00 06/05/2015 13:30
Sai che io l'articolo l'ho trovato discontinuo? Concordo con te su Baricco, sulla sua scrittura e sulla sua scrittura in funzione dello sport, però nel pezzo ho trovato tracce di beltà ma anche tracce di inevitabile debolezza, ma forse dovuta al lettorato generalista (e non sportivo) del giornale per cui è stato scritto. C'è anche chi, come Jack O'Malley nella sua celebre rubrica "That win the best" sul Foglio, lo ha stroncato senza mezzi termini per eccesso di luogocomunismo. Incollo il passaggio relativo:

Bar Ricco. Incuriosito dai tweet entusiasti di tanti professionisti e amanti del calcio, domenica sono andato a leggermi l’articolo-più-bello-della-storia-del-mondo-sul-calcio, ovvero, per i profani che ancora non si sono accostati a tale delizia, quello di Alessandro Baricco che su Repubblica raccontava El Superclásico, cioè il derby della carta igienica tra Boca Juniors e River Plate a Buenos Aires. Ho capito che la crisi dei giornali è evidentemente una finzione: per mandare un collaboratore fino in Argentina e fargli riempire tre pagine di luoghi comuni rintracciabili su Google devi averne veramente tanti, di soldi. C’è tutto il meglio delle frasi fatte sull’Argentina, in quel mirabile articolo: l’Oceano (con la O maiuscola), la milonga, i migranti italiani poveri, lo stadio che è una “fornace”, i ballerini di tango, Dio (la macchietta di Dio, è pur sempre Baricco), i tifosi rumorosi, i ricchi contro i disperati, le case fatiscenti, l’autunno che in Argentina è autunno mentre da noi è primavera (ma pensa), Maradona, un paio di aneddoti su Gatti e Palermo (rintracciabili su internet) e naturalmente Osvaldo Soriano.