boks xv, 13/01/2015 15:06:
al derby vale tutto. sono d'accordo.
Questo sta bene anche a me. Però siccome con Di Canio (e immagino prima ancora con Chinaglia, sono troppo poco anziano per ricordare) ci hanno sfrangiato la minchia, è pure giusto non fare pippa quando veniamo stuzzicati con purghe e pollici e "godo come un maiale" e compagnia bella. Mi pare veramente strano che - come società - gliele abbiamo fatte passare tutte e poi abbiamo preso d'aceto oggi dopo l'esultanza più corretta di tutta la carriera di quell'idiota...
boks xv, 13/01/2015 15:06:
per quanto riguarda la maglia di domenica è stata mediaticamente geniale. tanto che, fuori dai confini de 'sto paesotto chiamato Italia, se ne sono accorti in parecchi.
Ma qual è la mission della S.S. Lazio? Attirare l'attenzione cavalcando in modo furbo l'attualità? Io ero rimasto al fatto che si trattava di una società di calcio...
boks xv, 13/01/2015 15:06:
anche se io, personalmente, non me sento minimamente Charlie. anzi, me sta pure abbondantemente sul cazzo.
A voler essere precisi pochissimi hanno il diritto di sentirsi Charlie. Loro hanno scelto di esprimersi in modo estremo, loro ci hanno messo la faccia anche dopo minacce e attentati, loro sono morti. E quindi soprattutto loro - dei superstiti, dei congiunti - è il lutto. Dire adesso "io sono Charlie" è molto superficiale. Mi sta bene finché si tratta di condannare una barbarie (spero che sarai d'accordo che andare con due kalashnikov contro gente disarmata e/o sparare colpi di grazia a sangue freddo è da vigliacchi, prima ancora che da criminali), mentre non mi convince affatto l'idea di ergere quel tipo di satira a vessillo assoluto della libertà di espressione. Che in occidente ha dei limiti nella diffamazione e nel vilipendio, limiti a mio avviso non di rado superati da Charbonnier e soci. E' molto pericoloso spostare il limite della libertà al confine su cui si muove Charlie Hebdo, perché significa pressappoco ammettere che vale tutto. E se accetti che vale tutto poi non ti puoi lamentare quando quel tipo di libertà viene utilizzata da gente meno sottile nella provocazione, meno acculturata, o anche semplicemente di diversa matrice ideologica. Perché anche su questo punto si può questionare eccome. Hai voglia a dire che "loro prendevano in giro tutti"... Non è vero. Loro prendevano in giro tutte le religioni, ma non credo abbiano mai preso in giro gli atei. Prendevano in giro destra e sinistra, ma la destra tutta intera mentre la sinistra solo quella meno radicale, credo. (Se sbaglio mi
corigerete). Ci sono vignette in cui Dio viene sodomizzato da Gesù Cristo e quest'ultimo dallo Spirito Santo, secondo lo schema classico del trenino. Io non sono proprio la persona più religiosa di questo mondo, ho una discreta familiarità con la bestemmia, eppure una roba del genere non mi fa ridere e non posso non stare dalla parte di un credente che si sente offeso. Se altrettanta virulenza espressiva fosse utilizzata per irridere icone che stanno più a cuore ai satirici di Charlie Hebdo, tipo un Che Guevara o un qualunque partigiano, come reagirebbero? Abbozzando in nome della libertà di espressione o gridando "dagli al fascista"? Sbaglierò, ma scommetterei più sulla seconda reazione che sulla prima... Per questo dico che è molto, molto superficiale dire adesso "io sono Charlie". E la Lazio si è andata a ficcare per l'ennesima volta in questioni da cui farebbe bene a stare alla larga.
[Modificato da Mark Lenders (ML) 13/01/2015 17:33]