VARGIĆ 1-Interventi da pittore con la bocca sui primi due gol, immobile (con la minuscola) anche sul terzo. In più un rinvio di mano preciso come un assist sui piedi di un avversario. Esperimento terminato, e con esito pesantemente negativo. A gennaio si compra un secondo portiere italiano, vero?
PATRIC 5.5-Male, molto male l’errore in marcatura su de Pauw. Peccato, perché per il resto mette applicazione e intelligenza tattica nel capire quando è ora di abbandonare la posizione difensiva per contribuire alla fase di spinta. Pronto o quasi quando si gioca a trazione anteriore, da perfezionare come difensore puro nelle altre circostanze.
LUIZ FELIPE 5.5-Partita per certi versi simile a quella di Patric: autorevole e interessante nel resto, carente quando è costretto a proporsi in marcatura, in particolare sul raddoppio dei belgi. Un profilo alla Bonucci, e non il fantasma che lascia vuota una maglia rossonera. A suo favore un’attenuante: i suoi compiti sono diversi da quelli degli esterni difensivi, i quali – unitamente al centrocampo – dovevano proteggerlo meglio. Con Leiva davanti può già concedersi parecchie gare da titolare.
BASTOS 5.5-Non male come mezzala aggiunta, il meglio lo dà in attacco. Peccato che i suoi compiti principali siano quelli in cui brilla assai meno. Fondamentalmente deconcentrato, ed è proprio quello il suo problema.
BASTA 6-Tiene discretamente la fascia, si fa notare soprattutto per qualche iniziativa in avanti. Più capitano che leader.
MICELI 6.5-Mezzo voto in più di incoraggiamento per la tranquillità con cui affronta l’impegno, conferma una volta di più del fatto che nel settore giovanile si lavora anche sulla testa e sulla persona. Partita tranquilla, nella quale evita di strafare e tutto sommato sbaglia poco. Impossibile chiedergli di più all’esordio.
MURGIA 5-Avesse giocato da pivello fra i titolari, se le sarebbe cavata discretamente. Giocando da (quasi) titolare fra i pivelli, manca nel ruolo obbligato di riferimento. Meglio nel secondo tempo, ma non ha capito la partita nelle gerarchie e nei risvolti psicologici.
CRECCO 4-Certi errori sottorete gli valgono la qualifica di “sciagurato Luca”. I gol sbagliati dimostrano per contro una certa facilità nell’inserirsi in zona gol, ma non basta. Sarà vera gloria?
LUKAKU 5-Primo tempo a disagio fra compagni che non conosce, meglio quando entra qualche titolare. Un altro che non ha colto il momento in cui prendersi qualche responsabilità in più.
CAICEDO 6-Anche lui avrebbe bisogno di riferimenti e rifornimenti meno approssimativi. La butta dentro anche stavolta, sia pure in mischia e con un gesto tecnico non memorabile. Buon segno.
PALOMBI 5-Se tutti finissero in fuorigioco coi margini chilometrici che lo caratterizzano, si potrebbero abolire i collaboratori con la bandierina. Il poco di buono che combina avviene, appunto, oltre la linea dei difensori. Anche per lui meglio non farsi illusioni a breve termine.
LUCAS LEIVA 7.5-Ha la fama di quello che serve a poco quando si tratta di rimontare: detto fatto, un assist aereo e un pregevole gol di tacco. Di un’altra categoria per testa e attitudine a certe partite, anche quando il risultato non conta.
FELIPE ANDERSON 6.5-Ha voglia e idee. Parecchia ruggine, ma quando mette le marce alte inventa quasi sempre qualcosa. Bentornato.
WALLACE 3-L’errore in marcatura su Leya Iseka è impensabile a calciobalilla, e il fatto che tutto il reparto manchi nella circostanza non lo assolve. Torna in campo, ma le buone notizie finiscono lì.
INZAGHI 6-Esce da una partita inutile, quindi insidiosa, senza infortuni – anche se Basta rischia pesantemente – e con parecchie annotazioni utili: sta a lui farne tesoro.
Più della panchina corta pesa il gregariato mentale di troppi quasi titolari, incapaci di assumersi responsabilità da protagonista.
Su quello c’è parecchio da lavorare.