STRAKOSHA 7-Sulla conclusione di Zapata privilegia il primo palo, tutt’altro che esente da rischi, e la intercetta sul secondo con un intervento di piede alla Garella: stile d’antan, ma copertura della porta assai efficace. Il colombiano si prende la rivincita con un tiro angolato e a botta sicura, al quale era difficile opporsi. Un paio di siluri da fuori area passano vicino ai suoi legni ma col buon Tomas abbondantemente sul pallone, a confermare concentrazione e reattività. Tranquillo sul non moltissimo lavoro da svolgere, come se per lui fosse normale esprimersi a certi livelli: altra caratteristica di un portiere vero.
BASTOS 5-Disperante nelle pause di concentrazione – di quello si tratta, fondamentalmente – che rischiano di compromettere il risultato. Finora si è evidenziata la scarsa continuità fisica, ma anche nella testa non sembra in grado di scendere in campo ogni tre giorni.
DE VRIJ 5-Il noto saltatore Quagliarella è già stato preso da un compagno e lui non trova di meglio che raddoppiarlo inutilmente, aprendo una voragine al centro: roba da oratorio, davvero. Ordinaria amministrazione sul resto. È quello che ci si aspetta da lui?
RADU 7.5-L’unico del terzetto difensivo a non concedersi pause. Tenta anche la via del gol con una conclusione alta di non molto. Impeccabile.
MARUŠIĆ 6.5-Quando svirgola con un orrendo esterno un possibile tiro/cross viene voglia di spaccare qualcosa. Gli va però dato atto di una gara diligente e generosa, e senza particolari problemi di tenuta nonostante un gioco parecchio dispendioso. Un po’ più di qualità nelle giocate, ecco cosa gli è mancato.
PAROLO 6-Attaccante aggiunto, persino troppo rispetto a ciò che servirebbe nelle fasi più difficili della partita. La sfortuna e un pizzico di imprecisione gli negano la soddisfazione personale. Benino sul piano individuale, meno quanto a sintonia col collettivo.
LUCAS LEIVA 6.5-Non si nota granché, ma lascia una sensazione: se la squadra non affonda quando rischia di farlo, è per buona parte merito suo. Dopo un’ora abbondante non c’è più bisogno di lui: per fortuna, sembrava davvero al lumicino. Ha un’autonomia limitata, un problema per un elemento così importante.
MILINKOVIĆ-SAVIĆ 7.5-Assistendo alla sintesi della gara si ha la sensazione che si tratti di un mostro. Assistendo alla gara per intero si ha la sensazione che non si tratti di un mostro di continuità. Preoccupa la sua convinzione di potersela cavare con qualche pennellata d’autore: ieri sera è andata bene, ma a volte serve un contributo per tutti i novanta minuti.
LULIĆ 5.5-Un fenomeno se i piedi servissero solo per correre. Guida di fatto il predominio nella fase finale del primo tempo, affondando sulla sinistra e attirando la manovra da quella parte. Peccato che debba anche giocare la palla, e quando gli capita oscilla fra l’impreciso e l’inquietante. Campione di generosità, quello lo è sempre.
LUIS ALBERTO 5-Dimostra tutto il suo fiato corto sull’assist di Milinković-Savić, quando è costretto a rientrare sul sinistro per prendere tempo e tentare una conclusione che, sulla corsa, avrebbe a malapena esalato. Troppo acido lattico anche nelle giocate, con qualche errore non da lui e poca ispirazione. Ha bisogno di rifiatare, ma chi lo sostituisce?
IMMOBILE s.v.-Un bel tiro a giro fuori di poco e una quantità di errori fuori controllo: compresi quelli di posizione, che lo portano a girare al largo. In queste condizioni non dovrebbe scendere in campo per collezionare figuracce che non merita, e di conseguenza non merita neppure il brutto voto che la sua prestazione suggerirebbe. Ma anche qui i sostituti latitano.
PATRIC 7-Chiude un buco sul centro-destra difensivo con uno spezzone all’insegna della sicurezza e dell’applicazione. Ottimo contributo.
LUKAKU 6-Più o meno come il Lulić che va a sostituire: bene tatticamente, poca roba con la palla al piede anche perché poco servito. Ci si aspettava un impatto più forte sul match.
CAICEDO 7-Bravo a disinteressarsi inizialmente del pallone ritenendosi, sia pure a torto, in fuorigioco. Entra e segna, meglio di così...
INZAGHI 8-I cambi lasciano sulle prime qualche perplessità: non è troppo prudente sostituire un difensore con un altro, quando si è in svantaggio e servirebbe più spinta?
E non è troppo imprudente togliere Leiva per un attaccante, evocando gli spettri di Petković e Pioli nel loro secondo anno?
Invece Patric va a chiudere un buco nel reparto difensivo, rendendone anche più elastico lo schieramento, mentre l’uscita di Leiva definisce un assetto a trazione anteriore che imprime l’accelerazione decisiva.
La compresenza di Immobile e Caicedo sul gol, che probabilmente non sarebbe arrivato senza un’altra punta in campo, chiude il cerchio: ha avuto ragione lui, e su tutto, con un autentico capolavoro.
C’è molto di suo nella qualità principale del gruppo, vale a dire la capacità di dare un colpo di reni quando le cose si mettono male, ma anche nelle ombre della gara.
In particolare un limite non nuovo: quando la squadra accusa un passaggio a vuoto, situazione umanamente inevitabile, manca un piano B per gestirlo.
Si soffre in maniera quasi incondizionata nella prima mezz’ora, quando la Sampdoria spreca tutte le energie.
Si fatica troppo a concretizzare quando manca l’ispirazione dei singoli in avanti.
Si perde troppo in efficacia quando l’acceleratore non è a tavoletta.
La migliore Lazio somiglia già a una grande squadra: per diventare tale dovrà, fra l’altro, riempire meglio gli spazi vuoti della gara.
[Modificato da Er Matador 04/12/2017 02:40]