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Altri sport

Ultimo Aggiornamento: 18/11/2015 12:59
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17/09/2015 13:46
 
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Mark Lenders (ML), 15/09/2015 23:32:

Lancio un ultimatum: sezione "Altri Sport" entro 48 ore o mando in vacca la discussione sullo staff medico col più roboante degli OT [SM=g27987]



ReflexBlue74, 15/09/2015 17:27:

Nella quale mi abbandonerei alla nostalgia più sfrenata. Il rovescio del "gatto" Mecir, il colpo sotto di Noah, l'uscita dal servizio di Edberg, talenti inespressi di Leconte e Korda, le acrobazie del pirata Pat Cash, il quarto set di Canè-Lendl con il 5-3 a un passo... La verità è che ormai seguo pochissimo anche il tennis. A parte il fenomeno è tutta robbetta.
Anche l'NBA non mi appassiona più.



ℬaruch, 16/09/2015 15:46:

Dici che la “reggeremmo” una sezione altri sport? Se sì la creo, altrimenti a me piacciono sempre tantissimi gli OT di questo forum [SM=g27987]



Mark Lenders (ML), 16/09/2015 16:11:


Se pensi che non faccia troppo "disordine" potremmo anche optare per una soluzione intermedia, tipo un singolo topic Altri sport creato magari in Calcio...



Ecco qua, allora.
La inauguro rispondendo a RB e lo faccio copiaincollando una roba che avevo scritto qualche giorno fa a Baruch e Cuchillo su Whatsapp. Quest'ultimo si domandava come facessi a tifare per Federer e Rossi, due che nei loro rispettivi sport sono altrettanti mostri sacri. In effetti potrebbero sembrare preferenze da juventino, ai laziali di solito non piace vincere facile tifando per i più forti...

Vi dovevo una doppia spiegazione su Federer e Valentino Rossi. Non sarò breve e comincio da Federer, che è il primo (e secondo me potrebbe essere l'ultimo) tennista di genio senza sregolatezza che io abbia mai tifato. Prima di lui c'erano stati l'immancabile McEnroe, il "Gattone" Mecir, Henri "Riton" Leconte, il nostro Paolino "Neuro" Canè e "Cavallo Pazzo" Ivanisevic, per dirli con Gianni Clerici. Il tennis, ancora 30 o 20 anni fa, era uno sport più bello perché la palla viaggiava più piano e questo consentiva una differenza di stili che oggi si è quasi del tutto perduta. Di quelli che ho nominato solo McEnroe e Leconte si somigliavano (entrambi erano mancini e dediti al serve and volley, lo dico per Fabrizio che magari conosce meno il gioco), laddove Mecir era un serafico guru del gioco in contropiede, Canè un Fognini ante litteram sia per l'indubbia qualità del braccio che per la verve iconoclasta, e Ivanisevic un ibrido incastrato tra due epoche, già dentro a un tennis per soli bombardieri ma ancora dotato di un carisma che quasi tutti i contemporanei si sognano. Nessuno di questi - a parte il divino Mac che comunque io ho vissuto nella parabola discendente della carriera - è stato un numero uno del mondo. Erano, ognuno a modo suo, degli irregolari. Non dei Messi, non dei Cristiani Ronaldi, semmai dei Gascoigne o dei Morfeo, sempre per venire incontro a Fabrizio. Se poi a un certo punto ho scelto Federer è stato essenzialmente per colpa di ciò che il tennis è diventato.
Tra l'ultimo acuto di Ivanisevic, capace di chiudere la carriera vincendo finalmente Wimbledon nel 2001, e il primo di Federer (che arriva sempre sui prati londinesi) ci sono solo due anni, ma in realtà io non m'innamoro di lui immediatamente. Innanzitutto perché il primo Federer - oltre a non essere il mio tipo nel senso sopra descritto - non era nemmeno elegante come quello attuale, e non parlo solo del gioco. E secondo perché quelli furono anche gli anni del passaggio del tennis dalla tv in chiaro a quella criptata. Noi abbiamo avuto un'adolescenza meravigliosa, sotto questo punto di vista: vedevamo tutto gratis, ci siamo fatti delle scorpacciate di sport che adesso si possono permettere solo i figli di papà con Sky in salotto. A casa abbiamo avuto TelePiù per qualche anno ma poi, proprio tra l'ultimo Ivanisevic e il primo Federer, tra l'ultima Telepiù e la prima Sky, smettemmo di rinnovare perché io avevo preso l'abitudine di andare a vedere le partite al pub, come si usava in quei primi anni del nuovo millennio. E quindi per qualche anno ho smesso letteralmente di guardare il tennis. Quando l'ho ritrovato, e parliamo almeno del 2006, tutto era molto diverso. La differenza di stili era stata già quasi del tutto annullata dal progresso atletico e tecnologico, e dopo un periodo abbastanza povero di talenti (a parte il giovine Federer) si era ormai affermato il coattissimo Nadal che con chioma ancora fluente e bicipiti esposti alla Mark Lenders duellava per il trono di numero uno proprio con lo svizzero. E stato allora che ho iniziato a tifare per Roger. Prima poteva esserci stata al massimo stima, ammirazione. Non mi spingerei nemmeno fino a definirla simpatia. Ma poi, di fronte alla barbara sguaiataggine dello spagnolo, fu inevitabile prendere le parti di quello che anno dopo anno (complice un'abile strategia di marketing della Nike) incarnava sempre di più la classicità del gioco e lo stile di epoche passate. Federer e Nadal sono stati come Coppi e Bartali, era impossibile non schierarsi. Per molti anni si sono spartiti tutto quel che c'era da vincere, la loro rivalità è diventata leggendaria. Io posso dire di essere salito sul carro di Basilea in odio al truzzo di Manacor, dopodiché non sono più sceso. E oggi che Ruggero non è più il numero uno, perché contro il robot Djokovic i suoi 34 anni suonati si fanno sentire soprattutto quando c'è da giocare 3 su 5, mi sento ancora più a mio agio perché l'epoca delle vittorie facili, quelle da tifosi del Barcellona per intenderci, è bella che svanita. Oggi ogni torneo vinto è un brandello di purezza strappato all'età che avanza e alle nuove legioni di soldatini tutti uguali: servizio a 200 km/h, rovescio a due mani, top spin di default e scarpe fosforescenti.
Con Valentino Rossi c'è una grossa differenza e un grosso punto in comune. La differenza è che delle motociclette (così come delle Formula Uno) non me ne è mai fregato una ceppa, mentre il tennis l'ho sempre giocato e sempre seguito molto. Il punto in comune è che anche lui l'ho scelto per reazione, e in questo caso per reazione a Max Biaggi. Che ovviamente mi stava sul cazzo in quanto romanista. Quando lo sconosciutissimo Valentino (un bimbetto con dei capelli talmente improbabili da sembrare una femmina) ebbe l'ardire di sfotterlo in Eurovisione la scintilla scoccò immediatamente. Come si direbbe nel Vangelo "in quel tempo" Biaggi frequentava Naomi Campbell, nel senso che ci avrà preso si e no un paio di caffè e però lasciava intendere che chissà cosa ci fosse sotto. E il Rossi pischello, che già non lo sopportava, dopo una delle sue primissime vittorie fece il giro d'onore caricando sulla moto una bambola gonfiabile dal nome perculeggiante: "Claudia Skiffer". Da allora iniziai a guardare le gare e a tifare per questo ragazzino divertente che ogni volta inventava un festeggiamento diverso, che prese a vincere gare e titoli mondiali nelle categorie minori fino a raggiungere Biaggi in 500 e a suonarlo per le feste con tanto di gestacci durante i soprassi, scazzottate nel dopogara e tutto un repertorio politicamente scorretto che allora usava ancora nel mondo delle corse e che oggi si sta sempre più perdendo.
Se Federer è differente dagli altri giocatori perché è stato capace di adeguarsi alla velocità del gioco attuale senza perdere la classicità del gesto tecnico, e quindi perché permette al passato di sopravvivere nel presente, il Valentino Rossi di 15-20 anni fa ha letteralmente preso in mano il motociclismo per scagliarlo nel futuro. La sua rivoluzione è stata mediatica, nel senso sopra accennato, perché tutte le sue celebrazioni e tutte le sue polemiche sono sempre state concepite ad uso e consumo delle telecamere, ma anche tecnica. Non ne capisco abbastanza di motori e di guida per disquisire da tecnico, la mia è una semplice osservazione da telespettatore. Io dico che Rossi è diverso perché più di tutti è un agonista, uno che si esalta nel corpo a corpo, vale a dire nei sorpassi. Che sono quanto di più televisivo possa esistere nel mondo dei motori come sanno bene tutti quelli che dopo pranzo si addormentano davanti alla Formula Uno. Se ci aggiungiamo che il suo punto debole sono sempre state le qualifiche e che per molti anni non ha avuto rivali alla sua altezza, possiamo dire che Rossi ha costruito il suo mito in tante stagioni piene di vittorie in rimonta, di gare in cui partiva dietro e poi saltava gli avversari come birilli in un crescendo di emozioni. Tutt'altro che secondaria, per il raggiungimento di fasce di pubblico poco avvezze al motociclismo, la narrazione di Guido Meda: un binomio ancora più indissolubile del Tomba-Gattai di dieci anni prima. Insomma, oltre a essere stato per un paio di lustri il più forte di tutti Valentino è sempre stato ed è tuttora il pilota più divertente e più comunicativo. Prova ne sia il fatto che è tifatissimo ovunque, che la sua non è (solo) gloria italiota e nazionalpopolare. Perfino in Spagna, patria di Marquez e Lorenzo, in tantissimi tifano per il nostro. Che è uno di quegli uomini speciali a 360°, e te ne accorgi subito quando lo senti parlare nelle interviste. Dico quelle lunghe, non quelle a caldo dopo le gare. Lì ti dà proprio la sensazione di uno con un grandissmo talento per la vita, prima ancora che per un'attività specifica, e che quindi avrebbe avuto successo facendo qualsiasi altra cosa. Una personalità luminosa, carismatica, naturale. E pure lui, a 36 anni, in una fase della carriera in cui non è più il numero uno e però non si rassegna, continua a pescare a piene mani nel suo talento per fare la guerra agli squali più giovani. Come Federer con Djokovic.


Aggiungo una postilla per replicare a quel "a parte il fenomeno è tutta robbetta", che non mi trova d'accordo. Parliamo di tennis, ovviamente, e il fenomeno è Federer.
Bene, io credo che una cosa sia l'estetica, in effetti alquanto carente in quest'epoca di botte tremende, e un'altra il livello tecnico. La mia opinione è che in questo momento il livello tecnico tel tennis maschile sia altissimo, se non il più alto di sempre almeno il più alto dagli anni '80 a questa parte. E la necessità di tirare fortissimo, l'impossibilità quasi fisica di andare a rete (a meno che non ti chiami Federer, che comunque ha scoperto il serve and volley solo da quando lavora con Edberg, ossia da meno di due anni) finiscono quasi per nascondere la sensibilità di tocco di tennisti che passeranno alla storia come picchiatori e che invece hanno anche tanta qualità nel braccio. L'esempio sommo per me è Nadal, attualmente in declino atletico e per due lustri considerato dai più un probabile dopato, uno capace solo di correre e uncinare palline coi suoi antiestetici colpi in top-spin. Ma questo dipende dalla sua impostazione, non dalla sua predisposizione. E' come la Juve di Trapattoni che pur avendo 9 nazionali più Platini e Boniek faceva catenaccio: era una scelta, non una necessità. Nadal ha scelto di giocare un tennis brutto e redditizio, ma quando poi gli capita di giocare una palla corta o una volèe scopri che c'è molto altro sotto la scorza del podista, c'è una padronanza tecnica che non sarà quella di Federer ma è comunque al livello di molti grandi del passato. E quasi lo stesso direi di Djokovic (in valore assoluto il terzo dei tre, secondo la mia opinione) e pure di Murray (indiscutibilmente il quarto dei quattro). E non è un discorso che vale solo per i top ten. Ci sono tantissimi splendidi giocatori in quest'epoca, che ci regalerebbero molto più spettacolo se solo fossero disarmati delle loro prime di servizio da 200 km/h. Il rovescio a una mano di Wawrinka è uno dei più perfetti che io abbia mai visto e quello di Gasquet gli tiene testa, Nishikori è davvero un Chang 2.0, l'austriaco Dominic Thiem (che mi vanto di aver segnalato in tempi non sospetti) gioca un tennis pulitissimo, molto classico, il nostro Fognini se solo avesse una battuta all'altezza potrebbe giocarsela coi migliori perché tocca la palla come pochi, Dolgopolov e Paire in giornata sono uno spettacolo, Monfils mi sta sulle palle ma non posso negare che abbia sprazzi da campione, Kohlshreiber e Feliciano Lopez sono due magnifici perdenti, Dustin Brown è tanto folkloristico quanto divertente... E poi c'è un esercito di robot che comunque, nella loro monotonia, sono molto forti. Tutti sono grandi atleti, ormai. Tutti giocano su percentuali molto alte. E Federer è giustappunto un fenomeno non solo perché gioca in un'altra maniera, ma perché a 34 anni suonati riesce a essere ancora, e comodamente, il numero 2 del mondo in un tennis di livello altissimo.
La stessa cosa, ad esempio, non posso dirla del tennis femminile. Dove c'è una dominatrice che fa una corsa a sè solo grazie alla potenza, ma che secondo me gioca a tennis abbastanza male, e dietro di lei il vuoto. Serena Williams, con tutti i suoi 20 (o 21?) major non meriterebbe di essere nominata insieme alla Navratilova o alla Graf, o alla Seles, o alla stessa Hingis neppure se avesse centrato il Grand Slam. Casomai ne ha più diritto sua sorella Venus, che se parliamo di tennis le era chiaramente superiore. E il fatto che le nostre Schiavone e Pennetta vincano a Parigi e a New York è tanto entusiasmante quanto frutto di un livello medio francamente basso. Se una che serve come la Errani riesce ad arrivare a semifinali e finali di Slam significa che in giro non c'è moltissimo, tra le donne.
PS: Poi una volta parliamo di Camila Giorgi, una ferita aperta e sanguinante al centro del mio cuore.
[Modificato da Mark Lenders (ML) 17/09/2015 13:48]

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Post: 1.597
17/09/2015 13:57
 
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t'ha dato il due di picche?

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Post: 2.725
17/09/2015 14:05
 
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Eh eh...
No, basta il suo tennis per farmi sanguinare. Ma la mia teoria è che il suo tennis sia frutto di un'infelicità. La ragazza è chiaramente triste e fuori di sè, nel senso che va in campo senz'anima. Prima ancora che essere il suo fidanzato mi piacerebbe essere il suo psicologo, giuro.

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Post: 1.597
17/09/2015 14:07
 
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parlando seriamente, anche io ho praticamente smesso di seguire il tennis quando è scomparso dai teleschermi, ma a differenza tua non ho piu ripreso le vecchie abitudini.
adesso quando mi capita di seguire qualcosa (grazie a eurosport) la prima cosa che penso è che bisognerebbe alzare la rete di qualche centimetro.
d'altronde l'altezza media dei tennisti si è alzata enormemente ed è ormai incompatibile con una rete pensata 100 e passa anni fa. aggiungiamoci metodi moderni di allenamento e materiali, e si ottengono dei bracci-bazooka che rendono impossibile di fatto giocare un tennis esteticamente accettabile.

bella l'idea di questa sezione.

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Post: 321
17/09/2015 14:39
 
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Re:
Drenai71, 17/09/2015 14:07:

...la prima cosa che penso è che bisognerebbe alzare la rete di qualche centimetro. d'altronde l'altezza media dei tennisti si è alzata enormemente ed è ormai incompatibile con una rete pensata 100 e passa anni fa. aggiungiamoci metodi moderni di allenamento e materiali, e si ottengono dei bracci-bazooka che rendono impossibile di fatto giocare un tennis esteticamente accettabile. 


E certo! E chi mi rimette a posto il rovescio bimane, che ho imparato da piccolo, e che parte dalla mia altezza non ragguardevole di 1.77, se mi alzi la rete?
[Modificato da alenboksic71 17/09/2015 14:41]

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Post: 2.878
17/09/2015 15:09
 
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Incollo quella che era stata la mia risposta:

Il mio percorso con federer è stato leggermente diverso (c'entra anche la mia svizzerosità) ma la passione per la sua missione agonistica è simile. Non mi sta particolarmente simpatico, anzi, eppure il suo stile di gioco è un'ispirazione per la vita, come lo è il pensiero di Spinoza o quello di Werner Herzog: Federer occupa gli spazi al di fuori del risultato sportivo, la "conquista dell'inutile", per dirla sempre con Herzog. Non rappresenta il tennis del futuro perché il suo non è un tennis conveniente, a meno che tu non sia Roger Federer. Ma io, che non frequento più i circoli dagli anni 90, immagino e spero che il seme stia da lungo tempo germinando, e che maestri e ragazzi di tutto il mondo stiano inconsapevolmente preparando una rivoluzione artistica che un giorno magari porterà anche a un nuovo Federer e a nuovi standard

Agli appassionati di altre discipline chiedo: ci sono, e chi sono, i “Federer” degli altri sport?

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Post: 321
17/09/2015 15:21
 
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Un mix di classe, tecnica, potenza, coordinazione, freddezza, fantasia? E dove lo trovi? Una mission impossible.
Cristiano Ronaldo (ma troppo "spettacolo" in piu'), Lebron James (ma atletismo soprannaturale su quel fisico), Stephen Curry. l'MVP NBA di quest'anno (piccolo come un bambino ma agonisticamente feroce)...to be continued...

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Post: 1.588
17/09/2015 15:25
 
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Re:
ℬaruch, 17/09/2015 15:09:

Agli appassionati di altre discipline chiedo: ci sono, e chi sono, i “Federer” degli altri sport?



Forse Andrea Pirlo e Steve Nash. Due ex, o quasi.
[Modificato da ReflexBlue74 17/09/2015 15:27]

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Post: 2.878
17/09/2015 15:33
 
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Su Pirlo concordo. Però il calciatore che più accosto a Federer è Ibra. Per una caratteristica: immaginare il colpo laddove nessun altro lo immagina. Ed eseguirlo. E’ una caratteristica che non accomunerei alla fantasia, che è varietà, ed è terrena. Quest’altra è creazione, arte sportiva ispirata e ispirante

Di basket ci capisco nulla, neanche sui ruoli credo di saper dare una giusta definizione. Servirebbe un cuchillo, anche per spiegare quella curiosità su come mai la nazionale italiana più forte di sempre, sulla carta, arriva sempre massimo ai quarti (o almeno così è nella mia mente di non-tifoso di pallacanestro)

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Post: 2.725
17/09/2015 15:40
 
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Devo ripetermi ma secondo me quelle di Valentino Rossi e Federer sono praticamente due carriere parallele. Dovrei proporla a qualcuno, questa cosa: potrebbe essere un format televisivo (19 secoli dopo Plutarco)
[Modificato da Mark Lenders (ML) 17/09/2015 15:42]

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Post: 1.588
17/09/2015 15:48
 
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Dipende da quale angolazione affrontiamo il "problema". Ibra mi sembra troppo particolare per essere paragonato a qualcun altro, non è né l'estensione di una scuola di pensiero né il capostipite di un movimento sovversivo. E' Ibra e basta. Federer è la classicità e l'eleganza del gesto, con una fisicità di tutto rispetto. E con una buona dose di lucida follia. Per esempio in quanto a fisicità Pirlo non regge il paragone. Pirlo, come Platini, è uno di quei pochi calciatori-non atleti che hanno fatto la storia del calcio. In realtà, un altro calciatore ce l'avrei in mente... Ma è meglio che evito. Non fosse altro per il curriculum e la sguaiataggine che lo pongono agli antipodi del grande svizzero.
[Modificato da ReflexBlue74 17/09/2015 15:55]

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Post: 1.597
17/09/2015 16:19
 
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e invece hai ragione. dal punto di vista dell'esecuzione del gesto tecnico federer e quello che non nomini si assomigliano moltissimo.


vedo anche che ci sono appassionati di NBA, questo topic promette.

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Post: 1.597
17/09/2015 16:23
 
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Re:
ℬaruch, 9/17/2015 3:33 PM:

come mai la nazionale italiana più forte di sempre, sulla carta, arriva sempre massimo ai quarti (o almeno così è nella mia mente di non-tifoso di pallacanestro)



1. non è la nazionale piu forte di sempre, è quella con piu giocatori NBA, ma semplicemente perchè in passato il salto era una rarità.
2. è troppo corta, e con l'infortunio di datome lo è diventata ulteriormente col risultato che ieri man mano che la partita andava avanti i nostri boccheggiavano e al supplementare erano morti.
3. manca un play decente da anni.
4. può sembrare un paradosso, ma l'europeo è il torneo piu difficile per piazzarsi bene. non per vincerlo ovviamente, non essendoci gli usa, ma nel rapporto fra lunghezza e valore medio degli avversari.

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Post: 2.725
17/09/2015 16:34
 
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Re:
Drenai71, 17/09/2015 16:19:

e invece hai ragione. dal punto di vista dell'esecuzione del gesto tecnico federer e quello che non nomini si assomigliano moltissimo.



Il paragone in effetti ci sta, ma in scala. Potremmo definirlo un "Federer" dei poveri, se pensiamo solo all'essenzialità e alla purezza del gesto. A distinguerli profondamente, oltre al palmares, c'è un abisso di etica e di sportività. Di cultura, vorrei dire. Ad accomunarli un'indole agonistica non proporzionata al loro talento: entrambi, infatti, hanno sempre sofferto il clima della battaglia. Federer (in questo l'ho sempre trovato poco appagante) è uno che le partite tirate tende a perderle. O ti dà una lezione di tennis, oppure se c'è da fare a cazzotti spesso le prende. In questo ad esempio è diversissimo da Valentino Rossi, che nella bagarre della gara si esalta fino a colmare il gap di velocità pura con gli avversari. Sia Federer che T. amano correre forte in discesa, più che gettare il cuore oltre la salita...
[Modificato da Mark Lenders (ML) 17/09/2015 16:36]

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Post: 2.878
17/09/2015 16:48
 
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Esco per sempre da questo topic infame e provocatorio

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Post: 2.725
17/09/2015 16:50
 
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Re:
ℬaruch, 17/09/2015 16:48:

Esco per sempre da questo topic infame e provocatorio



Bravo, così ti risparmierai di leggere che hanno qualcosa in comune perfino nei lineamenti del viso      

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Post: 1.588
17/09/2015 16:56
 
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Ho pensato allo stronzo anche per via della longevità, e dell'essere sbocciati a cavallo tra due epoche. Tecnicamente, oltre alla pulizia del gesto tecnico, li accomuna l'istinto innato di governare lo spazio e le trame di gioco. Loro vedono il gioco.

E nel caso dello stronzo è una delle prove di quanto possa essere imperscrutabile e sorprendente la natura. Cioè, quel cervello bacato, quel cervello che ha una profondità di pensiero paragonabile a un'ameba cerebrolesa, è capace di associazioni e ideazioni complesse stupefacenti.

Esco pure io.
[Modificato da ReflexBlue74 17/09/2015 16:57]

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Post: 2.878
17/09/2015 17:00
 
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Mark Lenders (ML), 17/09/2015 16:50:



Bravo, così ti risparmierai di leggere che hanno qualcosa in comune perfino nei lineamenti del viso



Su quello già posso concordare. Sul resto no. Perché, e vengo all’obiezione di Reflex, dipende da che punto di vista si guarda la questione. Che per me vuol dire: perché Federer è Federer secondo ciascuno di noi? E il mio punto di vista è quello sopra descritto, che vede lo svizzero fuori dalle righe del risultato sportivo e di tutto ciò che è ad esso direttamente connesso. Vedendo Federer come un inventore di realtà, questo personaggio che state facendo aleggiare nel topic è uno degli ultimi fantasisti del calcio che gli accosterei. Piuttosto, se dobbiamo proprio sbirciare nelle fogne, io ci vedo molto più Cassano, in un ipotetico e comunque anti-decoroso parallelo
[Modificato da ℬaruch 17/09/2015 17:01]

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Post: 1.588
17/09/2015 17:00
 
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Re: Re:
Drenai71, 17/09/2015 16:23:



1. non è la nazionale piu forte di sempre, è quella con piu giocatori NBA, ma semplicemente perchè in passato il salto era una rarità.
2. è troppo corta, e con l'infortunio di datome lo è diventata ulteriormente col risultato che ieri man mano che la partita andava avanti i nostri boccheggiavano e al supplementare erano morti.
3. manca un play decente da anni.
4. può sembrare un paradosso, ma l'europeo è il torneo piu difficile per piazzarsi bene. non per vincerlo ovviamente, non essendoci gli usa, ma nel rapporto fra lunghezza e valore medio degli avversari.



Che poi su Bargnani e l'Nba ci sarebbe da ragionare.

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Post: 2.878
17/09/2015 17:05
 
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Re: Re:
Drenai71, 17/09/2015 16:23:



1. non è la nazionale piu forte di sempre, è quella con piu giocatori NBA, ma semplicemente perchè in passato il salto era una rarità.
2. è troppo corta, e con l'infortunio di datome lo è diventata ulteriormente col risultato che ieri man mano che la partita andava avanti i nostri boccheggiavano e al supplementare erano morti.
3. manca un play decente da anni.
4. può sembrare un paradosso, ma l'europeo è il torneo piu difficile per piazzarsi bene. non per vincerlo ovviamente, non essendoci gli usa, ma nel rapporto fra lunghezza e valore medio degli avversari.



1. ok
2. che vuol dire troppo corta? Come panchina intendi? Come altezza in centimetri dei giocatori? Come modo di stare sul parquet?
3. che cosa fa un play decente nel basket?
4. uhm. No, non ho capito neanche questo rapporto lunghezza/valore medio avversari 

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