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Pagelle Lazio-Frosinone 2-0

Ultimo Aggiornamento: 05/10/2015 16:59
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05/10/2015 00:55
 
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MARCHETTI s.v.-Non rischia la presa su una conclusione piuttosto centrale, poi un colpo proibito lo toglie di mezzo, con le tre scimmiette vestite da arbitri che guardano dall'altra parte.
BASTA 6.5-La sua alternanza fra accentramenti e sovrapposizioni quando avanza è l'unica variante tattica di una manovra da catena di montaggio. Meno preciso nell'esecuzione delle singole giocate.
HOEDT 6-Se due avanti da serie cadetta gli sfilano a lato come un paracarro almeno una volta, chissà come può cavarsela con quelli bravi. Oggi non commette altri errori, ma in prospettiva preoccupa.
GENTILETTI 6-Benino in impostazione, presente anche se un po' arruffone là davanti, altrove quando si rischia davvero. Seriamente: provarlo in altre zone del campo?
LULIĆ 7-Senza strafare, sembra aver trovato ordine e una sua dimensione accompagnando la manovra sulla sinistra. Mezzo punto in più per lo stoicismo con cui regge fino alla fine, tentando comunque di rendersi utile.
CATALDI 6-In un momento di riflusso della sua crescita, ha l'umiltà e l'intelligenza per ricominciare dalle cose semplici ed è l'unico a capire l'importanza della soluzione da fuori. Il resto, si spera, arriverà. Soffre parecchio nella ripresa, ma non solo per colpe proprie.
BIGLIA 7.5-Nei momenti migliori aveva bisogno della squadra e di uno schieramento su misura per dare tutto, oggi si prende la ribalta da solo in un gruppo che offre pochi riferimenti tattici. Sta ritrovando la forma o la voglia?
PAROLO 5-In una gara così bloccata davanti le sue incursioni rientrano fra le armi tattiche fondamentali: le tenta, ma con un'imprecisione che le vanifica completamente. Dov'è finito? Meglio: cosa gli è successo l'anno scorso?
FELIPE ANDERSON 5.5-Sempre più simile a Zárate con Ballardini: capisce che le uniche opzioni offensive vivono dei suoi spunti e li centellina dall'alto, approfittandosene alla grande per il resto. Ha i suoi limiti, ma mettere uno come lui in una situazione del genere è come chiudere un alcolizzato in una cantina e pretendere che guarisca.
ĐORĐEVIĆ 4.5-Generoso e senza paura di metterci la gamba, va detto. Per il resto l'inadeguatezza fatta centravanti, non solo nella finalizzazione. Via, già a gennaio.
KISHNA 4.5-Forse più ancora di FA, perché meno marcato e meno prevedibile, avrebbe nei piedi la dinamite per far saltare il fortino avversario. Sfiora il gol d'autore con una giocata da futsal, senza però uscire dalla pelle di quello che gioca come se stesse facendo un favore. Se non ha motivazioni a vent'anni e quando gli si presentano occasioni, si faccia vedere da uno bravo.
BERISHA 6.5-Usa tutti i centimetri a disposizione per togliere il veleno nella coda dalle conclusioni di Dionisi e Chibsah. In netto ritardo sulla traversa colpita da Blanchard. Puntuale nelle prese e nelle uscite sui troppi palloni che ballonzolano dalle sue parti. Ingresso col botto, come contro l'Inter quando esordì a freddo parando un rigore. Peccato che un secondo ogni tanto debba anche partire dal primo minuto.
KEITA 7.5-Inizio coi soliti movimenti sulle fasce, poi capisce che la chiave tattica è lo sfondamento individuale al centro e ci si butta a testa bassa, ma con tecnica e lucidità meritatamente premiate. Mattatore di giornata indiscusso, a margine il fatto che giochi al meglio quando la squadra non c'è non appare incoraggiante in prospettiva.
KONKO 6-Spezzone da 5 per gli errori da brivido in disimpegno, proprio lui che ha piedi non certo ruvidi, con cui esordisce; spezzone da 7 per le sovrapposizioni, per un paio di chiusure difensive, per come si fa trovare tutto sommato pronto a tamponare un'assenza fra le più devastanti. Voto salomonico.

PIOLI 4-L'anno scorso ha maturato meriti indiscutibili, ma anche verosimilmente dato tutto quello che aveva da dare.
Propone il solito tiki-taka dei poveri, anche quando è chiaro a tutti che neppure giocando tre giorni in quel modo se ne caverebbe un ragno dal buco.
Delega per intero concretezza e cambi di ritmo al solo FA, almeno gli avversari sanno chi marcare senza faticare troppo.
Quando poi qualcosina arriva in area ci pensa il celebre pilastro del “Menti” di Vicenza, più noto nell'ambiente come centravanti, a stroncare ogni velleità.
Risultato, una formazione giunta all'Olimpico per “parcheggiare il pullman” e puntare allo 0-0 prende coraggio e capisce di poter vincere.
Cambi ipotecati dagli infortuni, ma poche contromosse in un secondo tempo drammatico nel quale qualsiasi ripartenza ciociara diventa una roulette russa.
Cambiare, prima che lo stellone delle ultime due gare rientri nei ranghi.

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