Pagelle Lazio-roma 0-2

MARCHETTI 1-Il delirio di infilarsi i guanti con la palla in gioco. Una giocata di piedi assassina, verso la fine del primo tempo, che regala un cross pericoloso a Perotti nella maniera più insensata. Un gran riflesso sul colpo di testa centrale di Džeko. La solita conferma del fatto che non si tratta di un portiere sul tiro del raddoppio. Nel suo caso non rimane che sperare nel crociato, e non il cavaliere in Terrasanta.
BASTA 5-Ha mezz’ora di autonomia, che spende discretamente a rimorchio dell’effimera supremazia di squadra. Poi costringe Felipe Anderson ad arretrare, quindi cede di schianto. Considerando le ultime prestazioni di Patric, perché puntare su chi non ha i novanta minuti?
WALLACE 1-Uno che tira fuori giocata del genere, in quella zona del campo, in una partita come questa non dovrebbe giocare a calcio. E pensare che per il resto non aveva sbagliato nulla.
RADU 7-La “pettinata” che toglie un gol dalla testa di Džeko vale mezzo punto. Per il resto sente il derby nella maniera giusta, ma con juicio. C’è bisogno di un ex giocatore per trovare uno che capisce questa partita: è chiara la gravità della situazione?
LULIĆ 5.5-Siamo alle solite: gran combattente, ma con limiti ed errori che vanificano tutto. Protagonista incolpevole nel vergognoso siparietto del quasi rigore.
PAROLO 5-Oscuro lavoratore di centrocampo senza gli spunti offensivi quantomai necessari, nella ripresa va in barca insieme agli altri. Leader tecnico, non caratteriale.
BIGLIA 3-Compitino quando la squadra va per conto suo, zavorrato da un’ammonizione infame, il primo a sbracare completamente quando la partita si mette male. Un capitano fra i più moralmente indegni di sempre: rinnovo sì, ma dell’invito a trovarsi un compratore.
MILINKOVIĆ-SAVIĆ 5-Un po’ di tutto senza trovare un senso, come in quegli insulsi apericena con cui alcuni credono di sostituire un pasto. Va alla deriva in compagnia.
FELIPE ANDERSON 1-Sarebbe la sua partita, contro un avversario in difficoltà sulle fasce, la gioca con la testa di un’amichevole estiva. Come minimo gli si trovi un mental coach personale.
IMMOBILE 3-L’unico a vedere la luce della porta, sparando in curva. Lancia un contropiede potenzialmente mortifero, vanificandolo con un assist come se avesse un’incudine al posto dei piedi. Discreto centravanti per una provinciale, nulla più.
KEITA 5.5-Qualche spunto in avanti, un minimo di buona volontà in appoggio per attrarre palloni scomodi, l’esito concreto della sua prestazione che scivola fra le mani come zucchero a velo. Impalpabile e irrecuperabile, ma per il colpevole di giornata prenda il numero e aspetti, oggi c’è parecchia fila.
PATRIC, LOMBARDI, KISHNA s.v.-Forse servivano prima.
CATALDI 1-Un’espulsione fra le più stupide nella Storia del calcio. Per fortuna non era in campo.

INZAGHI 1-Parte bene, ma tanta supremazia non produce un tiro nello specchio per evidente mancanza di organizzazione: a conferma di come la squadra, in fase di finalizzazione, non goda di una conduzione tecnica.
Persona e allenatore mediocre, si fida dei senatori con scelte al limite del nonnismo anziché imporre qualche idea propria, ammesso che ne abbia: quanto accade fra i pali è solo la punta dell’iceberg.
Quando la squadra va in difficoltà, la sua reazione è quella di uno spettatore: anzi no, quello almeno si arrabbia.
Vale quanto detto di lui, non con profezia ma con semplice realismo, al momento della nomina: un inadeguato da cacciare a pedate.
Può essere utile come trait d'union fra giovanili e prima squadra, come assistente tattico per la fase difensiva, ma mai come allenatore capo.
Del resto è stato scelto per le doti di zerbino, non per quelle di tecnico.