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Sarri-Mancini

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2016 12:39
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Post: 1.694
21/01/2016 15:17
 
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Re: Re: Re:
Drenai71, 21/01/2016 15:05:



è la stessa cosa invece. una volta che una parola fa parte dell'uso comune nell'accezione di insulto, chi ha l'abitudine di usarla lo fa senza pensare minimamente al significato ma solo all'insulto.
l'esempio dell'automobilista che hai fatto è perfetto, uno ti taglia la strada, inchiodi cacandoti in mano e in preda all'adrenalina gli urli dietro frocio maledetto magari mori. sei omofobo? sei potenziale omicida? sarri è nell'identica situazione.
ha insultato e pagherà, ma non si possono trarre indicazioni sul suo rispetto delle minoranze da questo episodio, se non che è un tipo volgare e sboccato.



Non mi trovi d'accordo.

Coi miei amici, sai quelli che prendiamo di più per il culo chi sono? Quelli come noi. Quelli della nostra stessa "area culturale", diciamo così. E ci prendiamo in giro su tutto, sui nostri mestieri, sulle nostre specializzazioni, sui politici cui diamo il voto, sulle nostre donne presenti e passate. Anche molto pesantemente. Usiamo espressioni turpi, denigratorie, sessiste TRA DI NOI proprio perché lo sappiamo che usarle è un modo paradossale e anche un po' autocompiaciuto per affermare il contrario. Quasi tutti gli amici che ho non sono credenti. Quasi tutti atei. Eppure, credimi, non ho mai sentito da loro una sola bestemmia in vita mia. Proprio perché, cerca di capire ciò che voglio dire, "non se lo possono permettere".



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Post: 1.694
21/01/2016 15:33
 
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Re:

Mark Lenders (ML), 21/01/2016 15:08:

Certo che non vale, e per rispondere non ho neppure bisogno di leggere il pezzo di Garlando. Cosa che poi faró, comunque. Senza offesa (ci mancherebbe altro), ma si nota ció che tu hai sempre candidamente ammesso, ossia che non hai mai praticato nessuno sport. E la conseguenza è un approccio troppo cerebrale alla questione. Il tuo è il punto di vista di una persona culturalmente evoluta che siede in poltrona. Ma lo sport, a tutti i livelli, è soprattutto altro. È sudore, adrenalina, contatto fisico e cameratismo (se è uno sport di squadra), è una battaglia contro se stessi in cui il nostro vero io prende il controllo senza il filtro della ragione, prima ancora che una battaglia contro gli avversari. È istinto primordiale, difesa del territorio; caccia, sopravvivenza. È la sublimazione della guerra, in pratica. E in guerra valgono cose che in tempo di pace non sono ammesse. Esistono codici di guerra, tribunali di guerra. Cosí come esistono cose vietate perfino in guerra, e la combine sta allo sport come - che ne so - l'uso di gas mostarda in un combattimento.



Ma guarda che io penso che insultarsi in campo non debba affatto menare scandalo. Non chiedo 22 Gaetano Scirea (citato oggi da Garlando) o 22 Gabriele Pin o 22 Giuseppe Favalli (capirai, Favalli per insultare qualcuno ci avrebbe messo un quarto d'ora, per quanto zagaja... ). Ma, come detto, per me esiste un confine, ed è quello dell'insulto a sfondo razziale o sessuale. Il resto, va tutto bene. Mi chiederai? Ma perché quei due non vanno bene e gli altri sì? Boh, non lo so. Infatti, non voglio elevare a teoria filosofica quello che sto dicendo. Sto esprimendo un'opinione (sicuramente anche piena di "buchi" logici) a un gruppo di amici. Di una cosa sono certo. Il "mi ci dovrei trovare in quella situazione" nel mio caso non funziona. Sono convinto che al posto di Sarri (ammesso di essere stato provocato...Ma quale sarebbe, poi, la provocazione? Il fatto che Mancini si sia lamentato del tempo di recupero?) avrei insultato Mancini in un modo altrettando greve ma utilizzando tutt'altri epiteti non razzisti.



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Post: 2.725
21/01/2016 18:01
 
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ReflexBlue74, 21/01/2016 10:50:


In realtà a medio-lungo termine sarà proprio Mancini a pagare questo "eccesso di senso civico". Il mondo del calcio, subdolo e vendicativo, pretenderà da lui un'integrità e un'onestà inconciliabili con la sua professione e, soprattutto, con il suo carattere. Gli verrà sempre rinfacciato questo episodio: quando proverà a difendere un suo giocatore che insulta un avversario, quando glisserà sulla curva che intona cori razzisti, quando si attaccherà con l'arbitro mandandolo a quel paese...



Intanto hanno già iniziato a scavare nel suo passato. Dopo la contraddizione su Vieira-Mihajlovic, ecco venire alla luce una ancora più grossa: http://www.violanews.com/altre-news/gazzetta-mancini-insulto-un-giornalista-ai-tempi-di-firenze-frocio-di-m/

Viviamo tempi in cui la comunicazione è tutto, e quindi torniamo al mio post iniziale: Mancini aveva ovviamente ragione sul punto, ma si è giocato malissimo la reazione. Tu oggi, a qualunque livello pubblico, se decidi di sostenere con forza una causa devi prima essere sicuro di non avere mezzo scheletro nell'armadio e di non cadere mai in contraddizione. Perché altrimenti, grazie alla comunicazione, i tuoi avversari ti faranno a pezzi con le tue stesse armi.
Non è tanto diverso da quel che è successo a Ignazio Marino. Che al di là di una certa inettitudine io continuo a ritenere un sindaco coraggioso nel cercare di spezzare alcuni meccanismi macrocriminali a Roma. Forse l'avrebbero fatto fuori lo stesso, ma lui gli ha servito la propria testa su un piatto d'argento quando ha iniziato a venderla, a livello di comunicazione, come una crociata contro l'illegalità. Se vuoi fare l'eroe devi essere puro come un eroe. Non possono esistere, nel tuo passato, rimborsi chiesti due volte a enti diversi; e nemmeno, nel tuo presente, cene private messe in nota spese a carico del comune. Sono spiccioli di fronte all'indotto di Mafia Capitale, ma dal punto di vista della comunicazione è un ladro chi ruba una mela come chi ruba un milione.


E passiamo a Garlando.

Luigi Garlando:


La mistica delle vergogne che devono rimanere in campo ha fatto il suo tempo. Per una banale ragione logistica, prima di tutto. Un tempo quando esisteva una sola telecamera che inseguiva la palla come un faro da penitenziario, lasciando ampie zone di campo al buio, qualcuno poteva illudersi che fallacci, insulti e regolamenti di conti restassero clandestini. Oggi, all'epoca dell'occhio di falco, dei droni spioni e dei cacciatori di labiali, non c'è la speranza di nascondere neppure uno sbadiglio. Ma prima ancora che ingenua questa pretesa di tenere tutto in campo, in un mondo chiuso che ha i suoi codici e la sua moralità, è un istinto patologico, illegale. In questo distorto sistema di valori l'uomo vero è chi randella, le prende, insulta, ma quando esce dal campo tiene la bocca chiusa. Invece diventa infame chi denuncia un tentativo di combine. Quest'omertà va presa a calci.



Ricapitolando, lui dice che il "tutto deve rimanere in campo" è morto per due ragioni:
- la prima, pratica, dettata dal fatto che ormai grazie alle telecamere tutti vedono tutto;
- la seconda, morale, basata sull'esempio che chi denuncia un tentativo di combine secondo la "legge del campo" è un infame.

Per quanto mi riguarda ha sostanzialmente ragione sul primo punto e torto sul secondo.
Ragione ce l'ha perché è vero, ormai tutti vedono quasi tutto. Ma allora la domanda nasce spontanea: cos'è che lui ritiene grave? Che Sarri abbia detto "frocio" a Mancini o che le telecamere lo abbiano immortalato, o per lo meno avrebbero potuto immortalarlo? Cioè, se gliel'avesse detto in una partita senza telecamere sarebbe stato meno grave? In quel caso sarebbe potuto rimanere sul campo? Sta praticamente dicendo che tra la morale di ieri e la morale di oggi l'unica differenza sta nella tecnologia? Sta, in ultima analisi, dicendo che conta non come si è, bensì come si appare? Attenzione Garlando, attenzione perché ti sei messo in una posizione dialetticamente pericolosissima...
Comunque, in assenza di una risposta dello stesso Garlando, stralciamo la parte soggettiva e concentriamoci su quella oggettiva. Il contesto è quello di una partita di calcio, dove vige l'autorità della quaterna arbitrale. Con il rinforzo della succitata tecnologia che, attraverso l'utilizzo dei filmati, consente ex post al giudice sportivo di punire anche le condotte scorrette che siano sfuggite agli ufficiali di gara. Mancini quindi non è andato a denunciare un qualcosa che sarebbe rimasto impunito. E nemmeno un qualcosa che sarebbe rimasto ignoto ai mass media. Garlando, più avanti, gli ascrive il merito di aver sollecitato una riflessione pubblica su cose che in campo non dovrebbero succedere e che Napoli, città della tolleranza e dell'accoglienza (40 mila immigrati da 70 Paesi), non merita. Ribatto con una domanda e con una considerazione: 1) siamo sicuri che la riflessione non ci sarebbe stata comunque, una volta che i fatti sarebbero comunque emersi anche senza la piazzata di Mancini? Io sono abbastanza sicuro del contrario. 2) Se c'è una cosa per cui non sopporto i napoletani (intesi come categoria, che ha le sue piacevolissime eccezioni) è il vittimismo. Quando c'è da puntare l'indice contro il razzismo nei loro confronti sono inflessibili, mentre in questo caso si sono schierati in maniera più o meno compatta al fianco del loro allenatore che - al netto della reazione di Mancini - resta indifendibile. Questa indignazione a targhe alterne è davvero insopportabile. In questo, come in poche altre cose, mi sento molto romano. Noi siamo stati insultati dalla Lega per vent'anni e i parlamentari leghisti hanno sempre scorrazzato per la città senza problemi. Noi (sì, anche noi) veniamo insultati negli stadi, come qualunque tifoseria e anche da parte dei napoletani, senza che questo faccia mai notizia. Perché fondamentalmente - parlo per me, almeno - non ce ne frega un cazzo. Se i fiorentini cantano "Osama Bin Laden / lancia un missile / distruggi tutta Roma / distruggila per noi" io non mi sento ferito nell'orgoglio. Quando vivevo a Milano gli amici settentrionali scherzavano con noi romani e con quelli più meridionali chiamandoci "terroni" e roba del genere. Uno di loro, un'amicizia ormai decennale, quando mi chiama al telefono esordisce spesso con "uè, Africa!" e io sinceramente mi ci faccio un sacco di risate. Quando parlo di questo con gli altri amici comuni del sud, invece, noto che sull'argomento sono molto più rigidi, trovano che sia una cosa antipatica e si sentono offesi. Vabbe', tutto questo per dire che la sensibilità può essere relativa e quindi anche diversa in base alla latitudine, ma quello che non può mai essere modificabile è la coerenza. Ciò che ritieni offensivo per te devi considerarlo offensivo anche quando parte da te.
- Ma torniamo a Garlando e alla sua seconda ragione, quella morale. Beh, qui l'esempio che fa è totalmente fuori luogo. Mettere sullo stesso piano un insulto e un tentativo di combine è una forzatura dialettica per me inaccettabile. Entrambe rapprresentano delle violazioni sul piano della condotta, ma una è estemporanea e comunque non mina il sistema dalle fondamenta, mentre l'altra è pianificata a tavolino e non a caso è punita dalla giustizia sportiva e da quella penale in modo molto più pesante. Se Sarri insulta Mancini, Napoli-Inter 0-2 resta comunque una partita di calcio. Se Sarri e Mancini si fossero messi d'accordo sul risultato, Napoli-Inter 0-2 non sarebbe stata una partita di calcio. In questo caso la mela e il milione citati a proposito di Marino non c'entrano nulla. Volendo rimanere in tema di esempi ortofrutticoli, diciamo che Garlando ha cercato di sommare le mele con le pere.
[Modificato da Mark Lenders (ML) 21/01/2016 18:04]

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Post: 1.694
21/01/2016 18:59
 
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Allora ti porto l'esempio di qualcosa che non si è effettivamente concretizzata in una combine e mi dici cosa ne pensi.
Era il 1990, il Cesena era in lotta per la salvezza e a fine gara Giancarlo Marocchi, davanti alle telecamere, andò a lamentarsi del comportamento di Sergio Domini, che per tutta la gara gli sussurrò all'orecchio "fateci pareggiare".
Poi, tra l'altro, la partita finì veramente in parità ma la cosa fu molto ridimensionata, mi pare che la FIGC non aprì neanche un fascicolo.
Anche lì si crearono le fazioni. "Sono cose di campo, non dovevano uscire, a giocatori che lottano per la salvezza possono scappare richieste del genere, ma non vanno demonizzati o messi alla gogna" (se non sbaglio fu la posizione di Eraldo Pecci), "Bene ha fatto Marocchi a dirlo, così la prossima volta non ci stupiremo degli Albertosi, dei Paolo Rossi, dei Giordano..." (posizione di Mosca).

La mia domanda è, dal tuo punto di vista, chi era nel giusto e perché.  
[Modificato da cuchillo76 21/01/2016 19:00]

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Post: 2.725
21/01/2016 19:04
 
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Marocchi doveva andare
1) dall'arbitro;
2) dal procuratore federale;
3) in tv, ma solo se le due precedenti denunce non avessero sortito effetto.
A te dà fastidio l'omertà da campo, a me dà fastidio il giustizialismo delle telecamere. Il punto d'incontro non può che essere uno: la giurisdizione dell'autorità competente. Non penso ci siano margini di trattativa. su questo.

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Post: 1.588
21/01/2016 19:23
 
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Re:
Mark Lenders (ML), 21/01/2016 18:01:



Se c'è una cosa per cui non sopporto i napoletani (intesi come categoria, che ha le sue piacevolissime eccezioni) è il vittimismo. Quando c'è da puntare l'indice contro il razzismo nei loro confronti sono inflessibili, mentre in questo caso si sono schierati in maniera più o meno compatta al fianco del loro allenatore che - al netto della reazione di Mancini - resta indifendibile. Questa indignazione a targhe alterne è davvero insopportabile. In questo, come in poche altre cose, mi sento molto romano. Noi siamo stati insultati dalla Lega per vent'anni e i parlamentari leghisti hanno sempre scorrazzato per la città senza problemi. Noi (sì, anche noi) veniamo insultati negli stadi, come qualunque tifoseria e anche da parte dei napoletani, senza che questo faccia mai notizia. Perché fondamentalmente - parlo per me, almeno - non ce ne frega un cazzo. Se i fiorentini cantano "Osama Bin Laden / lancia un missile / distruggi tutta Roma / distruggila per noi" io non mi sento ferito nell'orgoglio. Quando vivevo a Milano gli amici settentrionali scherzavano con noi romani e con quelli più meridionali chiamandoci "terroni" e roba del genere. Uno di loro, un'amicizia ormai decennale, quando mi chiama al telefono esordisce spesso con "uè, Africa!" e io sinceramente mi ci faccio un sacco di risate. Quando parlo di questo con gli altri amici comuni del sud, invece, noto che sull'argomento sono molto più rigidi, trovano che sia una cosa antipatica e si sentono offesi. Vabbe', tutto questo per dire che la sensibilità può essere relativa e quindi anche diversa in base alla latitudine, ma quello che non può mai essere modificabile è la coerenza. Ciò che ritieni offensivo per te devi considerarlo offensivo anche quando parte da te.




Io sono per metà romano e per metà milanese, forse per questo motivo non ho il mito di Roma, né quello alto e colto di chi studia con passione la storia, le tradizioni, gli aneddotti di questa città né quello becero di chi si tatua il gladiatore sul braccio per evocare un passato del quale è venuto a conoscenza grazie a qualche film hollywoodiano.
A Roma vivo abbastanza bene, il minimo sindacale, grazie alle bellezza di una città che riesce continuamente a stupirti. Se non avessi legami famigliari che mi obbligano a restare non ti nascondo che penserei concretamente a un trasferimento.

Detto questo, il paragone tra la sensibilità del romano e quella del meridionale è un po' forzato. Per una semplice ragione. La storia, la bellezza e la potenza immaginifica di Roma sono vincenti su qualsiasi tentativo di denigrazione individuale o collettiva. Il milanese (che poi i milanesi veri, pure lì...), pure il più stronzo, ti sfotte, magari ti insulta pure, ma ti rispetta. Perché non può non riconoscere la grandezza di Roma. Una grandezza che si appunta come un distintivo sul petto di chi ci è nato, anche se non ha nulla a che spartire con il glorioso passato di Roma, anzi è il primo a sporcarlo e offenderlo.

Il meridionale, che non può contare su questo "privilegio", il rispetto del settentrionale se lo deve guadagnare sul campo. E non è detto che, nonostante le doti e la buona volontà, ci riesca.
[Modificato da ReflexBlue74 21/01/2016 19:26]

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Post: 2.725
21/01/2016 19:32
 
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Mah, sarà che io questa grandezza non la riconosco.
Mi fanno pena i romanisti quando si definiscono "eredi di un grande impero", mi fa pena il livello di questa presunta capitale europea (solo ieri un'ora e mezza di traffico per andare da Giustiniana a Balduina, poi 40 minuti sotto la pioggia per entrare allo stadio) e mi fa pena il livello del romano medio, sempre più becero, ignorante e razzista.
La città, al centro, è meravigliosa. D'accordo. Ma ci sono tanti altri posti meravigliosi in Italia e nel mondo. Roma ne fu il centro 2000 anni fa, oggi per me vale meno di tanti altri posti. Quando mi dicono "uè Africa" io sono consapevole di vivere non dico nel terzo mondo, ma sicuramente in una città che funziona molto peggio di Milano e circondato da persone mediamente meno civili. Se non mi offendo è perché - al contrario di tanti altri - non mi sento di rappresentare, né di essere rappresentato da nulla se non da me stesso. Io non sono Roma, ci vivo e basta. Per caso, perché qui sono nato. E questo non mi rende né migliore né peggiore di un milanese o di un napoletano.

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Post: 1.694
21/01/2016 19:39
 
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Re:
Mark Lenders (ML), 21/01/2016 19:04:

Marocchi doveva andare 1) dall'arbitro; 2) dal procuratore federale; 3) in tv, ma solo se le due precedenti denunce non avessero sortito effetto. A te dà fastidio l'omertà da campo, a me dà fastidio il giustizialismo delle telecamere. Il punto d'incontro non può che essere uno: la giurisdizione dell'autorità competente. Non penso ci siano margini di trattativa. su questo.



Quindi, ha sbagliato anche Gasperini?
I nomi dei capi-ultras che aizzano e guidano gruppi di violenti non andavano fatti davanti alle telecamere ma davanti al magistrato?

E' l'ultima domanda, poi contro-rispondo.


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Post: 2.725
21/01/2016 19:56
 
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cuchillo76, 21/01/2016 19:39:



Quindi, ha sbagliato anche Gasperini?
I nomi dei capi-ultras che aizzano e guidano gruppi di violenti non andavano fatti davanti alle telecamere ma davanti al magistrato?

E' l'ultima domanda, poi contro-rispondo.




Non ho seguito bene la vicenda, dipende da qual era il capo d'accusa.
Se - come mi era sembrato di capire - li ha accusati di godere per le sconfitte del Genoa, non essendo questo un reato ha fatto bene a parlarne davanti alle telecamere. Perché il fine ultimo era quello di far perdere agli ultras l'ascendente sul tifoso medio, immagino. Roba di comunicazione, quindi roba da telecamere.
Se invece li ha accusati di violenze precise avendone le prove, doveva andare dal magistrato. Perché in questo caso il fine ultimo dovrebbe essere l'estirpazione di un reato e la punizione dei responsabili. Viceversa se le prove non le ha, averli accusati pubblicamente può sconfinare nella diffamazione.

Perché vedi, il fine ultimo è importante. Se il fine ultimo di Mancini fosse quello di elevare il livello culturale del calcio italiano, io credo che avrebbe dovuto parlare oggi, dopo la ridicola (soprattutto nella motivazione) squalifica di due giornate a Sarri. Se oggi Mancini avesse convocato una conferenza stampa non avrei avuto nulla da dire. Ma se vai in tv a fare la spia 20 minuti dopo i fatti, e dopo che quello ti ha pure chiesto scusa, il tuo fine ultimo qual è? Te lo dico io: sputtanare il collega. E non c'è niente di nobile in questo. Non diamogli significati nobili perché non ne ha. Potrà essere umano ma non è affatto nobile.
[Modificato da Mark Lenders (ML) 21/01/2016 20:03]

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Post: 1.588
22/01/2016 11:28
 
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Re:
Mark Lenders (ML), 21/01/2016 19:32:

Mah, sarà che io questa grandezza non la riconosco. Mi fanno pena i romanisti quando si definiscono "eredi di un grande impero", mi fa pena il livello di questa presunta capitale europea (solo ieri un'ora e mezza di traffico per andare da Giustiniana a Balduina, poi 40 minuti sotto la pioggia per entrare allo stadio) e mi fa pena il livello del romano medio, sempre più becero, ignorante e razzista. La città, al centro, è meravigliosa. D'accordo. Ma ci sono tanti altri posti meravigliosi in Italia e nel mondo. Roma ne fu il centro 2000 anni fa, oggi per me vale meno di tanti altri posti. Quando mi dicono "uè Africa" io sono consapevole di vivere non dico nel terzo mondo, ma sicuramente in una città che funziona molto peggio di Milano e circondato da persone mediamente meno civili. Se non mi offendo è perché - al contrario di tanti altri - non mi sento di rappresentare, né di essere rappresentato da nulla se non da me stesso. Io non sono Roma, ci vivo e basta. Per caso, perché qui sono nato. E questo non mi rende né migliore né peggiore di un milanese o di un napoletano.



Ma certo, l'ho premesso anch'io nel post precedente. Io non parlavo di confronto individuale tra persone intelligenti e civili, Ambrogio Brambilla vs. Mark Lenders, ma di generico, a volte becero a volte simpatico, campanilismo.

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Post: 266
22/01/2016 13:42
 
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Re: Re:
ReflexBlue74, 21/01/2016 19:23:

 
Il meridionale, che non può contare su questo "privilegio", il rispetto del settentrionale se lo deve guadagnare sul campo. E non è detto che, nonostante le doti e la buona volontà, ci riesca.



io, fossi napoletano o palermitano, a un milanese je piscerei in tasca.
 

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Post: 2.878
01/02/2016 00:06
 
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Così come non m'aveva appassionato la questione Mancini-Sarri, così mi appassiona invece l'intervista di Mancini a Mediaset Premium questa sera, molto più del lancio di finocchi e del dito medio. Un vero schifo, l'intervista, con l'allenatore dell'Inter violentissimo senza motivo nei toni contro una donna che stava facendo il suo mestiere e che ha sempre mantenuto una calma estrema e toni concilianti. E alla pari di Mancini (che sbaglia anche concettualmente essendo stato proprio lui il paladino del "portare fuori dal campo" cose che non riguardano l'aspetto tecnico, ovvero l'oggetto delle domande della Calcagno) mi hanno fatto pena i vari Cesari, Ferrara e Sacchi che non hanno avuto il coraggio di dire neanche "a" in difesa di una collega e di una donna



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Post: 652
01/02/2016 10:49
 
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Disgustoso, semplicemente: oltre che prevenuto, come dimostra la risposta sul dito medio formulata senza lasciar terminare la domanda.
Unica osservazione: non trattandosi di rapporti interpersonali, non attribuirei particolare peso al fatto che l'autore dell'intervista fosse una donna.
Nel momento in cui si riconoscono pari opportunità di genere sul lavoro, la Calcagno o chi per essa va considerata in quella sede come un professionista che sta svolgendo il proprio lavoro.
E quindi trattata con correttezza, evitando atteggiamenti cafoni e aggressivi, senza nulla in più o in meno rispetto a un collega uomo.
Quanto al nervosismo fuori controllo del bambino viziato, le chiavi di lettura appaiono abbastanza immediate:

1) come nel caso della buffonata con Sarri, si assiste a un uso che vorrebbe essere sapiente - e invece suona principalmente affannoso - dei media per distrarre da fatti tecnici a lui particolarmente sfavorevoli

2) L'enormità e le caratteristiche ad personam del fallimento cui lo jesino sta andando incontro, paragonabile su scala continentale solo a quello di Van Gaal col Man Utd.
Un allenatore idolatrato, messo concretamente al centro del progetto seguendo tutte le sue costose richieste, capace unicamente di causare un disastro tecnico, fallendo obiettivi in serie con pesantissime conseguenze sul bilancio societario.
I Red Devils dovranno ragionare seriamente sul disavanzo fra investimenti record e un passaggio solo sporadico nella Banca(rotta) Centrale del Calcio meglio nota come CL.
I nerazzurri, se non invertiranno la corrente che li sta allontanando dal terzo posto, rischiano addirittura il fallimento.
Sì, Mancini potrebbe diventare l'ultimo allenatore di quel ridicolo sodalizio, e in conseguenza di un progetto tecnico le cui responsabilità e scelte pesano su di lui a regime di monopolio.
Sarebbe un botto fra i più clamorosi, e direttamente attribuibili a una singola persona, nella Storia di questo sport.
Ovvio che al bimbo stiano cedendo i nervi.
Meno ovvio, anzi squallido e vile sia per l'uomo sia per il tecnico, l'atteggiarsi a perseguitato e l'aggredire in quel modo su argomenti di scarsa pertinenza

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Post: 637
01/02/2016 11:16
 
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Devo dire che la Calcagno lo stuzzica spesso, nel caso specifico la domanda su Icardi e sul rigore sbagliato in riferimento alla battuta che Mancini aveva fatto qualche giorno prima è da stron.za vera in primis, oltre che da giornalista e ci sta che dopo un 3 a 0 tu possa dire "questa è una stronzata".

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Post: 2.878
01/02/2016 12:39
 
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Ma invece è una domanda giustissima, vivaddio. Sta sulla notizia, non come la maggior parte degli intervistatori, soprattutto in Rai, che dormono e fanno il compitino. Mancini ha ritenuto di dire in pubblico che quel gol sbagliato da Icardi lo avrebbe segnato anche lui, dunque in pubblico dovrà aspettarsi la domanda di un giornalista professionale, soprattutto se oltre a quella frase succede che Icardi va in panchina al derby e sbaglia pure il rigore. E' l'attualità. E risposte del genere sono da coglioncello, e lo dico nonostante la Calcagno non esibisca più le scollature dei primi tempi. Peraltro Mancini prosegue una pessima tradizione ben avviata da Allegri e Mihajlovic



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