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Pagelle Lazio-Fiorentina 4-0

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2015 10:10
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10/03/2015 02:07
 
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MARCHETTI 6.5-Dopo tempo immemorabile, riscopre una sensazione dimenticata: trasmettere sicurezza. Se la cava persino coi piedi, fondamentale nel quale viene sollecitato con maggiore frequenza rispetto al solito.
BASTA 8-Domanda seria: quanti esterni bassi – al mondo, s'intende – sono in grado di garantire sovrapposizioni al millimetro che alzano il baricentro della "catena" sulla fascia, tenuta difensiva impeccabile e diagonali al centro quando serve? Lahm e Alaba, d'accordo. Poi? Giocatore gravemente sottovalutato.
DE VRIJ 8-Di testa, di piede, col fisico, anticipando prima che arrivi il pallone, un po' come un suo celebre connazionale nell'altra area. Top player.
MAURICIO 6.5-Lascia sempre una sgradevole sensazione di sufficienza, soprattutto in impostazione. Oggi vagone di coda di un pendolino lanciato a folle velocità, da sistemare per le gare in cui dovrà affrontare responsabilità individuali.
RADU 7.5-Presunto ventre molle contro l'hashtag vivente Salah, si inventa addominali di marmo che tengono a distanza l'egiziano. Davanti molto bene tatticamente e meno tecnicamente, ma non era lì che gli si chiedeva di incidere.
BIGLIA 9-Un gol dalla difficoltà balistica estrema, un quasi-bis con la stessa naturalezza, appoggi e giocate in serie con la perla del lancio per Candreva da cui nasce il 3-0. Nel suo habitat tattico è da Top 11 a livello mondiale.
CATALDI 7.5-Parlando del miglior Aquilani in maglia rossonera, qualcuno coniò il termine "facilitatore" per riassumere la sua capacità di equilibrare il centrocampo creando superiorità numeriche e facendosi trovare sempre dove serve. Descrizione in cui si riconosce, con due dettagli: ha 21 anni scarsi ed è sano. Qualche dettaglio da perfezionare, ma si tratta di stuccature su muri portanti assai solidi.
CANDREVA 7-Con la palla accumula scelte discutibili, senza disputa una partita fra le migliori della sua storia biancoceleste. Sul trionfo di stasera c'è la sua firma, che mancherà sicuramente contro il Torino: passi per il rigore di Signori nel derby di Lanna, ma qui era proprio indispensabile togliersi la maglia?
MAURI 7.5-In serata non proprio brillante, ha l'umiltà e l'intelligenza di lasciare il palcoscenico a chi ha il motore più caldo: una scelta che gli consente di rimanere, sia pur defilato, determinante per gli equilibri tattici. Ammirevole.
FELIPE ANDERSON 9-Quando non brilla ripiega in posizione di terzino aggiunto, cavandosela in disimpegno nonostante non sia la situazione di gioco più congeniale, e recupera palloni con letture tattiche da mediano. Quando brilla, chiude la partita con uno spunto individuale e giustifica il prezzo del biglietto con giocate di cui nel nostro campionato si è dimenticata persino l'esistenza. Se continua così, un mostro.
KLOSE 7-Neto sarà anche bravo, ma un qualsiasi centravanti non può sparargli addosso in quel modo. Al netto della media nella finalizzazione sembra ringiovanito di qualche anno, ma le partite vanno chiuse alla prima occasione: non sempre ce ne saranno altre.
NOVARETTI 7-Uno svarione su un lancio in campo aperto, poi trova le distanze giuste e nel traffico non sbaglia più nulla. Interessante l'inserimento offensivo su corner, che solo un portiere attento e sicuro rende inoffensivo.
KEITA 7-Ha voglia e idee. Per ora troppo solista, ma la strada sembra quella giusta.
ONAZI s.v.-Klose cerca di regalargli un gol, poi le circostanze lo costringono a scelte maggiormente egostiche. Alla prossima.

PIOLI 9.5-Fra i più vieti luoghi comuni dei sacchiani, figura l'opposizione tra il calcio estero, nel quale le squadre seguono il proprio canovaccio tattico, e quello italiano nel quale la partita viene preparata in base all'avversario.
Quindi cucire modulo e schemi come un vestito su misura, per azzerare la squadra più in forma del torneo, sarebbe da figli di un dio minore? Parliamo di calcio, che è meglio.
Primo tempo simil-derby, ma imparando da quell'esperienza per affrontare l'inevitabile calo di inizio ripresa.
A dispetto di meccanismi sofisticati e impeccabili, lì il mister opta per l'uovo di Colombo: la densità a centro area, contro la quale vanno a sbattere le percussioni dei viola anche dopo un dribbling o un rimpallo vinto.
Risultato: pericoli zero e squadra sempre tesa come una fionda per ripartire in contropiede.
Unico appunto: tanto fluire di bel gioco nel primo tempo produce uno striminzito 1-0, e i due gol che chiudono la gara vengono da prodezze estranee allo sviluppo della manovra.
Come finirebbe senza i jolly in questione?
È questa la direttrice di sviluppo da percorrere con maggiore convinzione.

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