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13/04/2018 08:23 | |
Ti rispondo con la morte nel cuore e la testa rivolta all'unico pensiero che ci deve accompagnare per le prossime settimane.
Questa è la dimensione europea della Lazio di Lotito. Girone eliminatorio e poi, in media, un paio di turni. Poi si esce. Con l'Atletico (unico squadrone fuori portata), Ludogorets, Sparta Praga, Fenerbache, Salisburgo.
Inzaghi ha fatto quello che ogni allenatore avrebbe fatto. Ha assecondato le direttive della società, privilegiando il campionato, poi a un passo dalle semifinali si è giocato le fiches sui due tavoli. Ricordi le formazioni di Bucarest e della successiva partita in casa contro il temibile Verona? Per non parlare di come abbiamo affrontato il girone, imbottiti di seconde linee e accompagnati da una buona dose di culo, ammettiamolo. Culo che purtroppo ci ha abbandonati da tempo.
Insomma, nessun società, a parte il Napoli di Sarri, rinuncia scientemente a uno o più traguardi già all'inizio della stagione. Si fa una classifica delle priorità e si tenta di gestire le risorse. Le nostre risorse ci consentono questo: disputare campionati al di sopra delle aspettative e arrancare quando abbiamo più competizioni in ballo fino alla fine. Detto questo, penso che nemmeno riposando per due mesi tra un turno e l'altro riusciremo mai a stupire in Europa. Ci manca lo spessore, usciamo sempre male, beffati, isterici, incapaci di gestire i momenti di sbandamento.
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