BERISHA 6.5-Quel cross basso che sibila dalle parti dei suoi guanti è sporcato da una sua provvidenziale deviazione o mancato in maniera potenzialmente decisiva? Non rischia mai la presa in uscita (come la quasi totalità dei portieri “moderni”, va riconosciuto). Grande concentrazione e margini di miglioramento nel ruolo.
BASTA 9-Sul cross basso di cui sopra il salvataggio determinante è il suo, come in altre circostanze. Miglior difensore in campo, puntuale in appoggio, prossimo a quota errori zero nelle giocate. Si parla di tre top player ma, vista anche la penuria nel ruolo, verrebbe da aggiungere un posto a tavola.
DE VRIJ 7.5-Le prestazioni di chi lo circonda e il gravitare del Pipita soprattutto nella zona di Mauricio lo spostano leggermente dalla luce dei riflettori: il che non gli impedisce di sfoderare l’ennesima prestazione impeccabile o quasi. Unica possibile amnesia nel finale su Insigne, che passa dalla sua parte.
MAURICIO 8-Higuaín sarà anche fuori forma e distratto dal mercato, ma stasera trova un’opposizione implacabile. La migliore partita e la massima concentrazione in una serata da dentro o fuori: si chiama personalità.
BRAAFHEID 6-Alla seconda partita in quattro giorni dopo mesi di inattività, non gli si può chiedere di più. Ci sarebbe da eccepire sul gol sbagliato con una soluzione incomprensibile e su una prestazione poco brillante in avanti: ma l’aver chiuso decorosamente un “buco” storico come l’assenza di Radu, concedendo sostanzialmente poco all’avversario, rende il suo contributo determinante.
BIGLIA 9-Nel flipper impazzito di una partita tecnica, tesa e giocata a velocità folli mantiene una lucidità e una precisione di calcio da fuoriclasse, distribuendo autentiche prodezze solo quando funzionali alla continuità della manovra. Distrugge Inler e Gargano, e per favore non parliamo solo di superiorità numerica. Immenso.
PAROLO 8.5-Assai più di un semplice scudiero, è cresciuto enormemente in qualità e nel prendersi responsabilità: nel dominio a centrocampo c’è anche il suo ruolo da protagonista. Centrocampista totale.
CATALDI 7-In occasione di una gara decisiva, ha l’intelligenza di giocare palla su palla privilegiando semplicità e concretezza: un’altra dimostrazione di come sia più maturo rispetto alla sua età anagrafica. In calo a inizio ripresa, esce al momento giusto.
CANDREVA 6.5-Emblematico un suo colpo di tacco nel primo tempo: vorrebbe sveltire l’azione, la rallenta irrimediabilmente. Inserito nel gruppo quanto a corsa e abnegazione, coi limiti di sempre nelle giocate. Ottima “lepre” nel preparare l’accelerazione finale al subentrante.
KLOSE 6.5-Regista offensivo alla Bergkamp, sempre presente e forse non troppo seguito: il primo tiro in porta arriva però al 75’, e in questo senso c’è qualcosa da ritoccare.
FELIPE ANDERSON 8-Trova in Maggio l’opposizione più dura sin qui incontrata, anche perché l’avversario regge il confronto sul piano della velocità. Ha il merito di rimanere in partita e dedicarsi all’ordinaria amministrazione, ma sempre covando il colpo risolutivo: che arriva col cambio di fascia, al cospetto dello stralunato Goulham. Ancora una volta decisivo.
MAURI 6.5-Non trova spunti e inserimenti al tiro, ma aggiunge quel tanto di movimento e imprevedibilità che aprono i varchi per le azioni migliori. Gestito molto bene dal tecnico in una serata non delle migliori.
LULIĆ 9-Un gol sfiorato, uno segnato, uno salvato. Impatto mostruoso, e la magia del feeling con la “sua” Coppa che si rinnova.
CAVANDA 7.5-Come al derby: un quarto d’ora in emergenza nel quale recupera palloni pesantissimi e sfiora il colpo con la sortita in avanti. Nel conto anche l’ultimo attacco dei partenopei, da lui sventato con un maestoso doppio intervento. Merita di ritrovarsi immortalato nell’istantanea finale, col pallone e la vittoria fra i piedi al momento del triplice fischio.
PIOLI 9.5-Gara preparata con l’approccio mentale e tattico giusto, confermato dalla tenuta in un match durissimo e contro un avversario all’altezza.
Svolta la gara coi cambi, e sta diventando un’abitudine: a memoria, neppure la Lazio di Cragnotti riusciva a spaccare le partite in questo modo con gli interventi dalla panchina.
Sbagliava le sostituzioni e i salti di qualità: sbagliava, appunto.
Unica nota a margine: più tiri in porta in rapporto al gioco prodotto.
[Modificato da Er Matador 09/04/2015 07:45]