00 25/01/2015 06:38
MARCHETTI 5.5-Copre malissimo lo specchio della porta su Menez, defilato e contrastato da un avversario. Anche l’uscita che per poco non gli costa la testa non sembra una scelta felicissima. Pesce fuor d’acqua in una squadra bellissima.
BASTA 6-Commette un errore clamoroso ma disputa una buona gara, oppure disputa una buona gara ma commette un errore clamoroso? Se si vuole crescere, vale la seconda valutazione: a certi livelli, regali del genere difficilmente vengono restituiti.
DE VRIJ 7-La sicurezza di chi gioca gare importanti col piglio dell’ordinaria amministrazione. Esce per infortunio, e l’evento comincia a ripetersi con una frequenza preoccupante.
CANA 7-Con parecchia attenzione, forse si riesce a rintracciare uno svarione nei suoi novanta minuti. Mai a questi livelli per convinzione ed efficacia.
RADU 6.5-A parte il rigore scandalosamente negato, si ritrova soprattutto a garantire copertura dalla sua parte e quindi a giocare una gara congeniale alle sue caratteristiche. Sempre sul pezzo.
PAROLO 9-Per uno considerato di pura quantità, innanzitutto da chi scrive, chiudere da solo una voragine sul fronte offensivo rappresenta uno spunto da campione. Primo gol favorito da una difesa statuaria, ma anche da un’esecuzione tanto spettacolare quanto difficile e realizzata col piede sbagliato. Secondo più semplice: ma lui in seconda battuta c’era, altri no. Particolare di rilievo: dopo un gol per lui epocale, comprende che la squadra è lanciata in corsa di sorpasso e, anziché scattarsi i selfie alla fava, guadagna immediatamente la metacampo col pallone sottobraccio. Sarà un caso, ma da lì a poco arriva il 2-1. Uomini e no (cit.). Oppure uomini e calciatori veri vs personaggi di un reality.
BIGLIA 8-Per una squadra che gioca così, il miglior regista del mondo: Xavi e Thiago Alcantara cerchino fortuna altrove. Sempre meglio anche in interdizione.
CATALDI 7.5-Cosa significa avere come intermedio un altro elemento di qualità? Parecchio, e non solo per l’apertura che prepara il 3-1. Ragazzo da irrobustire sotto tutti i profili: la stoffa, innanzitutto nella testa, sembra esserci.
CANDREVA 7-Più applicazione del solito e i risultati non mancano, sia pure fra parecchie approssimazioni. In questa Lazio in crescita non è più il centro del mondo, e per lui non sarà facile abituarsi.
KLOSE 6.5-Dio muore e poi risorge. Dopo il brutto controllo su Diego López e l’incredibile errore di testa a un passo dal portiere iberico, si ha la sensazione che rimanga solo da decidere chi invitare per la partita d’addio. Nel secondo tempo inverte la tendenza, grazie a un assist col contagiri e un gol di rapina concluso in maniera meno banale di quanto possa apparire. A conti fatti, decisivo.
MAURI 8-Bravo come non mai a distribuire le energie nell’arco della gara, fa impazzire gli avversari prima sul piano tecnico poi su quello nervoso. Almeno un rigore che solo il vizio di famiglia del direttore di gara riesce a ignorare. Avesse potuto contare su questa testa da giovane, giocherebbe da anni in un club di prima fascia.
ĐORĐEVIĆ s.v.-In bocca al lupo per l’infortunio da oasi della sfiga: ma il liscio su quel pallone era da scomunica.
MAURICIO 6.5-Contro un avversario che ha poco da dire, ma entra in campo con l’atteggiamento giusto. Ad maiora.
KEITA s.v.-Uno spezzone di gara in cui non ha modo di incidere.

PIOLI 9-Squadra bella ma poco concreta nel primo tempo, che rimedia ampiamente nella ripresa: sia pure con una doppietta di Parolo, situazione non proprio abituale.
Piace più di tutto la crescita sul piano mentale: di fronte a provocazioni in serie da parte di arbitro e avversari, nonché a un gol balordo, i ragazzi rimangono in partita, si concentrano sulle proprie qualità e le mettono a frutto.
Sotto il profilo della personalità, della convinzione e della tenuta psicologica, una vittoria da grande.
Avanti così.