00 22/08/2015 13:20
Re:
cuchillo76, 20/08/2015 16:14:

Detto che ci vorrebbe subito un bell’intervento d’ErMatador a tranquillizzarmi un po’



Eccomi.   

1) Portieri: cambierei i nostri con chiunque, quindi punto a loro in maniera obbligata.
Marchetti per me non è neppure un estremo difensore di ruolo, essendo il suo repertorio tecnico fermo ai tempi di Cervone e quindi a prima della regola sul retropassaggio.
Berisha avrebbe invece i numeri, ma gli manca ad ogni evidenza la testa a livello di personalità e concentrazione.
Dipendesse da me, Guerrieri partirebbe titolare senza neppure passare dal via: è giovane ma non giovanissimo; è abituato a vincere, sia pure in un contesto diverso rispetto al calcio professionistico; il suo modo di stare in campo – non il suo valore, quello è un altro parametro – ricorda da vicino il prototipo del portiere 3.0, vale a dire Manuel Neuer.
Quanto alla paura di bruciarlo, credo che questo concetto rappresenti una piaga fra le più purulente del nostro calcio: possibile che all'estero si schierino tranquillamente dei 17enni anche ad alti livelli, mentre qui per provare un giovane con 3-4 anni in più serve la giustificazione scritta dei genitori come a scuola?
A far crescere un ragazzo sono soprattutto le responsabilità: Keita si è svegliato col Bayer perché si è trovato sulle spalle il peso dell'attacco in una partita decisiva, non perché Pioli lo ha coccolato in panchina raccomandandogli di mettersi la maglietta della salute.
Tornando in tema, appoggio l'analisi di cuchillo in merito a De Sanctis.
Quanto al codice fiscale polacco, ricordo molto bene il suo debutto con la Nazionale nell'Europeo disputato in casa: tremebondo e concluso con un'espulsione che regalò il posto di titolare al dodicesimo Przemysław Tytoń (per pura curiosità: come lo chiamavano i nonni da piccolo?).
Limiti di personalità e continuità, insomma, a impedire il definitivo decollo nonostante doti discrete: a rigor di logica, sarà più difficile pronunciare il suo nome – per esteso, Wojciech Szczęsny – che fargli gol

2) Difensori: Florenzi e Torodisis, elementi utilissimi nell'economia dell'organico ma inventati come terzini, dove non si conoscono per ora elementi di ruolo affidabili.
Castán, augurandogli ogni bene per la salute personale, ha giocato discretamente e nulla più con due linee chiuse a doppia mandata e un Benatia al fianco: anche in caso di pieno recupero, il Ciani dell'ultima stagione – perché non confermarlo? Perché – se lo porta a spasso con guinzaglio e museruola.
Inoltre è tutto da verificare l'assortimento con Manolas, dato che nessuno dei due sembra portato per una solida guida del reparto: e ricordando che il greco, pur rimanendo un invidiabile prospetto, non ha offerto un rendimento paragonabile a quello del centrale marocchino prima del suo passaggio al Bayern.
Noi dobbiamo sistemare i fattacci nostri sulle fasce, ma de Vrij e Basta valgono mezza squadra loro, non solo la difesa.
Non farei cambio, se non si è capito

3) Strootman ha tutte le potenzialità per diventare l'ago della bilancia, da quel signor giocatore che è, ma il suo recupero fisico non rappresenta l'unica incognita: la squadra è ancora abituata ad averlo in campo o rischia di rigettarlo come un trapianto?
Per me molto dipende dalla vera e propria palla al piede del loro centrocampo: sì, quel Radja Nainggolan di cui molti sottolineano le somiglianze con Vidal (somiglianze peraltro evidenti, ad esempio nella maniera di orinare).
Avete fatto caso a come diversi suoi colleghi nella zona nevralgica del campo, in primis Pjanić, siano letteralmente spariti da quando il suo caotico e arrembante “faso tuto mi” ha monopolizzato il reparto?
Al di là del suo modo di giocare, che in una squadra meno tutelata lo porterebbe alla radiazione, un elemento così disordinato fa parecchio brodo in una formazione senza schemi: ma diventa “una quotidiana guerra con la razionalità” (cit.) nel momento in cui ci si orienta verso una disposizione più organizzata e meno dispersiva.
A me ricorda in un certo senso – e mi scuso con l'uomo per l'accostamento – Javier Zanetti: generoso e onnipresente finché si vuole, ma in una formazione con un gioco degno di tale nome sarebbero emersi soprattutto i suoi limiti tattici, dalle geometrie spesso orizzontali alla quasi ossessione nel portare palla.
E in più c'è il totem – anche come velocità negli spostamenti – De Rossi sempre fra i piedi.
Altro dettaglio: molti fra i nostri vantano ampi margini di miglioramento, mentre a loro rimane l'improbabile speranza di qualche recupero a livelli decorosi.
Il resto è un'accozzaglia di cotti e crudi con pochi elementi spendibili nell'immediato in un contesto di vertice.
Stiano pure così, insomma

4) Attaccanti: vedi portieri. Nelle due aree valiamo un Cesena in annata no: e il fatto che non si sia cominciato da mesi a pianificare nei rispettivi settori dimostra come il calcio, inteso in termini di attualità tecnica, e il mercato di LotiTare rimangano due pianeti le cui orbite si incrociano in modo sporadico e casuale.
Sugli esterni partiamo dalla migliore coppia da titolare del torneo e da seconde linee su cui è il caso di riflettere.
Loro partivano da giocatori inconsistenti sulla lunga distanza e hanno aggiunto il peggiore sotto questo profilo, vale a dire Salah.
Trovo ingiusto il paragone di ML col nostro Felipe: a entrambi sono state prese le misure dopo un periodo di fuochi d'artificio, senza dubbio.
Ma il brasiliano ha continuato a fornire due-tre giocate potenzialmente decisive a partita – se a trasformarle in tiri e gol provvedono gli eredi Capocchiano non è colpa sua – e un grande apporto in quantità, comprensivo di recuperi da manuale del mediano come a Bergamo su Cigarini, sbagliando di netto solo l'ultima gara a Napoli.
L'egiziano, al contrario, è completamente sparito, lasciando il campo a due ipotesi.
O è rientrato nei ranghi, dimostrandosi un giocatore normalissimo anche nel meno competitivo campionato italiano.
O ha tirato i remi in barca pensando al mercato e alla stagione successiva, il che dimostrerebbe la professionalità di un preservativo bucato e una testa con la quale nel calcio non si va da nessuna parte.
In entrambi casi, costituisce uno spauracchio solo per la bruttezza.
Džeko, vincitore dello scudetto con un club non proprio habitué come il Wolfsburg, era un signor centravanti completo e duttile.
E uno così verrebbe cacciato dal City per la disperazione, tipo Podolski all'Arsenal, per mandarlo a svernare nella serie C del football europeo?
Le voci ricorrenti su altri top player sfioriti, tipo Radamel Falcao, dimostra che la xxxx si è costruita una solida nomea come fesso cui rifilare la mercanzia di qualche rigattiere disonesto: quando sono ancora in piena attività, singoli di quel calibro si ricordano dell'esistenza di quella fogna solo per svuotarvi un 7-1.
Si dirà: anche Tévez sembrava in disarmo quando abbandonò i Citizens, e questo non gli ha impedito di diventare lo splendido mattatore ammirato a Torino.
Ma in Piemonte ha trovato un tecnico protagonista di un capolavoro nel ricostruirlo e una società di stampo prussiano sul piano disciplinare.
Laddove il bosniaco approda alla corte di un nevrotico col pulsante di espulsione già attivato sotto il sedere, una città con molte più tentazioni e un ambiente in cui – parola di una persona seria come Rudi Völler – non si può lavorare.
Di più: Carlitos partiva motivatissimo per il desiderio di riconquistare la Nazionale, dalla quale era stato giubilato con ignominia dopo l'errore dal dischetto contro l'Uruguay nella Coppa America disputata in casa.
La Bosnia può mettere sul tavolo una cifra tecnica degnissima, ma quanto a stimoli non va molto oltre il piacere di giocare con Lulić.
Noi siamo da allarme rosso, ma in termini di confronto con loro anche qui la pistola può rimanere nel cassetto

5) Altri competitor per il primo posto? Credo che la Juventus, a dispetto di un delicatissimo ricambio, rimanga difficile da raggiungere.
Certo, ha perso in un solo colpo tutti i jolly in grado di risolvere partite e punti decisivi, senza i quali lo scorso torneo avrebbe preso meno rapidamente la piega per noi così rassicurante.
Deve fare i conti col secondo anno di Allegri, nel quale il tecnico tenta spesso di strafare con scelte troppo personali e talvolta controproducenti.
E ha verosimilmente già sbagliato un acquisto determinante con Khedira, formidabile centrocampista moderno ma fisicamente alla frutta.
Ma chi può approfittarne?
Un Milan probabile fra le prime tre, grazie alle motivazioni e al valore aggiunto portati dal tecnico, ma cui servirebbero una quindicina di rinforzi per trasformare il Catanzaro dello scorso anno in una realtà di vertice?
I loro ridicoli cugini, flop annunciato dal cui organico non si ricava un undici con un capo e una coda neanche scomodando Karpov e Kasparov?
Il Napoli Soccer parte con un profilo basso e scarsi proclami, un po' come i loro concittadini dopo il 26 maggio; senza la zavorra Benítez, l'allenatore che ha tolto più punti alla rosa a disposizione; con un tecnico dalla notevole capacità di lavorare.
Ammesso che il buon Sarri regga la pressione, basterà per colmare un divario apparso come una condanna a morte, soprattutto nelle gare decisive?

6) Una riflessione su xxxx-Juventus: siamo sicuri di voler auspicare una Caporetto per gli abusivi?
Qualche stagione fa, un tecnico il cui rapporto con l'ambiente si era ormai concluso ricevette il benservito dai bianconeri dopo una disfatta e proprio alla seconda giornata.
Sembrava la premessa di uno spettacolo per noi piacevole: invece dei Felipe Melo e Diego di quel pomeriggio non rimase neppure l'ombra.
Mentre l'arrivo in panchina di un mediocre cacciato a pedate da Torino – in quel caso con un accanimento vergognoso nei confronti dell'uomo, va detto – rese necessario l'intervento di San Pazzini affinché la stagione dei Grandi Spaventi rimanesse solo tale.
Mettiamo ranocchione negli scomodissimi panni di mister homportamenti e un altro probabile perdente di successo come Montella in quelli del macellaretto: ne vale la pena?
O non è preferibile un “quattro e a casa” che li mandi definitivamente in orbita, per loro la premessa delle più cocenti delusioni?

7) Un motivo di seria preoccupazione, giusto per tenerci un po' di suspence?
La coincidenza con l'Anno Giubilare, ultimi precedenti datati 1983 e 2000, cui fanno da modesti ma fastidiosi corollari il probabile addio dell'altro Francesco e, più sullo sfondo, la chimera stadio di proprietà.
Il rischio è che la Juventus, dopo quattro scudetti e in cambio di qualche prebenda magari targata Unicredit, accetti di farsi da parte.
Solo così si ci sarebbe da tremare: con la modalità light, limitata ai già scandalosi aiuti arbitrali e ad avversari compiacenti che però non includono le rivali dirette, non vincerebbero neanche un campionato a cui partecipano da soli


[Modificato da Er Matador 22/08/2015 13:50]