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Il pagellone 2020-2021

Ultimo Aggiornamento: 01/06/2021 16:03
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23/05/2021 23:02
 
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STRAKOSHA 5 - Messo ai margini oltre i suoi demeriti, probabilmente per motivi più contrattuali che tecnici. Poco carine anche le voci fatte trapelare sulla cartilagine del suo ginocchio. Lui ci ha messo del suo con prestazioni non all'altezza a inizio stagione, ma è ancora un piccolo patrimonio della Lazio. Uno dei pochi. Uno dei pochi giovani con un mercato decente che abbiamo.
REINA 6 - Per quel che era venuto a fare, ha fatto anche troppo. E' l'unico dei nuovi acquisti a cui si può dare la sufficienza. Si è fatto trovare pronto, ha fatto valere l'esperienza in Champions ed è stato a lungo dignitoso anche in campionato. Poi alla fine ha iniziato a mostrare la corda, ma credo sia stato quasi un bene, altrimenti i nostri dirigenti gerontofili avrebbero puntato su di lui come titolare anche per l'anno prossimo.
ALIA SV - Alia Gca. Ai miei occhi, misterioso come il Lupo Grigio turco.

LUIZ FELIPE SV - Stagione totalmente condizionata dal fallaccio di Kastanos in precampionato. Nel complesso dovrei dare un voto sotto la sufficienza, anche se nelle due migliori partite stagionali (Borussia Dortmund e derby d'andata) c'era ed è stato bravissimo. Continuo ad avere dei dubbi sul suo valore assoluto, ma relativamente alla difesa della Lazio di quest'anno la sua assenza è stata una sciagura.
PATRIC 5 - Dopo un 2019-20 da giocatore vero è tornato il Patric vecchie maniere, incapace di meritarsi una maglia da titolare nonostante la prolungata assenza di Luiz Felipe.
ACERBI 5,5 - Il voto è severo, me ne rendo conto, non c'è solo mezzo punto tra la stagione sua e quella di Patric. Ma bisogna rifarsi alla famosa parabola dei talenti. Acerbi è il leader della difesa, e la difesa della Lazio non prendeva così tanti gol da una sessantina d'anni. Per un po' ha mascherato il calo di rendimento con un'interpretazione molto offensiva del ruolo di mezzo sinistro difensivo, ma se parliamo di marcatura è stato un mezzo disastro. E si che le motivazioni le aveva, con l'Europeo alle porte. Speriamo non si tratti di un improvviso cedimento strutturale, l'età purtroppo comincia ad esserci.
HOEDT 4,5 - Gli è stata data una grande occasione e va anche detto che all'inizio ha cercato di meritarsela mettendoci molto impegno. La difesa a tre ne mascherava bene la lentezza, e tutto sommato per un po' il suo ritorno sembrava avere un senso. Poi purtroppo dopo le prime stecche non si è più ripreso. A differenza della prima volta, va via anche senza l'affetto dei tifosi, dopo aver pestato un paio di cacche sui social network (il video sull'aereo e il like all'esultanza della Fiorentina): a mai più rivederci.
RADU 6,5 - Nel suo caso probabilmente sono di manica larga, ma voglio premiare l'affidabilità di un giocatore che a 34 anni è riuscito comunque a garantire una trentina abbondante di partite e nel complesso anche abbastanza dignitose. Il record di presenze rende onore a un ragazzo il cui penultimo rinnovo, fino al 2020, aveva destato sconcerto in più di qualcuno. E invece, anche se non sono affatto un amante dei senior, credo che un altro anno di contratto se lo sia strameritato.
MUSACCHIO 5 - Sarà ricordato per il retropassaggio  che ha dato il via alla goleada del Bayern all'Olimpico. Non è colpa sua, ma di chi ha pensato di poter tappare una voragine con un pezzo di sughero.
ARMINI 4 - Uno che riesce a non giocare mai, ma veramente mai, in una difesa messa così male deve essere veramente scarso. E infatti lo vediamo nella Primavera. Come se non bastasse la sua inadeguatezza tecnica, si è fatto notare per 2-3 entratacce il allenamento che hanno acciaccato compagni importanti alla vigilia di partite importanti. Ad essere maliziosi si potrebbe pensare che sia un romanista infiltrato, e cercando bene si troverebbero anche le prove.

LAZZARI 5 - Il fatto che un giocatore tecnicamente così scarso sia un inamovibile, mette in discussione anche l'assioma secondo cui la Lazio negli undici è fortissima. Non è vero. La Lazio degli ultimi anni aveva 5 grandissimi giocatori (Acerbi, Leiva, Milinkovic, Luis Alberto e Immobile), dei quali quest'anno hanno reso solo in due. Degli altri titolari, Lazzari è probabilmente il più scarso. Capace di disfare praticamente tutto quello che crea, e soprattutto capace di ingannare: molti lo vedono dannarsi l'anima (perché obiettivamente se la danna) e si illudono che il suo moto perpetuo sia anche utile. E invece lo è solo in fase di non possesso, nel tenere corta la squadra. Palla a noi, sta al gioco come un buco nero all'universo.
MARUSIC 7,5 - L'unico che quest'anno sia andato veramente sopra le righe, oltre quello che gli si riconosceva come potenziale. E lo ha fatto soprattutto in ruoli che non gli riconoscevamo come suoi. Prima a sinistra, dove framcamente mai mi sarei aspettato che fosse in grado di fare la differenza. Poi da mezzo destro difensivo che invece avevo sempre ritenuto il suo ruolo quasi ideale, laddove quello ideale sarebbe esterno destro di una difesa a quattro. Ha corso, ha difeso, ha segnato, è stato quasi sempre disponibile. Una stagione eccellente, che probabilmente - a un anno dalla scadenza del suo contratto - non sarà passata inosservata.
MILINKOVIC 7,5 - L'altro pilastro è stato lui, autore - probabilmente - della sua migliore stagione laziale. Meno appariscente di altre ma molto più sostanziosa, piena di continuità anche lontano dai riflettori dei big match. E' finalmente un giocatore maturo, affidabile nell'alto rendimento. L'unico davvero pronto per un top club. Ancora una volta, come da tre anni a questa parte, mi auguro che arrivi una grande offerta e che lo si ceda per rifare una squadra che a forza di mercati conservativi e acquisti a cifre basse è tutta da rifare. Ci danniamo per i 20 milioni di Muriqi come se 20 milioni valessero ancora quello che valevano ai tempi di Zarate. Oggi 20 milioni è il minimo della spesa per un cartellino con cui puoi prendere roba buona. Il budget della Lazio purtroppo consente un solo acquisto da 20 all'anno e nemmeno tutti gli anni. Questo è il motivo per cui, per 70-80 milioni, venderei Milinkovic: perché in questo momento c'è più bisogno di 4 giocatori medio-forti che di uno fortissimo.
PAROLO 6 - Per lo spazio che giustamente gli è stato dato nel suo ultimo anno, il suo lo ha fatto. Non calcherei la mano su qualche esibizione imbarazzante da difensore, a cui è stato costretto da un organico imbarazzante. Nel suo ruolo, a piccole dosi, ha continuato a rendersi utile, e i due gol in Champions sono stati una bella ciliegina sui suoi 7 anni laziali, infinitamente migliori di quello che mi aspettavo quando arrivò.
AKPA-AKPRO 6 - Poteva essere cinque e mezzo, perché gli ultimi mesi sono stati davvero brutti. Ma all'inzio era stata una favola, e la sufficienza mi pare una giusta media, anche perché veniva dalla Salernitana, mica dal Paris Saint-Germain. Si è dimostrato giocatore da spezzone di partita, per rinforzare gli ormeggi quando sei in vantaggio. Non il massimo della vita, ma purtroppo tra i suoi compagni c'è di peggio.
LEIVA 5,5 - E' doloroso assistere al suo declino, che ha coinciso con il declino di una Lazio pensata con due punte più Milinkovic e Luis Alberto. Un modulo sostenibile solo grazie al miglior Lucas Leiva, che quest'anno si è visto solo in poche occasioni. Per il giocatore che è stato, sarebbe bello se la sua esperienza romana potesse chiudersi con un anno d'anticipo rispetto alla scadenza del contratto, per non assistere anche all'epilogo di un calciatore meraviglioso, un Mezzasquadra come prima di lui, da queste parti, solo Vladimir Jugovic.
ESCALANTE 4,5 - La mediocrità fatta giocatore: non eccelle in niente, nemmeno nell'agonismo. Ma bisogna meravigliarsi di chi si meraviglia, di chi pensava che un 27enne parametro zero dell'Eibar potesse offrire più di questo. Sono quelli che ancora pensano di poter fare mercato con 20-30 milioni di uscite, frugando nell'umido tra svincolati e prepensionati...
LUIS ALBERTO 6 - Bene solo nelle finalizzazioni, ma un buon bottino di gol maschera appena il crollo verticale della qualità in manovra. E' diventato, incredibilmente, un giocatore impreciso nelle rifiniture. A volte persino generoso, sorprendente nella capacità di sacrificarsi per la squadra correndo e contrastando, ma poco lucido in quelli che vengono definiti key-passes. Per il resto fingiamo di dimenticare la vergognosa caduta di stile sugli stipendi in ritardo, perché se iniziamo a mettere insufficienze anche a Luis Alberto di sufficienti ne restano davvero pochi. E alla fine siamo arrivati sesti, non dodicesimi.
CATALDI 4,5 - Un'involuzione alla Patric da parte di uno che è più dotato di Patric e che si sperava avesse raggiunto una certa maturità. Anche lui, come Patric, non sfrutta la voragine aperta nel ruolo, che nel suo caso è stata il crollo di Lucas Leiva. Poche apparizioni e spesso incolori. Poi, ogni tanto, dal nulla, 2-3 spezzoni buoni. Giusto per farti venire ancora di più il nervoso.
FARES 4 - Una pippa al sugo. Tecnicamente dotato quanto Lazzari (del resto, se il tuo negozio di fiducia è la Spal, questo è quello che puoi comprarci) ma a differenza di Lazzari fa danni in tutte e due le fasi. Desolante quando attacca, disastroso quando difende. Soldi buttati dalla finestra, e neanche pochi: quelli del cartellino, e quelli di un bel quinquennale, il che significa che ci toccano altri quattro anni di 'sto cesso a pedali.
LULIC SV - Già è tanto che sia tornato a giocare, per concludere la sua carriera sul campo. Non do voti, dico solo grazie Senad. Grazie per sempre.
PEREIRA 4,5 - Qualche dote ce l'ha, e rapido e tecnicamente non è malvagio. Naturalmente ha anche molti difetti, altrimenti non l'avrebbero cacciato a pedate da Manchester: quello più grosso secondo me è che non vede il gioco, perché gioca a testa bassa. Poteva essere utile come esterno se avessimo giocato con un altro modulo, mentre nel 3-5-2 è praticamente incollocabile: troppo leggero per giocare in fascia, troppo poco goleador per fare la seconda punta, e soprattutto troppo poco manovriero per fare quello per cui era stato preso, cioè il vice Luis Alberto. Va anche detto che se sei bravo riesci a emergere anche da fuori ruolo,e lui evidentemente non è così bravo. Inoltre non mi è parso nemmeno tanto volitivo, da un certo punto in poi ha capito che non c'era trippa per gatti e ha smesso di combattere, se mai aveva iniziato.
CORREA 5 - All'inizio dell'anno qualche grande partita nel girone di Champions, poi un perenne letargo prima di risvegliarsi nell'ultimo mese. Ma siccome pareva troppa grazia ha pensato bene di sfasciarsi di nuovo prima del derby di ritorno. Da ex innamorato, è stata la delusione più grande di quest'anno. Che poi anno, in realtà è dall'inizio del 2020 solare che ha numeri ridicoli. Se qualcuno venisse con una ventina di milioni, farei un bel pacchetto.
CAICEDO 6,5 - La zona Caicedo è già storia del calcio. Resta da capire se nel girone di ritorno è stato messo da parte più per gli infortuni o più per fargli pagare la mancata cessione e dare spazio a Muriqi. Fatto sta che Caicedo, da non titolare, in valore assoluto è il giocatore della Lazio più forte dopo i top 5. Purtroppo non è un giocatore da 90', neanche quando sta bene, ma in questa Serie A fa la differenza anche a 32 anni e anche giocando spezzoni.
MURIQI 3 - Imbarazzante. Per il rapporto investimento/rendimento è un caso che va oltre la Lazio e oltre la stagione in corso, credo che al momento possa comodamente entrare in una top 10 dei bidoni della Serie A di tutti i tempi. Quello che fa spavento non è che giochi male, ma che non lasci intravedere nessuna qualità e quindi nessun margine di miglioramento. Non si riesce a capire con cosa sia riuscito a ingannare Tare. Quanto a lui, farebbe tenerezza se solo: 1) non avesse rubato minuti a compagni che giocoforza li meritavano di più e 2) non si fosse permesso di fare anche l'incazzato dopo qualche sostituzione. Almeno la decenza di tacere doveva averla.
IMMOBILE 7 - Prima parte di stagione allo stesso livello dell'anno scorso, quindi da Scarpa d'Oro. Poi - dopo aver giocato per mesi sopra agli infortuni - è scoppiato come già gli accadde a fine 2018-2019 e dispiace che stia arrivando così male al momento più importante della sua carriera, l'Europeo da centravanti titolare della nazionale. Forza Ciro, ma non dovevi sbagliare quel rigore col Torino. Resterà una ferita sanguinante per tutta la vita.

INZAGHI 6 - Non merita l'insufficienza perché i risultati sono stati complessivamente decorosi: in campionato il piazzamento in Europa League corrisponde a ciò che vale la rosa, e in Champions è stato fatto il massimo raggiungendo gli ottavi e giocando un gran bel girone. Va però detto che - girone di Champions a parte - le partite giocate veramente bene sono state pochissime: Milan-Lazio, Atalanta-Lazio, Lazio-Roma, Lazio-Milan e forse anche basta. Molti punti sono arrivati grazie a espisodi fortunati dopo prestazioni mediocri. Bisognerebbe stabilire quanto ci sia di suo nella stagione opaca di molti giocatori, anche importantissimi, e quanto invece sia statro bravo a non crollare nonostante la poca brillantezza di troppi interpreti. Nel dubbio, le accusa che gli muovo sono altre. Innanzitutto una tattica, ossia il non aver capito (e questo già dalla ripresa post Covid dell'anno scorso) che la minore brillantezza della squadra dovuta anche al calendario più fitto rendeva meno praticabile un modulo dispendioso come un 3-5-2 in cui le mezzali sono Milinkovic e Luis Alberto. A maggior ragione dopo il crollo di Leiva e dopo l'involuzione del Luis Alberto centrocampista puro, bisognava tornare al 3-5-1-1 con un centrocampista in più e lo spagnolo in versione cecchino a ridosso di Ciro. E poi comunque che questa difesa a tre sia un dogma assoluto ha anche un po' rotto le scatole. Dopodiché ci sono altre responsabilità che condivide con la dirigenza. Lo considero inevitabilmente corresponsabile delle strategie di mercato, basate sulla conferma a oltranza dei migliori e che hanno portato a un'obsolescenza prima anagrafica e poi di motivazioni. E lo considero responsabile al 51%, perché alla fine è lui che fa le formazioni, nella scelta degli obiettivi. In questo era sempre stato un maestro, aveva sempre saputo individuare le partite e le competizioni su cui puntare tirando sempre dalla parte giusta la coperta corta. Per dire: grazie alle Coppe Italia, anche da prima di lui, la Lazio ha saputo sopportare per qualch lustro il divario finanziario e tecnico nei confronti della Roma. Dall'anno scorso si è invece deciso che l'obiettivo primario deve essere la Champions, e a me pare che sia troppo alto rispetto alle nostre risorse. Nel senso che per arrivare quarto devi dedicarti solo al campionato, e pure se giochi la Champions al massimo non vai oltre gli ottavi. Vale la pena tutto questo? In nome di cosa lo facciamo? Di maggiori introiti che alzano il livello tecnico? Beh, la prima campagna acquisti da qualificati ai gironi di Champions dopo 13 anni è stata anche la peggior campagna acquisti della Lazio degli ultimi 45 anni, come ha brillantemente ricostruito Fabrizio Cuchillo su Twitter. E quindi, quando nella settimana in cui devi giocare due Atalanta-Lazio, tu mi metti i titolari in campionato e le riserve in Coppa Italia, tu per me stai sbagliando tutto. Perché in Champions non ci sei andato pur avendo sbancato Bergamo, e in compenso hai perso l'occasione di giocare un'altra finale di coppa che avrebbe dato tutto un altro sapore al finale di stagione. Hai peccato di presuzione e sei stato giustamente punito.
Detto questo, anche una delle stagioni meno brillanti del Quinquennio Inzaghiano è comunque una stagione decorosa, in cui siamo anche arrivati davanti alla Roma. Simone ha indubbiamente il pregio di non sbracare mai. Rischia poco, affidandosi sempre agli stessi, e in questa maniera minimizza la brutte sorprese. Siamo però arrivati a un punto in cui tutti i migliori interpreti del ciclo hanno centrato quasi tutti gli obiettivi centrabili da una Lazio lotitiana, vale a dire vittoria delle coppe nazionali, quarto posto e ottavi di Champions. L'unico diversivo possibile sarebbe giocare un'Europa League scegliendola come obiettivo prioritario, e abbiamo visto che se lo fai, anche una Roma che non valeva più di questa Lazio può arrivare almeno alle semifinali. Ma siccome dubito che la Lazio farà mai questa scelta, l'unica alternativa è rinnovare le motivazioni cambiando molto. Cambiando tanti giocatori, ossia sacrificando uno o due big per comprare diversi medio-forti e allontanare da Formello i più scandalosi, e cambiando allenatore. Con tutta la stima e tutta la gratitudine per Simone, io se viene Gattuso sono contento con tutto che purtroppo ci arriverebbe con la scimmia sulle spalle del quarto posto fallito a Napoli. C'è bisogno di novità e c'è bisogno di qualcuno più dialetticamente pronto a reggere l'urto Mourinho. Possibilmente, sarebbe consigliabile separarsi senza litigare, in maniera che non sia preclusa, per il futuro, l'ipotesi di un Inzaghi-bis.

LOTITO e TARE 2 - Faccio fatica a ricordare l'ultima finestra di mercato che si possa considerare degna. Abbiamo vissuto di rendita almeno negli ultimi tre anni sulle campagne acquisti del Tare ispirato, che però ormai è un ricordo sempre più lontano. Non credo che abbia smesso di capire di calcio, credo semmai che sia cambiato il mercato. Si sono alzati i prezzi e contano sempre di più le "tangenti" che vanno pagate ai procuratori, emblematica è la classifica pubblicata di recente in cui la Lazio figura agli ultimi posti per spese in commissioni. Sarebbe una buona cosa se nel frattempo si riuscisse ugualmente a comprare e vendere bene, ma così non è e viene da pensare che le due cose siano legate. Quindi se sono aumentati i prezzi dei cartellini, e sono aumentati i costi di intermediazione, ne consegue che per portare a Formello buoni giocatori servono più milioni rispetto a 3, 4, 5 anni fa. Il De Vrij a 7 milioni, il Luis Alberto a 5, i Milinkovic e gli Immobile a 9 non esistono più. Sono preistoria del calciomercato. Nel frattempo però non è che il fatturato della Lazio sia cresciuto. A crescere è stato solo il monte ingaggi, perché non cedere mai i migliori significa anche rinnovargli continuamente il contratto e aumentargli sempre lo stipendio. Quindi? Come se ne esce? In un modo solo: vendendo i giocatori quando sono sulla cresta dell'onda. Appena arrivano a chiederti più di 2,5 a stagione, li devi vendere a tanti milioni, anche accettando di ungere i procuratori. Puoi fare una o due eccezioni, dare 3 milioni a un paio di uomini simbolo che attualmente potrebbero essere Immobile e Acerbi che ormai sono vecchi e hanno meno mercato, ma nel complesso il monte ingaggi deve scendere e la spesa per cartellini di giovani di qualità deve crescere moltissimo. Il caro e vecchio trading, inventato da Sergio Cragnotti e brillantemente praticato da tutte le squadre che vincono facendo calcio sostenibile. E' una cosa che devono capire Lotito e Tare, ma anche i tifosi, quei tifosi capaci di fare tragedie per la cessione di Hernanes. Lotito recuperi la capacità di essere impopolare, tanto gli umori legati alle scelte di mercato durano due mesi. Poi se vinci sono tutti contenti anche se hai ceduto i migliori, e se perdi sono tutti incazzati anche se li hai tenuti.

VOTO ALLA STAGIONE: Tecnicamente 6, emotivamente 4. Una stagione noiosa, in cui non abbiamo mai avuto reali chances di vincere qualcosa e in cui le partite emozionanti sono state pochissime, Arrivo a rimpiangere la traversa di De Ketelaere per non aver avuto la chance di dire la nostra in Europa League. Rimpiango l'errore di valutazione sull'importanza dei due Atalanta-Lazio consecutivi. Rimpiangerò di aver fallito la possibilità più unica che rara di mandare in Serie B il Torino con un calcio di rigore dubbio di Immobile. E rimpiango di aver regalato l'ultimo strapuntino d'Europa alla Roma perdendo un derby vergognoso e non facendoci battere 4-0 dal Sassuolo. I voti che ho messo sono razionali. Emotivamente sono passato dall'amore dell'anno scorso all'odio per più di metà di questa squadra, che davvero quest'anno mi ha dato pochissimo.


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25/05/2021 11:06
 
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STRAKOSHA 5.5 - Avvio di stagione non brillantissimo, eccezion fatta per la notte col Borussia. Ha meritato di stare in panca, sia per il rendimento di Reina sia per i tormenti fisici

REINA 6 - Prima parte di stagione sensazionale, è stato un fattore non tanto tra i pali quanto nella manovra. Nella seconda parte il calo di squadra e i suoi limiti tra i pali hanno preso il sopravvento

LUIZ FELIPE SV - Solo 18 gettoni, una lunga riabilitazione in Germania, non è una stagione da giudicare anche se la sua assenza ha parlato per lui, visto il rendimento della difesa

PATRIC 4 - Prima parte di stagione talmente orribile da finire ai margini come ultima scelta. Ho perso il conto dei gol che ha causato. Lazio-Bayern la sua "perla"

ACERBI 5,5 - Nel complesso meriterebbe forse 6 ma - pur avendo difeso tanto e bene anche in partite con errori commessi - gli errori alla fine sono stati troppi e hanno minato gare decisive, non ultima la disfatta di Firenze con addio alla rincorsa al quarto posto

HOEDT 4 - Agghiacciante ritorno, agghiacciante rendimento. Una partita e mezzo col Dortmund lo hanno tenuto a galla ma solo per fare altri danni, come aver fatto letteralmente buttare fuori la Lazio dalla Coppa Italia

RADU 7 - Non solo non ha perso la bussola ma ha anzi migliorato il suo rendimento, trovando anche soluzioni inedite come il lancio verticale, oltre al cross che è un findamentale in cui eccelle. Mezzo voto in più perché "è Radu" e perché ha avuto questo rendimento col nulla attorno

MUSACCHIO 4 - Voto da condividere con l'operazione e la clausola del riscatto obbligatorio con 10 presenze. Il suo passaggio a Roma sarà ricordato come un passaggio all'indietro, quello che di fatto ha chiuso la brillante esperienza in Champions della Lazio

ARMINI SV - Non mi va di accanirmi contro di lui perché significherebbe accanirsi contro le aspettative create attorno a lui, meriterebbe di farsi un campionato in B ma nel frattempo la Salernitana è pure salita

LAZZARI 6 - Non si può mettere meno perché in alcuni momenti della stagione è stato il trascinatore tattico e atletico della squadra, e alcune partite - anche importanti - le ha di fatto vinte da solo. Certo, lo scarto tra il suo apporto dello scorso anno e quello di quest'anno resta uno degli scarti maggiori, in negativo, perché ha cristallizzato e amplificato tutti gli aspetti peggiori del suo repertorio che gravitano intorno al difetto principale: un decision making da roditore. Ma se non fosse così, sarebbe Hakimi e non giocherebbe nella Lazio

MARUSIC 7 - Di partite ne ha sbagliate e anche parecchie, ma è stato senza dubbio il giocatore più migliorato della rosa. Ha sfoderato prestazioni magistrali, girovagando in diversi ruoli ma affermandosi ormai come affidabilissimo titolare ovunque giocasse. Decisivo nel non prendere l'imbarcata a Monaco, ha contribuito a gol belli e importanti ed è stato nel complesso quello che ha difeso meglio di tutti

MILINKOVIC 7,5 - La palma di migliore a a lui, che in una stagione un po' così ha saputo affermarsi come giocatore maturo e totale. La Lazio di fatto gira intorno a lui, e la sua presenza è diventata fondamentale, sia nel palleggio che nel gioco aereo, ma più che mai anche nella finalizzazione, tra gol e assist

PAROLO 6 - Chiude con una stagione da soldato in cui ha dato comunque una mano, con in più due meritatissimi gol in Champions

AKPA-AKPRO 5.5 - Nella prima parte di stagione sembrava il ricambio perfetto per spezzare il ritmo, ma il gioco ha funzionato per poco. Sono pian piano emersi tutti i suoi limiti, è un giocatore volenteroso ma dalla corsa continua spesso anarchica e dall'apporto nullo in costruzione

LEIVA 5 - Solo Lazio-Borussia, come epitaffio in ricordo dei vecchi tempi, poi qualche altro guizzo in un mare di disagio, per lui e per noi che lo vediamo non essere più capace di offrire un filtro davanti alla difesa che infatti è stata perforata costantemente

ESCALANTE 4,5 - E' passato un anno e nessuno ha capito quali siano le sue caratteristiche, forse proprio perché non ne ha, di caratteristiche. Troppo compassato, i margini di crecita sono infinitesimali 

LUIS ALBERTO 6 - Voto politico perché aumenta il bottino personale di gol e perché il suo mancato apporto creativo è colpa soprattutto della mancata ispirazione dei compagni. Ma la qualità del suo gioco è calata e anche l'intensità, la presenza al cuore delle partite, e la differenza tra la Lazio 2019/20 e quella 2020/21 è praticamente sovrapponibile alla differenza che è passata tra Luis 2019/20 e Luis 2020/21

CATALDI 4,5 - Altro anno buttato, avrebbe i mezzi per essere più del nulla che si è visto quando è entrato

FARES 3 - Ho provato profondo imbarazzo a vederlo con la nostra maglia, eppure l'ho sostenuto, ho anche criticato Inzaghi per aver fatto giocare la salma di Lulic invece di dargli minuti e fiducia. E invece aveva ragione Inzaghi: Fares è fondamentalmente uno con troppo poca testa per fare il salto dai Verona e Spal alla Lazio, e quelle poche cose buone che ha finiscono per scomparire in un oceano di orrori tecnici e concettuali

LULIC 6 - Non si danno insufficienze a Senad

PEREIRA 4 - Per un po' ho cercato di dargli l'alibi di un'operazione di mercato fallimentare alla base, con quel diritto di riscatto monstre, e in più aveva l'alibi di non aver mai giocato nel suo ruolo, ove mai ne avesse uno. Ma ha fatto talmente poco e male che ogni alibi cade di fronte all'evidenza: il suo passaggio a Roma è stato triste, inutile, brutto

CORREA 5.5 - Un'ottima Champions e qualche partita qua e là non bastano per la sufficienza. Sufficienza che è stato proprio il leit-motiv della sua stagione, fatta di troppa leggerezza soprattutto davanti al portiere: alla Lazio sono macati i gol di una seconda punta. E neanche ha sopperito con le giocate, perché raramente si è fatto vedere come assist-man

CAICEDO 6 - Mezzo voto in meno per gli infortuni, ormai è un giocatore inaffidabile e questo oscura i suoi gol in zona Caicedo, che in inverno hanno portato nuova gloria a lui e a noi. Non pervenuto nella seconda parte di stagione

MURIQI 3 - Si muove male, la tocca male e non segna. Non so cos'altro ci possa essere di peggio per un giocatore e per un attaccante. La peggior follia di mercato della storia della Lazio insieme a Mendieta, che almeno aveva un altro background 

IMMOBILE 7 - Ha avuto un paio - se non 3 - momenti di buio nel corso di una stagione in cui ha comunque toccato nuovamente la doppia cifra in campionato e ha trascinato la squadra sempre, anche nelle difficoltà, giocando da leader anche controccorrente rispetto alle sue condizioni fisiche e ai suoi limiti tecnici. Ottima anche la sua Champions

INZAGHI 6 - Stagione minata in partenza dall'accesso in CL, che era la competizione da onorare. Ma per farlo, si è persa ovviamente strada in campionato (si pensi a partite insulse come Sampdoria-Lazio prima del Dortmund) e recuperare alla fine era difficile. Anche perché la campagna acquisti si è affermata come la peggiore di sempre, a partire dai disastri di Hoedt in Coppa Italia e Musacchio in Champions, fino a quelli di Fares, Muriqi e gli altri che non hanno mai saputo offrire un'alternativa ai titolari. Per questo - e per un rinnovo mai trovato - Simone merita comunque un 6, pur non essendo esente da colpe contingenti (le due trasferte a Milano sono state orribili, col Milan per i cambi folli, con l'Inter per l'atteggiamento spocchioso) e colpe generiche, perché questa era una stagione in cui cercare varianti tattiche e lui non lo ha fatto mai

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01/06/2021 16:03
 
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Reina 5,5 – E’ totalmente mancato sul più bello, quando la sua esperienza avrebbe dovuto fare la differenza. Forse la sufficienza stiracchiata sarebbe stato il voto più giusto ma le topiche contro Juventus (soprattutto) e Napoli si sono rivelate, alla fine, decisive. E menomale che Lazio-Bruges è andata come è andata. Il suo campionato è finito a Lazio-Crotone, praticamente. Dopo, non ci ha salvato mai. Ciò, ovviamente, non offusca la magnifica serata di Bruges in cui è stato il D’Amico di Lazio-Catanzaro del 1980.

Strakosha 5,5 – Resta la grande serata col Dortmund e nient’altro. Penalizzato oltre i suoi demeriti ma è anche vero che quando era stato ributtato in campo (con la Fiorentina), aveva riaperto nel finale una partita morta e sepolta. Magari non è stato neanche fisicamente bene, chissà.

Luiz Felipe 5,5 – Non so se sia giusto dargli un voto, forse no. La stagione è stata devastata dal suo infortunio. Ringraziamo Nesta, per questo. Alle belle partite contro Dortmund, Juve e Roma (si sa che nei big match raramente tradisce) fanno da contraltare svariate partite mediocri, penso a Spezia-Lazio ma anche al repertorio di orrori di Fiorentina-Lazio.

Patric 5 – Va sempre considerato che è Patric. Fosse stato un giocatore normale, avrei dato anche 4. Stagione mediocre, con qualche prova dignitosa nei vari 1 a 0 striminziti in cui ha fatto la sua parte. L’impegno non glielo contesto mai.

Acerbi 5 – Se lo dovessi giudicare per il solo contributo difensivo, non darei più di 4. È stato un disastro dall’inizio alla fine. E il derby di ritorno è stato solo il botto più fragoroso. Per fortuna ha aiutato la fase offensiva con assist preziosi (pensiamo a quello per Caicedo a San Pietroburgo) ma anche a lanci che sono diventati degli efficaci third passes (pensiamo a quello per Milinkovic per il gol di Immobile al Cagliari o per Lazzari per il gol di Caicedo alla Fiorentina).

Hoedt 5 – Vale un po’ il discorso di Patric. Un punto in più glielo do perché è Hoedt, anche se il giocatore lasciato nel 2016/17 mi pareva molto migliore. Ma forse, anzi sicuramente, lo sopravvalutai io. Di fatto, ha sulla coscienza l’eliminazione dalla Coppa Italia. Ma va detto che ha fatto un discreto girone di CL (6,5, per quelle 5 partite fatte).

Radu 6 – Pesa sul suo capo l’errore contro il Verona. Senza quella follia, sono convinto che la Lazio l’avrebbe anche vinta. E 3 punti in meno sono tanti. Ma il suo contributo è stato comunque preziosissimo e l’abbiamo visto cos’è successo in quel mese – purtroppo, cruciale – in cui è mancato.

Musacchio 4 – La sua terna: rigoretto provocato nei minuti finali di Lazio-Samp (fortunatamente non dato), “assist” col Bayern che disintegra il piano-partita dopo 9 minuti, fallo a un centimetro dal limite dell’area a Udine dopo l’ingresso in campo da 10 secondi. Serve altro?

Armini 4 – Non riesce a trovare uno spazio minimo in una difesa disastrata ma, in compenso, azzoppa Luis Alberto e Leiva in allenamento nel giro di 3 settimane. Fenomeno.

Lazzari 6 – Voto complicato. La resa è peggiorata molto rispetto alla stagione precedente ma, complessivamente, è rimasto abbastanza a galla. Inizio molto problematico, poi, ha messo a referto prestazioni importanti, come Lazio-San Pietroburgo, Lazio-Bruges (almeno per l’espulsione procurata) e derby di andata, la sua migliore da quando è arrivato. È stato, diciamo, l’uomo in più tra novembre e gennaio. Poi, mesi finali contraddittori ma non disastrosi.

Marusic 7,5 – La grande sorpresa. Poteva essere anche 8 se non avesse terminato un po’ in affanno. Affidabile per tutta la stagione in tutti i ruoli. Assist molto belli (penso a quelli di Cagliari-Lazio e Lazio-Sassuolo) e gol spettacolari da punti veri (Atalanta e Udinese). Fisicamente, ha tenuto sempre. Jolly prezioso, efficace e insostituibile.

Milinkovic 8 – Stagione della definitiva consacrazione. Rendimento molto alto, gol, assist, presenza nei 90 minuti senza mai sparire dal campo, salvo rare eccezioni. Giocatore maturato molto, pronto per un top club. Record di gol su calcio di punizione diretto nei 5 maggiori campionati europei.

Parolo 5,5 – Si è, finalmente, tolto la soddisfazione di giocare la CL e di segnare anche 2 gol. Ma il rendimento non è stato all’altezza, indipendentemente dal ruolo ricoperto.

Akpa-Akpro 5,5 – Era partito bene e fino al derby di andata era stato un’arma. Non eccezionale ma un’arma. Il giocatore da far entrare al 60° per tenere il risultato con la sua corsa e la sua dinamicità. Ma scollinato il derby di andata, è precipitato il suo rendimento, fino all’agghiacciante mese finale. La favola della serata col Dortmund resterà nei ricordi e nel cuore.

Lucas Leiva 5,5 – Come direbbe Agresti, “viene sempre travolto”. Questa, purtroppo, è la sensazione che ha offerto, ossia di uno sempre sovrastato dal maggior dinamismo e dalla maggiore gioventù dei dirimpettai. Ma ci ha lasciato l’ultima grande partita della carriera (riteniamo), ossia quella col Dortmund.

Escalante 5 – Non essere riuscito a imporsi nel ruolo con questo Leiva è un dato, a dir poco, sconcertante. Al di là di qualche partita discreta (mi viene in mente un buon Lazio-Napoli) non ha mai offerto neanche la sensazione di essere qualcosa di più di un giocatore appena decente. Del resto, la carriera parla chiaro.

Luis Alberto 6 – Solo i gol e nient’altro. Certo, i gol sono quasi tutto in questo gioco ma nel suo caso, non bastano a rendere più di "appena sufficiente" la sua stagione. In mezzo al campo ha fatto davvero poco, denunciando un’imprecisione nei passaggi da Liverani del periodo 2001/2004.

Cataldi 4,5 – Un discreto spezzone a San Pietroburgo e a Napoli sul 4 a 0. Male, complessivamente. Non ha avuto un numero significativo di occasioni ma non ha fatto davvero nulla per meritarsele. Deludente. Con Patric, forse il più peggiorato rispetto alla stagione scorsa.

Fares 3 – Non riesco manco a dire "troppo brutto per essere vero" perché ha proprio offerto la sensazione che sia questo o poco di più. Il nulla. È riuscito a far rimpiangere Citterio, Sergio, Emanuele Filippini, Seric, perfino Jony, cui almeno riconoscevamo un piede discretamente educato al cross.

Lulic 5,5 – Qualche segnale di vita ma complessivamente alla sufficienza non ci arriva. Peccato, un suo gol col Torino (ci è andato vicino) poteva dare un senso alla sua ultima stagione.

Pereira 4,5 – Partito male, finito peggio. Occasioni non tantissime ma tutte puntualmente fallite. Credo che nel suo caso, più di altri casi, ci sia stato anche un problema tattico. Troppo attaccante per fare la mezzala, poco attaccante per fare la seconda punta.

Correa 5,5 – Arriviamo quasi alla sufficienza grazie a una super CL. Perfino nell’orrenda serata di Lazio-Bayern riuscì a non naufragare. Ma in campionato è stato a dir poco pessimo. Lazio-Milan, l’unica gemma in mezzo a una marea di presenze inutili, perché in questi 3 anni, diciamolo, grazie per quei 2 gol in Coppa Italia, grazie per l’ottobre 2019, ma si è rivelato un giocatore abbastanza inutile. O meglio, inaffidabile.

Caicedo 7 – Vero, è spartito negli ultimi due mesi ma come si fa a dargli di meno? 2 punti col Torino, 1 punto con la Juve, sblocca la partita con la Fiorentina, la chiude col Parma, segna il gol più importante di tutti in CL, quello contro lo Zenit. Poi, altri 2 punti col Crotone e 2 punti con lo Spezia (mi pare che quest’anno non fosse così scontato segnare su rigore…). No, meno di 7 è impossibile considerando il minutaggio.

Muriqi 3 – La sensazione è che sia davvero inadeguato per la serie A. Anche se, va detto, l’ultimo che mi aveva fatto così tenerezza in campo era stato Abel Dezotti, poi riscattatosi alla grande tra Cremonese e convocazioni in Nazionale. Peraltro, Dezotti, giocò sempre fuori ruolo e fece una sontuosa Coppa Italia agostana. Tornando a lui, davvero il nulla. Pure sfortunato perché l’unica grande giocata che fa, l’inzuccata contro il Parma in Coppa Italia, manco gli è stato attribuita come rete.

Immobile 7 – Se qualcuno mi chiedesse: “Cosa vuoi dal tuo centravanti?” la mia risposta sarebbe: quello che ha fatto Immobile da Cagliari-Lazio a Lazio-Cagliari (CL compresa). Ecco, né più, né meno quel contributo là. Parliamo, davvero, di un lungo scorcio stagionale da 9, per me il migliore scorcio di sempre, anche meglio dello scorcio agosto 2017-gennaio 2018. Poi, però, un girone di ritorno abbastanza malinconico con troppe partite giocate male, troppi rigori sbagliati e la brutta macchia di Lazio-Torino che, in fondo al cuore, potrò difficilmente perdonare del tutto.


Inzaghi 6,5 – Mezzo punto in meno per la diade derby-Torino. Lì, bisognava tirare fuori un pareggio al derby e una vittoria col Torino. Sarebbe stato un 7 rotondo. La sua stagione la ritengo positiva, altroché. A mio avviso, è stato il punto di forza della squadra. Ha ricavato davvero il massimo da questa stagione. Sarebbe stato obiettivamente ingiusto, a fronte della terza campagna acquisti fallimentare, chiedergli di più di una qualificazione europea e di un ottavo di finale di CL. E per la CL, è stato, comunque, in corsa fino a 4 dalla fine.


Tare 0 - 30 milioni spesi per una campagna acquisti vomitevole, che si aggiunge a un’altra campagna acquisti altrettanto vomitevole (2019) e a un’altra semi-vomitevole. Dopo 9 anni di elogi (anche miei, mica mi nascondo), da 3 anni è semplicemente una iattura estesa su tutti i fronti: mercato, relazioni, comunicazione, gestione. In un mondo normale, dopo 3 anni di disastri, chiunque sarebbe saltato in aria mentre lui è lì a fare il casting del nuovo allenatore. Che nervoso.

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