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Lazio di Mancini - Prequel

Ultimo Aggiornamento: 07/08/2014 18:11
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Post: 2.878
05/08/2014 12:16
 
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E' il 31 luglio 2002. La Lazio di Cragnotti è inseguita da creditori di ogni genere. L'iscrizione al campionato è a rischio. I contratti di Manfredini e Eriberto sono un incubo. La Lazio di Zaccheroni ha appena terminato una stagione ingloriosa, culminata con la "macchia" nazionale della tifoseria che tifa contro. Mendieta è tornato in Spagna dopo essersi rivelato il flop più grande della storia. Circolano le prime voci insistenti sull'addio di Nesta. Quel 31 luglio è a un mese esatto dal giorno in cui Nesta e Crespo lasceranno la Lazio, col capitano che solo pochi giorni prima (Lazio-Alaves, ultima apparizione biancoceleste) continuava a ripetere di voler restare. In quel clima, il 31 luglio la Lazio andò ad Anfield. Il Liverpool aveva chiuso secondo in Premier, non succedeva dal '91. Aveva la miglior difesa, il miglior ruolino casalingo, e aveva il Pallone d'Oro in carica Michael Owen reduce dal proprio record personale di marcature. Solo che al 43' l'oggetto misterioso Fiore, che poco prima aveva dato vita alla prima magica combinazione con Stankovic, fa un numero nello stretto sulla fascia destra, che libera Stam per una falcata centrale che porta il pallone sui piedi di Claudio Lopez, all'ala sinistra, il quale serve al centro per Cesar: gol. Liverpool 0 - Lazio 1. Quella notte - tra gli applausi finali di un Anfield tutto esaurito - nacque un seme, e quella sensazione di orgoglio che non svanì per i sucessivi due anni


[Modificato da ℬaruch 05/08/2014 12:16]

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Post: 1.588
05/08/2014 15:32
 
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Cesaretto che sarebbe dovuto finire al Cruzeiro nell'ambito dell'operazione Sorin. Poi, a causa dei noti guai finanziari, la trattativa venne congelata: il brasiliano, che in ritiro impressionò Mancini, rimase a Roma e l'argentino fu tesserato all'ultimo minuto al termine di un'infinita querelle con il club di Belo Horizonte.
Di quell'estate epica ricordo: il coretto "Mancini ve manna in B"; le cinque parole pronunciate da Nesta durante Lazio-Alaves "Speriamo di rimanere a lungo" che gelarono lo stadio; il gran primo tempo, lucido e furioso, nell'ultima amichevole contro la Juventus in programma proprio il 31 agosto. In quella serata "drammatica" scattò qualcosa nella squadra che contagiò anche il pubblico. Ci credemmmo tutti. E nemmeno la sconfitta interna col Chievo riuscì ad anestetizzare le nostre più ambiziose aspettative.

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Post: 2.878
05/08/2014 15:51
 
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Re:
ReflexBlue74, 05/08/2014 15:32:

E nemmeno la sconfitta interna col Chievo riuscì ad anestetizzare le nostre più ambiziose aspettative.



Esatto! Fu una sconfitta al tempo stesso amara (“che delusione, avevo ben altre aspettative da questo gruppo”) e dolce (“questa sconfitta non vuol dire niente”). Il nuovo idolo era proprio Sorin, ricordo la mia curiosità allo stadio per vedere come giocava (entrò nella ripresa) e tutto sommato - anche se quando provò quel tiro da 40 metri già eravamo tutti abbastanza sicuri che avremmo preso gol in contropiede - non gli potevo volere male, non si poteva voler male a nessuno dei “residui” biancocelesti in campo


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Post: 1.694
06/08/2014 12:24
 
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Non riuscii a vedere quel Lazio-Chievo 2 a 3.
Ero in giro con un paio di amiche per terme toscane. Non c'era internet sul telefonino, a quel tempo.
Quindi, arrivò la telefonata di mio cugino a fine partita incazzato come una jena.
Lui, a differenza mia, era molto diffidente verso Mancini.
La sera, poi, da Plastiko venne Cragnotti e per la prima volta sentii l'espressione "portafoglio-giocatori".
La diffidenza mi contagiò un po' durante Torino-Lazio (seconda di campionato, contro un Torino osceno, che infatti retrocesse a fine anno). Riuscimmo a vincere grazie a un gol di Simeone agli sgoccioli di partita. Non giocammo affatto bene, nonostante la rivitalizzazione di Sinisa che solo pochi mesi prima sembrava un ferro vecchio da cedere a qualche pericolante.
L'epifania fu, però, il Lazio-Milan della settimana dopo, con tutti i miei (velati) dubbi e i dubbi (ben più robusti) di mio cugino sciolti come neve al sole.

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Post: 1.597
06/08/2014 12:36
 
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credo di essere in estrema minoranza, ma non ho mai amato particolarmente la lazio di mancini. è la lazio che sento meno mia, gli anni che seguii con minor fervore. probabilmente dipende piu da me che dalla squadra, alla quale calcisticamente si può imputare ben poco specie il primo anno.
tanto che ricordo piu le delusioni che i momenti belli. l'assurda rimonta subita con l'inter che ci riportò sulla terra, l'incredibile sequela di derby a volte dominati ma mai vinti e anzi spesso persi, l'occasione storica buttata a oporto con una partita oscena dopo essere passati in vantaggio .
il secondo anno me lo ricordo in generale come uno dei campionati piu frustranti in assoluto, uno scialo incredibile (e sospetto) che mi fa incazzare a tutt'oggi. fortunatamente riscattato dalla coppa italia, col fiore all'occhiello della semifinale col milan che rimane una delle piu belle lazio di sempre.
[Modificato da Drenai71 06/08/2014 12:38]

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Post: 652
06/08/2014 17:57
 
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Dell'opinione di Drenai condivido le perplessità o peggio sul secondo anno - soprattutto dopo l'annunciato passaggio alla Saras Milano -, nel quale prendemmo contatto anche con l'idiosincrasia fra il tecnico di Jesi e la CL.
Problema tuttora non risolto, gol di Sneijder a parte.
Per il resto, il mio ricordo è di tutt'altro tenore.
Forse perché sono condizionato in maniera patologica da tre fattori: la qualità del gioco, la tendenza a fare la partita anche in trasferta, la tempra agonistica abbinata all'ambizione.
Per capirci: se la Lazio vincesse lo scudetto in stile Signora Omicidi, inanellando una serie di 1-0 risicati con un tiro in porta, in qualche angolo della bocca mi rimarrebbe un retrogusto amarognolo.
In base ai tre parametri (cit.) di cui sopra, alla Lazio di Mancini mancava solo un killer istinct proporzionato alle ambizioni: e con riferimento al primo parametro, quello relativo al bel gioco, rimane forse la migliore di sempre.
Hai citato giustamente la semifinale di CI col Milan: ma che dire della doppietta di Fiore a Torino, a coronare una prestazione persino superiore?
E dei 90 minuti ossessivamente macinati nell'altra area sul non facile campo di Piacenza, fino a rimontare sul filo di lana - ma in maniera raramente meritata - i due gol incassati da un Peruzzi febbricitante?
Una gara più intuita che seguita, in un nebbione infernale.
Eppure rimane l'esempio di quello che, dalle mie parti, si chiama giocare in trasferta.
Per non parlare del lavoro svolto sui singoli: la differenza tra i Fiore e Cesar costruiti dal Mancio e i loro omonimi alle dipendenze del salumiere equivale a due acquisti miliardari, ma effettuati a costo zero.
Quanto alla semifinale col Porto, l'errore fu quello di puntare su Simeone in funzione della sua personalità - e fin qui nulla da eccepire - ma sottovalutandone la declinante condizione atletica, che lo trasformò in uno spartitraffico.
Col nostro consueto culo, incontrammo comunque un Mourinho in rampa di lancio e una squadra in traiettoria verso la doppietta UEFA-CL, nonché sostenuta da doti di corsa persino sospette.
Parlare di occasione buttata mi sembra un po' ingeneroso.
[Modificato da Er Matador 06/08/2014 18:01]

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Post: 2.878
06/08/2014 18:04
 
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Re:
Er Matador, 06/08/2014 17:57:

con riferimento al primo parametro, quello relativo al bel gioco, rimane forse la migliore di sempre.



Lo tolgo io il forse [SM=g27988]

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Post: 1.597
06/08/2014 18:12
 
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l'ho premesso che le motivazioni sono probabilmente non calcistiche. era un momento che seguivo la lazio con minor entusiasmo, forse le vittorie cragnottiane degli anni precedenti mi avevano fatto male. magari per questo di quegli anni mi è rimasto poco dentro.


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Post: 1.694
07/08/2014 16:58
 
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Distinguerei varie fasi della Lazio di Mancini.
Esaltante il primo anno da settembre a dicembre, molto normalizzata nella seconda parte di campionato (tanto da avere una media punti perfino inferiore alla Lazio di Zaccheroni, seppur con l'alibi delle Coppe), la fiera delle occasioni perse quella del secondo anno (sia in campionato sia in CL), semplicemente meravigliosa nel cammino in Coppa Italia, dove oltre alla doppia schiacciante vittoria col Milan e ai 4 gol nelle due sfide con la Juve in finale (potevano essere tranquillamente il doppio), aggiungerei anche la vittorie in scioltezza nei turni precedenti.

Rimpianti sicuramente molti.
Con un centravanti migliore di Corradi (sarebbe bastato il Crespo del primo anno qui, anche a detta di Mancini stesso), si sarebbe potuto lottare per il titolo.
Gli altri 10 erano all'altezza di competere, anche perché senza l'impegno di CL.
Poi, il rimpianto di 6 derby senza vittorie. Da mangiarsi il fegato la vittoria sfumata col rigore cagato da Sinisa ma soprattutto quella sfumata col gol in zona Cesarini di Cassano (l'unico gol decisivo in zona Cesarini della roma nei derby che la mia memoria ricorda) col gol annullato a Corradi per via della regola-Capello (un giocatore - Couto - se si trova nell'area del portiere è comunque in fuorigioco).
Poi, vabbé, il rimpianto di una seconda qualificazione in CL completamente buttata nel cesso. Aldilà dell'onta di Brescia, ricordo partite inaudite contro il Bologna (perdemmo 2 a 1 una partita sciagurata che doveva chiudersi con 6 gol di vantaggio per noi), i pareggi interni con Udinese (vincevamo 2 a 0 dopo 4 minuti) e Reggina, la sconfitta assurda di Torino con la Juve più demotivata di sempre).

Insomma, tante luci ma anche brutte ombre.
Per me rimangono due anni esaltanti ma, ecco, forse lo sono stati di più per come sono arrivati.
Ricordiamo che il 31 agosto 2002, aldilà della mazzata Nesta, c'era una situazione economico-finanziaria al collasso. I primi stipendi sono arrivati a gennaio 2003, dopo che la sera di Lazio-Bari (Coppa Italia) fino a un quarto d'ora prima i giocatori non volevano scendere in campo.
Stam disse non poter pagare gli ortaggi al supermercato con le stock option ipotizzate da Baraldi.
(Che poi esiste pure il Supermercato STAM, ironia della sorte...)
Ecco, ricordiamolo.
Ricordiamo che le partite di Coppa Uefa venivano trasmesse da Super3.
Non ci eravamo più abitutati.
In un'atmosfera, in un clima, in un contesto di ridimensionamento, comunque si tenne botta alla grande, mostrando un calcio esteticamente di livello superiore al passato e al futuro. E non è stata una cosa da poco.

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Post: 2.878
07/08/2014 17:41
 
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Re:
cuchillo76, 07/08/2014 16:58:

ma soprattutto quella sfumata col gol in zona Cesarini di Cassano (l'unico gol decisivo in zona Cesarini della roma nei derby che la mia memoria ricorda)



Avevo cercato recentemente i dati: hanno fatto tutti gol inutili, in zona Cesarini. Sono 9, negli ultimi 17 anni, e a parte Cassano sono tutti ininfluenti.

Raccogliendo quelli segnati negli ultimi 5 minuti in ordine cronologico al contrario:
-Ljajic quest'anno su rigore
-Pjanic sulla punizione da centrocampo del 3-2
-totti l'anno prima, sempre su rigore
-Vucinic 3 anni fa, sempre su rigore

Tutti da calcio da fermo, peraltro (3 rigori e una punizione)

Per il passato ci sarebbero anche quello di Emerson nel 2003 e quelli di totti nel 2001 e nel '99, oltre a quello di Delvecchio nel '97

Tutti gol che non hanno modificato i risultati acquisiti

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Post: 1.694
07/08/2014 18:11
 
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Ricordavo bene, quindi.
Contro Nicoli, Gascoigne, Protti, Castroman, Behrami, Klose.
Non metto Signori 1995-'96 perché era a 6 minuti dal 90°, così come non metto Delvecchio del 3 a 3 che era 7 dalla fine, se non ricordo male.
Diciamo che dall'89° in poi la situazione degli ultimi 35 anni è 6 a 1.

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