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  03/05/2015 17:38 | |
MARCHETTI 7-Riflesso da videogioco sulla girata di Darío “Papu” Gómez, si ripete sulla conclusione dalla distanza dell’argentino: lo salva il palo, ma se non ci arrivasse in seconda battuta il rimpallo potrebbe beffarlo. Viaggia verso un voto altissimo quando gestisce male l’area piccola, spalancando la porta al gol di Biava. Oggi bilancio positivo, ma nel 2015 fisico e riflessi non bastano a fare un portiere.
BASTA 6.5-Il vento caldo dell’estate (cit.) arriva dalle sue parti con le finestre spalancate da una fase di interdizione deficitaria, costringendolo a novanta minuti di trincea: nei quali tiene botta senza perdere il controllo e ribattendo colpo su colpo. Meno presente del solito in avanti, d’altronde è pur sempre uno solo.
MAURICIO 5.5-Cambiando il suo settore difensivo di competenza e togliendogli il dominante a fianco, perde quota in maniera quasi lapalissiana. Non un granché su Biava in occasione del gol, perde qualche contrasto di troppo nel finale col pur bravo Bianchi. In ogni caso non affonda, e oggi non era facile.
CIANI 7-Ha l’intelligenza di rischiare il meno possibile, e quando esce allo scoperto spende un giallo quasi inevitabile con una certa cognizione di causa. Partita per lui difficilissima, perché si ritrova spesso esposto in prima battuta, e dalla quale esce vincitore tenendo sempre botta. Ottimo contributo da titolare di complemento.
RADU 5-Il peggiore della linea difensiva, ma più per amnesie proprie che per il pur difficile contesto tattico. Da rivedere al cospetto di un giudice il molle e scellerato retropassaggio con cui fa involare Cigarini, per sua fortuna senza conseguenze. Giocatore da spendere nelle poche gare in cui può rendere al massimo, quando non è al 100% non regge più il ruolo di titolare.
CATALDI 4-La bella gara col Parma come vice-Biglia lasciava dubbi sulla sua capacità di surrogare l’argentino in fase di interdizione: dubbi puntualmente confermati, soprattutto a causa di un assetto insensato dal quale viene travolto, perdendo lucidità anche quando si tratta di impostare. Pessimo, ma incolpevole.
PAROLO 7.5-L’uomo delle due fasi, peccato che col centrocampo di oggi siano entrambe difensive: il che non gli impedisce di trovare un gol di platino, e con una giocata di elevatissima difficoltà. Tenta anche il raddoppio dal limite, ma era davvero chiedergli troppo. Monumentale.
MAURI 4-Messo in tutte le condizioni possibili per giocare male, va in confusione e perde anche l’intelligenza tattica che lo rende insostituibile. Si veda l’assurda torre con la quale complica a centro area una conclusione di testa a colpo sicuro: in fuorigioco, d’accordo, ma questo nulla toglie alla scarsa lusicità dimostrata. Mandato allo sbaraglio come la “carne da cannone” da parte del peggior Cadorna.
FELIPE ANDERSON 6.5-Rema a tratti da solo contro un’alluvione di avversari, mettendo a referto qualche recupero fondamentale in velocità. Davanti si limita a un paio di spunti, che diventerebbero decisivi se sfruttati a dovere. Non in un momento brillantissimo, ma la partita la gioca sempre.
KEITA 3-Sfortunato sul palo; per il resto brucia le migliori occasioni con un tuffo patetico ed esalando su Sportiello le altre due, dalle quali emerge tutta la differenza con un grande giocatore e una grande squadra. È ancora giovane, si dice: ma Cataldi, più vecchio di lui di un solo anno, come modo di stare in campo sembra suo zio. Schierarlo nei panni di finalizzatore principe è come andare in guerra col fucile-giocattolo.
CANDREVA 3-Perde una serie di palloni sulla trequarti, col doppio risultato di esporre a rischi inauditi e stroncare sul nascere ripartenze potenzialmente interessanti. Il suo stato confusionale trova conferma a inizio ripresa, quando regala un calcio d’angolo sporcando a un metro dalla linea di fondo un cross di Cigarini che stava uscendo senza creare problemi. Testa altrove.
ĐORĐEVIĆ 5.5-Riceve un assist al bacio da FA, lo vanifica girandosi con la rapidità di un bradipo. Arrugginito? Senza dubbio, ma anche prima dell’infortunio non dimostrava un istinto da killer d’area. Bentornato, comunque.
BRAAFHEID 6-Chiude perlomeno qualche varco sulla corsia di competenza. Che fosse lui il cambio più adatto per ribaltare il match è un altro discorso.
PEREA s.v.-Generoso, falloso e puntualmente ammonito, ingombrante e in fuorigioco su una conclusione di Basta nel finale, più volte in una poco comprensibile posizione di ala sinistra. Con tutto il rispetto, a tratti sembra il classico riempitivo imbarcato all’ultimo momento per non scendere in campo in dieci in una partitella fra amici. Buon lavoro a lui e Pioli, qui ce ne vorrà parecchio. D’altronde un centravanti di scorta non serviva, vero?
PIOLI 2-Che le coppie Mauricio-Ciani e Cataldi-Parolo non fossero facili da riproporre contro un avversario meno arrendevole del Parma si poteva capire anche col senno di prima.
Non rendersene conto neppure dopo un’ora di totale subalternità sconfina nella follia masochista.
Condanna la squadra a una permanente inferiorità numerica a centrocampo con scelte incomprensibili, Mauri in testa.
Nel mini-ciclo di partite più abbordabili, guadagna solo 5 punti sui 9 disponibili: col Chievo aveva tamponato benone assenze devastanti, per un pari dovuto in buona parte agli errori sottorete non certo imputabili al tecnico.
Oggi Parolo lo salva nel punteggio, ma lui la partita l’ha persa.
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