo me lo aveva scalzato (giustamente, razionalizzando a posteriori) nelle gerarchie del campo e di leadership.
    PAVEL NEDVED: un campione, l’impegno, le dichiarazioni, i gol, i gol alla roma, il gol di Birmingham, la cazziata a Boksic, le chiavi di Formello, la grinta, il rifiuto della cessione, la firma del rinnovo a furor di popolo. Dove cazzo sei finito?
    ALESSANDRO NESTA: 29/04/1998; 29/08/1998; 19/05/1999; 27/08/1999; 14/05/2000; 18/05/2000; 08/09/2000; 31/08/2002. FINE.


    E poi quelle dichiarazioni sulle partite di champions delle italiane della scorsa stagione…ma vaff…
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    Mark Lenders (ML)
    Post: 2.725
    00 12/01/2016 14:15
    Fichissimo sto topic. Grazie a tutti quelli che stanno scrivendo e "scrivete!" (imperativo) a chi ancora non l'ha fatto  
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    cuchillo76
    Post: 1.694
    00 12/01/2016 15:02
    Re:
    Brunogiordano, 12/01/2016 13:58:

    VINCENZO D’AMICO Nel 1985-86 alla Lazio c’era il deserto e c’era lui. E ci ha salvati.



    Non vorrei, però, che stessi confondendo le stagioni e che, nel confonderti, c'entri qualcosa il Catanzaro.
    Nel 1980, nella celebre partita con i "ragazzotti" Budoni, Tassotti, Perrone e Cenci, D'Amico ci trascinò alla vittoria contro, appunto, il Catanzaro di Mazzone. Vittoria che non servì per le note vicende.
    Nel 1985-'86, invece, nella sfida a Catanzaro ove conquistammo la salvezza alla penultima, D'Amico non giocò. Ma, in realtà, in tutto il campionato (l'ultimo alla Lazio) fece solo una manciata di apparizioni. Apparizioni senza incidere, tra l'altro.   
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    cuchillo76
    Post: 1.694
    00 12/01/2016 15:08
    Secondo me la sottovaluzione di Marchegiani da parte dell'amico Est può dipendere, in parte, anche dal fatto che - non è retorica - abbiamo una tradizione, nel ruolo.
    Portieri e centravanti sono quasi sempre stati del ruoli, nella Lazio, coperti alla stragrande. Molto più della Roma, per dire.
    Un contro-topic dedicato ai portieri della Roma, prima o poi dovremmo aprirlo. Uno come Marchegiani, tolto - è vero - il campionato 1998-'99 (non solo per l'errore di Henry, ci fu anche quello su Bucchi e qualche altra mezza cagata), i merdosi se lo sognano ogni giorno.
    Non a caso ho parlato di campionato 1998-'99 perché, come dico sempre, sulla Coppa Coppe di quell'anno c'è la griffe di Marchegiani nella doppia sfida col Losanna. Senza un Marchegiani-super in quelle due partite, non avremmo manco superato il primo turno.
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    cuchillo76
    Post: 1.694
    00 12/01/2016 15:20
    Re: Re:
    Mark Lenders (ML), 12/01/2016 11:08:


    C'è gol e gol, e quindi di conseguenza c'è esultanza ed esultanza.



    Però, un attimo.

    Hernanes ci aveva già segnato l'anno prima a Milano e non aveva esultato. Sempre per restare nell'ipocrisia della "non-esultanza per rispetto ai vecchi tifosi" (ma che cazzate...), che non certo è la tua, ma quella di tanti, aveva già dato. Poi, certo, poteva evitare il salto mortale all'indietro e limitarsi ad abbracciare compagni e panchina. Ma per me sposta poco. Se esulti, esulti.
    In secondo luogo, l'Inter era in lotta per il sesto posto, che poi non ha raggiunto perché fanno cagare. Ma non è vero che quella partita, per loro, fu inutile. Potevano, eccome, arrivare sesti, scavalcando Genoa e Samp. Altrimenti, la nostra "difesa" che il 5 maggio giocavamo per un posto Uefa non regge.

    Circa le dichiarazioni, per me vale sempre la frase di Don Vuja, che testa di giocatore è buona solo per tenere cappello. Non gli do mai troppo peso. Cioè, mi piace quando vedo giocatori che la usano, nelle dichiarazioni. Ma è un di più, appunto. Hernanes l'ho adorato per i colpi, per le stoccate, per il suo essere un perfetto ambidestro. Non ho mai pensato, però, che fosse particolarmente "sveglio", diciamo così... 
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    Brunogiordano
    Post: 141
    00 12/01/2016 15:32
    Re: Re:
    cuchillo76, 12/01/2016 15:02:



    Non vorrei, però, che stessi confondendo le stagioni e che, nel confonderti, c'entri qualcosa il Catanzaro.
    Nel 1980, nella celebre partita con i "ragazzotti" Budoni, Tassotti, Perrone e Cenci, D'Amico ci trascinò alla vittoria contro, appunto, il Catanzaro di Mazzone. Vittoria che non servì per le note vicende.
    Nel 1985-'86, invece, nella sfida a Catanzaro ove conquistammo la salvezza alla penultima, D'Amico non giocò. Ma, in realtà, in tutto il campionato (l'ultimo alla Lazio) fece solo una manciata di apparizioni. Apparizioni senza incidere, tra l'altro.   



    Lo sai che hai ragionissima! Mi ha indotto in errore anche il ricordo vago di una rete di D'Amico. Rete che,verificando su laziowiki, ho riconosciuto nell'ultima di quel campionato (Lazio-Brescia 4-2, all'88esimo). Di entrambe le partite (Catanzaro e Brescia 1985-86) ricordo di aver appreso il risultato dalla radio mentre ero in macchina con i miei, in qualche gita domenicale. Da lì la confusione.  
    Invece quella del 1980 ero troppo piccolo per ricordarla. Il primo ricordo consapevole che ho si riferisce a me sul divano davanti alla TV che apprendo della Lazio retrocessa d'ufficio per lo scandalo calcio scommesse. Nella testa quello è stato il momento in cui ho deciso di abbracciare la Lazio, pur essendo di famiglia biancoceleste, seppure con papà più tiepido rispetto a me.
    Quindi per me la Lazio sul campo di gioco inizia nella stagione 1980-81 (mio padre che ascolta tutto il calcio o c'era già teleroma56? e io che coloro un album con tutte le caricature dei simboli delle squadre della serie cadetta), con i veri ricordi nitidi che però cadono nel 1982-83.
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    Drenai71
    Post: 1.597
    00 12/01/2016 17:19
    mi piacerebbe essere in grado di partecipare in modo significativo a questo topic, ma purtroppo no riesco mai a provare grandi sentimenti verso giocatori specifici. li adoro tutti chi piu chi meno finchè giocano con noi, li ignoro tutti chi piu chi meno quando vanno via. questo fa anche sì che non ci rimango mai troppo male quando ci sono distacchi dolorosi, nesta è l'esempio principe, dopo 10 anni ancora ci si discute sopra quando per me era un ex in tutto e per tutto 2 giorni dopo.

    certo ci sono giocatori che mi ispirano piu di altri sul piano umano, che mi sembrano piu "laziali" anche inconsapevolmente, ma so benissimo che sono solo impressioni, nel profondo del cuore nessuno di loro è laziale come me, ma non è una cosa che mi fa male. l'ho sempre dato per scontato, i giocatori passano, la lazio resta.

    ad ogni modo i nomi a cui mi sono sentito piu vicino sono stati tutti menzionati gia: pin, almeyda, brocchi, ledesma. cusioso che sono tutti piu o meno mediani...

    io ho sempre preferito a pelle casiraghi a tutti i grandi attaccanti con cui ha convissuto, da signori a boksic a mancini. e non ho mai sentito un trasporto eccezionale per i giocatori della grande lazio di cragnotti.
    i miei preferiti sono stati vieri e nedved, ma credo che li ricordo con maggior piacere semplicemente perchè li ho sempre ritenuti i piu forti. quelli che mentre erano con noi non avrei cambiato con nessuno. non perchè fossero particolarmente laziali, lo prova il fatto che intervistati oggi manco ci nominano.

    fra i meno amati, anche qua i casi piu ovvi li avete sviscerati abbondantemente. ci aggiungo mancini che pur riconoscendone la grandezza a pelle non mi è mai piaciuto come individuo.

    della lazio attuale de vrij è quello che metto sul piedistallo, unisce una lazialità caratteriale inconsapevole (ma a me evidente) a grandi doti calcistiche. cosa volere di piu?
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    ℬaruch
    Post: 2.878
    00 12/01/2016 17:56
    Meno amati (in assoluto o rispetto al comune sentire)

    Sergio Conceicao: non so, lo ritenevo non all’altezza del livello tecnico del resto della squadra e mi stava discretamente antipatico perché protestava tanto e a sproposito, però ciò non toglie che il suo bilancio finale sia nettamente in attivo ai miei occhi

    Giannichedda: sarà che ero troppo legato al ricordo di Almeyda, ma insomma, il giocatore che sa solo distruggere per me o è Almeyda o mi dice poco

    Chiesa: grande delusione e antipatico come pochissimi

    Foggia: dalla Nazionale all’oblio, e persona molto discutibile

    Cruz: peggio di Chiesa, pensavo fosse un ottimo affare

    Dias: giocatore che gli avversari odiano ma i tifosi (almeno io) non è che amino. E poi caduta libera con tinte di follia. Marchetti in questo un po’ gli somiglia

    Hernanes: sempre detestato la retorica del personaggio che costruiva chiese in salotto col figlio, mai entrato nel cuore il calciatore, maree di partite di nulla totale ed equivoci

    Konko: vittima perpetua d’alito di vento, un cuor di leone di cui non ricordo alcuna partita importante giocata alla grande, anche perché si chiamava fuori molto prima

    Lulic: un simbolo eterno. Un giocatore che ho spesso difeso e che ha fatto tanto. Eppure non riuscirò mai a tagliare i ponti con una certa freddezza/indifferenza che mi comunica

    Mauricio: l’impostore, il re degli imbrogli, colui che riuscì per spacciarsi per calciatore e finì a giocare addirittura in Serie A
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    cuchillo76
    Post: 1.694
    00 12/01/2016 18:34

    Però, io distinguerei l'antipatia dall'odio.
    Signori e Mancini li ho sempre considerati antipatici ma non li odiavo.

    L'odio lo riservo, fondamentalmente, a chi, oltre a essere antipatico, è anche un discreto scarparo e magari si crede pure bravo.
    E quindi Signori e Mancini sono fuori.

    Ho detto "fondamentalmente" perché poi ci sono le eccezioni à la Crespo. Non è che posso dire che fosse un ciabattino. Però lo odiavo.

    Poi, non è sempre vero il contrario, nel senso che ci sono state diverse mezzeseghe cui ho voluto davvero bene.


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    Drenai71
    Post: 1.597
    00 12/01/2016 18:41
    ah ma per me questo è scontato. io non ne odio proprio nessuno.
    crespo mi ha deluso perchè il suo apporto non ha giustificato il suo acquisto che ha di fatto ha distrutto la lazio piu forte di sempre e indirettamente causato lo scudetto di quelli di là. ma mica è stata colpa sua.
  • OFFLINE
    cuchillo76
    Post: 1.694
    00 12/01/2016 18:42
    Re:
    Drenai71, 12/01/2016 17:19:

    mi piacerebbe essere in grado di partecipare in modo significativo a questo topic, ma purtroppo no riesco mai a provare grandi sentimenti verso giocatori specifici. li adoro tutti chi piu chi meno finchè giocano con noi, li ignoro tutti chi piu chi meno quando vanno via. questo fa anche sì che non ci rimango mai troppo male quando ci sono distacchi dolorosi, nesta è l'esempio principe, dopo 10 anni ancora ci si discute sopra quando per me era un ex in tutto e per tutto 2 giorni dopo.



    Anche per me è lo stesso.
    E, sembrerà strano, ma ci sono rimasto molto peggio per Vieri che non per gli altri (Nedved, Veron e Nesta, in ordine di cessione).
    Perché Vieri è stato veramente il giocatore che mi ha fatto sognare Scudetti e Coppe dei Campioni da lì a 5 anni. Poi, la sua storia (e in parte anche la nostra) hanno detto altro. Vieri non è riuscito a far vincere niente all'Inter e noi, venduto Vieri, abbiamo vinto altri 4 trofei in 2 anni.
    Però, ragazzi, il Vieri da Bologna-Lazio a Lazio-Real Mallorca è stato qualcosa di disumano. Quando si dice il trascinatore, il giocatore in grado di trasformare una squadra.
    La sua cessione fu la mia unica botta tremenda. Ma davvero tremenda.
    Le altre 3 cessioni le ho assorbite meglio anche perché mai dimenticherò le parole di Cragnotti il giorno dopo il gol di Dalmat che, grosso modo, suonavano: "ora occorrerà un ridimensionamento", dal momento che non si era vinto né Scudetto né Coppa dei Campioni. Mi ero preparato a una Lazio molto più vicina a quella pre-1997.

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    cuchillo76
    Post: 1.694
    00 12/01/2016 19:17
    Re: Re: Re:
    Brunogiordano, 12/01/2016 15:32:


    Quindi per me la Lazio sul campo di gioco inizia nella stagione 1980-81 (mio padre che ascolta tutto il calcio o c'era già teleroma56? e io che coloro un album con tutte le caricature dei simboli delle squadre della serie cadetta), con i veri ricordi nitidi che però cadono nel 1982-83.



    Io ho due anni meno di te e non ho nessun vago ricordo del 1980-'81, neanche del rigore di Chiodi in diretta a 90° minuto.
    Del 1981-'82 ho un flebile ricordo di Lazio-Varese, col suo andamento. Ma non vidi neanche i gol, all'epoca. Del resto, zero. Anche la rovesciata di Speggiorin col Pisa, buio pesto.
    Del 1982-'83 ho tanti ricordi, invece. Ricordo il luogo preciso dove stavo in più di qualche partita. E anche le mie esultanze ai gol, soprattutto ai gol all'ultimo minuto, che in quell'anno fioccarono.
    Per esempio, al gol di Vella contro il Perugia, mi buttai sul letto e poco ci manca che lo sfondo. Invece, al gol di Giordano che chiuse la gara di Foggia, ricordo che stavo al bar sotto casa e appresi del gol dalla radiolina del barista. Tanti ricordi nitidi. 
  • OFFLINE
    ℬaruch
    Post: 2.878
    00 12/01/2016 20:15
    Re:
    cuchillo76, 12/01/2016 18:34:


    Però, io distinguerei l'antipatia dall'odio. 






    Anche io, come Drenai, non ho odiato nessuno. L'unico che mi ha fatto toccare quasi il limite l'ho clamorosamente escluso dalla lista, ed è quel tamarro di Matuzalem. Sono sempre stato pronto a riconoscergli i suoi due meriti storici e quei 2-3 otto in pagella che ha meritato, ma non lo sopportavo proprio, foraggiato anche dal cameriere di Anema e Cozze di Porta di Roma che mi rivelò che il brasiliano col succhiotto tatuato sul collo era insofferente e sognava di tornare a Napoli. Ad ogni modo l'odio se l'è guadagnato dopo, con quella vigliaccata su Brocchi
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    charlie_few
    Post: 107
    00 12/01/2016 20:42
    Quelli antipatici, o meno amati:

    Boksic (mai amato fino in fondo)
    Luzardi (a causa del trauma di Boavista)
    Candreva (nonostante all'inizio lo amassi per il suo inserimento difficile)
    De La Pena
    Mendieta
    Siviglia
    Sereni
    Matuzalem
    Nedved (che ho messo tra i più amati ma che, una volta andato via, si è fatto odiare fortemente)
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    alenboksic71
    Post: 321
    00 13/01/2016 08:33
    Questo topic si autoalimenta col contributo comune!
    Nesta: la cessione più triste in 40 anni di lazialità. 31.08.2002. 5 ore di radio ininterrotte, abbonamento appena fatto e voglia di bruciarlo. Un giocatore e un laziale come a me piace; niente sviolinate, corse sotto la curva, polemiche e parole fuori posto.
    Boksic: un amore inconcepibile, Cuchillo mi è testimone, dalla prima palla che toccò a Napoli.
    Favalli: giocatore eternamente sottovalutato, silenzioso, laziale adottato. La cavalcata a Bologna non potrò mai dimenticarla.
    Giordano: l'unico poster di calciatore in camera, l'unico autografo richiesto, l'unica foto fatta insieme a un vip (3 anni fa tra l'altro). Tutto perdonato. Era il più forte centravanti della sua epoca nella mia squadra; romano e laziale. Non potevo chiedere di più.

    Avevo dimenticato, e grazie a chi me li ha ricordati, tra i giocatori che ho detestato:
    Sereni: pippa, sbruffone, scenografo e montato
    Foggia: ignorante, montato e buono per la B
    E, episodi, gli infortuni di Konko e le scenette prepartita di Marchetti.

    Per ora
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    Post: 1.694
    00 13/01/2016 09:00
    Re:
    alenboksic71, 13/01/2016 08:33:

    Boksic: un amore inconcepibile, Cuchillo mi è testimone, dalla prima palla che toccò a Napoli.



    Sì, tra l'altro dopo tutta la diffidenza estiva, per via della contestuale cessione di Riedle, di cui eri un estimatore della prim'ora.
    "Ma che credenziali c'ha, questo? Un anno di Marsiglia..."

    Poi, l'esordio a Napoli, quindi la prima in casa col Toro, dove bastarono 10 minuti per farti dire: "Mi sa che questo è più forte di Bruno..."
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