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Pagelle Milan-Lazio 2-1

Ultimo Aggiornamento: 30/01/2018 12:09
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29/01/2018 07:24
 
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STRAKOSHA 6-Reattivo sulle conclusioni da fuori di Çalhanoğlu, anche se la respinta sulla seconda lascia il pallone un po’ troppo nei paraggi. Non esce sui gol, ma se l’attaccante guadagna una posizione da plotone d’esecuzione è soprattutto per errori altrui. Tranquillo, anche se non sempre precisissimo, nel gioco di piedi.

BASTOS 1-Chiariamolo una volta per tutte: questo non ha i fondamentali sul piano tattico. Vanta numeri importanti nelle chiusure uno contro uno – persino in campo aperto, quindi su una situazione creata anche dai suoi errori – e una crescente pericolosità offensiva, ma soffre di una sostanziale atassia quando si deve minimamente coordinare con una logica di reparto. Le scelte strategicamente scellerate con cui perde – o regala? – l’uomo su entrambi i gol presuppongono errori di concetto inammissibili in una partitella fra bambini sull’asfalto. Delle due l’una: o si torna a giocare a uomo per i suoi comodi e i suoi limiti o lui torna dietro i banchi, riproponendosi quando sarà in grado di difendere nel calcio di oggi.

DE VRIJ 4-Sul primo gol servirebbe un movimento della linea per mettere in fuorigioco gli avversari e/o allontanarli dalla linea di porta: detto fatto, il reparto rincula all’ultimo risucchiando Cutrone a un metro da Strakosha. E chi doveva dettare questi movimenti? Proposta: spostarlo a destra, per colmare la voragine individuale da quella parte, con Luiz Felipe al centro.

RADU 5.5-Dal Vangelo secondo il Cholo: nel primo tempo prendi pure gol ma non farti espellere. Lui si limita al giallo ma il fallo tattico su Suso, ancorché dettato da una situazione di squadra nella quale ha poche colpe, rimane troppo affrettato e lo condiziona per il resto della gara. Non concede moltissimo allo spagnolo, del quale si temeva il rientro sul suo piede buono contro quello meno buono di Radu; e, a differenza degli altri due, ancora una volta non affonda. Ma non basta per arrivare alla sufficienza.

MARUŠIĆ 5-Un gran bel gol, per il resto il nulla. Ingenuo sul fallo che porta alla punizione del vantaggio, insufficiente nei neppure gravosi compiti difensivi, evaporato nella ripresa. Del resto anche i sassi sapevano che per questa gara, sul piano della personalità e della disciplina tattica, serviva Basta titolare.

PAROLO 4-Non all’altezza nella qualità del contributo offensivo, poco efficace in copertura, approssimativo come surrogato di Lucas Leiva. Quando ci sono di mezzo complessi, limiti di personalità e via discorrendo, non dovrebbe figurare neppure fra i convocati.

LUCAS LEIVA 5.5-Le qualità dimostrate in costruzione gli prendono un po’ la mano, allontanandolo troppo spesso dalla zona di competenza. Ne deriva la mezz’ora tatticamente meno puntuale della sua stagione, con la difesa attaccata regolarmente in prima battuta. Non appena se ne rende conto, gli spazi magicamente si richiudono. Delittuoso averlo tolto dal match.

MILINKOVIĆ-SAVIĆ 6-Il più pericoloso nella ripresa dopo un primo tempo da peggiore in campo. Davvero crede che qualcuno investa cento milioni e passa su chi gioca dieci minuti?

LULIĆ 4-Impossibile dargli di più per un gol che anche una sedia, col semplice rimbalzo del pallone su di essa, avrebbe segnato. Il più continuo e ligio alle consegne nella prima frazione, causa apnea perde lucidità e la qualità tecnica delle sue giocate scende sotto il minimo sindacale. Ma almeno non ha avuto paura. Lui.

LUIS ALBERTO 5-Quella deliziosa traiettoria umiliata dalla traversa poteva cambiare la sua gara e quella della Lazio, ma rimane uno spunto isolato. Non si affronta così un esame di maturità.

CAICEDO 5-Lui cerca solo sponde, la squadra tutto tranne quelle. Diventa un uomo in meno senza particolari colpe personali: semplicemente non c’entrava niente. E allora perché è rimasto in campo fino alla fine?

FELIPE ANDERSON 6-L’unico a creare realmente qualcosa. Ma anche qui si parla di highlights, non di prestazione nel suo insieme.

LUIZ FELIPE s.v.-Una bella chiusura, un fallo ingenuo, la sensazione di una discreta visione d’insieme anche quando gli schemi erano saltati. Merita più spazio, considerando anche le alternative.

NANI s.v.-Tenta una torre, batte una rimessa laterale, si decentra eccessivamente sulla fascia. Tutto tranne ciò che gli si chiedeva, ma ha avuto scarse opportunità di provarci.


INZAGHI 1-Allenatore molto empatico, che sa trasmettere qualcosa ai giocatori: quasi sempre un punto di forza, tranne quando è lui ad andare nel pallone.
Col Torino fu il primo a non calmarsi; ieri è stato il primo a sentire negativamente la partita e quella specie di incantesimo che in campionato dura da un trentennio.
Con una differenza: perdere la testa di fronte alle oscenità in luogo pubblico di un Jack ‘O Melly è umano; soffrire del complesso di San Siro no.
Il dato statistico di giornata riguarda le ammonizioni, praticamente tutte per falli tattici.
Dovuti individualmente a interventi frettolosi, sproporzionati, mal ponderati: ma indice al tempo stesso di una formazione fuori equilibrio dal primo all’ultimo minuto, con una copertura delle zone del campo a macchia di leopardo.
Male anche coi cambi, in particolare quello di Leiva che trasforma qualsiasi pallone recuperato dalla Nocerina in un contropiede a campo aperto.

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