Addio Aldo Donati

Un saluto a tutti i "biancocelesti" che sono qui (o anche qui). Il mio primo post lo voglio dedicare al grande Aldo Donati, scomparso oggi e che lascia, per quanto mi riguarda, un grande ricordo. Di anni felici, col suo inno che, già conosciuto, si è fatto strada con grande forza negli anni '90 in Curva, quando stava nascendo la Lazio dei nostri sogni. E soprattutto, è legato ai miei primi anni in Curva Nord che, si sa, sono quelli che non si scordano più. Grande Aldo Donati.

Il suo per me rimane il vero e unico inno. Una delle poche cose esterne al rettangolo verde che allo stadio riuscivaa coinvolgermi. Questa notizia mi ha fatto male.

Un saluto ad Aldo, che ha smesso di soffrire. Si sapeva che era molto complicato il suo recupero ma ognuno di noi coltivava la speranza.
Una morte davvero prematura. 62 anni, vissuti davvero.

Il suo inno rimane, dopo quello di Lenni, il mio preferito. Sicuramente il mio preferito da cantare allo stadio. Sembrava veramente "progettato" per essere un inno da stadio, molto più degli altri. Inarrivabile.

Giornata terribile, quella di ieri, visto che poche ore dopo è morto anche il figlio di Agostinelli. Che tra parentesi ricordo benissimo perché andava a scuola con mio fratello.
Di Aldo Donati ricordo soprattutto il periodo in cui ancora ascoltavo De Angelis, il suo "belli de casa" è ancora un tormentone. A differenza di tanti altri non impazzisco per "So' già du' ore", mentre godevo a cantare "in cima ar monno c'è la Lazio mia" quando in cima al mondo ci stavamo sul serio. Era un grande laziale. Peccato che se ne sia andato senza più riprendersi, senza un saluto.