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Pagelle Hellas Verona-Lazio 0-3

Ultimo Aggiornamento: 28/09/2017 12:23
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24/09/2017 20:17
 
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STRAKOSHA 7-Il riflesso sulla punizione di Fossati è impressionante; la forza dell’intervento a una sola mano, evitando di farsela piegare da un tiro a effetto ma non certo debole, tecnicamente rilevante per i parametri del ruolo. Impedisce ai padroni di casa un 1-2 allo scadere della prima frazione, contribuendo a indirizzare l’inerzia psicologica del match. Molto bene.

PATRIC 7-Tradisce qualche insicurezza, ad esempio quando regala il corner su un cross bell’e andato per un malinteso col portiere: incertezze dovute più alla ruggine per l’assenza dal campo – si saprà mai cos’è successo, a proposito? – che a una posizione non proprio abituale. Gli si chiedeva di “tenere calda” una maglia in una situazione di emergenza, consentendo alla Lazio di arrivare comunque a undici: piace, in questo senso, l’approccio diligente e minimalista nel non prendere rischi inutili. Non sbaglia nulla di significativo, e se estendesse le proprie funzioni di jolly al ruolo odierno inciderebbe in maniera significativa sulla profondità dell’organico.

LUIZ FELIPE 7.5-Nulla a che vedere col ragazzino disorientato di Arnhem. Prende possesso del centro della difesa, rischia con anticipi discretamente scenografici, ci mette stentoree uscite palla al piede una delle quali, portando il pallone da una trequarti all’altra, propizia il raddoppio. Al di là dei paragoni d’antan che giocate così spettacolari impongono negli spettatori meno giovani di lui, c’è un lato B su cui occorre soffermarsi: la sicurezza persino eccessiva, e soprattutto l’impressione di una scarsa considerazione per gli spazi che lascia alle proprie spalle quando abbandona la posizione. Va detto che in situazioni del genere non perde né rischia di perdere un pallone, segno di iniziative abbastanza calcolate, ma dovrà rientrare maggiormente nei più prosaici canoni di un’interpretazione contemporanea del ruolo. Da un ragazzino al debutto come centrale a tre, in assoluto fra le mansioni più bisognose di esperienza, era quasi impossibile chiedere di meglio.

RADU 6.5-Fa ampiamente il suo, con un paio di sortite interessanti. Due note a margine. Prima: le prestazioni dei singoli in difesa sostanzialmente si sono equivalse, il che conferma una compattezza di reparto oltre ogni previsione. La differenza nei voti è in rapporto alle difficoltà individuali: lui non aveva problemi di inesperienza e/o adattamento al ruolo, gli altri sì. Seconda: il Verona non ha ancora segnato su azione in campionato, il che ne fa probabilmente una Cenerentola a livello continentale. Come il Benevento, a conferma del fatto che la formula a venti squadre e chi l’ha voluta meriterebbero la fucilazione alla schiena. Quindi complimenti per l’ennesima prova di reattività del gruppo, ma per le valutazioni strettamente tecniche servono test più probanti.

MARUŠIĆ 7.5-Il rigore procurato che sblocca la partita, la sponda a Immobile per il raddoppio, il terzo gol in proprio. Non fosse per un’ammonizione senza senso a gara archiviata, un carniere stracolmo. Giocatore decisamente atipico, che quando parte dritto per dritto sembrerebbe a proprio agio sulla vicina pista d’atletica più che sulla fascia. Potenzialmente una forza della natura, almeno in fase offensiva, ma da dirozzare sotto ogni aspetto: e oltre ogni immaginazione, soprattutto per un venticinquenne con una discreta esperienza internazionale. Buon lavoro a Inzaghi.

PAROLO 7.5-In modalità risparmio energetico: e quindi da apprezzare ulteriormente, lui “generoso”, per come incide in ogni fase di gioco limitando i consumi in maniera lucidamente mirata. La mira servirebbe anche per rendere giustizia a Irrati, autore di una direzione fra il provocatorio e lo scandaloso che trova il proprio culmine proprio con l’ammonizione nei suoi confronti: parlando di calcio e basta, forse non era neanche fallo.

LUCAS LEIVA 7.5-Con lui davanti, qualunque difesa ha una speranza in più di cavarsela. Novità di giornata, qualche puntata al limite dell’area avversaria per appoggiare l’azione. Servirebbe maledettamente anche in gare più complicate, sperando di non chiedergli troppo con un impegno stabilmente bifase.

LULIĆ 7-Ne ha ancora, come fisico e voglia, anche quando passa sulla fascia per far rifiatare Lukaku. Più concreto al centro, più esuberante sulla fascia dove piazza un paio di recuperi difensivi da trionfo della vitalità.

LUKAKU 6.5-Molto bene a inizio ripresa, quando capisce la necessità di stroncare le residue velleità di rimonta dei veronesi e inchioda il pallone, per quanto gli compete, nella loro metacampo. Agevolato come il collega di fascia dalle scarse incombenze difensive, contribuisce con una gara poco spumeggiante ma di sostanza.

LUIS ALBERTO 7.5-Primo tempo a giri bassi, nel quale comunque firma ogni pallone, nella ripresa prende in mano la squadra e si inventa un paio di chiusure difensive impeccabili, che sarebbe meno ovvio attendersi da lui. Anche qui, come tocco di palla, sensazioni di un calcio che fu.

IMMOBILE 8-Il centravanti, semplicemente. Il secondo gol, sia pure segnato contro la Croce Rossa, è invece trasversale alle varie epoche pallonare: c’è l’odore del sangue fiutato dal classico rapinatore d’area specializzato, ma anche tecnica e lettura degli spazi tipici di epoche maggiormente post-ruolo. Delittuoso lasciarlo in campo novanta minuti anche nella gara più facile del ciclo.

CAICEDO, MURGIA e DI GENNARO s.v.-Spezzoni dignitosi, ma in quello che si era ormai stabilizzato in un allenamento agonistico.


INZAGHI 8.5-La squadra si trova una formazione d’emergenza, un arbitraggio da agguato, il rischio di riaprire la gara sprecando energie preziosissime: tutti ostacoli superati con una forza mentale, una tranquillità e una tenuta nervosa che a diverse Lazio più forti e più belle di questa mancavano chiaramente.
Oltre alla testa, convincono anche le soluzioni tecniche con cui viene concretizzato quanto sopra: quelle di una squadra brillante, che trova persino il modo di divertirsi, ma senza lasciarsi prendere la mano da condotte di gara troppo dispendiose nel momento in cui le forze vanno accuratamente dosate.
Unica osservazione: d’accordo che i cambi per ora sono tre, ma non si può lasciare in campo persino oggi un Immobile fra l’altro esausto.
Per gli altri, come dimostra il mezzo miracolo della difesa odierna, un sostituto si trova anche in totale emergenza.
Senza Ciro, e senza Lucas Leiva, la squadra non c’è più.

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