00 30/04/2015 18:25
Cataldi, per ora, funziona più come personaggio che come calciatore: in lui gli Dei hanno carnificato ideali, principi e aspettative del popolo laziale. Gagliardo, senza essere sfrontato; verace, senza essere coatto; romano e laziale con la testa sulle spalle e la fascia sul braccio. Un De Rossi ripulito e non isterico.
Nel futuro prossimo non mi meraviglierei di vedere adesivi con la maglia storica e il numero 32 appiccati sui cartelli stradali, come lo sono stati quelli di Lulic e della Coppainfaccia. E' un mood che si respira.

E dobbiamo ammettere che, complice la penuria di talenti italiani nella zona nevralgica del campo, anche fuori dal raccordo la sua ascesa è accompagnata da attestati di stima che travalicano la bontà delle prestazioni. Caso più unico che raro nel panorama laziale.

Insomma, quasi ci troviamo di fronte a un caso di razzismo calcistico al contrario. Si fosse chiamato Cataldao e fosse costato otto milioni, probabilmente i commenti e i giudizi sarebbero un tantinello più tirati.

Chiusa la premessa, che poco c'entra con i quesiti posti da Baruch, dico che il talento e le prospettive sono ottime. Tecnicamente mi aspetto che agisca nella zona centrale, in coppia preferibilmente. Se penso a un centrocampo a tre, e per me il centrocampo a tre è scolpito nei nomi di Di Matteo-Fuser-Winter, non posso che collocarlo al centro. Come interno è un saggio e temporaneo ripiego, perché troppo pane duro deve mangiare per prendere in mano, da solo, un centrocampo di una squadra di vertice. Ma il futuro è lì. Non ha né il passo per partire con la palla al piede né la predisposizione mentale per abbandonarla e lanciarsi negli spazi.
Ma ora come ora se devo assegnare due maglie e ho a disposizione Biglia, Cataldi e Parolo il dubbio nemmeno si pone.

Sul 4-2-3-1. Sviluppandosi su quattro linee tende ad allungare la squadra. E' un modulo che richiede concentrazione, abnegazione e affiatamento -condizione complicata ieri sera, visto che Parolo e Cataldi giocavano per la prima volta insieme in quella porzione di campo- agli interpreti di centrocampo, altrimenti le linee si spezzano, si perde compatezza e ci si ritrova con un pericoloso 6-0-3-1. I tre o quattro tiri dalla media distanza che abbiamo subito lo testimoniano, anche se solo il primo era a partita ancora aperta.