ℬaruch, 03/09/2014 10:16:
Sempre a proposito di giochi tattici, questa Lazio sarebbe buona anche per il 3-3-3-1 di Bielsa. Speriamo non lo legga Pioli, anche se a me a San Siro ogni tanto sembrava di vedere proprio questo schieramento (anche con l’ingresso di Mauri abbiamo fatto qualcosa di diverso dal 4-3-3, ma già con Parolo-Lulic mezzali avevamo molto un’alternanza centrale sulla trequarti)
MARCHETTI
DE VRIJ CANA RADU
BASTA BIGLIA LULIC
CANDREVA PAROLO KEITA
DJORDJEVIC
Chi mi hai nominato, Baruch: la mia squadra preferita, da un punto di vista tattico, negli ultimi dieci anni abbondanti.
Un collettivo straripante di qualità e sulla carta sbilanciatissimo, che riusciva invece a coprire il campo in maniera uniforme e a concedere pochissimi tiri in porta.
Ecco la formazione capace di rifilarci tre gol, prima che lo stesso Bielsa comunicasse un plateale "basta!" ai propri giocatori:
Lux; Coloccini (24’ st Medina), Ayala, Heinze; Luis Gonzalez, Mascherano, Kily Gonzalez (38’ st Mariano Gonzalez); Rosales, D’Alessandro, Delgado (9’ st Rodriguez); Tevez
Come noterai, l'equilibrio nella zona centrale era delegato a un interditore e a un trequartista creativo: quindi Ledesma nel terzetto davanti alla difesa e Biglia - ma forse direttamente FA - sulla sua verticale.
Siccome siamo scienza, non fantascienza - e, soprattutto, non abbiamo l'organizzazione a medio termine per varare un progetto del genere -, torniamo ai più caserecci moduli con la difesa a tre.
Sui quali, con specifico riferimento al 3-4-3, incombe un'altra ipoteca.
Tale modulo prevede infatti la trasformazione di fatto in 5-4-1 nella fase difensiva: e quindi il pesante lavoro in copertura dei due esterni, pressoché indispensabile a qualsiasi tridente nel calcio di oggi.
Ripensiamo ai Candreva e Keita di San Siro: davvero ci aspettiamo qualcosa del genere da loro?
Più in generale: troppi nostri giocatori tendono ad esprimersi a sprazzi, a firmare la prestazione con singoli momenti di alto livello più che con novanta minuti di intensità e applicazione.
Il che, più ancora delle tante incognite tattiche, rende difficilmente praticabili moduli - a partire da quelli col tridente offensivo - basati sulla continua aggressione degli spazi, degli avversari, della partita.
Terza incognita, dopo quella di cui sopra e il già citato problema dell'esterno sinistro.
Da anni ci ostiniamo a giocare a una punta: modulo tatticamente stimolante, ma che prevede tutta una serie di requisiti.
No, non il fenomeno davanti che fa tutto da solo: quello può bastare nel calciobalilla di Reja.
Nel calcio moderno servono altre due caratteristiche per rimediare alla scarsa densità offensiva: elementi in grado di inserirsi da dietro per finalizzare; organizzazione ferrea affinché in sede conclusiva, e in generale oltre la linea della palla, si trovi un numero sufficiente di giocatori.
Esiste qualcosa di più lontano dalla Lazio del presente, e purtroppo non ancora concluso, ciclo?
Tutto questo per dire che, secondo me, si deve virare verso un attacco a due punte con Keita
vicino a Đorđević.
L'altro passaggio fondamentale riguarda l'elemento che appare sì l'erede di Ledesma, ma come ipoteca sull'assetto della squadra: Lucas Biglia.
Pur apprezzandone le doti tecniche e di visione di gioco, comincio a temere che la sua passività nei confronti della gara e del suo andamento gli impedirà di esprimerle a fondo.
Credo ci si debba rassegnare a una sorta di Liverani biondo che, a differenza dell'originale, necessita di uno solo fra Giovanni Tedesco e Baiocco al proprio fianco.
Così ha evidenziato anche il Mondiale, dove le sue ottime prestazioni sono dipese dal tandem con un interditore in stato di grazia, in quel caso Mascherano.
Per metterlo in queste condizioni, la soluzione più immediata consiste nella ricostruzione della coppia scoppiata con Ledesma.
In quale modulo? Le ipotesi si riducono a due:
1) il 3-5-2
Berisha
de Vrij Cana Radu
Basta Biglia Ledesma Parolo Lulić
Đorđević Keita
Tale schieramento avrebbe il torto di marginalizzare tatticamente Candreva: a meno che non si ritenga opportuno lasciarlo fuori per consentirgli di deporre le piume di struzzo da primadonna
2) Il 4-4-2, avendo però cura di sfalsare leggermente la linea, con Patagonia più vicino alla difesa e l'ex Anderlecht libero di accompagnare la manovra.
Qualcosa del genere
Berisha
Basta de Vrij Gentiletti Radu
Ledesma
Candreva Biglia Lulić
Đorđević Keita
che porterebbe, oltre alla collocazione di Biglia, una serie di benefici:
- la rottura della simmetria Candreva-Keita, tatticamente insostenibile se i due non contribuiscono alla fase difensiva
- l'avvicinamento alla porta dell'ex Barça, che lo aiuterebbe a canalizzare risorse e movimenti laddove il ruolo di esterno sembra accentuarne la dispersività
- un ruolo definito per FA come alternativa allo stesso Keita, in una posizione e con mansioni teoricamente a lui congeniali
non mancano, per completezza, i contro:
- l'assenza di un esterno sinistro di ruolo, a meno di non riciclare Pereirinha - il quale, infortuni permettendo, sembra entrato nelle grazie del tecnico - in alternativa al buon Senad
- il rischio di non rifornire a sufficienza il nuovo centravanti, che sui cross sembra determinato a farsi largo
- i pochi spazi a disposizione per i centrocampisti: Onazi può benissimo dare il cambio a Ledesma come interditore e legante di metacampo, ma inserire i vari Parolo e Cataldi diventa complicato
al momento, considerando i "buchi" nel 3-4-3/3-5-2 (l'esterno sinistro, ruolo per il quale Lulić mi sembra improponibile) e nel 4-2-3-1 (Biglia davanti alla difesa basta per parlare d'altro), vale la pena di tentare.
Drenai71, 03/09/2014 09:33:
E' vero che lulic alla lazio ha fatto vedere buone cose solo da interno, ma per onestà bisogna pure dire che da esterno a 5 non l'abbiamo mai visto. e nemmeno da esterno vero di centrocampo. che sono i ruoli "simili" a quello che dovrebbe fare in un 343.
da noi lo ha fatto (mediamente in modo mediocre) solo nel tridente di attacco e da terzino a 4 in difesa.
Credo sia opportuna una precisazione: l'esterno sinistro di centrocampo con una difesa a tre è sì meno sollecitato nelle diagonali rispetto al "collega" impegnato in una linea a quattro, ma deve comunque difendere.
Cito il caso direttamente comparabile a quello di Senad: Kwadwo Asamoah.
All'Udinese giocava da interno di un centrocampo a cinque pronto a sovrapporre sulla fascia, con Isla a replicare le stesse movenze dall'altra parte: e in tale doppia posizione risultava, insieme al cileno, determinante per le superiorità numeriche.
Spostato da Conte nella posizione di quinto di sinistra, ha offerto un disciplnato apporto in fase offensiva, dimostrando però tutte le difficoltà del caso quando si trattava di difendere: più o meno le stesse, per rimanere in bianconero, incontrate da Zambrotta agli inizi della seconda carriera come terzino.
Proviamo a immaginare il bosniaco nella stessa situazione: a me vengono i brividi...
[Modificato da Er Matador 04/09/2014 01:51]