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Il pagellone 2017-18

Ultimo Aggiornamento: 24/05/2018 19:02
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23/05/2018 22:09
 
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STRAKOSHA 6,5 - Alla fine restano negli occhi e negli almanacchi gli errori con Crotone e Inter e la notte di Salisburgo. Ma chi era Strakosha ad agosto? L’ex portiere della Primavera che a Salerno si giocava il posto con Terraciano e che da noi aveva fatto mezzo campionato in emergenza al posto di Marchetti. Chi gli ha dato la porta della quinta squadra italiana ha giocato d’azzardo. Lui ha sfruttato l’occasione senza tremare ed ha dimostrato di poter stare a questo livello, nel complesso ha fatto più cose buone che cose cattive. Certo però non è un punto di forza della squadra, né mai probabilmente lo sarà. Continuare con lui titolare significherebbe rinunciare a migliorare un ruolo migliorabile. E siccome attualmente ha un’immagine che per me va oltre il suo valore assoluto, se arrivasse un’offerta a due cifre lo venderei senza grossi problemi.
VARGIC 5 - Nelle poche occasioni in cui lo abbiamo visto ha confermato i nostri pregiudizi, tant’è che poi sulla carta anche Inzaghi lo ha declassato da secondo a terzo. Sarebbe da tagliare, ma chi se lo prende?
GUERRIERI SV - Più sfortunato a non aver avuto mezza occasione in un anno e mezzo o più colpevole per non aver mai convinto l’allenatore a dargliene una? Finché non lo vedrò giocare almeno una partita con la Lazio terrò sospeso il giudizio. Come potenzialità, nel ricordo dei tempi della Primavera, continuo a credere che non valga meno di Strakosha.
BASTOS 5,5 - Doveva essere l’anno della consacrazione e invece, nonostante qualche gol nei primi mesi, è imploso fino a perdere il posto. Anche nel suo caso un dubbio mi resta, ossia non averlo praticamente mai visto in una linea a quattro. Ma è davvero l’ultimo debole appiglio prima della bocciatura definitiva.
WALLACE 5 - Da titolare a ultima scelta, anche lui ha fallito. Era un giocatore con alti e bassi ed è diventato costante nella mediocrità. Sarebbe interessante conoscerne i motivi, perché la sua involuzione è stata perfino più grave.
PATRIC 5,5 - Ci mette sempre una foga che vorrei vedere sempre in tanti altri: a volte lo tradisce, come a Torino, però non posso imputargli danni veri. Tutto sommato come riserva il suo l’ha fatto. Gli nego la sufficienza solo perché è davvero troppo scarso coi piedi: del gol divorato a Kiev parleremo per anni.
DE VRIJ 6 - Sul campo poteva essere tranquillamente un 6,5: ci ha fatto perdere le due partite più importanti (Salisburgo e Inter) ma è stato anche merito suo e dei suoi molti gol se siamo arrivati a giocarle. Che fosse il suo ultimo anno era scontato, che andasse via a zero dopo aver saltato una stagione intera per infortunio è stata una scorrettezza grave. Che sia andato all’Inter è la beffa che si aggiunge al danno e spero sia punita nel solco di Winter, Crespo, Hernanes, Candreva. Perdiamo il miglior difensore della rosa ma non il miglior difensore dell’era Lotito, checché se ne dica: da leader del reparto la valanga di gol subiti prevede una sua automatica responsabilità. Delusione tecnica e umana, le sue lacrime di coccodrillo dopo Lazio-Inter non mi tratterranno dal tifare per l’esplosione della sua cartilagine.
LUIZ FELIPE 6 - È un po’ il discorso di Strakosha. Se pensi che era uno dei tanti a Salerno e che è stato in grado di fare dignitosamente il salto devi solo fargli i complimenti, ma se ti dicono che il sostituto di De Vrij ce l’abbiamo in casa c’è da piangere. È innegabile che abbia delle qualità, così come alcuni difetti grossi. Ci si può lavorare ma senza dargli responsabilità che al momento non può reggere. E comunque credo sia più da difesa a 4, con accanto uno veloce, che marcatore decentrato di una difesa a 3.
RADU 7 - Vero beneficiario della suddetta difesa a 3, in cui le sue doti vengono valorizzate al massimo. È tornato al suo meglio proprio quando alcuni si disperavano per il rinnovo fino al 2020. Dopodiché se devo scommettere che anche l’anno prossimo resterà a questo livello, non ci scommetto.
CACERES 5 - Sembrava l’acquisto perfetto al mercato di gennaio: ideale per una difesa a 3, reduce da un buonissimo girone d’andata col Verona, pronto a sfruttare la scarsa vena di Bastos e Wallace. E invece niente. Tra infortuni e incertezze indegne di uno col suo curriculum non ha aggiunto quasi nulla, al punto che gli è stato preferito un ragazzino. Immagino che la parsimonia con cui è stato utilizzato preluda a una mancata riconferma.
MARUSIC 5 - Pensavo fosse un Lulic destro, un Lulic prima maniera. Ma invece è troppo, troppo scarso tecnicamente per stare in una squadra come la Lazio. Non si possono pagare 5 milioni di euro per due piedi come i suoi. Per me può restare come riserva a patto che ci si lavori a livello di scuola calcio, ma il titolare della fascia destra deve essere una delle priorità del calciomercato.
BASTA 4,5 - Ecco, basta. Giocatore bollito, che da noi ha fatto un anno prima di cedere di schianto. Teoricamente scadrebbe a giugno 2019, ma voglio sperare che si trovi una soluzione per non viaggiare con questa zavorra per un’altra stagione.
PAROLO 5,5 - Se Basta ha ceduto di schianto dopo il primo anno, lui sta cedendo gradualmente. Ma inesorabilmente. Ogni anno va un pochino peggio, motivo per cui sono del tutto pessimista riguardo al prossimo. Se resta, non può e non deve essere considerato un titolare, perché di partite buone nelle gambe ormai ne avrà più o meno una ventina.
MURGIA 6 - Essenzialmente per il gol che dà un po’ di senso a una stagione altrimenti inutile. Voto simbolico, dunque. Nulla da dire sull’impegno, sempre ecomiabile, ma a differenza di Strakosha e Luiz Felipe non si vedono in lui qualità che ne giustifichino la presenza in una squadra del livello della Lazio. Non vedo margini di miglioramento, non eccelle in un solo fondamentale. Almeno Cataldi batteva bene i calci d’angolo...
LEIVA 8,5 - Pensavo avessimo preso un vecchio mediano, con piedi peggiori di Biglia e polmoni usurati. Mai cantonata fu più grossa. Lucas Leiva è semplicemente un campione, di quelli che in Italia non vengono più. L’altro giorno guardavo la finale di FA Cup e pensavo che lì sembrano tutti Leiva, per come recuperano presto e bene palla e per come la giocano esattamente come vorresti tu che stai guardando, neanche li stessi controllando con un joystick. Ecco, io credo che lui abbia gettato fumo negli occhi dei laziali: da solo ha trasformato una squadra facendo rendere molti di quelli che gli hanno giocato intorno per un 20% in più. La Lazio non è forte come a un certo punto abbiamo creduto, è Lucas Leiva ad esserlo. E infatti è bastato che calasse un po’ lui per far saltare fuori tutte le magagne che altrimenti riesce a nascondere giocando per due o per tre. Io sono innamorato, era dai tempi di Jugovic che un centrocampista puro non mi esaltava così. Un giocatore da Champions messo a giocare in quella che ormai è una buona Serie B d’Europa: la differenza la vedi a occhio nudo.
DI GENNARO 4 - Non che mi aspettassi chissà che, ma tra poco e niente c’è comunque molta differenza. Come non averlo avuto, e non è questione solo di infortunio: anche prima era stato irrilevante.
MICELI SV - L’unico potenzialmente decente della Primavera leggo che potrebbe sfuggirci: per carità, alla fine sticazzi, ma sarebbe ridicolo.
MILINKOVIC 7,5 - A tratti incontenibile, al dunque meno decisivo di quel che si vuole far credere. Le doti ci sono (può valere il discorso fatto per Leiva sulla differenza di livello che esprime), ma: 1) è ancora discontinuo e quando si è fatto male ci ha messo troppo a ritrovare la forma; 2) è troppo gigione, non affonda mai il colpo come dovrebbe. Se avesse il carattere di Nedved, per dire, non ci sarebbero sfuggiti così tanti obiettivi. È un Pogba bianco, e come Pogba è arrivato a valere una cifra spropositata rispetto al suo reale valore, quindi mi auguro che venga venduto.
LULIC 6,5 - L’imperdonabile espulsione finale gli costa mezzo voto e macchia un po’ una stagione ottima, in cui ha tirato la carretta come un mulo dall’inizio alla fine sdoppiandosi in due ruoli. Mi sembra perfino migliorato tecnicamente, e pur avendo passato abbondantemente i 30 sembra avere ancora molto da dare. Segno che ha sempre lavorato seriamente.
LUKAKU 5,5 - Mezzo voto in più per l’assist a Murgia in Supercoppa. Per il resto davvero poca roba, con una condizione svanita dopo l’inverno e una salute che lo ha reso indisponibile in un sacco di occasioni in cui sarebbe servito per dare respiro agli altri. In una parola, è inaffidabile. E siccome non dovrebbe essere complicato trovare un acquirente, per me è da cedere assolutamente.
CRECCO SV - Si, c’era anche lui.
LUIS ALBERTO 7,5 - Che fosse buono si era capito già nel finale dell’anno scorso, quando toppò la stagione perché all’inizio non aveva grande voglia di integrarsi e perché Inzaghi l’aveva scambiato per un esterno. Trattasi invece di ormai rarissimo centrocampista di qualità, capace di andare in doppia cifra di gol e di assist. Non sempre continuo, ma se lo fosse giocherebbe nel Barcellona. Speriamo che resti almeno un altro anno, per fare gioco i suoi piedi intelligenti sono indispensabili.
ANDERSON 6,5 - L’aver saltato i primi 4 mesi per pubalgia alla fine è stato un bene: è stato brillante fino alla fine e abbiamo scoperto Luis Alberto. Credo che questo sia stato l’anno più onesto di Felipe, in cui ha fatto realmente vedere quello che vale senza illuderci né deprimerci. È un giocatore capace di fare la differenza, è migliorato molto anche in posizione meno decentrata ma non ha eliminato l’indolenza congenita, anche se ogni tanto ci ha provato. Per esempio dopo la sacrosanta sfuriata di Inzaghi negli spogliatoi di Lazio-Torino. Insomma, non sarà mai il mio giocatore preferito ma tutto sommato avercene. Si è normalizzato a un livello apprezzabile come ad esempio non riuscì a Zarate.
IMMOBILE 8,5 - Ha lottato per la Scarpa d’Oro con Messi: basterebbe questo. Può non piacere (a me ad esempio dà un po’ fastidio la sua totale incapacità di dribblare) ma segna talmente tanto e si impegna talmente a fondo che non si può non amarlo. Abbiamo aspettato per anni e anni la punta da 20 gol, e ora ci ritroviamo ad avere quella da 30. Eviterei paragoni con Signori che i suoi li segnava in campionati un tantinello più seri e in nazionale faticava a giocare laddove Ciro è il centravanti della squadra che dopo 60 anni non andrà ai mondiali, ma spero comunque che resti a lungo. Se non è scemo avrà capito che la sua dimensione è questa, e che appena se ne allontana esce fuori il campione che non è. Resta con noi Ciru’, è qui che puoi divertirti e vivere bene.
CAICEDO 5,5 - Il bluff ha retto alla grande quasi fino alla fine, poi a Crotone il fatto di avere un centravanti di riserva comprato alle bancarelle ha avuto il suo peso decisivo. Prima aveva segnicchiato in modo insperato, e quando non l’aveva fatto aveva comunque aiutato la squadra: comunque un passo in avanti, visto che partivamo da Djordjevic. Però, con tutto il bene, che fosse una pippa si sapeva e purtroppo al dunque s’è visto.
NANI 1 - Ex giocatore professionista venuto a rubare a casa nostra. Impresentabile, incommentabile. Un parassita senza dignità. Gli auguro il peggio nella vita, lontano dalla Lazio.
PALOMBI 5 - Dubito che sia buono per la B, figuriamoci per la A.

BRUNO JORDAO E NETO 1 - Zero presenze coi grandi e una retrocessione con la Primavera al modico prezzo di 26 milioni di euro. Se Nani è un ladro, Mendes è un truffatore.


INZAGHI 6 - La Supercoppa vinta al 94° l’ha fatto entrare nel club degli allenatori che hanno portato trofei ma ci ha illuso che fosse più pronto e fortunato di quel che è. La Lazio 2017-18 è stata una squadra divertente ma squilibrata, generosissima ma psicolabile. E Inzaghi è stato il suo condottiero bravo a compattare il gruppo ma ingenuo nel gestirne male le forze: ha preteso di correre dietro a tutti gli obiettivi con una panchina pressoché inesistente e alla fine è rimasto con un pugno di mosche. Se l’anno scorso aveva seminato, anche tatticamente, quest’anno ha cercato di raccogliere puntando tutto su un 3-5-1-1 non sempre appropriato e alla fine ha raccolto troppo poco: quando mai ci ricapiterà, con Lotito, un asse centrale De Vrij-Leiva-Immobile? Più rimpianti che soddisfazioni, insomma, e anche per quanto mi riguarda diversi dubbi sul futuro. L’anno prossimo sarà un nuovo anno di semina: è in grado di capirlo e quindi di farlo? Ha dentro di sé l’entusiasmo per ripartire con una squadra che verosimilmente sarà inferiore a quella di quest’anno? C’è sintonia col ds e col presidente? Nessuna di queste domande ha un sì scontato come risposta.


TARE 5 - Scoperto e beatificato da tutta Italia proprio nell’anno in cui tecnicamente fa peggio. Si sono finalmente accorti che mentre erano impegnati a fare pompe a Sabatini lui prendeva per pochi spicci De Vrij, Milinkovic, Anderson, Luis Alberto, Immobile. Peccato che quest’anno abbia azzeccato solo Lucas Leiva (capolavoro di una carriera) sbagliando tutti gli altri, da Marusic a Caceres. E come se non bastasse ha fatto danni anche come dg parlando a sproposito di priorità da dare al campionato in ogni vigilia di Europa League. Urge bagno di umiltà, ché la popolarità evidentemente dà alla testa.

LOTITO 5,5 - La caduta di Tavecchio è probabilmente la ragione dell’accanimento arbitrale nei confronti della Lazio in campionato. Lui però tace, lascia parlare Diaconale. Il che è generalmente appropriato ma ogni tanto dovrebbe essere il presidente a farsi sentire. E non per dire che andremo in Champions perché ce la siamo meritata e lui ha una visione cristiana secondo cui chi merita viene ripagato: io che ho una visione apotropaica quando ho letto quell’intervista ho perso ogni speranza residua.

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