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Pagelle Lazio-Sassuolo 6-1

Ultimo Aggiornamento: 02/10/2017 12:12
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01/10/2017 22:56
 
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STRAKOSHA 7-Bene in uscita bassa su Duncan (sullo 0-1, il che lo rende ancora una volta decisivo) e sulla bomba di Berardi (a partita chiusa). Il solito, ma in negativo, sul rigore: e Berardi è uno di quelli che vanno in difficoltà, cercando angoli a rischio, se il portiere rimane in piedi fino all’ultimo.

PATRIC 5-Sbaglia l’interpretazione della partita sul piano tattico, giocando in appoggio alla manovra offensiva e avventurandosi con troppa leggerezza in avanzate che lasciano voragini alle spalle: passi la prima volta, ma lui persevera. Il Sassuolo lo prende di mira, e dalla sua parte arrivano quasi tutti i pericoli. Può giocare da centrale, ma con un approccio mentale diverso.

DE VRIJ 7-Si riscatta alla grande con l’inzuccata che concretizza un avvio di ripresa travolgente. In occasione del penalty, comunque scandaloso, abbocca al movimento di Matri e appare un po’ troppo timido nei confronti del vergognoso Maresca: senza eccedere, ma l’intervento della VAR andava chiesto in maniera inequivocabile.

RADU 8-In una giornata inizialmente difficile per la difesa, emerge con ancora maggiore nitidezza la sua prestazione: non sbaglia un pallone, semplicemente. Fondamentale nel tenere a galla la situazione dopo lo svantaggio.

MARUŠIĆ 8.5-Il più in partita nella prima frazione, nonostante la squadra abbia spesso la poco brillante idea di privilegiare Lulić sull’altra fascia. Una forza della natura sul piano fisico, sa anche proporre cross tecnicamente sopra la media del nostro calcio, dove questo fondamentale appare quasi dimenticato. Risorsa da sfruttare, anche per la capacità di produrre gioco e pericoli dal nulla quando la manovra ristagna. Sfiora il gol con un tiro radente a Consigli battuto, l’avrebbe meritato.

PAROLO 6.5-Media fra un primo tempo in cui tenta di dosare le energie, risultando come una musica da discoteca a volume di sottofondo, e un secondo nel quale si riprende di prepotenza la partita. Non male il sinistro al volo, bis della più difficile conclusione con cui raddrizzò la baracca ad Arnhem. Giocatore insostituibile, e quindi assai bisognoso di un sostituto.

LUCAS LEIVA 7-Partecipa molto più del solito all’azione, cercando qualche assist illuminante: con buoni risultati, ma la coperta corta dietro ogni tanto si sente. Il giocatore perfetto quando si gioca chiusi e sulle ripartenze, quando si tratta di fare la partita deve ancora trovare una collocazione altrettanto definita.

MILINKOVIĆ-SAVIĆ 6.5-Vedi Parolo, con l’aggravante di un’età e una fisicità più resistenti alle continue sollecitazioni. All’inizio sembra scarico sul piano nervoso, come se non gli andasse proprio. Dopo una presumibile strigliata nell’intervallo, scarta cioccolatini a ripetizione aggiungendo forza d’urto, qualità e imprevedibilità al rullo compressore che rade al suolo anche il fantasma di Di Francesco. C’entra anche un aggiustamento in corsa della sua posizione, più avanzata e accentrata, che ne aumenta esponenzialmente la pericolosità.

LULIĆ 6-Amnistiato per una ripresa debordante e nel vivo del gioco, dove il suo atletismo si traduce in un costante contributo di sfondamento e in un paio di volate esaltanti. Nei primi quarantacinque minuti si piazza fieramente fra i peggiori dato che coi piedi non gli riesce niente, neppure un rigore in movimento a Consigli già rassegnato: anche perché viene cercato troppo spesso come se al suo posto ci fosse Lukaku.

LUIS ALBERTO 9-Anche per lui servirebbero due pagelle distinte, dato che la prima mezz’ora abbondante risulta tra le meno felici della sua nuova vita: lascia senza parole un assist completamente fuori misura per Immobile, come sentir bestemmiare in chiesa. Il giro di boa è rappresentato dalla punizione-capolavoro, una soluzione che mancava da tempo immemorabile e che spacca la partita: anche perché arriva nel recupero della prima frazione, forse il momento cruciale in assoluto per incidenza psicologica di un gol segnato o subito. Da lì in poi è uno one man show semplicemente incontenibile, un inno al piacere e alla gioia di giocare a calcio, con tecnica e freddezza da calcio d’antan nel mettere a sedere difesa e partita per il 3-1. Giocatore totale e una doppietta per palati finissimi.

IMMOBILE 7-Gli manca solo il gol, che arriva col rigore guadagnato in proprio e la sempre impeccabile soluzione dal dischetto. Servito poco e in maniera approssimativa nel primo tempo, mette a referto un continuo lavoro ai fianchi che contribuisce ad ammorbidire l’opposizione avversaria. Nel secondo propone una quantità mostruosa e tanto lavoro sporco un po’ disordinato, ma utilissimo nell’aprire spazi, con emicranie a ripetizione per i difensori che devono seguirne i movimenti.

LUIZ FELIPE 6.5-Subito bene in chiusura su Duncan. Il resto per partite ancora aperte.

NANI s.v.-Cerca di improvvisarsi uomo da ultimo passaggio, ovviamente mancano gli automatismi con una macchina da guerra che gira a mille. Importante averlo visto in campo.

MAURICIO s.v.-Giusto regalare qualche minuto anche a lui, per farlo sentire coinvolto in questa sua nuova avventura con la Lazio.


INZAGHI 8-La sceneggiata sulla punizione del pari, a dettare platealmente gli schemi per il cross sul secondo palo mentre Luis Alberto si prepara a togliere le ragnatele dall’incrocio opposto, è degna del Perozzi.
Si applica anche a lui la distinzione fra i due tempi.
Nella prima frazione, il buco sul centro-destra e una manovra che segue la giornata di scarsa ispirazione dei migliori meriterebbero un intervento più tempestivo.
Lo effettua all’intervallo, con sapienti ritocchi alla posizione dei singoli più un presumibile “discorsetto”, e dagli spogliatoi esce una squadra trasformata.
Il resto è un monumento al lavoro che sta svolgendo innanzitutto sulla testa dei giocatori: un simile connubio di rabbia e lucidità, di fronte a un pomeriggio complicato ma soprattutto a un’ingiustizia, rivela una tenuta sul piano caratteriale e una capacità di reazione ammirate di rado anche nelle Lazio più belle.
E il tutto nel segno del gioco, con forza fisica, movimenti indiavolati, qualità e idee a getto continuo per sfondare il Sassuolo, impossibilitato a fronteggiare avversari che arrivano letteralmente da tutte le parti.
Un secondo tempo di pura esaltazione, con una coralità e un’irruenza quasi wagneriane, che entra di diritto fra i momenti indimenticabili.

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