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Pagellone 2019/20

Ultimo Aggiornamento: 05/08/2020 19:58
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03/08/2020 20:04
 
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PAGELLONE 2019-2020

STRAKOSHA 6,5 - Pochi errori e molta concretezza fino alla sosta, poi molto male nelle partite in cui tutto è precipitato. Sembrava fosse salito di un livello nel valore assoluto, invece è il solito discreto portiere, che ha colto da giovanissimo una grande opportunità e se la sta meritando di anno in anno, ma senza però riuscire a cambiare la sua dimensione tecnica.

PROTO SV - Avrebbe dovuto guidare il pullman scoperto: “almeno fai qualche cosa”, avrebbe detto Mario Brega.

GUERRIERI SV - Un altro anno buttato.


PATRIC 7,5 - Voto altissimo (gli sto regalando mezzo punto) perché è l’unico che, pur non ripetendosi al livello pre-lockdown, ha dato l’impressione di non essere tornato esattamente al punto di partenza ma di aver portato con sè almeno una parte dei progressi fatti, di averli acquisiti. Da difensore destro di una difesa a tre ha trovato il suo ruolo ideale, ma soprattutto ormai gioca con un’altra testa, con più sicurezza e vera determinazione, non con la foga dell’ansioso. È uno che ormai nelle rotazioni ci sta a pieno titolo.

BASTOS 5,5 - In una stagione in cui per lunghi tratti molti sono andati oltre le loro possibilità, lui non si è nemmeno avvicinato al suo potenziale. Sembra aver perso la spinta al miglioramento, si è seduto sui suoi difetti e dà l’impressione di campare un po’ di rendita sulla sua qualità della vita. Andrebbe rimotivato, oppure ceduto.

ARMINI SV - Se metterà sul campo la metà dell’entusiasmo che mette sui social, farà una grande carriera.

ACERBI 8 - Calato nel finale dopo sei mesi da fenomeno. Miglior difensore italiano della stagione, ormai quasi titolare anche in nazionale, personalità da leader che lo porta a darsi disponibile anche quando non sta bene, e così va probabilmente spiegato qualche passaggio a vuoto. Con Leiva e Immobile è l’anima della Lazio.

VAVRO 5 - Terzo difensore più pagato nella storia della società, rendimento che definire mediocre è generoso. Non è solo colpa sua, chi lo ha comprato pensando che potesse giocare anche decentrato in una difesa a tre ha molte più responsabilità, ma non è che da vice Acerbi abbia dimostrato che i suoi problemi sono solo tattici. Anche lui mi sembra privo di margini di miglioramento: può sicuramente farsi valere di più in area avversaria sulle palle alte, ma come difensore gli mancano del tutto rapidità e disinvoltura nel palleggio. In prospettiva dà l’impressione di essere una mezza zavorra.

LUIZ FELIPE 6,5 - Voto identico e giudizio molto simile a quello di Strakosha. Ha raggiunto uno status dignitoso ma non sembra avere i mezzi per crescere ancora. Soprattutto non possiede il carisma per fare il dominante, piazzarlo al centro non vale la candela se il prezzo è decentrare Acerbi. Nella progettazione della nuova squadra bisogna pensare a lui come a una riserva e non come a un titolare.

RADU 7 - Ricordo i toni apocalittici all’epoca del suo rinnovo, “Radu 2020” era un mantra di sventura. E invece i suoi anni di contratto se li è guadagnati uno per uno diventando (lo dicono i numeri) una bandiera, uno dei giocatori più rappresentativi della storia del club. Quest’anno è stato positivo anche dal punto di vista clinico, al punto che sarei favorevole al prolungamento di un anno. Mi pare che possa dare ancora qualcosa, più di altri grandi vecchi come Lulic e Parolo.

LAZZARI 6,5 - Non di meno perché offenderei la sua generosità, non di più perché offenderei il gioco del calcio. Umile e podista come il miglior Di Livio, ma a livello di fondamentali faccio fatica a dire che sia meglio di Marusic. Non segna, fa un cross decente su dieci, non si può dire nemmeno che sappia dribblare. Però dà tutto e anche di più e il suo moto perpetuo risulta comunque fondamentale per gli equilibri generali. Lui i margini di miglioramento li ha, forse potrebbe bastargli anche togliersi l’ansia da prestazione che palesemente ha addosso.

MARUSIC 5,5 - Qualche sprazzo da giocatore vero, annegato in un mare di infortuni che l’hanno fatto tornare al livello consueto: una iattura per uno che se non sta benissimo fisicamente non riesce a mascherare le ben note lacune tecniche. Il voto è severo ma punisce più le assenze (infortunarsi è una colpa) che le prestazioni. Ci ha inflitto un 2020 con Jony perennemente titolare, e questo non posso dimenticarlo.

D.ANDERSON 5,5 - Un Cavanda senza la forza fisica di Cavanda.

MILINKOVIC 7 - È un voto che do con la testa ma non con il cuore. Ha fatto grandi tre mesi, da dicembre a febbraio. Prima si era visto il solito Milinkovic grigio edizione 2018-2019, e dopo si è visto un giocatore che semplicemente non stava più in piedi. Tre mesi in due anni sono pochi, rispetto alla decisione di non monetizzarlo. E poco mi incanta tutta la fuffa di cui ci inonda sui social, autoproclamansosi Sergente. Altri sono i leader, altre sono le bandiere di questa squadra.

PAROLO 6 - Nella deprimente coda di campionato è stato uno dei migliori, o più precisamente dei meno peggiori. Ma non credo sia stato un caso: ha poi giocato nel ruolo di Leiva, che richiede una mobilità minore, e lo ha fatto ai ritmi balneari di questo segmento di stagione. Ma mi ha comunque sorpreso, temevo che con trenta gradi stramazzasse al suolo come Morosini. Se fossimo sufficientemente cinici gli daremmo un abbraccio e ci saluteremmo, magari con la promessa di inserirlo nei quadri quando possibile, un Parolo nella Lazio ci starebbe bene anche con altri ruoli. Invece temo che prolungheremo quella che a oggi sembrerebbe una carriera agli sgoccioli.

LEIVA 7,5 - Credo che non stiamo dando il giusto peso alla sua assenza. La Lazio con Leiva o senza Leiva cambia tantissimo, lui migliora anche i suoi compagni. Discutiamo se la stagione sia finita a Ramsey, a Palomino, a Lucioni o a Caputo, ma forse è finita quando Leiva è andato sotto i ferri. Oltretutto in ritardo, una decisione gravemente sbagliata, sperando che non sia stato sbagliato pure l’intervento. Prima, era stato come al solito decisivo. Sempre selettivo nel dosare le forze, ma sempre lucido nella “scelta” delle partite importanti. Capire quando e come lo riavremo è un qualcosa che dovrebbe orientare l’intero calciomercato.

CATALDI 7 - L’infortunio di Bergamo, dove sembrava tra i più in forma, ha da un lato privato la squadra di una risorsa importante e dall’altro preservato il ricordo della sua prima parte di stagione, in cui era stato finalmente credibile come prima alternativa del centrocampo. È mancata la conferma, ma c’è davvero la sensazione che sia progredito. Resterà nei filmati storici la sua punizione in Supercoppa, mentre “lo scudetto di Cataldi” rivivrà solo negli incubi notturni di Austini.

LUIS ALBERTO 8,5 - Stagione clamorosa di un giocatore che quando riesce ad allineare salute e convinzione è tra i pochissimi della Serie A che potrebbero essere obiettivi delle grandi squadre di Premier. Il “gioco” della Lazio in realtà è lui, sta alla squadra come Gascoigne stava a quella di Zoff: nel senso che quando c’è si vede qualità, e quando manca si gioca a qualcos’altro, che del calcio è solo parente. È forse l’unico che considero incedibile, perché in questa fase storica è un giocatore rarissimo e quindi insostituibile, soprattutto se non hai milioni da buttare. Credo che inizialmente abbia trovato motivazioni nell’avvicinamento a Euro 2020, e spero quindi che le abbia anche l’anno prossimo.

BERISHA 5 - Non infierisco perché siamo riusciti a rivenderlo bene. Ma l’acquisto si è dimostrato senza senso, in quel Salisburgo mezza squadra era migliore di lui.

A.ANDERSON 5,5 - Ha avuto la sua chance, non è sembrato all’altezza.

LULIC 6,5 - La caviglia lo ha tolto di mezzo proprio quando - dopo un sacco di tempo - si era rivisto il miglior Senad. Sembrava tornato in grado di reggere i 90 minuti, aveva messo la firma su un’altra coppa e l’aveva alzata da capitano. Anche lui è mancato molto, considerando chi l’ha sostituito. L’infortunio è stato serio, per il futuro attualmente non dà nessuna garanzia.

JONY 4,5 - Il peggiore. E non perché abbia giocato peggio di Vavro o Berisha, ma perché avendo avuto un minutaggio da titolare la sua mediocrità ha inciso molto di più. Parliamo di un non atleta che all’inizio aveva se non altro mostrato una certa buona educazione del piede sinistro, di cui poi si sono perse le tracce col passare del tempo. Sembrava sapesse crossare, era l’unica skill che gli riconoscevo, la palla sulla testa di Caicedo a Cagliari resta la sua unica prodezza. E invece si è rivelato inadeguato a tutto, un altro flop della campagna acquisti estiva che giudicai e a un anno di distanza giudico, a maggior ragione, letteralmente vergognosa.

LUKAKU 5 - Se stesse bene lui le qualità le avrebbe, ma quando mai è stato bene? E quando mai starà bene? Una stagione da infortunato passi, da due in su è rubare i soldi.

FALBO SV - Poteva fare più minuti, post Covid Simone è stato troppo timoroso.

CORREA 6,5 - Troppi gol sbagliati, troppo tempo per rimettersi dall’infortunio al polpaccio, la sua stagione è stata inferiore a quella della squadra nel suo complesso. Ma quando sta bene dimostra di essere un giocatore unico in questa Lazio decurtata di attaccanti creativi, l’unico in grado di saltare l’uomo. E io per chi salta l’uomo ho un debole, per cui continuo a scommettere sul Tucu con la sensazione che non ci abbia ancora mostrato il suo meglio.

ADEKANYE 5,5 - Simpatico, e forse neanche indecente come temevo. Ma in un organico non dico da scudetto, ma anche solo da squadra iscritta alla lotta Champions, la quarta punta non può essere Bobby Adekanye.

RAUL MORO SV - A un certo punto sarebbe servito anche lui, e invece si è fatto trovare infortunato: pessimo segnale, le carriere sono fatte di attimi da cogliere.

CAICEDO 7,5 - Ha esalato l’ultimo respiro nel tuffo con cui si è procurato il rigore contro la Fiorentina, ma la sua stagione resta magnifica, i suoi gol nel recupero a Reggio Emilia, a Cagliari e con la Juve sono stati i momenti più esaltanti della stagione. È un mezzo giocatore, perché non ha nelle gambe una partita intera, ma è giocatore e questo ammetto di non averglielo riconosciuto troppo a lungo. Ha calcio nei piedi, e di questi tempi in Serie A lo si può dire di pochi.

IMMOBILE 9 - Per lui parlano numeri che non c’è bisogno di ricordare. Ma oltre ai numeri c’è dell’altro, c’è la generosità con cui affronta tutte le partite, dall’inizio alla fine. La Lazio in cima alla classifica ce l’ha portata lui, con la stessa squadra e Klose centravanti avremmo lottato per l’Europa League. Dispiace per come si è ripresentato subito dopo il lockdown, qualcosa è stato sbagliato ma tenderei a escludere che abbia delle colpe. Anche perché il calo di condizione ha riguardato tutti. Purtroppo quando è a terra atleticamente emergono i suoi limiti tecnici, lo avevamo visto anche alla fine dell’anno scorso. Comunque, con un altro anno così supererebbe Piola già nel 2020-21: nessun paragone, nemmeno con Chinaglia, Signori e Giordano che hanno giocato in Serie A ben più difficili, ma merita di stare con loro nel pantheon.


INZAGHI 8 - All’ultimo minuto di Fiorentina-Lazio forse era esonerato, di sicuro sarebbe saltato in caso di sconfitta: c’era già l’accordo con Gattuso. Dopo la Coppa Italia dell’anno scorso e dopo un inizio deludente su tutti i fronti sembrava impossibile per lui trovare e dare motivazioni nuove. Sembrava emotivamente a fine corsa, e invece - partita dopo partita - era riuscito a mettere insieme la stagione più emozionante da vent’anni a questa parte. Solo il Covid lo ha stroncato. Molto è stato sbagliato da lui e dal suo staff durante la quarantena, e anche quando si è ricominciato a giocare ha dimostrato di non essere più lucido. Ha solo subito la situazione, pensando solo a dare giustificazioni anziché cercare soluzioni, ammesso e non concesso che ve ne fossero. Ora è di nuovo al punto in cui era a ottobre, avrà il problema di ridare stimoli a una squadra che quest’anno sembra aver raggiunto il suo limite, arrivando anche a superarlo per qualche mese. Credo che servano forze fresche, facce nuove. E poi servirà un bel chiarimento con il suo staff, perché la gestione degli infortuni di Lulic e Leiva e le condizioni in cui la squadra si è ripresentata a giugno sono imperdonabili. A lui tolgo un voto, per questo. Ma ha centrato due obiettivi su tre, ci ha fatto sognare, e di questo - al di là di quel che poteva essere e non è stato - dobbiamo essergli molto grati.


LOTITARE 3 - Campagna acquisti estiva: vergognosa. Campagna acquisti invernale, con la squadra in lotta per lo scudetto: inesistente. Hanno sfidato la sorte confidando che se per mezza stagione non si era infortunato nessuno, anche nell’altra mezza il miracolo si sarebbe ripetuto. Lotito vuole sempre stravincere, e per stravincere spesso perde l’occasione di vincere. Tare non combina niente di buono da troppo, troppo tempo. Tempo in cui per ironia della sorte continua ad essere incensato dalla stampa per meriti vecchi ormai di anni. Quest’anno bisogna cambiare. Abbiamo raccolto, e tanto, ma da troppe finestre di mercato non seminiamo più niente, la squadra è mediamente vecchia e bisogna tornare a investire sul futuro.

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