cuchillo76, 23/02/2015 18:27:
Sì, però Sesé Cragnotti quando poi tradusse in azioni la sua filosofia del "vendere, vendere, vendere" (sua cit.) ha smembrato una squadra per prendere Crespo e per restare senza un tornante per 4 mesi il primo anno, e ha preso Fiore e Mendieta per Veron e Nedved l'anno successivo.
Questo è ciò che fece, rispettivamente, nel secondo e nel terzo anno. Nel primo vendemmo Vieri e arrivarono nell'ordine Veron, Simeone e lo scudetto tricolore.
Aggiungo che nel secondo anno la sua FELICISSIMA intuizione di stravolgere la squadra campione d'Italia fu vanificata dall'impuntatura di Salas. Fu un errore di superficialità, bisognava predisporre un piano B e un piano C anziché obbligare il povero Matador ad accettare l'opzione unica di un trasferimento a Parma.
Quanto accadde dall'estate 2002 in poi, infine, va considerato come una tremenda eccezione. Per la prima volta dal dopoguerra, probabilmente, i prezzi dei calciatori crollarono anziché aumentare e la Lazio rimase col cerino in mano: Nesta e Crespo furono praticamente regalati, quando l'anno prima una loro cessione congiunta avrebbe consentito al club di ripianare quasi totalmente i suoi debiti.
Ovviamente la politica di Cragnotti va presa ad esempio solo per il periodo in cui era la Lazio ad avere il coltello dalla parte del manico. Va benissimo quando scegli di vendere giocatori all'apice, che non puoi più permetterti di tenere perché hanno raggiunto un livello troppo superiore e/o ti chiedono troppi soldi per rinnovare il contratto, dopodiché tu reinvesti su nuovi talenti più giovani, più affamati e che guadagnano di meno. Va male, invece, quando sei obbligato a farlo da chi impugna il tuo debito, perché lì gli altri fiutano l'odore del sangue e ti prendono per la gola. E' quello che, recentemente, è successo all'Inter del Triplete, che diversi giocatori li ha dovuti praticamente regalare.
[Modificato da Mark Lenders (ML) 23/02/2015 20:14]