Lazio Few

Fuori la politica dalla Lazio!

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    Mark Lenders (ML)
    Post: 2.725
    00 09/10/2014 18:35
    Re:
    Drenai71, 09/10/2014 17:49:

    eh ma in questo modo si cade nel problema di cosa è giusto e cosa no. come la mettiamo se la prossima settimana la lazio prende posizione sui matrimoni gay? quella dopo sulle cellule staminali? poi l'articolo 18 e così via... prima o poi una cosa che per te non è "giusta" capita, non se ne esce. e, bada bene, da tutto questo la lazio in sè non ottiene nulla.



    Bravissimo. Ma vi ricordate gli ultimi anni '90, l'epoca d'oro degli Irriducibili? La domenica, nella mezzora che precedeva la partita, c'era sempre un florilegio di striscioni. Commentavano tutti i fatti della settimana, ovviamente dal loro punto di vista ultra politicizzato. Era una cosa che non tolleravo, mi mandava in bestia che usassero quello spazio e quell'evento, ossia un patrimonio comune, per veicolare messaggi di parte. Odiavo che si tirasse la Lazio per la giacchetta, odiavo essere etichettato politicamente come laziale solo perché gli ultras della mia squadra sfruttavano la partita per cose che con la partita non c'entravano nulla.
    Dal mio punto di vista, se una cosa buona Lotito l'ha fatta è stata cacciare i mercanti dal tempio. Ha smascherato (o meglio ha delegittimato e disincentivato, visto che non erano affatto mascherati) i secondi fini dei capicurva e - da presidente - ha sempre smarcato la società da tutti gli episodi di violenza e di razzismo. Proprio perché gli riconosco questi meriti non accetto che si faccia degli autogol sullo stesso terreno. Non accetto che spacci i suoi valori personali come "valori del club" e non accetto che lo usi come veicolo per le battaglie extrasportive che gli stanno a cuore. Facendolo si mette sullo stesso piano degli ultras e contemporaneamente dimostra (una volta di più) di avere egli stesso un rapporto con la S.S. Lazio basato sui secondi fini. Siccome per me la Lazio è sempre stata un primo fine e non un mezzo, schifo indistintamente tutti quelli che la usano come tale. A prescindere dalla minore o maggiore nobiltà dei loro obiettivi finali.
    [Modificato da Mark Lenders (ML) 09/10/2014 18:47]
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    Mark Lenders (ML)
    Post: 2.725
    00 12/01/2015 15:20
    Per sommi capi (bisognerebbe discurterne a parte per sviscerare i vari distinguo) condivido lo slogan "Je suis Charlie", laddove non condividevo il fiocco giallo per i marò. Poco importa. Resta il fatto che sia l'una che l'altra sono comunicazioni politiche, e che in quanto tali non vorrei mai vederle sulla maglia della Lazio. Che deve restare al di sopra di tutto e di tutti, se vuole poter rappresentare tutti i laziali.
    [Modificato da Mark Lenders (ML) 12/01/2015 15:20]
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    Er Matador
    Post: 652
    00 12/01/2015 16:54
    In linea di principio sono perfettamente d'accordo: il che sposta in altra sede la valutazione delle singole vicende, poiché in ottica laziale basta la loro estraneità alla Nostra a chiudere il discorso.
    La mossa di ieri, però, ha dimostrato una prontezza e una capacità di sfruttare il fattore comunicazione che vorrei riscontrare più spesso nell'operato della società (cfr. vicenda Onazi-Matuidi).
    Quindi, voto alto e positivo per la maglietta del derby.
    Purché rimanga un'eccezione: il marketing calcistico deve seguire vie proprie.
    [Modificato da Er Matador 12/01/2015 16:57]
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    ℬaruch
    Post: 2.878
    00 12/01/2015 17:05
    Che poi ci sarebbe da scrivere un trattato intero sull’aspetto comunicativo di questa partita. Da quel punto di vista, la maglia “Je suis Charlie” e la sensibilità verso un evento catastrofico della storia moderna sono stati letteralmente demoliti e cancellati dal selfie di totti. Evidenza che da sola basterebbe a far capire quali sono i messaggi del calcio e perché dovremmo starne alla larga
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    Drenai71
    Post: 1.597
    00 12/01/2015 17:48
    ci ho discusso proprio ieri sera con mia moglia di questa cosa. a margine della (patetica a mio avviso) approprazione di pino daniele nel pre napoli-juve. che c'entra con una partita di calcio quel carrozzone boh. col fratello che legge un messaggio ai tifosi, lo stadio coi moccolotti. per uno che finchè era in vita non è mai stato associato al napoli calcio.
    allo stesso modo la scritta sulle maglie della lazio, per quanto condivisibile nel principio e opportuna mediaticamente (aspetto peraltro annullato dalla pseudostampa che ci ritroviamo grazie al selfie del cappetano), mi troverà sempre contrario.
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    Mark Lenders (ML)
    Post: 2.725
    00 12/01/2015 18:15
    Re:
    ℬaruch, 12/01/2015 17:05:

    Che poi ci sarebbe da scrivere un trattato intero sull’aspetto comunicativo di questa partita. Da quel punto di vista, la maglia “Je suis Charlie” e la sensibilità verso un evento catastrofico della storia moderna sono stati letteralmente demoliti e cancellati dal selfie di totti.



    Purtroppo a fare notizia è Totti, non il selfie. Mi tocca leggere che "è stato geniale", quando in realtà sarebbe finito su tutte le home page pure se avesse esultato scaccolandosi. Altri prima di lui si erano fatti il selfie dopo il gol ed erano stati bellamente ignorati. Lui sta costruendo il suo mito su questi ultimi anni di carriera e fa notizia essenzialmente perché è longevo. Se avessimo stoppato la sua carriera a 37 anni sarebbe ricordato come un ottimo giocatore, come un Mancini, come un Del Piero, mentre il solo fatto di durare a lungo (in un campionato ri-di-co-lo, va detto) lo porta ad essere avvicinato a gente come Piola e Rivera.

    Detto questo, a me il selfie non ha dato fastidio. Poco fa Lotito lo ha definito "inopportuno e fuori luogo", quando in realtà l'unica cosa veramente inopportuna è stata la mancata ammonizione da parte di Orsato. I pollici versi del 2010 furono inopportuni e fuori luogo, ieri che gli vuoi dire? Ha fatto doppietta nel derby e s'è fatto una foto coi tifosi... Bella pe' lui, purtroppo.
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    Drenai71
    Post: 1.597
    00 12/01/2015 18:30
    il selfie in sè è un'idiozia che ben rappresenta totti e la massa di cerebrolesi sullo sfondo.
    quello che a me dà fastidio è semplicemente che a nessun altro è permesso di utilizzare il palcoscenico della serie A per i beati cazzi suoi. chiunque altro avesse avuto (o gli avessero suggerito) questa bella pensata si sarebbe beccato minimo l'ammonizione, nonchè le reprimende dell'intero mondo calcistico il giorno dopo.
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    Mark Lenders (ML)
    Post: 2.725
    00 12/01/2015 21:15
    Re:
    Drenai71, 12/01/2015 18:30:

    il selfie in sè è un'idiozia che ben rappresenta totti e la massa di cerebrolesi sullo sfondo. quello che a me dà fastidio è semplicemente che a nessun altro è permesso di utilizzare il palcoscenico della serie A per i beati cazzi suoi. chiunque altro avesse avuto (o gli avessero suggerito) questa bella pensata si sarebbe beccato minimo l'ammonizione, nonchè le reprimende dell'intero mondo calcistico il giorno dopo.



    Ma sai, di idiozie se ne vedono tante in quest'epoca di esultanze pianificate. Lui ci ha regalato autentiche stronzate come il pollice ciucciato e il parto col pallone, e anche cose veramente inopportune e fuori luogo come il "vi ho purgato ancora" o i pollici versi... Il selfie mi pare già un progresso enorme: è andato a festeggiare con la sua curva, ci sta. E se devo dirla tutta, in quel momento neanche mi dispiaceva che si perdesse tempo. Se avessero rimesso subito il pallone a centrocampo sarebbe stato psicologicamente peggio.
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    Brunogiordano
    Post: 141
    00 13/01/2015 10:31
    Una delle poche cose giuste che ha "detto" Di Canio è stata, proprio a margine di quel derby del pollice verso, il "ci sta, perché al derby vale tutto". Altrimenti noi non dovremmo godere della sua corsa verso la sud del 15/01/1989, dello spettacolo che ci ha offerto il 05/01/2005, dopo il suo gol, quelli di Cesar e Rocchi, al momento della sostituzione, per buona parte del post-partita, financo del dito di Chinaglia.
    Al derby vale "quasi tutto", secondo me.
    P.S.: la maglietta "vi ho purgato ancora" ricopia lo striscione scritto da Signori di suo pugno ed esposto in Curva Nord in qualche derby precedente. Purtroppo lo scarso impatto mediatico dello striscione rispetto alla maglietta, di Signori rispetto al fesso e della Lazio rispetto alle forze del male, hanno reso "originale" la scritta sulla maglia.
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    Maxilotte
    Post: 363
    00 13/01/2015 10:36
    Re: Re:
    Mark Lenders (ML), 12/01/2015 18:15:



    Purtroppo a fare notizia è Totti, non il selfie. Mi tocca leggere che "è stato geniale", quando in realtà sarebbe finito su tutte le home page pure se avesse esultato scaccolandosi. Altri prima di lui si erano fatti il selfie dopo il gol ed erano stati bellamente ignorati. Lui sta costruendo il suo mito su questi ultimi anni di carriera e fa notizia essenzialmente perché è longevo. Se avessimo stoppato la sua carriera a 37 anni sarebbe ricordato come un ottimo giocatore, come un Mancini, come un Del Piero, mentre il solo fatto di durare a lungo (in un campionato ri-di-co-lo, va detto) lo porta ad essere avvicinato a gente come Piola e Rivera.

    Detto questo, a me il selfie non ha dato fastidio. Poco fa Lotito lo ha definito "inopportuno e fuori luogo", quando in realtà l'unica cosa veramente inopportuna è stata la mancata ammonizione da parte di Orsato. I pollici versi del 2010 furono inopportuni e fuori luogo, ieri che gli vuoi dire? Ha fatto doppietta nel derby e s'è fatto una foto coi tifosi... Bella pe' lui, purtroppo.



    Concordo ed aggiungo. Il famoso derby dei pollici giù doveva essere ricordato come il derby in cui la roma vinse grazie alla sostituzione di totti (e de rossi) e doveva essere celebrato come il derby di vucinic. A distanza di 5 anni viene ricordato come il derby di totti. e' qua la forza mediatica del giocatore (molto superiore a quella sportiva).
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    boks xv
    Post: 266
    00 13/01/2015 15:06
    al derby vale tutto. sono d'accordo.
    del resto totti, che è un uomo di merda, il cuore di Chinaglia, di Di Canio, di Simeone, per venire a sfidarci guardandoci negli occhi, mai l'ha avuto e mai lo avrà.
    il vi ho purgato ancora lo sbattè in faccia ai fotografi, non certo alla Nord.

    per quanto riguarda la maglia di domenica è stata mediaticamente geniale.
    tanto che, fuori dai confini de 'sto paesotto chiamato Italia, se ne sono accorti in parecchi.
    anche se io, personalmente, non me sento minimamente Charlie.
    anzi, me sta pure abbondantemente sul cazzo.
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    Mark Lenders (ML)
    Post: 2.725
    00 13/01/2015 17:26
    Re:
    boks xv, 13/01/2015 15:06:

    al derby vale tutto. sono d'accordo.



    Questo sta bene anche a me. Però siccome con Di Canio (e immagino prima ancora con Chinaglia, sono troppo poco anziano per ricordare) ci hanno sfrangiato la minchia, è pure giusto non fare pippa quando veniamo stuzzicati con purghe e pollici e "godo come un maiale" e compagnia bella. Mi pare veramente strano che - come società - gliele abbiamo fatte passare tutte e poi abbiamo preso d'aceto oggi dopo l'esultanza più corretta di tutta la carriera di quell'idiota...

    boks xv, 13/01/2015 15:06:

    per quanto riguarda la maglia di domenica è stata mediaticamente geniale. tanto che, fuori dai confini de 'sto paesotto chiamato Italia, se ne sono accorti in parecchi.



    Ma qual è la mission della S.S. Lazio? Attirare l'attenzione cavalcando in modo furbo l'attualità? Io ero rimasto al fatto che si trattava di una società di calcio...

    boks xv, 13/01/2015 15:06:

    anche se io, personalmente, non me sento minimamente Charlie. anzi, me sta pure abbondantemente sul cazzo.



    A voler essere precisi pochissimi hanno il diritto di sentirsi Charlie. Loro hanno scelto di esprimersi in modo estremo, loro ci hanno messo la faccia anche dopo minacce e attentati, loro sono morti. E quindi soprattutto loro - dei superstiti, dei congiunti - è il lutto. Dire adesso "io sono Charlie" è molto superficiale. Mi sta bene finché si tratta di condannare una barbarie (spero che sarai d'accordo che andare con due kalashnikov contro gente disarmata e/o sparare colpi di grazia a sangue freddo è da vigliacchi, prima ancora che da criminali), mentre non mi convince affatto l'idea di ergere quel tipo di satira a vessillo assoluto della libertà di espressione. Che in occidente ha dei limiti nella diffamazione e nel vilipendio, limiti a mio avviso non di rado superati da Charbonnier e soci. E' molto pericoloso spostare il limite della libertà al confine su cui si muove Charlie Hebdo, perché significa pressappoco ammettere che vale tutto. E se accetti che vale tutto poi non ti puoi lamentare quando quel tipo di libertà viene utilizzata da gente meno sottile nella provocazione, meno acculturata, o anche semplicemente di diversa matrice ideologica. Perché anche su questo punto si può questionare eccome. Hai voglia a dire che "loro prendevano in giro tutti"... Non è vero. Loro prendevano in giro tutte le religioni, ma non credo abbiano mai preso in giro gli atei. Prendevano in giro destra e sinistra, ma la destra tutta intera mentre la sinistra solo quella meno radicale, credo. (Se sbaglio mi corigerete). Ci sono vignette in cui Dio viene sodomizzato da Gesù Cristo e quest'ultimo dallo Spirito Santo, secondo lo schema classico del trenino. Io non sono proprio la persona più religiosa di questo mondo, ho una discreta familiarità con la bestemmia, eppure una roba del genere non mi fa ridere e non posso non stare dalla parte di un credente che si sente offeso. Se altrettanta virulenza espressiva fosse utilizzata per irridere icone che stanno più a cuore ai satirici di Charlie Hebdo, tipo un Che Guevara o un qualunque partigiano, come reagirebbero? Abbozzando in nome della libertà di espressione o gridando "dagli al fascista"? Sbaglierò, ma scommetterei più sulla seconda reazione che sulla prima... Per questo dico che è molto, molto superficiale dire adesso "io sono Charlie". E la Lazio si è andata a ficcare per l'ennesima volta in questioni da cui farebbe bene a stare alla larga.
    [Modificato da Mark Lenders (ML) 13/01/2015 17:33]
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    boks xv
    Post: 266
    00 14/01/2015 14:20
    Re: Re:
    Mark Lenders (ML), 13/01/2015 17:26:



    A voler essere precisi pochissimi hanno il diritto di sentirsi Charlie. Loro hanno scelto di esprimersi in modo estremo, loro ci hanno messo la faccia anche dopo minacce e attentati, loro sono morti. E quindi soprattutto loro - dei superstiti, dei congiunti - è il lutto. Dire adesso "io sono Charlie" è molto superficiale. Mi sta bene finché si tratta di condannare una barbarie (spero che sarai d'accordo che andare con due kalashnikov contro gente disarmata e/o sparare colpi di grazia a sangue freddo è da vigliacchi, prima ancora che da criminali), mentre non mi convince affatto l'idea di ergere quel tipo di satira a vessillo assoluto della libertà di espressione. Che in occidente ha dei limiti nella diffamazione e nel vilipendio, limiti a mio avviso non di rado superati da Charbonnier e soci. E' molto pericoloso spostare il limite della libertà al confine su cui si muove Charlie Hebdo, perché significa pressappoco ammettere che vale tutto. E se accetti che vale tutto poi non ti puoi lamentare quando quel tipo di libertà viene utilizzata da gente meno sottile nella provocazione, meno acculturata, o anche semplicemente di diversa matrice ideologica. Perché anche su questo punto si può questionare eccome. Hai voglia a dire che "loro prendevano in giro tutti"... Non è vero. Loro prendevano in giro tutte le religioni, ma non credo abbiano mai preso in giro gli atei. Prendevano in giro destra e sinistra, ma la destra tutta intera mentre la sinistra solo quella meno radicale, credo. (Se sbaglio mi corigerete). Ci sono vignette in cui Dio viene sodomizzato da Gesù Cristo e quest'ultimo dallo Spirito Santo, secondo lo schema classico del trenino. Io non sono proprio la persona più religiosa di questo mondo, ho una discreta familiarità con la bestemmia, eppure una roba del genere non mi fa ridere e non posso non stare dalla parte di un credente che si sente offeso. Se altrettanta virulenza espressiva fosse utilizzata per irridere icone che stanno più a cuore ai satirici di Charlie Hebdo, tipo un Che Guevara o un qualunque partigiano, come reagirebbero? Abbozzando in nome della libertà di espressione o gridando "dagli al fascista"? Sbaglierò, ma scommetterei più sulla seconda reazione che sulla prima... Per questo dico che è molto, molto superficiale dire adesso "io sono Charlie". E la Lazio si è andata a ficcare per l'ennesima volta in questioni da cui farebbe bene a stare alla larga.



    sono contento che queste cose le abbia scritte tu.
    io, da fascista, sarei sembrato di parte
    sono convinto che se l'assalto fosse stato fatto ad un convento di suore o alla sede del Front National, i cartelli "je suis 'na monachella" o "je suis Marine Le Pen" sarebbero stati pochini...
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    Mark Lenders (ML)
    Post: 2.725
    00 14/01/2015 17:23
    Visto che eravamo già un po' off topic, mi prendo la libertà di riportare l'opinione del laziale Stefano Disegni, che mi è piaciuta molto:

    Nessuno può essere ammazzato per un’idea. Ovvio schierarsi con la gente che sfilava a Parigi. Però diciamocelo: le vignette incriminate facevano cagare. Ma non è questo il punto. Erano mirate giuste? Su papi medioevali, preti pedofili, IOR, cardinali con attici da 700 mq ho disegnato di tutto, con Padellaro vicino allo svenimento in tre occasioni. Ma non disegnerei mai Cristo in modo offensivo. Quando mi ci sono avvicinato (accade a noi atei spritosoni) nel mio retrotesta non mi sono sentito a posto. Cristo non è un uomo ma un simbolo. Non ero a posto nei confronti di cattolici onesti, di preti poveri con i miei stessi ideali, perfino nei confronti delle vecchiette che giaculano in Chiesa per alleviare la paura da fine vita. E’ giusto fino al rischio attaccare gli uomini e le loro azioni, ma è stupido attaccare i simboli della ricerca spirituale, la stessa di cattolici, ebrei, islamici e… atei, ognuno a modo suo a cercare risposte, tutti spaventati dal viaggio nell’ignoto che è la vita, tutti sperduti su questa insensata palletta. E come li contrastiamo i mostri veri come i terroristi e Salvini se mentre facciamo appello ai musulmani moderati, insultiamo i simboli della loro ricerca spirituale? E adesso lapidatemi come il Protomartire omonimo: per me esistono due livelli decisionali, uno alto, bello, quello degli Ideali, uno basso, detto a mezza bocca, quello dell’Opportunità. Col primo si fanno meritati figuroni, col secondo, vergognoso e maleodorante, si evita che si incendi il mondo.
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