Pagelle Milan-Lazio 1-1

MARCHETTI 5.5-Reattività non sempre ottimale fra i pali e qualche brivido coi piedi. Non fa danni, ma è il massimo che si possa dire.
PATRIC 6.5-Arruffone ma vivo e complessivamente sul pezzo. Anzi, sembra diventare più razionale e smaliziato col passare dei minuti. Rimane da capire se ha davvero dei numeri o semplicemente spicca come un muretto rimasto in piedi in mezzo alle macerie.
BIŠEVAC 1-Sul pari riesce al tempo stesso a sfiorare il fallo da rigore e a lasciare campo libero per la giocata di Luiz Adriano, in una situazione nella quale bastavano i fondamentali per tenere lì l’avversario. Una media di errori decisivi per un gol subito da far rimpiangere il peggior De Silvestri. Subito, e a pedate, di ritorno nell’infermeria da cui è stato prelevato.
HOEDT 2-Perde Bacca in maniera persino infantile, ed è solo l’inizio. Spaurito e disorientato come un bambino smarrito in un centro commerciale. Stasera sembrava davvero che non c’entrasse niente col calcio.
BRAAFHEID 1-Lui, Gentiletti e lo Cana rotto non sono più giocatori in attività. Mauricio non lo è mai stato. Hoedt forse non lo sarà mai. Qualcuno ricorda una simile concentrazione di non calciatori in un qualsiasi club professionistico?
LULIĆ 1-I piedi come la testa di Candreva. Ciliegina sulla torta, un fallo demenziale che offre al killer di Terni l’opportunità di toglierlo di mezzo per il derby. Ma forse, date le sue attuali condizioni, non mancherà.
BIGLIA 5.5-Risucchiato all’indietro, trascina con sé il baricentro della squadra per un secondo tempo surreale sul piano tattico. Ma forse, con quei fenomeni alle spalle, non poteva fare diversamente.
PAROLO 6-Per il gol e poco altro. Commette errori elementari nella protezione del pallone, regalandone più di uno che, opportunamente controllato, avrebbe potuto rendere lo spezzone in inferiorità numerica meno sofferto.
CANDREVA 3-La testa come i piedi di Lulić. Cento cross nelle parti basse dell’avversario e un’ottusità che lo rende il dodicesimo uomo degli avversari. Tranquillo, la stagione è quasi finita. Il compratore, a proposito?
MATRI 1-Peggio il fuorigioco nel quale si mette sistematicamente, diventando una sorta di Franco Baresi di sé stesso? Oppure la lentezza statuaria con la quale tappa i pochi spunti offensivi? O ancora movimenti lenti e privi di senso in rapporto alla squadra? Via subito, insieme a chi ha avuto l’indecenza di portarlo a Formello.
FELIPE ANDERSON 7-Spunti interessanti e un lavoro massacrante sulla verticale, che lo rende semplicemente il migliore in interdizione. Troppo solista e tatticamente irrazionale, d’accordo: ma a quali compagni avrebbe potuto passarla? E a quale gioco collettivo avrebbe dovuto fare riferimento?
MAURICIO s.v.-In panchina per i titolari di cui si è detto. Se si rivolge a un Tribunale del Lavoro per ottenere il reintegro nell’undici di partenza, la sentenza è già scritta.
ĐORĐEVIĆ 6-C’è anche lui nel mischione in area che si conclude sul braccio di Zapata. Lavora e “porta su” un paio di buoni palloni a metacampo. Il tutto in dieci minuti e con la squadra in dieci. Rispetto a Matri, almeno è un effettivo in campo.

PIOLI 2-Un quarto d’ora scarso di buonsenso e buon piglio che si esaurisce sul gol del pari.
Un secondo tempo di puro nonsense, cui reagisce lasciando in campo la maglia vuota di Matri per ottanta, vergognosi, interminabili minuti.
Se il pari vale la sua conferma in panchina, c’è da sperare nello 0-3 a tavolino.
Tanto a quel risultato, dopo lo scempio con lo Slavia Praga, si è abituati.