00 28/10/2015 08:17
Re: Re:
Mark Lenders (ML), 27/10/2015 14:32:



Io, mi dispiace, la fiducia cieca negli allenatori non ce l'ho. Sono sicuramente un gran presuntuoso, ma credo solo a quel che vedo io e finora di Morrison non ho visto nulla.
L'allenatore campione d'Italia, quattordicesimo in classifica e con una squadra incapace di segnare, si ostinava a tenere fuori Dybala. Tanto per dire.
E del nostro ho sempre trovato discutibilissima la gestione di Keita, per lo meno. Non è questione di essere matti, bensì di avere delle fisse o di essere poco coraggiosi.
Da un lato posso pure capirli, questi se perdono tre partite di fila vanno a casa e mettere la propria carriera nelle mani di 'sti bimbiminkia è una specie di roulette russa.
Però nella vita chi non risica non rosica. Nella vita c'è chi cerca di "far bene" e chi prova a vincere. Pioli finora in vita sua al massimo ha fatto bene.


Sostanzialmente d'accordo: anche perché Pioli non appare immune da pallini, soprattutto in negativo, o quantomeno da "ritardi" nell'assimilare un giocatore.
Onazi, per dire, avrà i suoi limiti ma è rimasta per lungo tempo la sensazione di una certa riluttanza nell'utilizzarlo.
Posto che l'assurdo nella vicenda Morrison mi sembra l'aver bocciato di fatto un giocatore senza una prova su strada degna di tale nome, il concetto fondamentale l'ha centrato a mio avviso Wasicu su BC.org: sapevamo chi fosse anche prima di acquistarlo.
Morrison non è infatti il classico acquisto da cestone, bensì un rischio calcolato nel tentativo di acquisire qualità tecniche i cui possessori risultano per solito economicamente inaccessibili.
Anziché scommettere su giocatori dalla dubbia tenuta o a fine carriera, si è puntato sul carattere non facile come calmiere per il prezzo d'acquisto, creando una situazione in cui la riuscita dell'operazione avrebbe aggiunto parecchio e il suo fallimento tolto quasi nulla.
Sin qui tutto bene, peccato ci si sia fermati lì.
Sì, perché la gestione di un simile elemento dev'essere individualizzata e per così dire maieutica, finalizzata a tirare fuori tutto quanto di positivo - in termini di motivazioni, innanzitutto - vi sia in lui.
Senza sfasciare il gruppo concendendogli qualsiasi deroga alle regole vigenti, ma senza trattarlo come un giocatore "normale".
Se si pretende di ottenerne qualcosa mandandolo semplicemente dietro la lavagna quando batte la fiacca o indispone coi suoi atteggiamenti, cosa che immagino accada sovente, si è sbagliato a puntare su questo tipo di giocatore.
Non è escluso che Pioli abbia tentato in tutti i modi di coinvolgerlo, ottenendo risultati zaratiani.
O che il suo modo di stare in campo, troppo passivo in fase di non possesso palla, risulti incompatibile con le idee di fondo del tecnico.
Ma che la soluzione della vicenda, quale essa sia, passi per ingressi sul terreno di gioco al 91' o giù di lì lascia perplessità difficilmente dissipabili sulla sua gestione complessiva.