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Pagelle Lazio-Bologna 2-0

Ultimo Aggiornamento: 25/10/2020 08:52
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25/10/2020 08:52
 
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REINA 6-Sul gol annullato a Svanberg si poteva fare di più? No, si doveva proprio. Anche su un paio di successivi e semplicissimi interventi mostra incertezze, indice di poca concentrazione e magari di un po’ di ruggine. Poi si ritrova ed è presente quanto serve. I difensori lo cercano spesso per il gioco di piedi, dove danno l’idea di concedergli spontaneamente fiducia. Lavorare su questi automatismi, rappresentano una risorsa aggiuntiva per gestire palloni che scottano nella propria trequarti.

PATRIC 6-Solite doti di applicazione e agonismo, ma con incorporata la distrazione che costa un gol. Con tutta la simpatia per l’abnegazione con cui ha rimontato posizioni su posizioni nelle gerarchie interne, forse il ruolo di inamovibile gli va un po’ largo.

HOEDT 7-Con Patric forma a tratti la coppia centrale di una difesa a quattro, data la prestazione di Acerbi come attaccante aggiunto. Puntuale nelle chiusure, bravo a difendere col corpo e col celebre sinistro palloni non banali. Per un’ora il migliore in campo, poi finisce la benzina e subentra qualche svarione. Frettoloso nello spendere l’ammonizione quando i compagni erano pronti a intervenire in seconda battuta. Prestazione molto promettente per il suo impiego come centrale della difesa a tre.

ACERBI 6.5-Offensivo come non gli era mai capitato, ma piuttosto inconcludente. Poco cercato al cross, dove pennella sovente traiettorie da far invidia alla maggior parte delle ali di ruolo.

MARUŠIĆ 5.5-Nel momento in cui occorre sfondare e/o saltare l’uomo, le sue doti servono meno rispetto alla partita col Borussia. Le condizioni fisiche precarie fanno il resto. Considerata la sua fragilità, non andrebbe rischiato in queste condizioni.

AKPA AKPRO 6.5-Deve inventarsi al posto di un insostituibile e butta in campo con discreti risultati quello che ha: fisico, facilità di corsa, propensione agli inserimenti. Più Vieira che Pogba, può surrogare Milinković-Savić nelle incursioni in avanti, meno nelle mansioni di collegamento tra le fasi di gioco.

LUCAS LEIVA 5-Grande assente sul gol annullato e nel primo tempo in generale. Non sembra in grado di reggere due partite consecutive giocando ogni tre giorni.

LUIS ALBERTO 8-Una spanna sopra gli altri ventuno, spacca con un break esaltante una partita che difficilmente si sarebbe sbloccata passando per logiche di squadra. Quanto alla reazione dopo il gol, per uno che ha come nemico la depressione è da intendersi come segnale di un atteggiamento volitivo. Parte integrante, insomma, del piglio da leader con cui forza lo 0-0 di partenza.

FARES 7-Mezzo voto in più per la prodezza sul secondo gol. Una giocata alla Ibra quanto a difficoltà e forza nel coordinarsi in un movimento innaturale. Tatticamente si sta inserendo con una naturalezza quantomai provvidenziale in una stagione dai tempi ultracompressi. Il rapporto fra le premesse e le giocate utili ricorda, per il momento, la montagna che partorisce il topolino. Deve diventare più concreto, ma sembra partito bene.

IMMOBILE 7-In una giornata opaca e di scarsa assistenza da parte della squadra trova un gol decisivo. Quel che si chiede al celeberrimo “centravanti ignorante”, e che in partite del genere fa la differenza.

CORREA 5.5-Impreciso e confusionario, a volte non si capisce cosa voglia fare. Forse gli è stata lasciata carta bianca per esprimersi in piena libertà, ma in questo momento ha bisogno di qualche riferimento in più.

ESCALANTE 6.5-Diligente, ordinato, saggio nel cercare la soluzione più semplice. Ha l’aria di uno Srečko Katanec: un diesel opaco ma affidabile che dove lo metti lo metti vale sempre un 6.5, mai di più e mai di meno. Come tappabuchi di centrocampo appare in grado di rendersi utile. Come vice-Leiva, casella drammaticamente scoperta, forse non basta.

LAZZARI 5.5-Bollicine di velocità che svaniscono subito, lasciando in bocca un retrogusto assai dubbio. Come condizione fisica, ieri lui e Marušić non ne facevano uno in due.

MURIQI 6-Si intuiscono le doti nel tenere palla, prendere punizioni, far salire i compagni. I quali, per il momento, non lo cercano neanche in un frangente di gara nel quale sarebbe assai utile. A differenza di Fares, trova un contesto tattico ostile alle sue caratteristiche.

PAROLO 5-Con lui la Lazio perde metri di campo in serie, e con essi la capacità di uscire. Uno spezzone da antirugby, più che da anticalcio. Il rigore non è rigore neanche su Marte, ma un intervento del genere in area rappresenta comunque un rischio eccessivo.

PEREIRA s.v.-Esordio indecifrabile nel momento di più acuta difficoltà della squadra. Alla prossima.


INZAGHI 5.5-D’accordo che la Champions prosciuga energie fisiche e nervose, ma Genova e la gara di ieri sera sembrano un prezzo un po’ troppo alto.
La Lazio del primo tempo ricorda quella di Superdino nelle sue giornate meno felici: sempre una velocità sotto, il che implica l’attaccare sempre contro una difesa schierata.
Non fosse per il mezzo coast to coast di Luis Alberto, la squadra continuerebbe a sbattere contro un muro.
Così così i cambi. Non una grande idea quella di effettuare una doppia sostituzione allo scadere del primo tempo, provvedimento per solito punitivo: ma ammettiamo che i due fossero davvero a rischio infortuni.
A non quadrare del tutto sono altre due decisioni.
L’ingresso tardivo di Muriqi, profilo acquisito anche per tentare con lo sfondamento quando la manovra non trova sbocchi.
La sostituzione di Luis Alberto ricorda quelle di Rui Costa nella Fiorentina del Trap.
Gli avesse potuto risparmiare almeno mezz’ora la cosa avrebbe avuto un senso, mentre un quarto d’ora in più o in meno cambia davvero poco sul piano della stanchezza: e oggi – unitamente all’uscita di Escalante, ma pare che avesse problemi fisici – ha letteralmente disarticolato il centrocampo, rimettendo in palio una gara chiusa.
Senza contare che lo spagnolo stava davvero bene con sé stesso, fornendo una prova di carattere e personalità per lui non così scontata: qualche vecchio saggio avrebbe ritenuto di non interrompere quel momento magico.
Pessimo il finale, con la squadra che sbraca completamente al primo calo di tensione e disputa quattro minuti di recupero inaccettabili: sul 2-0 non si può rischiare così e non riuscire a congelare un pallone, pur disponendo di singoli coi piedi buoni e di un Muriqi particolarmente adatto alla bisogna.
Domanda: chi ha trasmesso questa mentalità al gruppo?

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