00 02/09/2014 04:41
Re: Re:
Mark Lenders (ML), 01/09/2014 01:30:




Ok, abbiamo svelato l'arcano.
La grande differenza di reazione emotiva e di giudizio tecnico corrispondono alla diversa pesatura del Milan.
Io condivido tutte le belle parole su Inzaghi, che fra l'altro oggi ha iniziato a far vedere le sue qualità. Credo altresì che la sua promozione (insieme all'acquisto di Diego Lopez) sia stata l'unica mossa azzeccata da una società alla deriva, che ha messo insieme una rosa senza né capo né coda.


Arcano svelato, confermo.
Non escludo che, considerando il livello tecnico ed etico del torneo, il pronostico di TD sul "campionatone" dei rossoneri possa riverlarsi azzeccato.
Se però li si valuta sul piano tecnico, ne esce un giudizio molto diverso.
Diego López ha parato assai bene al Real: non sarà un fenomeno, ma ha retto l'incalcolabile pressione derivante dal ruolo di arma del delitto nella liquidazione di Casillas, e questo documenta una personalità notevole.
Inzaghi ha restituito nerbo e compattezza a un gruppo allo sbando: le note positive, per me finiscono qui.
I centrali vanteranno un minimo di esperienza internazionale, ma in velocità - perlomeno se si è in grado di affrontarli su quel terreno - non mi sembrano superiori a Cana e Ciani.
Abate e Bonera formano una coppia di terzini che il Cittadella rifiuterebbe spiegando "noi giochiamo a calcio".
Cesena ed Empoli hanno a centrocampo almeno un giocatore in grado di fare tre palleggi: il Milan, con Poli, De Jong e Muntari, no.
In attacco schieravano un finto giocatore, più che un finto centravanti (Ménez), un giapponese lento e rotto in difficili rapporti col calcio italiano (Honda) e un potenziale buon giocatore reduce da due anni di nulla (El Shaarawy).
Ma l'aspetto più impressionante è stato il loro modo di giocare: mucchio davanti al portiere e lancioni verso un paio di elementi rapidi.
L'ho definito un Verona di Mandorlini più scarso, ma in realtà è dai tempi della xxxx di Carlos Bianchi che non assistevo a un calcio così inarticolato e rozzamente elementare.
Ebbene, a una formazione che nel campionato italiano di inizio millennio sarebbe andata in B con qualche mese d'anticipo - retrocesse il Verona di Camoranesi, Mutu e Gilardino, non dimentichiamolo - tanto è bastato per giocare al gatto col topo.
Il che getta nell'angoscia, per due motivi.
Primo: se le piccole capiscono che possono farci del male con quell'atteggiamento tattico, prepariamoci o a una marcata correzione di rotta o a imbarcate in serie.
Per capirci: dopo la sosta preferirei affrontare una grande, che almeno tenta di giocare, anziché il coriaceo e ultra-catenacciaro Cesena.
Secondo: l'immagine che ha accompagnato il mio dopo partita è quella di E. Filippini mentre, schierato fuori ruolo come terzino sinistro nel derby del 6 gennaio, accoglie totty con un paio di entrate chiarificatrici.
Avete capito bene: per ritrovare una Lazio con un po' di sangue nelle vene, devo riandare a quella di Papadopulo.
E per ritrovare un po' di sangue nelle vene in questa Lazio devo scomodare Cana, rendiamoci conto.
Più di qualsiasi considerazione su mercato e dintorni, è proprio questa mancanza di personalità ad aver superato ogni limite.