00 28/01/2015 01:15
BERISHA 7-Reattivo sul tiro, sia pure centrale, di Cerci; dosa con saggezza prese e respinte di pugno in uscita. Un portiere che dà sicurezza, finalmente
KONKO 7-Mezzo punto in più per la torre che quasi manda in gol Cataldi, mezzo in meno per la delittuosa gestione di un contropiede tre contro due. In mezzo il controllo in tranquillità di entrambe le fasce. Utile.
MAURICIO 7-Menez identifica in lui l'avversario più lento e inesperto del calcio italiano: ha capito male. Gli mandano contro Pazzini, con tutt'altre caratteristiche: idem come sopra. Personalità e stile, per fermarlo serve un fantozziano scontro con Berisha. Debutto interessante, a conferma di quanto sia più facile inserirsi in una squadra che funziona.
CANA 3-La seconda ammonizione è inventata, e anche la prima non convince. Ma lui sapeva, nell'ordine: di essere ammonito; che l'arbitro aspettava solo di compensare la lesa maestà del rigore concesso; che Menez è fra i più vergognosi cascatori su piazza; che l'avversario si trovava lontano dalla porta. Perché, allora, affondare quell'intervento anziché tenerlo lì, dove non poteva combinare nulla? Qualcuno gli spieghi che i guerrieri usavano anche la testa.
RADU 7-Il miglior arbitro è quello che si vede meno, recita un vecchio adagio. Lui lo adatta al ruolo di difensore spegnendo prima Cerci poi Pazzini senza scomporsi, e assorbendo con altrettanta impassibilità il cambio di posizione. Al centro non sa giocare? Chissà se fosse pure bravo...
BIGLIA 7.5-È offensivo per un argentino paragonarlo al regista di un Brasile d'antan? Nel primo tempo la partita è letteralmente ai suoi piedi, nel secondo soffre il mutato scenario tattico ma si aggrappa al match con la generosità. Gran giocatore.
PAROLO 7.5-Fisico alla Zanetti, che si allena giocando. In novanta minuti da flipper, sbaglia giusto un paio di controlli. Dai tempi di Almeyda non si assisteva a un simile contributo in pressing.
ONAZI 6.5-Nella prima frazione, quando la manovra passa dai suoi piedi perde immediatamente ritmo, facendone un corpo estraneo. Nella seconda, grazie alla maggiore anarchia tattica, diventa l'uomo in più muovendosi su tutta la verticale e proponendosi con piglio da leader. Qualche errore nell'ultimo passaggio, al quale arriva stremato, Da perfezionare, ma su questa vittoria c'è anche la sua firma.
CATALDI 7-Un salvataggio all'ultimo momento impedisce a Valerio, come lo chiamano i cronisti, di entrare nel tabellino marcatori. Più avanti del solito, soffre i minori spazi rispetto alla posizione di intermedio, ma ci mette personalità e qualità. Bene così.
KLOSE 7.5-Impossibile assegnare una valutazione inferiore alla quantità, persino al di là dei suoi limiti, con cui aiuta a tutto campo e tampona in maniera determinante l'inferiorità numerica. Gli manca l'acuto, e uno come lui su quel tiro dovrebbe almeno prendere la porta.
KEITA 6-La mollezza con cui contrasta Abbiati sul rimpallo che l'avrebbe mandato in porta parla chiaro. Meglio nella ripresa dove cerca di perdere tempo con un mestiere che ancora non possiede, ma sfiora anche il raddoppio. Piace per applicazione, quanto a cattiveria e concretezza c'è ancora parecchio da lavorare.
NOVARETTI 9-Indiavolato. Spazza una quantità abnorme di palloni. Propone una chiusura da mostrare nelle scuole calcio sull'inserimento con cross di Abate. Detta a gran voce movimenti e posizioni ai compagni. Risolve oltre ogni previsione un'emergenza tipo Cavanda nel derby, ma con un intero tempo da giocare. Non sembra vero.
BASTA 7-Meno lineare di Konko nel tenere la corsia di competenza, aiuta anche al centro e dà il meglio in appoggio: sarà un caso, ma col suo ingresso la Lazio riguadagna campo. Spezzone di buon livello.
PEREIRINHA 6-Nel finale, utile soprattutto per perdere qualche secondo.
PIOLI 8.5-Media fra il 10 per la gestione del gruppo nel suo insieme e il 5 per la fase realizzativa.
Con un punto in più per il secondo tempo, dove una formazione da calcio bailado dimostra anche di saper soffrire continuando al tempo stesso a ragionare.
Cambiano uomini, moduli e numero di giocatori, ma la sua Lazio si conferma squadra che gioca a memoria e con una precisa identità.
Rimane il fatto che, non fosse per un emulo del Beato Lanna, tanta meraviglia produrrebbe poco o nulla sottorete.
Lavorare su questo aspetto, pena il rischio che il suo capolavoro rimanga senza firma.
[Modificato da Er Matador 28/01/2015 01:27]