1) sul primo Marchetti in biancoceleste, portiere da punti senza dubbio, credo vada messa una pietra in via definitiva.
Per citare l'esempio più ovvio: credo che pochi giocatori abbiano impressionato con la nostra maglia quanto "il primo Zárate".
Se però qualcuno pretendesse di identificare "il vero Zárate" in quella splendida meteora, anziché nella Via Crucis che ne è seguita, troverebbe poco seguito.
Ecco, pensare a quella parentesi, e non a una carriera per il resto lontana da certi livelli, ripropone lo stesso, evidente errore di metodo.
Quindi capisco il sollievo iniziale, ma ormai dovremmo avere le idee chiare sul suo reale valore: e il vero Marchetti non dà molte più garanzie rispetto ai predecessori
2) A questo proposito, Carrizo mi sembra il suo perfetto alter ego da un punto di vista: l'assoluta mancanza di contatto fra il suo repertorio e quello di un portiere del XXI secolo.
Il re della
gambeta pretendeva di riproporre in Europa l'interpretazione del ruolo istintiva e dal bagaglio tecnico-tattico improvvisato tipica delle sue parti, lamentandosi del fatto che gli volessero "imporre uno stile".
Marchetti pretende di interpretare il ruolo come se fossimo ancora ai tempi dei Mattolini e dei Cervone, con uscite e gioco di piede relegati a futuristici optional.
Lasciando da parte Strakhosha e Guerrieri in attesa di riscontri con la prima squadra, gli altri mi sembrano tutti più forti.
Bizzarri è un secondo portiere da scudetto e un titolare che accusa qualche calo di tensione sul lungo periodo, ma anche oggi ha mostrato ben altra presenza fra i pali e fuori.
Berisha, al contrario, ha bisogno di carburare per raggiungere un rendimento accettabile: il che lo rende inadatto al ruolo di dodicesimo, al quale si chiede il massimo entrando in partita a freddo.
In assoluto, lo includo fra le delusioni stagionali sul piano individuale: era apparso come un portiere moderno e in grado di prendersi delle responsabilità in uscita, si è immalinconito fra troppi mezzi errori e pochissimi interventi decisivi.
Dubito sia da corsa, e tantomeno il titolare su cui puntare, ma perlomeno limita i danni.
Dunque non abbiamo lasciato fuori Buffon, su questo non posso darti torto.
Il problema è l'aver schierato uno che, limitandoci alla giornata di ieri:
a) ha osservato senza intervenire un cross passato sotto il suo naso: bastava un giocatore ospite sul secondo palo
b) Si è sbilanciato da solo, in una maniera incomprensibile, sul tiro di Schelotto: sarebbe bastato che l'italo-argentino centrasse la porta, anche senza angolare
c) Ha riproposto la sciagurata coproduzione con Radu già attuata nel derby, permettendo la conclusione ravvicinata di Botta
d) Come nel derby, è rimasto di sale sul gol senza neppure accennare l'intervento: ieri ha appena mosso le braccia evitando anche di staccare i piedi da terra, a totty aveva addirittura girato le spalle
Le prime tre, per me, sono altrettante opportunità che un portiere normale non avrebbe concesso.
E che lui ha ricavato da situazioni del tutto ordinarie nelle quali, col portiere normale di cui sopra, non si sarebbero corsi pericoli neppure a livello potenziale.
Per venire al dunque: Muslera, per citare un altro incubo del recente passato, era scarso e inaffidabile.
Marchetti è assurdo: per il modo di stare in campo, di intendere il ruolo, di creare rischi evitabilissimi nelle situazioni più banali
Tiriamo le somme.
La Lazio attuale è imperniata su persone (Lotito, Tare, Pioli) che stima, fiducia e riconoscimento della propria competenza se li sono conquistati sul campo.
La società sembra puntare in alto: e salire di livello significa, fra l'altro, poter sbagliare sempre meno perché gli avversari non ti perdonano nulla.
Il mister vanta fra i tanti meriti l'allergia a senatori e gerarchie cristallizzate.
Gli unici intoccabili, de Vrij e Parolo, lo sono diventati solo perché la squadra non poteva davvero fare a meno di loro.
Per il resto, anche un reietto tecnico e contrattuale come Cavanda ha avuto le sue brave opportunità e le ha sfruttate al meglio.
Qualche volta Pioli ha compiuto scelte discutibili, e a chi non succede, ma serietà e meritocrazia si sono confermate come i criteri fondanti della sua conduzione tecnica.
Coi portieri è andata diversamente: né i disastri di Marchetti (dopo accoppiate come quella Inter-derby, un estremo difensore sparisce dai radar per mesi) né le brevi serie positive di Berisha hanno messo in discussione la scelta del titolare.
Perché? Per quale motivo un elemento così inadeguato resta ineffabilmente al suo posto?
Da cosa dipende una così marcata eccezione ai criteri gestionali del gruppo?
E qui arriviamo al "raccomandato": rispetto naturalmente la tua opinione e il fastidio che può averti provocato quel termine, ma non condivido.
Intanto perché il giudizio dal mio punto di vista è professionale, non umano.
In secondo luogo perché i riscontri, come detto, aumentano ogni domenica.
Ripeto: se ti trovi davanti in un qualsiasi ambito un lavoratore palesemente inadeguato all'incarico, e ti accorgi che nonostante questo rimane al suo posto, qual è la tua considerazione più immediata?
Che le motivazioni della sua intangibilità non siano legate alla meritocrazia ma ad altro.
Da lì al termine "raccomandato" il passo è breve.
Già: ma, nel caso specifico, raccomandato da chi?
Domanda lecita se non doverosa, dato che spetta a me l'onere della prova.
Ebbene: neppure io riesco a immaginarlo.
Ma non riesco neppure a immaginare, sulla base di quanto accade in campo, che dietro il dogma di Marchetti titolare vi sia una motivazione puramente tecnica.
[Modificato da Er Matador 27/04/2015 05:41]