I giocatori del cuore

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alenboksic71
00lunedì 11 gennaio 2016 14:24
Vedendo la prova di Biglia a Milano e Firenze (in realtà il suo modo di giocare) mi è venuto in mente che in due anni e mezzo si è preso un posto tra i miei giocatori del cuore (non sempre i più forti ma quelli che avrei difeso sempre e comunque):

Bruno Giordano
Alen Boksic
Alessandro Nesta
Jaap Stam
Lucas Biglia
Giuseppe Favalli
Pavel Nedved
Aron Winter
Luca Marchegiani
Angelo Peruzzi

Rimane fuori Gascoigne ma grazie a lui io e i miei cugini, taluni presenti qua, decidemmo di fare il primo abbonamento.

Quelli con almeno due anni di permanenza reali.
ℬaruch
00lunedì 11 gennaio 2016 15:14
Beppe Signori
Alessandro Nesta
Jose Chamot
Matias Almeyda
Diego Simeone
Dejan Stankovic
Angelo Peruzzi
Lucas Castroman
Cristian Ledesma
Mauro Zarate

Difficile tenere fuori mostri sacri, e per me in particolare Boksic e Nedved, ma anche Winter. Ma è difficile tenerne fuori tanti, io sono affezionatissimo a Talamonti per esempio, e anche ai Mancini boys, Fiore in testa. Biglia invece non mi ha mai scaldato il cuore: un anno iniziale troppo brutto, il braccio con un enorme tatuaggio di Gesù, le dichiarazioni, i continui infortuni, che minano continuamente la possibilità di non essere più anaffettivo nei suoi confronti
alenboksic71
00lunedì 11 gennaio 2016 15:31
Nooooooo, mi sono dimenticato Mathias Jesus Almeyda!!!!
ReflexBlue74
00lunedì 11 gennaio 2016 16:06
Paolo Di Canio 1.0
Diego Fuser Diego Fuser! Diego Fuser Diego Fuser!
Vladimir 21 Jugovic
DIEGO PABLO SIMEONE (il top, l'unico che mi fa battere il cuore come allora)
Juan Sebastian Veron (fino a quel derby, ma comunque regge ancora)
Jaap Stam
Gaizka Mendieta (prima di vederlo in campo)
Mauro Zarate 1.0
Felipe Anderson
Decimo ci voglio mettere un altro giocatore della rosa attuale che non nomino per scaramanzia. Chissà.

Potete immagnare che estate quella del 1998, quando fui privato, nel giro di poche settimane, di due idoli indiscussi.

Tre annotazioni su tre giocatori che compaiono spesso in queste liste.
Nesta. L'ho sempre giudicato troppo tonto per innamorarmene, grande stima e affetto sì. Però, bello di casa, trovati un ghost writer ché ogni volta che apri bocca mi perdi punti.
Gazza. Amore -grande amore- a prima vista ma ora m'ha rotto un po' il cazzo, scusate il cinismo.
Nedved. L'unico ex che non riesco a vedere come ex. C'è stato un Nedved che è passato di qua e che ha fatto grandi cose e un Nedved nato e cresciuto all'ombra della Mole.
cuchillo76
00lunedì 11 gennaio 2016 18:00

Premetto che sono uno che non si affeziona troppo facilmente. Anzi.
E raramente il mio affetto è dipeso dal tasso tecnico.

Comunque, facendo la mia lista dei dieci. Tendenzialmente sono in ordine sparso.
Ovviamente, parlo di affetto nel periodo in cui sono stati giocatori nostri.
Poi, ci sono giocatori che ho amato più dopo che durante (vedi Sinisa) e giocatori che, per via degli eventi, hanno perso larga parte del mio affetto.

Lionello Manfredonia
Angelo Adamo Gregucci
Gabriele Pin
Ardaiz Ruben Sosa
Luca Marchegiani
Diego Pablo Simeone
Juan Sebastian Veron
Angelo Peruzzi
Goran Pandev
Christian Brocchi


cuchillo76
00lunedì 11 gennaio 2016 18:10
Re:
Menzione speciale anche per Marco Ballotta.
Mark Lenders (ML)
00lunedì 11 gennaio 2016 21:26
Gascoigne (perché avere uno così nella tua squadra è il massimo in assoluto, una rockstar che gioca a pallone sotto la tua bandiera)
Nesta (perché al di là di tutto per la mia generazione c'è un avanti Nesta e un dopo Nesta)
Nedved (mi fa male vederlo così distante emotivamente dalla Lazio, ma non riesco a odiarlo; era il nostro cuore d'acciaio, un fuoriclasse con la mentalità di un soldato)
Ledesma (perché è stato il più "laziale" dei giocatori della Lazio che io abbia mai visto, inteso come profilo caratteriale; il prototipo del "laziale" per me è lui: ride poco ma bene, tanti fatti, poche parole ma ben pesate, e tante emozioni dentro)
Iannuzzi (perché in lui vidi il possibile Totti che non abbiamo mai avuto e perché nella sua parabola ho sempre rivisto molto di me stesso, fin dall'inizio)
Hernanes (lui invece lo odio, ma è perché gli ho voluto bene; il primo giocatore a cui ero riuscito a rivolere bene dopo Nesta)
De Vrij (perché mi ha fatto riprovare brividi antichi, l'orgoglio di avere un campionissimo, e perché adoro la sua semplicità fuori dal campo, o almeno quella che lui ci fa sbirciare dai social network)
Vieri (perché non ho vissuto Chinaglia e mi ha dato una vaga idea, almeno sul campo e comunque per troppo poco tempo, di quello che un ariete come Giorgio ha potuto trasmettere a quella generazione)
Jugovic (perché lo adoravo sul piano tennicottattico, come direbbe Capello)
Dabo (un innamoramento postumo; rigore alla Samp a parte durante la sua militanza mi aveva trasmesso poco, mentre quello che sta facendo ORA e gratuitamente per l'immagine della Lazio lo trovo fantastico)


Già che ci sono faccio pure una controclassifica, ossia quelli che per molti sono stati dei miti e che per me invece no, o addirittura tutto il contrario:

Boksic (irritante, insopportabile, sopravvalutato; dice che apriva le difese e che i gol di Signori erano tutto merito suo, come se Beppe non ne avesse fatti a vagonate anche con Baiano, Riedle, Casiraghi; lui invece uno ne segnava e cinque ne sbagliava; e poi la maglia stretta, la cacata di Dortmund, l'assenza alla festa scudetto... insomma, una questione di pelle: mi stava sulle pelle, proprio)
Claudio Lopez (un altro divoratore di gol seriale; se andrò all'inferno è anche colpa di tutte le bestemmie che mi ha fatto dire)
Klose (il mito, la leggenda, er cazzo che se lo frega... due anni buoni, alla Mancini, e poi - tolta la primavera scorsa - un peso morto sul monte ingaggi; ma la cosa più grave è il contributo assolutamente trascurabile che ha dato all'immagine della Lazio, in Italia e nel mondo: poteva essere un testimonial straordinario e invece appena esce da Formello non ci caca neanche di striscio)
Mancini (mi è sempre stato antipatico; perché E' antipatico, uno dei più grossi stronzi che esistano al mondo; mi stava talmente antipatico che non mi sono goduto fino in fondo la sua classe sconfinata)
Crespo (una valanga di gol inutili, sia perché spesso arrivavano a partita già sbloccata, sia perché arrivarono soprattutto in una stagione che vorrei poter rimuovere; per prenderlo abbiamo speso una fortuna e siamo rimasti senza ala destra per un girone, due sacrifici enormi che lui non ha minimamente ripagato)
Veron (paradossalmente ero più innamorato di lui quando era alla Sampdoria che quando è arrivato da noi; il Veron sampdoriano era totale, classe ma anche grinta; quello laziale il classico numero dieci che se la tira, delizioso o da schiaffi; e poi non gli ho mai perdonato l'aereo perso alla vigilia del derby di Castroman)
Peruzzi (gran portiere, ma l'ho sempre vissuto come romanista; gli preferivo Marchegiani pur sapendolo più scarso; ancora non immaginavo che avrebbe mandato il figlio a giocare con le merde...)
Di Canio (dall'altare alla polvere, con l'aggravante che ogni tanto ancora insiste)
Poborsky (idolo di molti per come si ribellò al diktat della Nord; io non sono mai stato un fan dei diktat della Nord, ma col fuoco non si scherza; mai)
Felipe Anderson (non lo so perché, ma non mi accende; ne avrebbe tutte le potenzialità, eppure c'è qualcosa di oscuro in lui, qualcosa che non riesco a identificare ma che è complessivo - sia tecnico che caratteriale -, che non mi piace)
Magnopèl
00lunedì 11 gennaio 2016 21:57
NESTA
Credo che piansi per settimane di fila dopo la sua cessione.
Un calciatore sublime e in più era il prototipo del Laziale perfetto.
Ancora non la digerisco questa cessione.

VERON
I Lanci di 50 metri d'esterno, al millimetro.
Le bombe da fuori.
Il carisma.

SIMEONE

Semplicemente El Cholo.

ALMEYDA
Lo adoravo e lo adoro, tutto qui.

STAM
Cercatevi i video di quando si fa cucire a crudo a Euro 2000, quando manda in psicoanalisi parente, quando manda al bar con una spallata Gronkjaer che stava rompendo le palle a Oddo in un Chelsea Lazio.
Questo più il fatto di essere un mix tra un muro e un treno.

COUTO
Vedi Almeyda.

MIHAJLOVIC
Perchè ogni punizione era un'emozione.

FIORE-CESAR-CORRADI

Perchè più di tutti mi ricordano la Lazio del Mancio.

PERUZZI

In camera avevo il suo poster mentre è appoggiato su una moto mantenendo un pallone in mano.

HERNANES
Ora gli sono indifferente, perchè doopo lo scorso Lazio Inter mi è scaduto come persona, ma è l'unico per il quale ho versato una lacrima una volta andatosene, l'unico dopo il Capitano ovviamente.

ZARATE

Quel primo anno è indelebile nella memoria.

F.Anderson
Come Maurito, ma cambiando l'anno e poi è un ragazzo d'oro.

Sicuramente ho dimenticato qualcuno.



alenboksic71
00martedì 12 gennaio 2016 08:37
Re:
cuchillo76, 11/01/2016 18:00:


Lionello Manfredonia
Angelo Adamo Gregucci
Gabriele Pin
Ardaiz Ruben Sosa
Luca Marchegiani
Diego Pablo Simeone
Juan Sebastian Veron
Angelo Peruzzi
Goran Pandev
Christian Brocchi




Ero sicuro di almeno 7 tuoi. Mi hai sorpreso con Pandev e Brocchi.
alenboksic71
00martedì 12 gennaio 2016 08:51
Re:
Mark Lenders (ML), 11/01/2016 21:26:



Già che ci sono faccio pure una controclassifica, ossia quelli che per molti sono stati dei miti e che per me invece no, o addirittura tutto il contrario:




Claudio Lopez
Candreva
e ad altri ci devo pensare.
charlie_few
00martedì 12 gennaio 2016 08:54
Nedved
Signori
Kalle Riedle
Ruben Sosa
Gazza
Casiraghi
Nesta
Couto
Simeone
Mauri
ReflexBlue74
00martedì 12 gennaio 2016 09:18
Ho dimenticato Christian Brocchi, imperdonabile. Volevo pure farmi la maglia col suo nome.
Generalmente non amo i calciatori che si professano tifosi -anzi, i mercenari tutta la vita!-, ma lui lo è diventato veramente. Perché è un professionista vero e un ragazzo serio. Se si dimostrasse un buon allenatore mi farebbe enormemente piacere rivederlo sulla nostra panchina.


Mark Lenders (ML), 11/01/2016 21:26:


Crespo (una valanga di gol inutili, sia perché spesso arrivavano a partita già sbloccata, sia perché arrivarono soprattutto in una stagione che vorrei poter rimuovere; per prenderlo abbiamo speso una fortuna e siamo rimasti senza ala destra per un girone, due sacrifici enormi che lui non ha minimamente ripagato)



Lo odio. E penso che in una classifica al contrario vincerebbe a mani basse, pure davanti a Vinazzani e Malgioglio. Una stagione a rimpiangere gli amici di Parma e una a minacciare di andarsene, il sorriso a sessanta denti quando lascia Formello per Milano, quattro derby e nemmeno un tiro in porta.

est1900
00martedì 12 gennaio 2016 09:51
Giuliano Fiorini
Nanu Galderisi
Ruben Sosa
Paolo Di Canio
Kalle Riedle
Thomas Doll
Beppe Signori
JS Veron
Sinisa Mihajlovic
Alessandro Nesta


Li ho buttati giù di getto e rappresentano abbastanza fedelmente il mio excursus di tifoso.

Piuttosto evidente risalta il momento in cui ho smesso di innamorarmi dei calciatori (ogni riferimento al 31 agosto del 2002 non è affatto casuale).

Da lì in poi tanto affetto per Tommaso Rocchi.

Mark Lenders (ML)
00martedì 12 gennaio 2016 10:05
Re:
ReflexBlue74, 11/01/2016 16:06:


Gazza. Amore -grande amore- a prima vista ma ora m'ha rotto un po' il cazzo, scusate il cinismo.



Non penso che lui ambisca a finire ancora sui giornali, né che tolga qualcosa a noi distruggendo sistematicamente la sua vita.
Al massimo dovrà risponderne ai suoi figli, ai suoi familiari stretti, ai suoi pochi amici veri.
Credo che non gli resti molto da vivere e che questo dipenda dal fatto che non ci riesce. Sono cose che se non hai mai provato sulla tua pelle non puoi capire.
Quando succederà non sarò triste, perché sono sicuro che per lui sarà una liberazione.
cuchillo76
00martedì 12 gennaio 2016 10:11

Si vede che l'ho fatta un po' di corsa perché ho imperdonabilmente dimenticato Dabo ed Hernanes.

Dabo lo amo per gli stessi motivi indicati da ML. Io sono uno che lo capisce facile se un ex giocatore è davvero rimasto legato ai nostri colori o se parla tanto per parlare. Lo capisco dagli occhi, lo capisco dal pudore con cui si esprime. Dabo fa parte della prima categoria, come Angelo Adamo e come Marco Di Vaio.
Ecco, lui ha lo stigma per fare l'ambasciatore della Lazio nel mondo, altro che quello smosciapalle di Klose.

Hernanes, l'ho dimenticato per "colpa" vostra. Per me rimane un grande amore ma il vostro astio scatenatosi dopo l'esultanza di Lazio-Inter mi ha ingiustamente contagiato. Per me non ha fatto nulla di male, esultando. Io voglio sempre giocatori che esultino. Mi è indigesta la non-esultanza. Lo stesso dicasi per Simeone, eh! Quando fece il gol-vittoria nella finale di Coppa Italia contro l'Inter e non esultò, non ci rimasi affatto bene. La trovo profondamente odiosa e ipocrita la non-esultanza. Bene ha fatto, Hernanes, a esultare. Così come bene fa chiunque contro chiunque. Semmai l'"odio" può essersi scatenato per il fatto in sé che ci abbia rotto le uova nel paniere ma non per l'esultanza. Ma, ovviamente, lui ha fatto il mestiere suo. Non credo che i romanisti odino Pruzzo perché non li fece qualificare in Coppa Uefa nello spareggio contro la Fiorentina. Cioè, lo possono odiare per altri motivi, spero non per quello. Anche se trattandosi di romanisti...

Quanto a Crespo, largamente fuori concorso.
L'ho odiato, non dico subito, ma dopo un paio di mesi che era qui. Una spocchia, davvero, unica.
E tecnicamente è stato, perlopiù, il giocatore delle doppiette e triplette inutili.
Nelle partite decisive non incideva mai. Nelle sfide importanti (Lazio-Juve a parte, che era l'unica da perdere...) non la beccava mai, con Brescia, Verona e Venezia, ovviamente in casa, i gol fioccavano come nespole...


est1900
00martedì 12 gennaio 2016 10:21
Ok, mi state spingendo a compilare anche quella dei giocatori odiosi/odiati. Eccola:

Marchegiani. Gran pippa, uno scudetto sulla coscienza, un grande onore nel poter vestire la maglia della roma, una grande capacità di leccare culi a Trigoria per la presenza del figlio (pippa anch'egli).

Lopez. Io non bestemmio ma quoto ML. Lui te le tirava fuori.

Manfredini. Scarso che Dio la manda e pure stizzito ex in fase di pseudo opinionista. Sciacquati la bocca quando parli di Lazio, ciccio.

Nedved. Gran giocatore ma mai particolarmente amato. Detestato dall'attimo esatto in cui ha varcato la soglia di Formello.

Crespo. Esattamente per le ragioni da voi sopra esposte. Ancora ricordo la conferenza stampa del marzo 2002 in cui diceva "io gioco e voglio essere pagato". Sembrava verdone con l'ingiunzione di pagamento firmata dal giudice, sto stronzo.

Makinwa. Collezionista dei miei migliori "limortaccituaaaaa" detti allo stadio.

Ederson. Vabbè, mi piace vincere facile.
cuchillo76
00martedì 12 gennaio 2016 10:28
Su Gascoigne la penso come ReflexBlue. Tra l'altro, il "m'ha rotto un po' il cazzo" non credo si riferisse a lui che, ovviamente, non ha "colpe" per l'essere tre volte al mese negli articoletti de "Lalaziosiamonoi", per intenderci...
Credo si volesse riferire - ma poi lo spiegherà lui - (anche) a tutta la compassione pelosa che c'è intorno a lui e a una letteratura che ancora resiste fuori tempo massimo.
De Angelis che nel 2016 chiede ancora a Manzini di raccontargli lo scherzo della macchina infilata non si sa come nel minuscolo box di Tor di Quinto è ancora più patetico dei racconti del '74.
A me tifosi di 24 anni che fingono di esaltarsi per Gascoigne e lo acclamano sotto la curva fa abbastanza malinconia.
Ovviamente, grande rispetto per chi, come dice ML, non riesce a vivere però, senza ipocrisia, ogni volta che ci sono gli articoli sullo stato di salute di Gascoigne, la mia reazione naturale è "oddio, che palle..." Ma non "che palle" perché lui ci ricasca ogni volta, ma "che palle" il fatto che ancora se ne parli e se ne scriva.
Mark Lenders (ML)
00martedì 12 gennaio 2016 10:38
Ah ma su questo sono stradaccordo. Gascoigne è roba nostra, che lo abbiamo vissuto, ed è roba del suo tempo. Andrebbe cristallizato lì, e basta.
Non è stato Chinaglia, ma in un certo senso ci può stare il paragone. Nel senso che io di Chinaglia mi ricordo solo una presidenza fallimentare, un eloquio ciancicato e un barcamenarsi per campare che alla fine è sconfinato anche nel penale. E mettendoci in mezzo pure la Lazio. Quindi pure io, a un certo punto, ogni volta che leggevo "Chinaglia" pensavo "che palle". Però credo di capire chi non è mai riuscito a giudicarlo, di chi ha sempre messo davanti a tutto il ricordo emotivo. Per me è lo stesso con Gazza.
La verità, brutale, è che entrambi sono morti molto prima che il loro cuore smettesse di battere. Di nuovo, con tutto il rispetto per i congiunti e per gli amici stretti, come immagine pubblica la morte biologica ha fatto un favore a Chinaglia. Così come la farà a Gascoigne, e forse non solo come immagine pubblica. Perché Gascoigne a barcamenarsi non ci ha manco provato, lui sta sistematicamente tentando di uccidersi. Io lo ammiro per come, nella sua vita, ha sempre rischiato tutto se stesso: sempre sul filo e senza una rete sotto.
cuchillo76
00martedì 12 gennaio 2016 10:39
Re:
est1900, 12/01/2016 10:21:


Crespo. Esattamente per le ragioni da voi sopra esposte. Ancora ricordo la conferenza stampa del marzo 2002 in cui diceva "io gioco e voglio essere pagato". Sembrava verdone con l'ingiunzione di pagamento firmata dal giudice, sto stronzo.



Questa non la ricordavo.
Sicuramente ricordo quando disse: "Io un altro anno alla Lazio, a queste condizioni, non lo regalo". Fu uno sfogo a metà stagione - il secondo anno - per esprimere tutto il suo disappunto per la rosa allestita in quella stagione.
E poco dopo - ma qui, viva la faccia - in un'intervista disse senza alcun problema che preferiva il Mondiale vinto con l'Argentina a uno Scudetto con la Lazio.
charlie_few
00martedì 12 gennaio 2016 11:01
Re:
cuchillo76, 12/01/2016 10:28:

Su Gascoigne la penso come ReflexBlue. Tra l'altro, il "m'ha rotto un po' il cazzo" non credo si riferisse a lui che, ovviamente, non ha "colpe" per l'essere tre volte al mese negli articoletti de "Lalaziosiamonoi", per intenderci... Credo si volesse riferire - ma poi lo spiegherà lui - (anche) a tutta la compassione pelosa che c'è intorno a lui e a una letteratura che ancora resiste fuori tempo massimo. De Angelis che nel 2016 chiede ancora a Manzini di raccontargli lo scherzo della macchina infilata non si sa come nel minuscolo box di Tor di Quinto è ancora più patetico dei racconti del '74. A me tifosi di 24 anni che fingono di esaltarsi per Gascoigne e lo acclamano sotto la curva fa abbastanza malinconia. Ovviamente, grande rispetto per chi, come dice ML, non riesce a vivere però, senza ipocrisia, ogni volta che ci sono gli articoli sullo stato di salute di Gascoigne, la mia reazione naturale è "oddio, che palle..." Ma non "che palle" perché lui ci ricasca ogni volta, ma "che palle" il fatto che ancora se ne parli e se ne scriva.



Io di anni ne ho quasi 34.
Quando comprammo Gazza ne avevo dieci-undici. E ti posso assicurare che per quelli della mia generazione Gazza ha rappresentato tanto, tantissimo, anche al netto dell'effettivo (misero) contributo tecnico.
Il primo colpo vero...era il poster del corriere dello sport. Il primo giocatore-immagine, quindi simbolo.
L'ho adorato per la gioia che ha trasmesso ai miei cugini più grandi, per l'odio assurdo dei romanisti ecc. ecc.
Poi, il campo, disse BEPPE SIGNORI. Però Gazza rimaneva sempre Gazza. Soprattutto per i ragazzini.
Anche per questo non riesco a vivermi con indifferenza le sue vicende. Perchè lui era l'idolo di me ragazzino, il mejo, l'indistruttibile.
Mark Lenders (ML)
00martedì 12 gennaio 2016 11:08
Re:
cuchillo76, 12/01/2016 10:11:

Hernanes, l'ho dimenticato per "colpa" vostra. Per me rimane un grande amore ma il vostro astio scatenatosi dopo l'esultanza di Lazio-Inter mi ha ingiustamente contagiato. Per me non ha fatto nulla di male, esultando. Io voglio sempre giocatori che esultino. Mi è indigesta la non-esultanza.



C'è gol e gol, e quindi di conseguenza c'è esultanza ed esultanza.
Quel Lazio-Inter per noi era fondamentale, per loro quasi inutile. Io non sono arrabbiato con Hernanes per la doppietta ma per quell'esultanza che continuo a ritenere sproporzionata.
E poi la toppa peggio del buco "ce l'avevo con Lotito"... Quando a Lotito (che cedendolo ha fatto la cosa giusta anche per la Lazio) dovrebbe solo dire grazie perché lo ha reso un uomo ricco: andandolo a prendere in Brasile non più giovanissimo, a rischio di non entrare mai nel grande giro europeo, e poi permettendogli di andare a raddoppiare lo stipendio all'Inter.
Da lì in poi non gliene ho più fatta passare una. Quando è arrivato a Milano disse che era fiero di indossare la maglia di una squadra che ha sempre vinto in modo pulito. Un anno dopo ha detto che era fiero di indossare quella della Juve. Quando era da noi si era fissato per voler giocare davanti alla difesa perché così aveva più chances di fare il titolare ai mondiali. Quando Mancini lo ha rimesso dietro alle punte ha detto che sì, quello era il ruolo migliore per lui nel calcio italiano. Sto aspettando la sua prossima dichiarazione dopo la buona partita da vice Marchisio a Genova... (anche se, nota tattica: Hernanes in Italia è andato sempre male da playmaker perché quando ha giocato davanti alla difesa non lo aveva mai fatto in un centrocampo a cinque, che in Brasile era il suo habitat naturale).
Insomma, ho scoperto un uomo con mille facce dopo essermi illuso che ne avesse una sola. Un mio amico interista recentemente mi ha detto: "Brasiliano e cattolico, che ti volevi aspettare? Il trionfo dell'ipocrisia". Ecco, io temo che ci sia qualcosa della delusione Hernanes nella scintilla che non scocca con Felipe Anderson.
ReflexBlue74
00martedì 12 gennaio 2016 11:19
cuchillo76, 12/01/2016 10:28:

Su Gascoigne la penso come ReflexBlue. Tra l'altro, il "m'ha rotto un po' il cazzo" non credo si riferisse a lui che, ovviamente, non ha "colpe" per l'essere tre volte al mese negli articoletti de "Lalaziosiamonoi", per intenderci... Credo si volesse riferire - ma poi lo spiegherà lui - (anche) a tutta la compassione pelosa che c'è intorno a lui e a una letteratura che ancora resiste fuori tempo massimo. De Angelis che nel 2016 chiede ancora a Manzini di raccontargli lo scherzo della macchina infilata non si sa come nel minuscolo box di Tor di Quinto è ancora più patetico dei racconti del '74. A me tifosi di 24 anni che fingono di esaltarsi per Gascoigne e lo acclamano sotto la curva fa abbastanza malinconia. Ovviamente, grande rispetto per chi, come dice ML, non riesce a vivere però, senza ipocrisia, ogni volta che ci sono gli articoli sullo stato di salute di Gascoigne, la mia reazione naturale è "oddio, che palle..." Ma non "che palle" perché lui ci ricasca ogni volta, ma "che palle" il fatto che ancora se ne parli e se ne scriva.



Perfetto, non avrei potuto scrivere meglio.
Ma voglio aggiungere, per amor di verità e non sottrarmi dalla responsabilità di quello che ho accennato in precedenza, che ce l'ho pure un po' con lui.
Di occasioni ne avute tante, il mondo del calcio non si è tirato indietro e non l'ha dimenticato. Ovvio, qualcuno ci sguazza pure, ma una mano tesa pronta a raccoglierlo l'ha sempre trovata.
alenboksic71
00martedì 12 gennaio 2016 12:46
Re:
est1900, 12/01/2016 10:21:

Marchegiani. Gran pippa, uno scudetto sulla coscienza, un grande onore nel poter vestire la maglia della roma, una grande capacità di leccare culi a Trigoria per la presenza del figlio (pippa anch'egli).




No Est! Lo puoi odiare, ed è legittimo per chiunque.
Una pippa no, assolutamente no, ti prego di riguardare nella tua memoria se non proprio nei filmati.
Un liscio a centrocampo a Torino col boemo e un errore all'Olimpico sulla punizione. E basta.
E sta storia dello scudetto sulla coscienza non si può sentire, con tutta sincerità e rispetto per la tua opinione. Quello fu un episodio: e sicuramente meno decisivo di due gravi infortuni, Firenze, il biscotto di Perugia e Empoli.
Mark Lenders (ML)
00martedì 12 gennaio 2016 12:47
Re:
ReflexBlue74, 12/01/2016 11:19:

voglio aggiungere, per amor di verità e non sottrarmi dalla responsabilità di quello che ho accennato in precedenza, che ce l'ho pure un po' con lui.
Di occasioni ne avute tante, il mondo del calcio non si è tirato indietro e non l'ha dimenticato. Ovvio, qualcuno ci sguazza pure, ma una mano tesa pronta a raccoglierlo l'ha sempre trovata.



Mi sto infilando in un discorso pericoloso, perché il rischio di sconfinare nell'autobiografico è altissimo. Però in queste situazioni il problema non sta solo nel ricevere aiuto. Certo, è sempre meglio trovare gente disposta ad aiutarti piuttosto che il contrario, ma per me il nodo della questione sta da altre due parti. E' sentirsi utili che risolve il problema, laddove sentirsi assistiti può addirittura peggiorarlo. Evidentemente Gazza da un certo punto in poi non è più riuscito a sentirsi utile, a dare qualcosa agli altri. O almeno a dargli quello che lui vorrebbe, quello che lui intimamente ricollega in modo diretto alla propria identità. E' solo quando senti che stai riuscendo a trasmettere la parte migliore di te (e quindi quando sale la tua autostima) che ami davvero la vita. Altrimenti la vivi solo per fare un favore agli altri, non ti butti da un ponte solo per non dare un dolore a chi ti ama, ma in compenso trovi altri mille modi per autodistruggerti giorno per giorno. Ridurre la faccenda a "ti pagano la disintossicazione, ci sono tante persone che ti vogliono bene e ti offrono pure una qualche specie di occupazione, quindi che altro diavolo vuoi?" secondo me equivale a non coglierne l'essenza. Anzi, un discorso del genere ha anche un qualcosa di vagamente ricattatorio, dal mio punto di vista. Come se tutti avessimo bisogno delle stesse cose, come se tutti avessimo fatto le stesse esperienze. Non capisco perché dire "non mi piacciono le carote o non mi piace Wim Wenders" è socialmente accettabile, mentre dire "non mi piace quello che la vita potrebbe offrire a uno come me" non lo è. E qui parliamo di uno che ha vissuto al massimo, che per un certo periodo ha straguadagnato e stravissuto. E' per questo che io sono fissato col fatto che prenderei sempre gente in ascesa, piuttosto che grandi nomi in discesa. Perché è tutto relativo. Quando hai poco la motivazione e l'entusiasmo per andarti a conquistare tutto quel che ti manca sono fortissimi, quando hai avuto tutto nulla ti sembra più all'altezza. La nuova versione di te stesso non ti sembra più all'altezza della precedente. E se la gente continua ad amarti e a proteggerti a te rode anche un po' il culo, al limite, perché di quell'amore e di quella protezione non ti senti neanche più degno. Inizi a odiare te stesso, e poi nei modi più diversi, visibili o invisibili, inizi ad autodistruggerti.
Brunogiordano
00martedì 12 gennaio 2016 13:58
BRUNO GIORDANO: sono nato nel 1974. Quindi troppo piccolo nel momento migliore di Giordano alla Lazio, quello pre-squalifica. Anzi io ho cominciato ad essere Laziale consapevole dal 1980. Il mio idolo era uno squalificato. Uno che dovevo aspettare perché nel frattempo ci aveva mandato in serie B, truccando le partite. Ciò nonostante, per me, ragazzino dai 6 anni (quelli dell’attesa del ritorno) ai 10 (ultimo anno di Giordano con noi) l’idolo, il simulacro da opporre agli amichetti dall’altra parte poteva essere solo lui. Lui quando è tornato ci ha riportato in serie A. Laudrup e Manfredonia non potevano essere la stessa cosa, per motivi diversi. Quando per la prima volta ho riconosciuto la sua voce per radio, dopo tanto che non lo sentivo (che prima non mi sembra sia stato così frequente tra gli opinionisti delle radio tifose), era una no-stop di 24 ore nel periodo dell’aumento di capitale 2004, prima dell’acquisto di Lotito. Ho avuto un sussulto nel riconoscerne la voce. Giordano è uno dei pochi che mi da la sensazione, quando parla, di essere profondamente, veracemente Laziale. È ruspante nell’accento, goffo nel parlare e sembra gli tremi la voce quando parla della Lazio. Quel tremolio mi viene da ricondurlo alla sua genuina passione. Allo stadio, quando ha fatto il giro di campo pre partita insieme ai compagni, nella serata “di padre in figlio”, mi sono avvicinato alla vetrata della Tevere per applaudirlo da vicino e tanti hanno fatto come me. Ha ricambiato l’applauso, ma poi si è messo le mani sul volto incredulo, come a dire che non era possibile che la gente continuasse a volergli così bene, dopotutto…Eppure io a Bruno Giordano, e solo a lui, ho perdonato tutto.
VINCENZO D’AMICO: l’ultimo baluardo di una Lazio disastrata. L’unico dei tre “cantanti” che non ci ha abbandonato (perché a Giordano e Manfredonia io, a 10 anni, non potevo perdonare neanche il passaggio a Napoli e Juve). Il derby del 2-2, quando Giordano era infortunato. Nel 1985-86 alla Lazio c’era il deserto e c’era lui. E ci ha salvati. Paradossalmente nel sentirlo alla radio non mi ha mai dato la sensazione di grande attaccamento, a dispetto delle tante volte che l’ho visto dall’altra parte del vetro che separa i Distinti Ovest dalla Monte Mario, anche se ormai è tanto che non si vede più allo stadio.
GIULIANO FIORINI: piangevo con le mani tra i capelli in tribuna Tevere prima dell’82esimo minuto, ho pianto appena ha segnato quel gol, piangevo tornato a casa nel vedere le immagini del video di Plastino, piango ogni volta che rivedo quei video su you tube. Grazie Giuliano!
ANTONIO ELIA ACERBIS.
MIMMO CASO e GABRIELE PIN: insieme. Come un passaggio di testimone. Per me sono stati i capitani della rinascita. Ho tirato un sospiro di sollievo quando Prandelli ha lasciato le merde, perché non volevo vedere Pin su quella panchina.
ANGELO ADAMO GREGUCCI: oggi come ieri, continua a dimostrarsi un grande Laziale.
È curioso come, pur essendo eternamente grato a lui, non rientri tra i miei giocatori del cuore, ma una menzione speciale la voglio mettere: FABIO POLI.
GIUSEPPE SIGNORI: mentre tutti aspettavano Gazza e piangevano Ruben Sosa, chissà perché, forse volevo fare l’intenditore a tutti i costi, forse volevo fare l’alternativo, ma ho voluto adottare da subito lui. Anzi ne auspicavo l’acquisto dopo averlo visto segnare su rovesciata con il Foggia, accartocciandosi. Volevo un gol su rovesciata e nel mio immaginario l’ultimo era stato Garlini. Poi in realtà non ha mai seganto su rovesciata con noi. Signori è stato il mio idolo indiscusso degli anni 90, quelli dell’adolescenza/gioventù. Il giorno della tentata cessione al Parma ero in lutto. Il mio rammarico è che non abbia vinto niente con noi. Lo amavo così tanto che non sono riuscito ad apprezzare appieno Mancini, che secondo me lo aveva scalzato (giustamente, razionalizzando a posteriori) nelle gerarchie del campo e di leadership.
PAVEL NEDVED: un campione, l’impegno, le dichiarazioni, i gol, i gol alla roma, il gol di Birmingham, la cazziata a Boksic, le chiavi di Formello, la grinta, il rifiuto della cessione, la firma del rinnovo a furor di popolo. Dove cazzo sei finito?
ALESSANDRO NESTA: 29/04/1998; 29/08/1998; 19/05/1999; 27/08/1999; 14/05/2000; 18/05/2000; 08/09/2000; 31/08/2002. FINE.


E poi quelle dichiarazioni sulle partite di champions delle italiane della scorsa stagione…ma vaff…
Mark Lenders (ML)
00martedì 12 gennaio 2016 14:15
Fichissimo sto topic. Grazie a tutti quelli che stanno scrivendo e "scrivete!" (imperativo) a chi ancora non l'ha fatto  
cuchillo76
00martedì 12 gennaio 2016 15:02
Re:
Brunogiordano, 12/01/2016 13:58:

VINCENZO D’AMICO Nel 1985-86 alla Lazio c’era il deserto e c’era lui. E ci ha salvati.



Non vorrei, però, che stessi confondendo le stagioni e che, nel confonderti, c'entri qualcosa il Catanzaro.
Nel 1980, nella celebre partita con i "ragazzotti" Budoni, Tassotti, Perrone e Cenci, D'Amico ci trascinò alla vittoria contro, appunto, il Catanzaro di Mazzone. Vittoria che non servì per le note vicende.
Nel 1985-'86, invece, nella sfida a Catanzaro ove conquistammo la salvezza alla penultima, D'Amico non giocò. Ma, in realtà, in tutto il campionato (l'ultimo alla Lazio) fece solo una manciata di apparizioni. Apparizioni senza incidere, tra l'altro.   
cuchillo76
00martedì 12 gennaio 2016 15:08
Secondo me la sottovaluzione di Marchegiani da parte dell'amico Est può dipendere, in parte, anche dal fatto che - non è retorica - abbiamo una tradizione, nel ruolo.
Portieri e centravanti sono quasi sempre stati del ruoli, nella Lazio, coperti alla stragrande. Molto più della Roma, per dire.
Un contro-topic dedicato ai portieri della Roma, prima o poi dovremmo aprirlo. Uno come Marchegiani, tolto - è vero - il campionato 1998-'99 (non solo per l'errore di Henry, ci fu anche quello su Bucchi e qualche altra mezza cagata), i merdosi se lo sognano ogni giorno.
Non a caso ho parlato di campionato 1998-'99 perché, come dico sempre, sulla Coppa Coppe di quell'anno c'è la griffe di Marchegiani nella doppia sfida col Losanna. Senza un Marchegiani-super in quelle due partite, non avremmo manco superato il primo turno.
cuchillo76
00martedì 12 gennaio 2016 15:20
Re: Re:
Mark Lenders (ML), 12/01/2016 11:08:


C'è gol e gol, e quindi di conseguenza c'è esultanza ed esultanza.



Però, un attimo.

Hernanes ci aveva già segnato l'anno prima a Milano e non aveva esultato. Sempre per restare nell'ipocrisia della "non-esultanza per rispetto ai vecchi tifosi" (ma che cazzate...), che non certo è la tua, ma quella di tanti, aveva già dato. Poi, certo, poteva evitare il salto mortale all'indietro e limitarsi ad abbracciare compagni e panchina. Ma per me sposta poco. Se esulti, esulti.
In secondo luogo, l'Inter era in lotta per il sesto posto, che poi non ha raggiunto perché fanno cagare. Ma non è vero che quella partita, per loro, fu inutile. Potevano, eccome, arrivare sesti, scavalcando Genoa e Samp. Altrimenti, la nostra "difesa" che il 5 maggio giocavamo per un posto Uefa non regge.

Circa le dichiarazioni, per me vale sempre la frase di Don Vuja, che testa di giocatore è buona solo per tenere cappello. Non gli do mai troppo peso. Cioè, mi piace quando vedo giocatori che la usano, nelle dichiarazioni. Ma è un di più, appunto. Hernanes l'ho adorato per i colpi, per le stoccate, per il suo essere un perfetto ambidestro. Non ho mai pensato, però, che fosse particolarmente "sveglio", diciamo così... 
Brunogiordano
00martedì 12 gennaio 2016 15:32
Re: Re:
cuchillo76, 12/01/2016 15:02:



Non vorrei, però, che stessi confondendo le stagioni e che, nel confonderti, c'entri qualcosa il Catanzaro.
Nel 1980, nella celebre partita con i "ragazzotti" Budoni, Tassotti, Perrone e Cenci, D'Amico ci trascinò alla vittoria contro, appunto, il Catanzaro di Mazzone. Vittoria che non servì per le note vicende.
Nel 1985-'86, invece, nella sfida a Catanzaro ove conquistammo la salvezza alla penultima, D'Amico non giocò. Ma, in realtà, in tutto il campionato (l'ultimo alla Lazio) fece solo una manciata di apparizioni. Apparizioni senza incidere, tra l'altro.   



Lo sai che hai ragionissima! Mi ha indotto in errore anche il ricordo vago di una rete di D'Amico. Rete che,verificando su laziowiki, ho riconosciuto nell'ultima di quel campionato (Lazio-Brescia 4-2, all'88esimo). Di entrambe le partite (Catanzaro e Brescia 1985-86) ricordo di aver appreso il risultato dalla radio mentre ero in macchina con i miei, in qualche gita domenicale. Da lì la confusione.  
Invece quella del 1980 ero troppo piccolo per ricordarla. Il primo ricordo consapevole che ho si riferisce a me sul divano davanti alla TV che apprendo della Lazio retrocessa d'ufficio per lo scandalo calcio scommesse. Nella testa quello è stato il momento in cui ho deciso di abbracciare la Lazio, pur essendo di famiglia biancoceleste, seppure con papà più tiepido rispetto a me.
Quindi per me la Lazio sul campo di gioco inizia nella stagione 1980-81 (mio padre che ascolta tutto il calcio o c'era già teleroma56? e io che coloro un album con tutte le caricature dei simboli delle squadre della serie cadetta), con i veri ricordi nitidi che però cadono nel 1982-83.
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