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Pagelle Lazio-Sampdoria 7-3

Ultimo Aggiornamento: 08/05/2017 11:50
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07/05/2017 23:12
 
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STRAKOSHA 8-Per una sola parata o quasi? Ebbene, sì. Perché l’uscita bassa su Đuričić è da manuale sul piano tecnico e stilistico. Perché mantiene la concentrazione, respingendo anche il secondo tentativo di Linetty. Perché con quell’intervento si passa dall’1-1, col contraccolpo psicologico dopo un avvio a razzo, al 2-0 con l’uomo in più. Perché tira fuori la prodezza in un momento di scarso impegno e a rischio deconcentrazione. Roba da portiere di livello, poi che lo sia stabilmente è un discorso più complesso. Preoccupante sui rigori.
WALLACE 5.5-Fa rabbia perché non è scarso, è deconcentrato. Atteggiamento discutibile anche sul piano della professionalità. E si parla del primo tempo, perché il resto può essere abbuonato causa clima balneare.
DE VRIJ 5.5-Disperso sul primo gol, che teoricamente potrebbe riaprire l’incontro: se Wallace lascia liberissimo l’avversario diretto è per coprire al centro, in zona non sua. Bel gol, belle chiusure, ma la sensazione di un giocatore sempre più normale.
HOEDT 6-Una sola situazione davvero imperdonabile: quando Schick gli va via – e quello capiterebbe anche ad altri – ma dopo averlo attirato clamorosamente fuori zona, e da lì nasce l’azione del miracolo di Strakosha. Errore evitabile, e che in certe partite non viene perdonato. Qualche sofferenza di troppo, con un gollonzo che chiude il discorso e ne premia le doti nell’altra area.
FELIPE ANDERSON 7.5-Sarebbe di più per quantità, idee, belle giocate. Sarebbe di meno per quanto concretizza in sede di ultimo tocco, e magari per qualche ripiegamento rimasto nella testa o nelle gambe. Ruolo che lo rivitalizza, ancora una volta.
MILINKOVIĆ-SAVIĆ 8-Assist da numero dieci vecchio stampo che apre la goleada, a tratti inventa calcio. Finché c’è partita, offre anche un buon contributo di corsa e di collegamento fra i reparti.
BIGLIA 7-Accompagna la trazione anteriore della squadra, sbagliando poco o nulla in costruzione. Forse nella prestazione non impeccabile del terzetto difensivo c’è anche un po’ di interdizione in meno. Oggi, comunque, va bene così.
LULIĆ 8-Tema di giornata l’inserimento offensivo, e che il premio individuale arrivi solo sul 6-1 costituisce quasi un’ingiustizia. Ciliegina sulla torta l’assist per il raddoppio. Stupisce la capacità di conciliare una corsa assatanata con la lucidità tattica.
LUKAKU 7.5-Sembrava acciaccato, non al meglio: chissà da sano, allora... Il lato negativo riguarda le proporzioni fra scorrerie da Orda d’Oro e giocate utili in termini di cross e assist. Lavorare sui piedi, vederlo involarsi sulla fascia è uno spettacolo.
IMMOBILE 6.5-Arrugginito nei riflessi e nel fiuto dopo la pur breve sosta, ha l’umiltà e il merito di sfruttare il ruolo gregario per ritrovare confidenza col campo: che nella ripresa arriva puntualmente. Il gol del 7-1, sia pure in un contesto particolarmente rilassato, è da serata di gala. Glaciale dal dischetto.
KEITA 8.5-Andrebbe condannato per aggressione: nei confronti della partita, che viene letteralmente fatta a pezzi in avvio. Sull’1-0 sfonda con una soluzione di forza che non gli si conosceva, anche se il meglio lo dà dosando l’acceleratore per evitare il fuorigioco. Sul raddoppio rallenta nel momento in cui potrebbe segnare e prende due piccioni con una fava: se è tutto calcolato, complimenti. Dopo va a intermittenza, ma sarebbe stato uno spreco.
PATRIC 7-Prende molto sul serio il suo spezzone, inaugurandolo con un cross che, nella povertà tecnica del calcio italiano, si nota per pulizia tecnica. Giocatore utile in prospettiva.
MURGIA e LOMBARDI 6-Bene per la determinazione con cui cercano il gol, male per l’imprecisione con cui non lo trovano.

INZAGHI 9-Per l’approccio alla partita e la reazione al 2-1, in un frangente non banale sul piano psicologico.
Il primo tempo è un Inno alla Gioia: e un pomeriggio di calcio in libertà, sia pure in un contesto non certo alla morte sul piano agonistico, ci voleva.
Ma la vera notizia è la crescente forza mentale della squadra, che della partita – almeno nei suoi snodi cruciali – fa sostanzialmente ciò che vuole.
Quella che si definisce una bella giornata di sport.

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